sabato 16 gennaio 2010

Cristiani in politica, tutti responsabili di tutti

Proponiamo la sintesi del discorso che ieri, venerdì, l'Arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi ha rivolto agli amministratori e ai politici locali lecchesi. Il testo è stato fornito dell'Ufficio Comunicazioni Sociali delle Curia. Chi vuole leggere l'intervento completo può invece trovarlo sul blog del Partito Democratico del Circolo di Merate.

Come Vescovo sento il bisogno di conoscere il vissuto della gente che mi è stata affidata per poterlo condividere e, così, servirlo con la missione ricevuta, che è quella di annunciare il Vangelo in tutte le sue esigenze, anche in quelle della vita sociale. In questo orizzonte si situa anche il vostro vissuto di amministratori locali. Nei vostri confronti nutro stima e gratitudine.

1. I cristiani e la politica: qual è il posto giusto?
Il mio colloquio parte da una questione che, in questi tempi, viene sollevata più volte: Qual è il posto dei cattolici in politica? È a destra, a sinistra, al centro? In politica proprio il riferimento all’essere cattolici divide anziché unire. Non si possono negare la fatica, il disagio, la sofferenza di cristiani che non poche volte si contrappongono tra loro su ciò che li dovrebbe unire: il crocifisso, ad esempio… Qual è il posto dei cristiani in politica? È solo una questione di schieramento? Il posto dei politici cristiani è la stessa comunità cristiana. Senza riferimento alla comunità cristiana, senza una partecipazione attiva alla vita della comunità (con la frequenza all’Eucaristia, con l’ascolto della Parola e dell’insegnamento della Chiesa) come ci si può qualificare cristiani? La vera questione del posto dei cristiani in politica non riguarda quindi quale schieramento seguire o quale alleanza preferire, ma è quella di scegliere Cristo, ogni giorno, con una vita di fede autentica e, di conseguenza, con decisioni e comportamenti coerenti al Vangelo. Dire che il posto dei politici è la comunità cristiana stessa significa, inoltre, affermare l’esigenza di un legame particolarmente forte tra la gente e chi è chiamato ad occuparsi della “cosa pubblica”.

2. L’altro “posto”: il servizio ai più poveri
Un altro posto nel quale i cristiani in politica possono radunarsi, confrontarsi, ritrovarsi, costruire una casa comune è il servizio ai più poveri. Un servizio che i politici e gli amministratori cristiani, chiamati ad impegnarsi nei “servizi sociali” o per i “giovani”, vivranno con una dedizione particolare poiché, proprio in questi ambiti, sono aiutati in modo più diretto e coinvolgente a toccare con mano le povertà delle persone e delle famiglie. Mi verrebbe quasi da dire che ci dovrebbe essere una predilezione tutta speciale da parte dei cattolici per gli assessorati che di questi temi si occupano. Non si pensi però che soltanto i cristiani siano autorizzati ad occuparsene, ritenendo gli altri ambiti dell’amministrare meno importanti. In realtà, tutti gli ambiti, ciascuno a suo modo, sono importanti e tutti possono e devono essere permeati dall’attenzione preferenziale per i più poveri.

3. La formazione: dovere irrinunciabile
Non ci si può “improvvisare” al servizio degli altri, tanto meno in politica. Non basta – per rinnovare l’ethos politico – mettere in campo semplicemente “facce nuove”. Occorrono persone serie, preparate, competenti. Gli stessi partiti e movimenti politici dovrebbero tornare a educare al senso alto della politica: non solo alle tecniche per conquistare il consenso, ma anche e soprattutto al valore e al significato profondo del proprio servizio, agli stili di comportamento, alla conoscenza della tradizione sociale, civile e politica del Paese. Gli stessi partiti e movimenti, proprio perché sono strumenti fondamentali della democrazia, devono difendersi dal pericolo di ridursi a comitati elettorali che, a competizione terminata, finiscono per esaurire il proprio compito.

