sabato 4 giugno 2011

Il 20% degli alloggi a Merate sono vuoti

Il 30 maggio 2011 si è tenuta una riunione pubblica per la presentazione degli ultimi aggiornamenti alle parti sociali. Purtroppo poca la rappresentanza delle stesse (livello provinciale): Confedercenti, Confartigianato, Confindustria e Collegio dei Geometri, tutte al livello provinciale.
La Professoressa Cristina Treu ha ripercorso l’ultimo tratto del percorso del PGT che è ripreso dopo la sentenza del TAR Lombardia sulla figura delle Autorità che, per Merate, ad esempio sono state definite nelle persone del Segretario Generale (Autorità Procedente) e del Responsabile del Territorio (Autorità Competente).
Riguardo al Documento di Piano gli aggiornamenti effettuati sono stati determinati dai suggerimenti e dalle proposte di Enti (ASL, Provincia, Comuni limitrofi, Parchi Regionali, Portatori di interessi, Cittadini). Ad esempio il mondo imprenditoriale ha interesse per l’Ambito Produttivo Ecologicamente Attrezzato (Polo sovracomunale di via Bergamo); quello commerciale per i negozi di prossimità; quello agricolo per il non ulteriore consumo di suolo (come propugnato dalla nota di Insieme per Merate).
Riguardo alla demografia osserva come la popolazione sia composta da 3500 persone al di sopra dei 65 anni; le famiglie sono sempre più con meno componenti; gli alloggi sono sempre più sotto occupati.
Riguardo agli Ambiti di Trasformazione (ATR) si accenna ai tre confermati, come riportato nella precedente nota sul PGT; essi dovranno essere realizzati entro 5 anni dall’Approvazione.
Particolare attenzione è stata posta al potenziamento delle mobilità collettiva e “dolce”.
Il Prof. Peraboni richiama il Piano delle Regole riprendendone i contenuti strategici che si riflettono in una trasposizione, a livello locale, del Piano Regionale Territoriale, dei suoi contenuti paesistici. I permessi di costruire potranno essere convenzionati in modo da obbligare il privato a sostenere gli oneri per i cosiddetti standard (infrastrutture di interesse pubblico: marciapiedi, wi-fi, ecc.)), oltre a quelli stabiliti dalle usuali normative; ovviamente la loro quantità sarà commisurato all’ entità dell’intervento e proporzionale alla variazione della valorizzazione urbanistica.
  • AC1: attuale comparto agricolo, angolo vie Agnesi e Cernuschi per una trasformazione a residenziale
  • AC2: comparto ex industriale Diana per una trasformazione a residenziale/terziario
  • AC3: completamento ex Tessitura sulla Statale
  • AC4: ampliamento di un ambito produttivo in via Campi
  • AC5: ampliamento a punto vendita dell’ambito florovivaistico in zona Bagolino.
Il comparto commerciale si limiterà a superfici fino a 1000 mq.
La superficie del Comune è suddividibile in tre macroaree: tessuto urbano consolidato, aree agricole, aree in salvaguardia non soggette a trasformazione.
Riguardo al Piano dei Servizi si accenna alla possibilità che un’area privata che il Comune destina a servizi possa essere compensata con la concessione di volumetria in altro ambito più consono.

Considerazioni generali e tempistica verso l’Adozione
Il PGT, a differenza del PRG, è uno strumento più flessibile e variabile in funzione di opportunità successivamente intervenute. Entro i primi di luglio dovranno pervenire gli ulteriori suggerimenti e proposte delle Forze Sociali e quelle di tutti rispetto alla Valutazione Ambientale Strategica aggiornata (VAS 2). In seguito si effettuerà la seconda Conferenza VAS; successivamente il PGT potrà essere portato in Consiglio Comunale per l’Adozione cui seguiranno gli adempimenti di rito prima di arrivare all’ Approvazione. L’Assessore Valli prevede sedute di Commissione Comunale riguardanti le istanze industriali sull’APEA e su destini dell’Area Betonvilla