4. Una vocazione da promuovere
Suscitare la sensibilità e curare la formazione sugli argomenti sociopolitici è compito anche della Chiesa. L’insegnamento sociale della Chiesa, parte irrinunciabile dell’evangelizzazione, non vuole essere un’imposizione né tanto meno una ingerenza in ambito civile, ma una guida, un orientamento, un sostegno al discernimento del bene comune in tempi di complessità. Siamo di fronte ad una vera e propria “vocazione” da riconoscere e far maturare in ambito sociopolitico a servizio della comunità. Certo, come in ogni altra vocazione, è necessario discernere ed educare: discernere verificando se si hanno le qualità necessarie, educare riconoscendo la presenza di una chiamata – che ultimamente viene da Dio – a servire gli altri, corrispondendovi con preparazione. Se non è per vocazione e per il desiderio gratuito di “servire”, per cos’altro un cristiano si mette a disposizione degli altri in questo ambito? Per interesse? Per prestigio? Per sete di potere? Aggiungo un’altra sottolineatura: questa sensibilità e formazione devono coinvolgere in maniera particolare i giovani. Le parrocchie, gli oratori, le associazioni e i movimenti devono sentire la responsabilità di offrire con fiducia ai giovani proposte formative orientate in questa linea. Nelle comunità parrocchiali spesso si fatica a parlare di politica, ad educare ad essa, a ragionare sui grandi temi sociali per il rischio di passare immediatamente alle contrapposizioni, alle rotture, alle accuse reciproche, alla corsa per definirsi “più cattolici” degli altri. Questo è purtroppo un segno di immaturità e di fragilità delle nostre comunità che non permettono di educare alla politica, rendono più difficile – se non impossibile – presentare l’insegnamento e lo spirito del Vangelo, allontanano i giovani e costituiscono un serio ostacolo per vivere e testimoniare – nella comunità e al mondo – la comunione dei discepoli del Signore.

5. Per il bene comune, per la stessa comunità
Le istituzioni civili sono significativamente presenti sul territorio, sono attive quanto le parrocchie. Tra la Chiesa locale e le istituzioni del territorio dovrebbe attivarsi sempre di più una forma di corresponsabilità. Certo, mantenendo la specificità delle competenze e dei campi di azione, conservando autonomia e libertà. Le specificità però non devono rimanere chiuse in se stesse, entrare in rete: trovare così la propria precisa collocazione e insieme il reciproco arricchimento.

6. Contro la “desertificazione” del territorio
Le nostre città e i nostri paesi corrono il rischio di una specie di “desertificazione”: serve, ed è urgente, un’azione programmata e precisa contro questo degrado. Ma di cosa si tratta? Il territorio, dai piccoli comuni ai quartieri delle città, rischia di ridursi a semplice dormitorio, cioè di perdere o comunque non valorizzare adeguatamente le sue forze migliori. È in atto una forma di invecchiamento, che non è solo inerente all’innalzamento dell’età media della popolazione. Riguarda piuttosto l’assenza dalle nostre comunità dei giovani, sempre più attratti (per scelta o per necessità) dalla metropoli e dai grandi centri urbani. Riguarda la fatica – spesso conseguente al primo dato – di provvedere al giusto ricambio generazionale nell’impegno politico e amministrativo, nel volontariato, nell’azione pastorale della Chiesa… Ora, per mantenere vive le nostre comunità (cristiane e civili) serve un’anima: occorre ridarla al territorio, è necessario rinnovarla. La gestione della complessa e articolata “macchina comunale” può esaurire tutte le energie togliendo tempo, creatività e attenzione all’ascolto diretto del territorio e dei suoi bisogni, cioè delle persone e delle loro esigenze. Serve – nelle comunità cristiane e nelle amministrazioni – un colpo d’ali, un di più di creatività, un allargamento di orizzonte, un supplemento di dedizione, affinché gli amministratori e coloro che si impegnano nelle realtà pubbliche divengano veri protagonisti del territorio rendendo viva, partecipe e corresponsabile tutta la comunità. Far sentire gli abitanti di un territorio espressione viva di una comunità non implica necessariamente stanziamenti di soldi. È in primis una questione culturale!

7. Amministrare bene il “locale” per risolvere i problemi globali
I grandi problemi che interrogano e preoccupano il nostro Paese e i popoli del mondo, quando sono rilevati e considerati a livello locale, assumono un volto umano. Sul territorio i grandi problemi – pur nelle difficoltà obiettive – sono più affrontabili: smettono di essere “lontani”, diventano “vicini”, assumendo così il volto di persone concrete che chiedono aiuto.