Interventi delle rappresentanze sociali
Il Responsabile dei Confesercenti della Provincia di Lecco critica l’attuale e le precedenti Amministrazioni per la scarsa attenzione ai Centri Storici; contesta la risposta negativa del Sindaco all’edificazione di un albergo, risposta basata sull’ asserita scarsa vocazione turistica di Merate.
Dice basta ai capannoni, molti dei quali invenduti e afferma l’esistenza in Merate di 1500 alloggi vuoti a diverso titolo (Insieme per Merate ne aveva quantificati un migliaio). Se tale numero dovesse essere confermato dal prossimo censimento ci troveremo di fronte ad un dato dirompente in quanto rappresenterebbe più del 20 % del patrimonio immobiliare meratese ed un vero e proprio spreco in sé anche se rappresenta un salvadanaio per i proprietari. Gli esperti indicano nel 6% la quantità fisiologica di alloggi vuoti in ragione della legge di mercato.
Su tale base contesta la destinazione residenziale delle aree industriali dismesse, in alternativa ne suggerisce la destinazione artigianale con lotti di qualche centinaio di mq.
Il Rappresentante del Collegio dei Geometri di Lecco rileva la mancanza di strategia, per un Comune capofila come Merate, riguardo alla viabilità sovracomunale (nodo di Cernusco, SR 342 Dir)
Prossimo appuntamento sul PGT: venerdì 10.06.2011, ore 18.


Ernesto Passoni

L'appello dei Sindaci per il referendum: si scrive acqua ma si legge democrazia

Noi crediamo che l'acqua - fonte insostituibile di vita - debba essere considerata un bene comune e patrimonio dell'umanità. L'accesso all'acqua – in particolare potabile - é un diritto umano e sociale che deve essere garantito in una logica di mutuo sostegno a tutti gli esseri umani indipendentemente dalla disponibilità locale del bene. La copertura finanziaria dei costi necessari per garantire l'accesso effettivo di tutti gli essere umani all'acqua, nella quantità e qualità sufficienti alla vita, deve essere a carico della collettività pur prevedendo un costo del servizio che eviti gli sprechi e sia adeguato al valore di un bene non rinnovabile all’infinito. Essendo l’acqua un diritto umano universale il servizio idrico deve essere riconosciuto dallo Stato come privo di rilevanza economica.
Parlare di servizio idrico integrato vuol dire prendere in considerazione il ciclo completo di trattamento dell’acqua potabile dalla sua captazione, alla depurazione e distribuzione sino ad comprendere la fase finale di raccolta delle acque reflue in fognatura e infine della loro depurazione: si tratta di un processo industriale complesso che richiede forti investimenti pubblici per garantire che il diritto garantito sulla carta si trasformi in diritto effettivo per i cittadini.
Per questi motivi i sindaci firmatari dell’appello appoggiano le iniziative del Comitato referendario lecchese 2 sì per l'acqua bene comune e chiedono ai cittadini
prima di tutto di recarsi a votare per i referendum del prossimo 12-13 giugno, perché la rinuncia al voto è sempre una perdita per la democrazia: il voto è un diritto conquistato con enormi sacrifici e va difeso anzitutto facendolo valere, cioè recandosi alle urne per esprimere la propria opinione.
di votare due sì ai quesiti referendari sull’acqua. Il primo quesito serve a fermare il processo di privatizzazione dei servizi idrici abrogando l’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, relativo alla messa sul mercato dei servizi pubblici di rilevanza economica attraverso l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato. In questo modo si potrà confermare la scelta che tutti i Comuni Lecchesi hanno sottoscritto di affidare la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Il secondo quesito chiede di abrogare l’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto della “adeguatezza della remunerazione del capitale investito” perché questa norma consente al gestore di caricare sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito.
Vogliamo mantenere l’acqua in mano pubblica per garantirne l’accesso a tutti, per tutelare un bene non rinnovabile da conservare per le future generazioni, per garantire una gestione trasparente e partecipata. Per questo diciamo che si scrive acqua, ma si legge democrazia.




I Sindaci di Airuno – Adele Gatti, Barzanò – Giancarlo Aldenghi, Brivio – Ugo Panzeri, Bulciago – Egidia Beretta, Calco – Gilberto Fumagalli, Casatenovo – Antonio Colombo, Cernusco Lombardone – Giovanna De Capitani, Costa Masnaga – Umberto Primo Bonacina, Cremella – Guido Besana, Dervio – Davide Vassena, Galbiate – Livio Bonacina, Garlate – Giuseppe Conti, Lomagna – Stefano Fumagalli, Mandello Lario – Riccardo Mariani, Montevecchia – Sandro Capra, Olgiate Molgora – Dorina Zucchi, Osnago – Paolo Strina, Paderno d’Adda – Valter Motta, Perego – Paola Panzeri, Robbiate – Alessandro Salvioni, Rovagnate – Marco Panzeri, Sirtori – Davide Maggioni, Valmadrera – Marco Rusconi, Verderio Inferiore – Alessandro Origo e Viganò – Renato Ghezzi

venerdì 3 giugno 2011

Il lago di Sartirana non è una piscina

Mi sarebbe piaciuto che la Giunta si fosse presentata alla confernza di martedì con dati inequivocabili a dimostrazione del buon lavoro svolto