8. Come il “buon samaritano”
Mentre condivido con voi queste riflessioni mi si impone quasi naturalmente alla mente e al cuore una notissima pagina del Vangelo, che può esserci di singolare aiuto per riprendere e approfondire i pensieri sinora presentati. Penso al vangelo di Luca e alla parabola del “buon samaritano”. Quanto doveva essere insicuro e pericoloso il tratto di strada che scendeva da Gerusalemme a Gerico! Dell’uomo soccorso dal “buon samaritano” non sappiamo nulla, se non che aveva subìto una grave aggressione da parte di alcuni malviventi, che – oltre a derubarlo – lo avevano spogliato e ferito, lasciandolo “mezzo morto”. Anche ai tempi di Gesù il tema della tutela della sicurezza personale e del territorio non era una questione trascurabile! È interessante notare come la preoccupazione di san Luca non sia tanto quella di ricercare i colpevoli del misfatto (che comunque sono qualificati “briganti”), quanto di mostrare l’azione di soccorso del ferito, di mettere in luce il comportamento virtuoso del samaritano. La loro azione rende più accogliente, meno spaventoso quel territorio descritto come infido. Quanto anche le nostre città, i nostri quartieri, i nostri paesi potrebbero essere più accoglienti, più vivi, più abitabili se sempre più persone agissero come il samaritano e l’albergatore della parabola! Già molti amministratori riconosco i gesti del samaritano e dell’albergatore. Certo la tutela della sicurezza dei suoi abitanti non si può ridurre al soccorso di quanti subiscono violenza. Quel territorio dove grande e costante è l’attenzione all’altro sarà un territorio presidiato, più sicuro, più abitabile... più umano! Anche oggi la delinquenza prolifera e la malavita agisce con maggiore facilità laddove regnano l’indifferenza e l’insensibilità. L’autentica convivenza, la vera sicurezza, la lieta vivibilità delle nostre comunità possono essere ottenute solo se si diffonderà sempre più questo clima di cura: tutti – in particolare chi è attivo nell’amministrare il bene comune – devono fare la propria parte.

+ Dionigi Card. Tettamazi
Arcivescovo

venerdì 15 gennaio 2010

Un'interrogazione su via don Arnaboldi "avenue"

In settimana è stata presentata un'interrogazione consiliare sulla questione degli ormai noti dossi in via don Arnaboldi "avenue". Ecco il testo integrale.

Alla c.a. del Sindaco del Comune di Merate
Sig. Andrea Ambrogio Robbiani

Oggetto: Interrogazione,- a norma degli Art. 51, 52 e 53 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari” del Comune di Merate – relativa alla installazione di cinque passaggi pedonali in via Arnaboldi.

Premesso che:
  • In via Arnaboldi sono stati realizzati cinque pseudodossi/passaggi pedonali rialzati a distanza di circa 100 m l’uno dall’altro
  • Lo scopo dell’intervento è di moderare la velocità con un massimo di 30 km/h
  • Scopo surrettizio è un plurimo e pleonastico attraversamento pedonale.
  • I suddetti elementi non possono classificarsi dossi di rallentamento della velocità, in quanto di altezza superiore ai 7 cm, limite massimo previsto dall’ Art. 179, Comma 6, del Regolamento di attuazione del Codice della Strada (DPR 495/92) e come ribadito dalla Nota del Ministero dei Lavori Pubblici/Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale – Protocollo 2867/2001
  • La segnaletica apposta indica detti elementi quali attraversamenti pedonali rialzati

gli interroganti chiedono:
  • Di visionare gli Atti Amministrativi relativi all ‘intervento di cui all’oggetto
  • Di conoscerne le motivazioni tecniche di opportunità o necessità che il Comune adduce
  • Di sapere perché il Comune, in mancanza di certezza normativa si assume la responsabilità di eventuali inconvenienti che abbiano a verificarsi per effetto dell’intervento, come evidenziato nella Nota Ministeriale di cui sopra
  • Di sapere perché il Comune non ha realizzato più idonee e normate piattaforme rallenta traffico, come previsto dal vigente PGTU
Per la presente non è richiesta risposta scritta. Ringraziando, salutiamo distintamente

Gruppo consiliare di Insieme per Merate
Giovanni Battista Albani, Grabriella Mauri,
Roberto Riva, Achille Panzeri, Cesare Perego