Riassumere l’incontro del 31 maggio sul lago di Sartirana pensando che il lettore non vi abbia preso parte è molto difficile. Non posso chiaramente riassumere in poche righe gli interventi dei tecnici e dei professori, per raccontare i quali non ho le competenze; posso rimandare alla sezione del blog in cui è possibile reperire molto materiale. Ciò è grave, lo riconosco, perché la maggior parte del tempo è stata investita proprio per le relazioni degli esperti.
Saltava all’occhio l’assenza istituzionale del Sindaco Andrea Robbiani che è anche Presidnete del Consiglio di gestione del lago, il che può essere un bene perché sottolinea che un importante momento di confronto non deve essere un momento di partito; oppure può essere un male, perché sottolinea indifferenza da parte degli amministratori eletti. Ne siamo certi, c’è stata una ragione valida. Solo l’Assessore Andrea Massironi ha avuto, ormai passate le 23, parole di cemento che difendevano a spada tratta quanto fatto.
La parte conclusiva è quella su cui posso esprimermi. Concordo in tutto con quanto detto dal Consigliere Massimo Adobati che ha regalato alla popolazione un'importante occasione di approfondimento e conoscenza: è stato un momento di riflessione importante, tutti abbiamo a cuore l’interesse della Riserva. Sarebbe, dico io, sciocco dividersi per partito preso su un tema simile, sarebbe sciocco tanto quanto lo è supportare la tesi “io vivo qui da sessant'anni e so cosa è bene per il mio lago”. Già, questa è la semplificazione del processo mentale che si evince da certe frasi, certe mezze parole, dette e ripetute, in realtà da mesi e in più occasioni. Mentre scrivevo questo articoletto, volevo fare una cronaca della serata; ma le circostanze mi portano ad un approccio diverso. Devo pedantemente sottolineare che c’è differenza di impostazione, ma ci deve essere unità di azione, tra il lavoro del politico e quello del tecnico. Chi ha la responsabilità della pianificazione organizzativa deve dare l’imput, ma non può pensare di sostituirsi a chi ha maturato competenze specifiche e riconosciute.
Lo dico chiaramente: alla luce di quanto detto dalla dottoressa Letizia Garbaldi, un comune cittadino non può non chiedersi anzitutto se l’intervento attuato sia stato giusto e in secondo luogo se un lago così antico non potesse aspettare una consulenza di qualche mese. Quali le ragione che hanno portato a tale determinazione e ottimizzazione dei tempi? L’incontro del 31 sarebbe stata una occasione per spiegarlo: mi sarebbe piaciuto che la Giunta si fosse presentata con dati inequivocabili a dimostrazione del buon lavoro svolto.
Chiunque era presente è uscito dalla sala civica con una certezza: che il sito di interesse comunitario lago di Sartirana è un ecosistema complicato e delicatissimo; che se qualcuno vuole una limpida piscina può costruire un laghetto artificiale nel prato di fronte e metterci pure le palme finte. Coloro che hanno invece a cuore una tutela seria e ponderata non possono giudicare i risultati di qualsivoglia intervento in base alla limpidezza dell’acqua e al colpo d’occhio effetto cartolina.
La situazione, ne converrete tutti, è poco chiara, per me come per la maggior parte dei meratesi. Forse la Giunta mi legge: se così fosse chiedo che facciano un incontro con la popolazione per discutere di questo tema, che spieghino in dettaglio cosa è stato fatto e perché. Uno dei gravosi compiti che incombono su amministratori pubblici è quello di dover rendere conto di ogni azione. Seccante, ne convengo, ma necessario.

Edoardo Zerbi

Lago di Sartirana: evitiamo l'accanimento terapeutico

Nell'asssemblea del 31 maggio 2011 su Lago di Sartirana gli Amministratori non hanno spiegato quanto segue: come si è arrivati alla Ordinanza sull' asportazione delle cannette? Quali sono stati i passaggi (Comitato di Gestione, Comitato Scientifico, Commissione Paesaggio, Provincia, etc.)? Perché il carattere di indefferibilità e urgenza dell'operazione quando nella scheda 3A del Piano SIC essa poteva essere effettuata entro un anno dall'approvazione del Piano stesso (aprile 2011)? Nella stessa scheda si scrive che lo scopo dell'operazione è quello di rallentare l'interramento ed aumentare la diversità del microhabitat all'interno del canneto. Detta affermazione mi lascia perplesso. Qualcuno dice che che i canali creati servono a creare circolazione, ma basta andare a verificare per vedere che i corpi galleggianti si guardano bene dal muoversi; ovvio perché il tempo di ricambio di tutta la massa d'acqua del lago è di 2 anni e mezzo (quasi uno stagno. I lavori hanno corrisposto al progetto? Questo prevedeva il taglio, a livello dell'acqua, o lo sradicamento come avvenuto? Gli esperti della Bicocca hanno detto che il Lago è un biotopo, che è nato 10.000 anni fa e che morirà per riempimento fra qualche migliaio di anni. L'uomo, nell'ultimo secolo, con l'antropizzazione del contesto ne ha accelerato il processo. Quali i rimedi? Minimizzare gli interventi antropici evitando di immettervi le fogne; non immettere pesci estranei all' habitat; non concimare i terreni dei terreni circostanti; non rimestare il limo per non aumentare il tenore di fosforo. Dalle relazioni degli esperti si desume che operazioni costosissime e dall'esito incerto, quali sfangamento o wash-out (fleboclisi del lago) siano disdicevoli.Il lago di Sartirana, per sua natura, non potrà mai avere la trasparenza del Lago di Carezza ed è forzare la natura pensare di avvicinarsi a tale condizione. Non turbiamo i delicati equilibri chimico fisici e biologici; lasciamolo in pace (come deve essere per una riserva naturale) e non facciamo accanimenti terapeutici.

Ernesto Passoni

Quando la soluzione diviene impensabile

Il caso Bessel Candy apre aspettative sul sistema produttivo italiano (vedi conferenza dei sindaci) che sono assolutamente ingiustificate, in particolar modo nel momento attuale di crisi economica. Tutti lo sanno ma, ogni tanto, ci si dimentica di un fattore essenziale: per chi deve competere internazionalmente produrre in Italia è diventato impensabile. Per chi deve competere localmente semplicemente sopravvivere è quasi impensabile. E lasciamo stare le solite litanie del costo del lavoro (esorbitante) e dell'elevata pressione fiscale (ingiustificata e comunque sempre a carico dei soliti noti..almeno le grandi imprese hanno mille modi per arrivare all'evasione nei termini di legge...). Concentriamoci su di un unico fattore: la burocrazia. Ma perchè mai un imprenditore folle, già assillato dai suoi mille problemi, dovrebbe mettersi in testa di investire in Italia dove la burocrazia arriva anche all'interno della sagra di paese???
Partiamo dal momento in cui dovrà rilevare l'azienda e gli impianti e qui gli toccherà fare tutta una serie di incontri con le più strampalate sigle per sapere se qualcuno ha mal di pancia o meno, e poi produrre chilometri di carte a favore di amministrazioni onnivore capaci solo di fagocitare carta che spesse volte non leggono e quasi sempre perdono. Vuole poi modificare il layout della linea produttiva con lieve ampliamento dello stabilimento? Ed allora attendiamo almeno 6 mesi con passaggi vari tra commissioni edilizie, commissioni paesaggio, soprintendenze, esperti e consulenze. Che non gli incorra poi di interpellare l'ASL oppure l'ARPA che potrebbero arrivare a controllare persino se il microclima aziendale è idoneo alla riproduzione delle zanzare o delle mosche (sai non vorremmo si estinguessero). Hai una scatola di cartone da smaltire? Eh caro mio, qui c'è di mezzo la Provincia e la bella normativa sui rifiuti; devi dotarti di registro rifiuti, di formulario e, se ti va male, di iscrizione al SISTRI con tanto di apparecchiature telematiche che nemmeno sull'Enterprise sarebbero in grado di far funzionare...non vorremmo mai che quella tua scatola di cartone finisse illegalmente bruciata nel tuo caminetto di casa. Vuoi fare il trasporto dei tuoi beni in proprio? Allora devi dotare tutti i tuoi autocarri di apposite licenze al trasporto dei tuoi materiali e non dimenticare di mettere sull'autocarro una lettera in cui comunichi che il dipendente che lo guida è veramente tuo dipendente, se no apriti cielo, una multa non te la leva nessuno. E poi il dipendente si assenta una mezz'ora per espletare funzioni fisiologiche? Deve segnare tutto sulle apposite assenze perchè se mancano quelle chi ci dimostra che in quella mezz'ora non ha guidato in nero per qualcun altro?? E non pensare che sia l'Amministrazione controllante a dover dimostrare, sei tu, caro folle imprenditore, che devi dimostrare di essere corretto perchè ovviamente passi sempre per una presunzione di colpevolezza. Che non ti incappi poi di tirare in mezzo la Regione, lì un bell'anno di attesa anche solo per sapere se il funzionario sa leggere o meno non te lo leva nessuno... a meno che, tu non conosca ovviamente qualcuno che conta. Immaginiamo che ti arriva un controllo dell'Agenzia delle Entrate; anche loro devono per forza portarsi a casa lo stipendio e, siccome si sa che per la legge dei grandi numeri ogni tanto ti va bene, iniziamo ad elevare una bella sanzione di qualche 100.000 € che poi si è sempre in tempo, come al mercato del pesce, a contrattare per ridurla a valori più consoni (e tutto ciò ovviamente solo per supposizioni, senza uno straccio di documento comprovante). Qualche cliente non ti paga perchè, giustamente poverino, non è il caso di pagare chi ti fa un lavoro perchè ognuno dei suoi soldi ne fa quello che vuole? Ecco che ti trovi a dover lavorare con i tempi della giustizia: fai in tempo ad invecchiare prima di arrivare alla prima udienza con la certezza che, in ogni caso, dovrai mollare qualcosa su quello che giustamente ti sei sudato. Ed infine non vorrai aver a che fare con l'Amministrazione comunale....qui sei al delirio. In molti casi, fortunosamente non in tutti, incapacità di idee di grande respiro, mero calcolo politico del momento, incapacità di prevedere i problemi, improvvisazione e, dicendola apertamente, un do ut des spesse volte a senso unico. Insomma, quel folle imprenditore potrebbe materializzarsi solo per mero spirito patriottico e di responsabilità sociale ed anche se lo facesse ci sarebbe sempre qualcuno pronto a rinfacciargli un qualsiasi infimo interesse personale. Di folli però, se ne trovano ancora (sicuramente non in confindustria e nelle organizzazioni datoriali...), l'importante è che almeno si eviti di soffocarli sul nascere.
Speriamobene