giovedì 14 gennaio 2010

Predicava bene ma adesso razzola male

Il 10 marzo 2008 il signor Robbiani Andrea Ambrogio, come riportano i verbali, ha depositato un'interrogazione sulla situazione viabilistica e dei parcheggi lungo la ex Ss 36, in località carzaniga per intenderci. La questione è nota, ma riportiamo parte del suo intervento in Consiglio comunale, giusto per rinfrescargli la memoria e rinfrescarla anche ai meratesi. "... Questa tipologia di scelte, come anche su altre scelte, almeno portarle a conoscenza della Commissione, che non ha come tutti noi sappiamo poteri decisionali, ma soltanto di conoscenza e condivisione delle scelte. Questo perché? Se si potessero utilizzare le Commissioni che sono strumento ritengo molto utile, ma negli ultimi anni assolutamente utilizzato solo per comunicare le cose minime che servono per comunicare ai Consiglieri, io sono convinto che le scelte che un’Amministrazione prende, se comunicate in Commissione, con la presenza anche dei cittadini che continuano a scrivere delle lettere, al di là di incontri singoli di cui quasi nessuno di noi è a conoscenza, sarebbero anche forse più accettate. È questo il primo punto". Ma come? Proprio lui che invocava riunioni di Commissione per affrontare temi legati alla circolazione veicolare si è "dimenticato" di riunire quella Ambiente e Territorio per discure dei dossi in via don Arnaboldi e della chiusura di via Cappelletta al mattino? Evidentemente i cinque anni che ha trascorso sui banchi di opposizione non gli sono serviti a nulla visto che continua a ripetere gli errori di cui incolpava noi. Oppure parlava senza cognizione di causa e solo per il gusto di lamentarsi.

mercoledì 13 gennaio 2010

Sostegno e solidarietà al nostro capogruppo Giovanni Battista Albani

Il signor Andrea Robbiani dalle colonne del "Giornale di Merate”, in una lunga lettera pubblicata a pagina 11, ha criticato la precedente Amministrazione, concentrandosi in particolar modo contro il nostro capogruppo Giovanni Battista Albani. Non era mai accaduto prima a Merate che un Sindaco ricorresse a tali bassezze, attaccando la controparte sul piano personale perché sino ad oggi chi ha governato la città è sempre stato conscio del proprio ruolo istituzionale e di rappresentanza dell’intera comunità, indipendentemente dal colore politico di appartenenza.
Le argomentazioni per controbattere con gli stessi toni non mancherebbero ma non vogliamo abbassarci al suo stesso livello. Ci penseranno i nostri cinque Consiglieri comunali a replicare nelle sedi che riterranno opportune e con le argomentazioni che reputano più consone.
La vicenda però non deve passare sotto traccia e soprattutto occorre che facciamo pervenire a Battista la nostra solidarietà e gratitudine per la passione con cui si è dedicato e si dedica al nostro paese. Per questo chiediamo a sostenitori e simpatizzanti, ma anche a chi non ci ha votato ma non ama l’arroganza dell’attuale Primo cittadino, di inviare alla redazione del Giornale di Merate una mail di sostegno ad Albani. Bastano due righe semplici e chiare. Noi suggeriamo qualcosa del tipo: “Esprimo il mio sostegno e il mio apprezzamento per Giovanni Battista Albani”. Ognuno comunque può esprimersi come meglio crede, ma sempre nei limiti dell’educazione e del rispetto. Il recapito di posta elettronica a cui inviare la il messaggio è redazione@giornaledimerate.it. Auspichiamo che in molti aderiscano alla proposta senza vergogna. Per poter valutare la partecipazione domandiamo di inoltrare per conoscenza pure a noi le mail al recapito insiemepermerate@gmail.com.
Ci attendiamo che anche Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali che hanno avuto modo di collaborare con Battista partecipino e non si sottraggano a testimoniargli amicizia e supporto. Per chi non l’avesse vista riportiamo anche la lettera incriminata così ognuno può farsi un‘idea. Basta cliccare sull'immagine. Le esternazioni più pesanti sono nella parte finale in cui sostanzialmente si sosteniene che Albani perda tempo a giocare a carte e a bocce ed è stato poco presente in Comune.
Grazie mille per l'attenzione e confidiamo nella vostra massiccia partecipazione

Il gruppo di
Insieme per Merate

Al bando pannolini e sacchetti di plastica

A Pordenone l'Amministrazione comunale ha deciso di erogare un contributo economico a tutte quelle famiglie con bambini tra 0 e 3 anni di eta' che decidono di abbandonare i pannolini usa e getta per passare a quelli lavabili e riutilizzabili. Il contributo coprirà il 50% della spesa per i pannolini ecologici, fino a un massimo di 120 euro per ogni bimbo.
A Torino invece dal 2 aprile 2010 non verranno più distribuiti sacchetti di plastica nei supermercati.
Lo imporrebbe anche una direttiva europea che doveva entrare in vigore a dicembre 2009 ma l'Italia ha spostato tutto a dicembre 2010.