giovedì 2 giugno 2011

Referendum: quattro "sì" per dimostrare che non siamo un popolo che viene imbrogliato

La la Cassazione ha deciso che il 12 ed il 13 giugno si terranno tutti e quattro i referendum previsti. La Suprema Corte ha confermato che gli Italiani dovranno pronunciarsi anche sul nucleare. Tre referendum (i due sull’acqua pubblica e quello sul nucleare) riguardano dei temi che non sono solo “economici”, ma riguardano, soprattutto, il futuro: come lasciamo la Terra ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Se li assesteremo oppure no, se li riempiremo di scorie che si decontanimeranno in centinaia d’anni oppure no. Se avremo una visione armonica del futuro oppure se lasceremo spazio solo ai benefici economici per pochi ed alle difficoltà per molti. La tragedia giapponese è la fotografia dei danni che ci auto infliggiamo. Non siamo in grado di governare i processi che noi stessi iniziamo!
I popoli del deserto che hanno sempre avuto davanti agli occhi i propri limiti, hanno scritto riflessioni che noi uomini moderni, che pensiamo di essere onnipotenti, abbiamo nascosto a noi stessi. Segnalo due versetti dell’Antico Testamento: "Un terreno non potrà essere venduto in modo definitivo, perché la terra appartiene a me, il Signore, e voi sarete come stranieri o emigrati che abitano nel mio paese" (Levitico 25, 23). "Io vi ho condotto in una terra da giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti. Ma voi, appena entrati, avete contaminato la terra e avete reso un abominio la mia eredità" (Geremia 2, 7).
Se vogliamo dare un futuro alle prossime generazioni bisognerà votare Si all’abrogazione delle leggi che regolano il bene prezioso dell’acqua e la costruzione di centrali nucleari.
La Germania della “moderata” Angela Merkel e che è il motore trainante dell’economia europea in tempo di crisi ha deciso di spegnere le centrali nucleari. Il bene comune, la sicurezza viene prima!
Il quarto quesito è, anche questo, profondamente etico: dovremo decidere se i politici potranno sottrarsi alla giustizia dilatandone i tempi e facendo cadere in prescrizione i processi. Perché ad un cittadino comune, ad un brianzolo, il processo viene fatto e ad un potente, invece no?
Tutti insieme, allora, andiamo a votare, ad esercitare un nostro diritto democratico ed un dovere morale. Quattro "sì" serviranno a dimostrare che siamo un popolo che non viene “imbrogliato” né dal potere “economico” e, nemmeno, da un novello “imperatore”.


Ambrogio Sala

Bessel-Candy: "Le forze imprenditoriali del territorio si attivino per trovare una soluzione"

Invio il documento approvato dalla conferenza dei sindaci del meratese in merito allo stabilimento Bessel-Candy di Santa Maria Hoè. Il documento è stato inviato all’assessore alle Attività produttive della Provincia di Lecco Fabio Dadati, accompagnato da un invito a coinvolgere le forze imprenditoriali lecchesi, perché – pur dipendendo Candy da Confindustria di Monza Brianza – è indispensabile che il sistema delle aziende lecchesi si faccia carico del problema.

La delocalizzazione della produzione comporterebbe la perdita del posto di lavoro per 204 dipendenti (tra cui 26 coppie) che difficilmente potrebbero ricollocarsi in zona, oltretutto in un periodo nel quale le opportunità di lavoro sono scarse a causa della perdurante crisi economica.
Riteniamo non sia accettabile che una decisione di questo genere possa essere presa in modo unilaterale senza un confronto con le parti sociali e le istituzioni del territorio, considerando le ricadute che si verrebbero a determinare e tenuto conto dei vantaggi di cui ha goduto l’azienda all’atto dell’insediamento.
I sindaci del meratese chiedono all’azienda di assumersi le proprie responsabilità considerando non solo i dati economici del proprio bilancio ma anche gli impatti sociali che la prospettata decisione determinerebbe sul territorio in cui è insediata. Pertanto chiedono all’azienda di aprire un tavolo di trattativa con i rappresentati dei lavoratori e le istituzioni locali che abbia come obiettivo l’individuazione di una prospettiva di rilancio produttivo per l’insediamento di Santa Maria Hoè e che attivi gli ammortizzatori sociali eventualmente necessari a dare corpo a questa prospettiva anche per non disperdere le competenze e le capacità tecniche acquisite dalla Candy e dai suoi lavoratori.
I sindaci fanno altresì appello alle forze imprenditoriali del territorio lecchese affinché si attivino per trovare una soluzione che eventualmente comprenda anche il passaggio di proprietà dello stabilimento in un’ottica di rilancio produttivo e chiedono a Provincia (anche in considerazione del Patto per lo Sviluppo recentemente sottoscritto) e Regione di attivare le iniziative necessarie affinché il settore degli elettrodomestici mantenga unità produttive nel territorio lecchese e in Lombardia.


Paolo Strina
Presidente della Conferenza dei Sindaci del Meratese
per i sindaci di Airuno, Brivio, Calco, Cernusco Lombardone, Imbersago, Lomagna, Merate, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Paderno d’Adda, Perego, Robbiate, Rovagnate, Santa Maria Hoè, Verderio Inferiore, Verderio Superiore

Il Consigliere Massimo Adobati ringrazia

Gentilissimi colleghi Consiglieri Comunali del gruppo di "Insime per Merate" Giovanni Battista Albani, Gabriella Mauri, Achille Panzeri, voglio ringraziarVi per la presenza alla serata sul lago di Sartirana e anche per aver contribuito alla diffusione dell'evento a Merate.
Devo inoltre rivolgere un particolare ringraziamento al Consigliere Comunale Roberto Riva, che purtroppo era assente per impegni personali inderogabili, per l'aiuto fornitomi nell'organizzazione della pubblicizzazione dell'evento attraverso la stampa e la piegatura dei volantini che avvisavano della conferenza.
Spero con viva sincerità di poter restituire la gentilezza e l'interesse in una futura occasione, su eventi culturali e divulgativi simili organizzati da Voi.
Inoltre ringrazio anche gli altri due ex Sindaci presenti oltre al Signor Albani, i dottori Mario Gallina e Giacomo Romerio. sono contento anche della partecipazione degli amici Paolo Mauri e dell'Assessore ai Lavori Pubblici Massimo Panzeri.
Grazie ancora e cordiali saluti