Vogliamo sapere di più dell'antenna per cellulari di Sartirana

Ieri mattina, martedì 12 gennaio, è stata depostata in municipio una interrogazione che dovrà essere discussa in Commissione Ambiente e Territorio sulla nuova stazione radio base per la telefonia mobile di via Fontane a Sartirana. Ecco il testo integrale

Alla c.a. del Sindaco del Comune di Merate
Sig. Andrea Ambrogio Robbiani

Oggetto: Interrogazione- a norma degli Art. 51, 52 e 53 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari” del Comune di Merate – relativa alla installazione e messa in esercizio di una Stazione Radio Base per telefonia mobile via Fontane a Sartirana.

Premesso che:
  • E’ stata realizzata una stazione per telefonia mobile dalla Società Nokia Siemens in via Fontane a Sartirana.
  • E’ stato installato, in sostituzione dell’alimentazione elettrica dalla rete, un gruppo generatore con motore a combustione interna.
  • Il suddetto generatore, attualmente in funzione nell’intero arco delle 24 ore, genera rumore
  • Durante la precedente Consigliatura pervenne richiesta di permesso per la posa di un cavo di collegamento alla rete per l’alimentazione della stazione stessa
  • Oltre agli impianti inizialmente previsti, sono stati installati apparati di altra Società di telecomunicazioni
gli interroganti chiedono:

  • Di visionare gli Atti Amministrativi relativi ai permessi di cui all’oggetto
  • Di sapere se Nokia Siemens aveva richiesto, già dall’inizio, l’installazione del gruppo elettrogeno e se esso dovesse surrogare, momentaneamente, l’alimentazione da rete
  • A che punto è il Permesso di Costruire relativo al collegamento elettrico di cui al punto 4 delle premesse
  • Se è pervenuta in Comune, dal parte di Nokia Siemens, la Dichiarazione di Fine Lavori.
  • Se è pervenuta in Comune, da parte di Nokia Siemens, la Dichiarazione di Inizio Attività della Stazione Radio Base
  • Se il rumore generato sia compatibile con l’articolo 58 del vigente Regolamento di Polizia Urbana
  • Se il rumore generato rientri nei limiti di rumorosità previsti, per la zona di cui all’oggetto, dal Piano di Zonizzazione Acustica vigente, cui l'Articolo citato fa riferimento
  • Se il Comune intende chiedere ad ARPA Lombardia una misurazione del campo elettrico in prossimità delle più vicine abitazioni , soprattutto ora che diffondono due stazioni
  • Quanti impianti di diverse società di telecomunicazioni sono previsti nel medesimo impianto
Per la presente non è richiesta risposta scritta. Ringraziando, salutiamo distintamente

Merate, 12/01/2010

Gruppo Consiliare “Insieme per Merate”
Giovanni Battista Albani, Gabriella Mauri,
Roberto Riva, Achille Panzeri, Cesare Perego

martedì 12 gennaio 2010

L'asfalto "mangiasmog" non serve a nulla, aumenta anzi i pericoli per gli automobilisti

L'assessore all'Ecologia e vicesindaco MAssimiliano Vivenzio ha annunciato che per abbattere l'inquinamento intende ricorrere all'asfalto "mangiasmog". Anche la nostra Amministrazione comunale nel 2005 fu contattata dalla società "Renova", partecipata della "Italcementi", per una sperimentazione del particolare asfalto, contestualmente a lavori di ripristino dell'asfaltatura su porzioni della Sp 342 dir, la ex Ss 36, in località Ceppo, vicino alla centralina di monitoraggio della qualità dell'aria dell'Arpa, Agenzia regionale protezione ambientale. La proposta consisteva nell'apporre uno strato di "vernice mangiasmog" su altri substrati, oltre al normale conglomerato bituminoso, per una superficie di 10.000 mq. Il sovracosto rispetto alla normale asfaltatura sarebbe stato di 300.000 euro. Dopo attente valutazioni abbiamo deciso di non dare seguito all'iniziativa, sia per il prezzo considerevole, sia per le incognite riguardo ai supposti benefici.
Il principio su cui si basa l'azione di tale strato è quello della cosiddetta fotolisi catalitica, e non enzimatica come è stato riportato da alcuni organi di informazione locale: in parole povere nello strato sono inglobate particelle di biossido di titanio (TiO2) con funzione di catalizzatore, cioè di agente che, in concomitanza alla presenza di luce, specialmente la componente ultravioletta,e di ossigeno, accelera la trasformazione chimica ossidativa degli inquinanti. L'ossido di carbonio (CO) verrebbe trasformato in anidride carbonica (CO2) non strettamente inquinante, anche se gas serra. Il biossido d'azoto (NO2), in presenza di acqua e metalli diventerebbe nitrati solubilizzati dalle precipitazioni atmosferiche. Riguardo alle polveri sottili (PM 10 e 2,5) non vi sono invece precisi risultati della ricerca riguardo agli effetti della fotocatalisi data la loro complicata struttura chimico-fisica, in parte di natura inorganica (silicati) ed in parte organica (macromolecolecarboniose ed idrocarburiche) che rende difficile la loro ossidazione a composti elementari (acqua, anidride carbonica, nitrati, silicati, ecc). Trattandosi inoltre di particelle solide e non di molecole gassose la loro mobilità è minore, quindi il loro contatto con il catalizzatore meno probabile. E' fondamentale infatti il contatto fra le molecole dell'inquinante e quelle del biossido di titanio e ciò è un principio generale della catalisi. Basti pensare al funzionamento delle marmitte catalitiche poste nei tubi di scappamento degli autoveicoli dove il "trucco" è quello di forzare i gas di scarico su una enorme superficie catalitica specifica (centinaia di mq per grammo di catalizzatore per cui, immaginando qualche chilo di catalizzatore in una marmitta, i gas scaricati, alla portata di qualche decina di mc/h, si scontrano, in moto turbolento, con centinaia di migliaia di mq di superficie attiva). Per consentire tanta superficie specifica la struttura del catalizzatore è simile a quella delle spugne o, se si vuole, dei polmoni, laddove è necessario mettere a disposizione del gas una grande superficie di scambio ossigeno/anidride carbonica. I canalicoli del catalizzatore, attraverso cui passano i gas di scarico, hanno diametri medi dell'ordine del miliardesimo di metro.
Riguardo al nostro caso tale contatto è molto blando non essendo forzato ed è determinato solo dai moti convettivi dell'aria che lambisce l'asfalto e da quelli turbolenti causati dal vento e dal moto dei veicoli. Inoltre la struttura dello strato catalitico è poco porosa, cosicchè vengono meno i più importanti presupposti per il contatto. Un conto dunque è fare prove di laboratorio, in ambiente sperimentale circoscritto e dove è facile fare misure, un altro eseguire rilevazioni di decadimento degli inquinanti in ambiente aperto e soggetto al ricambio continuo dell'aria sovrastante la superficie trattata. Da ultimo è decisamente sproporzionato il rapporto fra massa di aria da trattare e la superficie catalitica, cosicché è ininfluente, sul contenuto globale di inquinanti nell'atmosfera, la porzione abbattuta.
Qualche anno fa sono stati fatti esperimenti in diverse città, ma non ne sono stati pubblicati i risultati; avevamo chiesto informazioni a Segrate e Milano senza ricevere congrua risposta. Sul sito dell'Amministrazione comunale di Rovereto sono riportati però tre comunicati stampa relativi alle prove effettuate, ma non vi sono evidenze chiare. L'unica certezza è l'effetto quasi nullo sull'abbattimento delle polveri sottili, confermando quanto detto sopra.
Nulla si sa inoltre sulla durata del catalizzatore che, come tutti i catalizzatori ha una sua vita media, perché tende ad avvelenarsi, sulla consistenza dello strato e sulla resistenza all'azione abrasiva degli pneumatici. Parrbbe inoltre che lo strato di vernice "maniasmog", abbia un coefficiente di attrito minore, comparato con quello dell'usuale asfalto, con la conseguenza che gli spazi di frenata si allungano con tutti i pericoli conseguenti.
Ernesto Passoni

Solidarietà al nostro capogruppo Giovanni Battista Albani

Sul Giornale di Merate di oggi, martedì, è stata pubblicata una lunga lettera del signor Andrea Robbiani contro il nostro capogruppo Giovanni Battista Albani. Ovviamente sconsigliamo di leggerla e di spendere soldi inutilmente per scorrere righe che trasudano odio e disprezzo. Si tratta di un vero e proprio sproloquio che in più parti rasenta i confini della diffamazione personale, se addirittura non li travalica. Per ora ci limitiamo ad esprimere solidarietà e sostegno a chi ha dato tanto alla nostra città, indipendentemente dagli schieramenti politici di riferimento, sottraendo tempo a se stesso e alla famiglia, mosso sempre da spirito di servizio e dalla passione per Merate. Mai un Sindaco degno di tale nome aveva utilizzato toni tanto accesi e colmi di livore contro gli avversari politici, perchè i suoi predecessori sono sempre stati consapevoli del ruolo istituzionale che avevano e del fatto che comunque rappresentassero l'intera comunità. Siamo di fronte a un episodio estremamente grave e deprecabile, ma forse il borgomastro neppure se ne rende conto perchè ha scambiato la legittimazione da parte degli elettori - si ricordi comunque che la sua lista rappresenta solo la minoranza più consistente e non la maggioranza assoluta dei meratesi - con un'investitura divina che lo autorizza a dire ciò che vuole in barba all'educazione e al rispetto della dignità delle persone.