Massimo Adobati
Consigliere Comunale di Merate

mercoledì 1 giugno 2011

I cittadini chiedono ai consiglieri di operare per la loro città

La nota del Circolo del PD di Merate che rispondeva ad un commento del Sindaco Andrea Robbiani il quale accusava il centrosinistra di essere affetto da "visione preconcetta della politica"  ha provocato la successiva replica di Robbiani del 27 maggio che tira in ballo sia il sottoscritto, che Insieme per Merate, ponendo la fondamentale domanda “occorre chiarire ai cittadini se Insieme per Merate è espressione del PD o non lo è”. E’ un tema che ricorre spesso nei suoi commenti, che deriva da abitudine consolidata di dare la patente di sinistra a qualcuno, certi in tal modo di azzopparlo politicamente.
Questa volta va oltre, citando anche con un po’ di sufficienza la “cosiddetta sinistra riformista”, come se esistesse solo nei libri .
Non credo che approfondire il tema se Cesare Perego parli in veste di esponente del PD o di una lista civica rivesta alcun interesse per i cittadini di Merate; i quali chiedono ai consiglieri esclusivamente di operare per la loro città. Quando i cittadini ci avvicinano e ci segnalano richieste o questioni irrisolte le abbiamo segnalate, senza stare ad investigare “di che cosa siano espressione”.
Come ci siamo resi interpreti del malcontento per l’aumento spropositato dei parcheggi lo scorso mese di marzo ed abbiamo portato in consiglio il tema soprattutto perché si trattava di una delibera fatta in assenza di preventivo scambio di idee con la città, così abbiamo promosso il confronto sulla chiusura di via Terzaghi, ed abbiamo cercato di sensibilizzare i meratesi sulle difficoltà dell’Istituto scolastico di Merate (che, anticipo ai cittadini, non ha finito di “tribulare” vedasi il rischio di scomparsa del tempo pieno a Merate). Per la stessa ragione ho accolto la richiesta sugli emendamenti da proporre al “Regolamento di alienazione degli immobili di proprietà comunale” che mi è stata segnalata il giorno stesso del consiglio comunale del 18 aprile. L’ho portata all’attenzione del consiglio che poteva benissimo, a nostra avviso, rimandare di due settimana l’approvazione e lasciare tempo per la stesura degli emendamenti. Visto che il regolamento era stato reso pubblico una manciata di giorni prima e la città non sta tutto il giorno “attaccata ad Internet”.
Io penso che la contrapposizione tra gli elettori di Insieme per Merate e la Lega su come si faccia ad essere “popolari”, non nel senso di populisti, ma molto attenti alla città reale, meritino un confronto un po’ più interessante di quello che appare dalle note comparse su Merateo line negli ultimi giorni.

Cesare Perego
Capogruppo consiliare
di "Insieme per Merate"

Una nuova era politica

L’eccesso di stupore verso i risultati elettorali mette in crisi il ruolo degli opinionisti che da tempo non ne indovinano una, ma non chi è stato osservatore attento in questi mesi. E’ vero per tutti che c’è stata una rapida accelerazione ma la sua preparazione sottotraccia era in atto da tempo. Stare sul “pezzo” della concretezza e dei problemi della gente ha pagato. Peraltro a Lecco avevamo anticipato di un anno questo cambiamento proprio per avere indovinato candidato, argomenti, alleanze. Un anno fa pochi (tra cui Bersani) facevano previsioni di imminente crisi per il vincente centro-destra ipotizzando che sarebbe esploso per le contraddizioni interne. Ricordo la mia campagna elettorale concentrata a contestare il qualunquismo del “tanto siete tutti uguali”. Analizziamo ora i fatti senza inutile enfasi . 1) Si sta disgregando il centrodestra ma il centrosinistra non riesce ancora ad attirare nuovi consensi, cioè si vince per demerito degli altri. 2) La Lega ha finito il suo credito di “sindacato territoriale” basato su governo a Roma e opposizione finta sul territorio, che incassava voti distribuendo paure e promesse. Oggi è in crisi di credibilità per aver fallito su federalismo e immigrazione. 3) Milano resta una città razionale e moderata che dice no alla Moratti per ciò che ha fatto e dice basta allo strapotere di Berlusconi. Va capito per non sbagliare ora che dobbiamo governarla, dando dimostrazione di buon governo e rifiutando ogni politicizzazione che ci rifaccia perdere credibilità. 4) A Lecco si cambia in importanti Comuni per il lavoro fatto all’opposizione e per avere indovinato candidati e programmi. Ora il centrosinistra governa quasi tutta la Brianza e il Lago e cambiano anche i pesi nello strategico Consorzio del Lario. Vincono la qualità delle candidature, mentre il progetto del PD resta debole e sullo sfondo di queste vittorie. E’ un problema da prendere di petto. Nell’immediato bisognerà rafforzare un coordinamento istituzionale basato sui ruoli amministrativi più che sulla identità politica tenendo in ogni occasione posizioni di governo territoriale pragmatiche. 5) Gli unici grandi nuovi progetti locali proposti ultimamente vengono dal PD su : sanità, pedemontana ferroviaria briantea , uso e governo del Lario , sport e turismo. Il PD esce comunque rafforzato da queste elezioni e si dimostra l’unica forza politica attorno a cui costruire l’alternativa di governo. Questa è la traduzione oggi dello spirito maggioritario. Però va migliorata la capacità di comunicare il nostro progetto sfruttando meglio i nostri ruoli istituzionali e di governo a tutti i livelli. Ci aspettano pesanti responsabilità nel guidare la coalizione a Milano e non sarà facile, farvi fronte perché è più semplice opporsi che governare ma è meglio il contrario.

Consigliere segretario
dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale

martedì 31 maggio 2011

E ora i referendum per una fase nuova

La Seconda Repubblica finisce da dove era cominciata: nei Comuni, con un sommovimento di quelli che annunciano la disfatta di un sistema di potere e si aprono a tante soluzioni possibili. La straordinaria diversificazione politica e umana dei sindaci che hanno trionfato in queste elezioni rivela le molte direzioni da cui il sistema berlusconiano può ormai essere eroso: sia da un centrosinistra alla Fassino, perfettamente incastonato in un blocco di potere, sia da una spinta inattesa alla De Magistris, che va con forza contro il blocco di Napoli, passando per i casi intermedi di Pisapia e Zedda.
Sullo sfondo avanzano le nubi dell’Europa che oggi schiaccia la Grecia e presto vuole schiacciare l’Italia sotto manovre finanziarie da decine di miliardi l’anno, intanto che il Paese non ha sussulti di sovranità. Il compito dei neosindaci sarà molto difficile, difensivo, a guardia di sistemi di Welfare sempre più residuali e soggetti alle perduranti pressioni della Casta che non vorrà perdere privilegi. Un segnale importante che i cittadini potranno dare, anche per prevenire i difetti dei gattopardi che non vorranno cambiare l’essenziale, consiste nei referendum del 12 e 13 giugno, che possono disegnare un principio di programma nuovo: difesa del territorio e dei beni comuni, uguaglianza davanti alla legge, energie pulite. Le consapevolezze e le “indignazioni” ci sono, e sono diffuse nonostante l’altrettanto diffusa immaturità rispetto alla situazione internazionale e rispetto alla crisi dello sviluppo. Il fatto che la minoranza berlusconiana oggi non possa più fingere di essere maggioranza, come ha fatto per quasi vent’anni con tanti complici fra gli oppositori, toglie tutti gli alibi e apre una fase nuova. Gli aspetti positivi sono tutti da coltivare.

Pino Cabras

lunedì 30 maggio 2011

La parata

Immancabile, come le tasse, è arrivata la parata. In Piazza Prinetti, domenica 29 maggio 2011, ora 11.30 eccoli tutti presenti, distinti, perfettamente schierati nelle loro divise, pronti ad accogliere sorrisi ed applausi del pubblico. Tra schiere di volontari addetti al vettovagliamento arrivano di buon passo, senza tentennamenti, senza paure. Ma non stiamo parlando dei bersaglieri, stiamo parlando della giunta comunale che come ogni manifestazione vuole si è presentata in buon numero a raccogliere i frutti del lavoro altrui. Sempre distinti e garbati, arrivano, si siedono, mangiano e se ne vanno. E gli altri lavorano. E' la politica, bellezza!

C.P.

domenica 29 maggio 2011

Vogliono privatizzare il sostegno scolastico

Affidare ai privati la gestione degli insegnanti di sostegno nella scuola pubblica: lo propongono Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile, senatori PdL. Il disegno di legge, già discusso nella Commissione cultura al Senato, consta di un unico articolo di 2 commi e reca “Disposizioni per favorire alunni con disabilità”. Nel testo si legge che “i dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado sono autorizzati a definire progetti, con la collaborazione di privati, per il sostegno di alunni con disabilità [...]”. Un’apertura ai privati che i due senatori giustificano come una conseguenza della “nuova logica dell’autonomia scolastica”.
Dove il governo troverà le risorse per realizzare questo provvedimento? Nel comma 2 si legge che “l’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1 non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Tradotto: lo Stato non ci metterà un euro.
Commenta Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola PD: “Mentre il governo taglia indiscriminatamente gli insegnanti di sostegno, si vuole forse appaltare all’esterno il sostegno ai ragazzi con disabilità? E dove dovrebbero mai trovare le risorse le scuole, che non hanno più un euro in cassa, per tali collaborazioni? Il sostegno sarà a carico dei familiari o di improbabili sponsor?”
Nel migliore dei casi, il provvedimento trasforma il diritto al sostegno, che è costituzionalmente garantito (sentenza Corte Costituzionale 80/2010), in una situazione variabile da scuola a scuola e da caso a caso, a seconda che il dirigente scolastico riesca a realizzare economie nel proprio bilancio od ottenga sponsorizzazione da terzi.

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