I sostenitori del gruppo di
Insieme per Merate

lunedì 11 gennaio 2010

Consiglieri di serie B

Secondo la legge ma anche lo Statuto del nostro Comune gli amministratori pubblici hanno pari dignità, non importa se di maggioranza o di opposizione. A Merate però la situazione è diversa e i nostri consiglieri non sono tenuti molto in considerazione. Lo dimostra il fatto che a differenza degli assessori non è stata prevista per loro una casella di posta elettronica certificata e sul sito internet dell'Amministrazione non sono riportati neppure i recapiti e-mail privati che pure potrebbero essere pubblicati per dar modo ai cittadini di contattarli. Non dispongono inoltre dei badge per poter accedere a Palazzo Tettamanti quando gli uffici sono chiusi al pubblico. Capita così che quando si riuniscono le diverse Commissioni se arrivano qualche minuto in ritardo non possono entrare e partecipare agli incontri perchè non c'è nessuno che apre la porta. Anche molti inviti istituzionali non vengono estesi a tutti i rappresentanti. Ad esempio in occasione della seduta di Consiglio provinciale che si è tenuta in città i componenti dell'opposizione non sono stati avvisati dell'appuntamento.

domenica 10 gennaio 2010

La Regione abbandona gli ospiti delle Case di riposo

Entro il 20 gennaiol'Asl di Lecco dovrà presentare ai Comuni il Piano di programmazione sanitaria e sociosanitaria del 2010. I Comuni avranno solo qualche giorno per fare osservazioni e dire il loro parere.
Vorrei focalizzare questo intervento su un aspetto dell’attività sociosanitaria e cioè quello relativo ai non autosufficienti ed, in particolare, alle Rsa (le case di riposo per anziani). La qualità della vita (sia economica che di relazione sociale) cambia bruscamente se uno dei membri della famiglia perde la propria autonomia. Oggi con il progressivo allungamento della vita e l’espansione delle malattie croniche (diabete, cerebro-cardiopatie, tumori, ad esempio) le probabilità che accada è di gran lunga più grande rispetto a dieci anni fa. La Regione Lombardia ha dichiarato che la spesa complessiva, solo nel settore sociosanitario, escludendo quindi quella strettamente sanitaria, è stata per il 2008 di 1.332.278.000 di euro. La spesa in Provincia di Lecco ammonta a 45.606.823,39 di euro. Da queste cifre sono escluse tutte le spese delle famiglie e dei Comuni. Le cifre non sono indifferenti. Per le Rsa, ad esempio, i fondi regionali nella nostra provincia nel 2008 (quasi 26 milioni di euro) hanno coperto mediamente circa il 46% del costo effettivo del servizio. A livello lombardo il contributo regionale ammonta 780 milioni di euro. Secondo L’Anco Lombardia (l’Associazione dei Comuni) rappresenta circa il 50% del costo effettivo della retta e dovrebbe rappresentare la spesa sanitaria che la struttura eroga. Ma, sempre secondo l’Anci, la spesa sanitaria effettiva sarebbe il 70% dell’intero costo della retta (lettera ANCI del 15 dicembre 2009). Proviamo a fare qualche esempio.

Distretto di Bellano
RSA di Mandello: costo retta giornaliera minima 53 euro. Contributo regionale giornaliero per posto letto: 39, 27 euro medio. Percentuale intervento regionale: poco più del 42%. Se si dovesse coprire integralmente la quota sanitaria dovrebbero essere stanziati giornalmente 64,54 euro per posto letto. I risparmi per famiglie e Comuni sarebbe di 27,66 euro giornalieri. In un anno risparmierebbero oltre 10 mila euro! Attualmente la retta minima annua si aggira ad oltre 19 mila euro.

Distretto di Lecco
RSA Airoldi e Muzzi: costo retta giornaliera minima 52 euro. Contributo regionale giornaliero per posto letto: 39,90 euro medio. Percentuale intervento regionale: 42,43%. Se si dovesse coprire integralmente la quota sanitaria dovrebbero essere stanziati giornalmente 64,33 euro per posto letto. I risparmi per famiglie e Comuni sarebbe di 27,57 euro giornalieri. In un anno risparmierebbero oltre 10 mila euro! Attualmente la retta minima annua si aggira ad oltre 19 mila euro.

Distretto di Merate
RSA di Brivio: costo retta giornaliera minima 46,36. Contributo regionale giornaliero per posto letto: 34,32 medio. Percentuale intervento regionale: 42,54%. Se si dovesse coprire integralmente la quota sanitaria dovrebbero essere stanziati giornalmente 56,48 euro per posto letto. I risparmi per famiglie e Comuni sarebbe di 24,21 euro giornalieri. In un anno risparmierebbero oltre 8 mila e 800 euro! Attualmente la retta minima annua si aggira ai 17 mila euro.

Come ben si comprende se capita un ictus o evento similare, con le pensioni intorno agli 800 euro al mese, l’impoverimento familiare è certo. In mezzo a queste situazioni i fondi dell’Assessorato alla Famiglia passano da 1.569,81 euro del 2009 a 1.569,68 euro per il 2010. Quindi si stanziano meno fondi in un anno in cui il disagio per la crisi economica colpirà maggiormente e nonostante che la spesa per le Rsa sia cresciuta negli anni precedenti intorno al 4-5% annuo (dai 30 ai 40 mila euro all’anno). Queste cifre sono prese da statistiche regionali e dagli atti del Consiglio Regionale. Un’ultima domanda: lo Stato ha assegnato alla Lombardia relativamente all’anno 2008 oltre 44 milioni per il fondo non autosufficienti; la Regione ne ha distribuito la metà (22 milioni) alle Asl. Sarebbe utile che tutti capissimo come sono stati spesi da parte regionale e da parte delle Asl.

Ambrogio Sala
Assessore ai Servizi alla persona
di Olgiate Molgora

Di seguito proponiamo la lettera inviata dall'Anci Lombardia all'assessore alla Famiglia e alla Solidarietà sociale della Regione Lombardia, il lecchese Giulio Boscagli. Ecco il testo:
Egregio Assessore,
Sempre di più i Comuni sono chiamati a fronteggiare situazioni di difficoltà che colpiscono le famiglie. In particolare ci riferiamo alla pesante situazione sia affettiva sia economica che molte famiglie si trovano ad affrontare quando hanno in carico familiari non-autosuffcienti, a partire dal pagamento delle rette in Rsa superiori rispetto alle disponibilità singole e familiari. Questa situazione è tanto più grave in questi mesi in conseguenza della crisi economica che ha ridotto sensibilmente le disponibilità economiche delle famiglie. Di fronte a questa situazione i Comuni intervengono sempre di più per integrare le rette con impegni economici sempre più gravosi di fronte a entrate che si contraggono ogni anno in conseguenza delle manovre finanziarie nazionali, dei tagli ai trasferimenti e ai fondi per le politiche sociali. Il Dipartimento welfare e sanità di Aci Lombardia ha affrontato più volte il problema e si è confrontato con i diversi soggetti coinvolti: dalle aziende alle associazioni di familiari, alle forze sociali. Tutti questi soggetti hanno sottolineato la grave difficoltà che si incontra quotidianamente sia nella gestione dei servizi sia nelle possibilità delle famiglie di affrontare il problema. Il dato che più preoccupa è e che la parte di retta relativa all’assistenza socio-sanitaria è rimasta ferma nel tempo e non copre più i costi attuali. Attualmente, infatti, Regione Lombardia copre con un contributo circa il 50% della retta mentre il costo reale della parte socio-sanitaria è ormai il 70% del costo di ricovero. Oggi le Rsa svolgono un ruolo anche di supplenza all’ospedale perché con la dimissione precoce sempre più sono le richieste di ricovero in RSA per la riabilitazione e per l’assistenza socio-sanitaria. Chiediamo, quindi, di trovare le forme con cui assicurare la copertura integrale del costo socio-sanitario della retta individuando le risorse necessarie per arrivare alla copertura del 70% del costo del ricovero. Ricordo, infine, che ANCI e Conferenza delle Autonomie Locali della Lombardia, nei pareri espressi sulla proposta di finanziaria regionale per il 2010, hanno chiesto un aumento dei fondi per la non autosufficienza destinati ai ricoveri in Rsa. Proponiamo, inoltre,che si avvii da subito un tavolo di confronto dedicato al tema della non-autosuffcienza per l’individuazione di problemi e possibili soluzioni.
Siamo ovviamente disponibili ad ogni confronto si riterrà utile.

Il Presidente del
Dipartimento Welfare - Sanità

Giacomo Bazzoni
da Anci Lombardia