sabato 2 gennaio 2010

Una buona partenza

L’intervento di Stefano Valagussa ed il successivo commento anonimo mi spingono a partecipare al dialogo/confronto, perché affrontano diversi temi che mi sono sempre apparsi come i principali della vita politico-amministrativa a livello locale. I due autori mettono in luce due anime (due culture politiche) di cui la lista “Insieme per Merate” ambiva a poter essere interlocutore. La sconfitta elettorale è stata dovuta anche a questa incapacità di aggregare le due. La “cultura Valagussa” infatti ha optato principalmente per il centrodestra, non grazie all’opposizione dura del candidato Robbiani, ma perchè i settori della città che maggiormente avevano una richiesta di dialogo inascoltata si sono riconosciuti in essa, mentre la “cultura militante del lettore anonimo” desiderando una lista marcata centrosinistra , pensando che la cifra dello scontro destra sinistra ci avrebbe fatto vincere, non ha fatto campagna elettorale.
Robbiani ha vinto con un programma elettorale inesistente. Il popolo che ha votato "Merate Futura" poi ha poi giocato la sua parte. Ma andiamo oltre la sconfitta.
I due scritti testimoniano che nessuno delle due ha ancora capito le ragioni dell’altra , né che sono consapevoli che entrambe sono necessarie per combattere il centrodestra. Credo che la richiesta di Valagussa vada tenuta in considerazione come prioritaria non per migliorare il clima di dialogo (cosa che sembrerebbe dare origine alla sua riflessione) ,ma perché dietro ad essa si legge una richiesta: tirate fuori un idea di futuro della città che tenga conto dell’ interesse della comunità . Questa strada è l’unica che la sinistra deve intraprendere se vuole uscire dagli scogli del suo (per giunta litigioso) 35%. Per questo non condivido l’ averla liquidata come “riflessioni semplicistiche” né condivido la fretta di seppellire il progetto delle liste civiche "che a Merate non hanno futuro”. Il lettore anonimo quando scrive ciò sottoscrive il ritornello che ripete la vincente (oggi) accoppiata Lega-PDL venduta anche a Merate; con una differenza, che loro intercettano lo spirito culturale oggi maggioritario nel paese (Robbiani è stato imposto a Merate da Lecco, avrebbe vinto anche Sellito o altri) mentre il centrosinistra non può permetterselo. Deve fare le sue proposte e poi, nel breve, per forza fare alleanze. Chi non lo capisce sta provocando il disastro del candidato alle regionali in Puglia. Anche Valagussa deve però fare un pezzo di strada. Come crede di poter attivare la partecipazione dei cittadini se non attraverso i partiti? Certo i partiti che non parlino di sé stessi o del loro avversario,ma chi può animare il confronto di idee se non libere associazioni di cittadini che pubblicamente si confrontino?
Infine una nota personale: avrei preferito non leggere la chiusura del tipo “leggendo certe banalità si comprende perché avete perso”. Modificare la realtà è difficile, studiare lo stato delle cose richiede impegno, produrre il consenso a volte è quasi impossibile, ma “il genere di libertà davvero importante richiede attenzione, consapevolezza, disciplina, impegno e la capacità di tenere davvero agli altri e di sacrificarsi costantemente per loro,in una miriade di piccoli modi".

Cesare Perego
Consigliere comunale del gruppo di
Insieme per Merate

mercoledì 30 dicembre 2009

Più rispetto per i nostri dipendenti pubblici

Dovevano rivoluzionare la “macchina comunale”, ma a distanza di sei mesi non è cambiato nulla, almeno all’atto pratico e del miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza. Pare infatti, e ne siamo veramente lieti, che i cinque funzionari siano stati infatti tutti riconfermati: Dario Ronchi a capo dell’Ufficio tecnico, Rita Gaeni dei Servizi alla persona, Luca Da Ros del settore Finanziario, Annalena Codara degli Affari generali e Donato Alfiniti della Polizia locale. Pare appunto, perché i diretti interessati, nonostante la delega scada a fine 2009, il 31 dicembre, ad oggi non hanno ricevuto ufficialmente notizie per il 2010. Sembra inoltre che il mandato sia nuovamente a termine, sino a giugno. Sarebbe la quarta proroga nel giro di appena sei mesi. Nulla è stato modificato neppure a livello del corpo di vigilanza urbana, nonostante il signor Andrea Robbiani, subito dopo le elezioni, abbia assicurato che entro breve avrebbe sostituito il responsabile e istituito il turno serale. A distanza di sei mesi dal suo insediamento dei pattugliamenti notturni non c’è traccia. a dispetto dei roboanti annunci, rivelatisi per l‘ennesima volta vuota propaganda elettorale. Quello che ci dispiace è il trattamento ingiusto riservato ai dipendenti, tenuti costantemente sotto pressione. Vale per i vertici ai quali non viene accordata fiducia sul lungo periodo, come a dire che restano al loro posto solo perché non si sono trovati sostituti. E vale per gli impiegati, sulle teste dei quali gli esponenti dell’attuale Amministrazione continuano a parlare di spostamenti e riorganizzazione, dimenticandosi che di persone si tratta, con una propria dignità e professionalità, che hanno sempre dimostrato attaccamento e passione al ruolo che svolgono e che spesso hanno dato più del dovuto. Eppure per ringraziamento ad alcuni sotto Natale sono state recapitate lettere di richiamo formale di provvedimenti disciplinari. La storica segretaria del sindaco invece, a pochi anni dalla pensione e dopo una carriera impeccabile, è stata trasferita d’imperio in un altro ufficio, il che suona quasi come una “bocciatura“ o sostenere che sin qui ha ricoperto una mansione inutile. Niente si sa neppure dell’approvazione del contratto decentrato e del pagamento degli incentivi per il trasloco dalla vecchia alla nuova sede municipale, che pure la precedente Giunta aveva previsto. Un ente pubblico non è un’azienda privata: ha fini e metodi di gestione diversi. E' ora di finirla con il "giustizialismo" e atteggiamenti demagogici contro i dipendenti statali, almeno in realtà laboriose ed efficienti come quella di Merate. A chi è chiamato a governare la nostra città chiediamo rispetto e valorizzazione del personale pubblico e di quelli che sono i suoi collaboratori, altrimenti non si capisce come possa nutrire sensibilità verso la popolazione che rappresenta. E si ricordi che anche lui in fondo non è altro che un dipendente assunto e scelto dai meratesi, allo stesso modo di quegli impiegati per i quali dimostra tanta avversione.

Il gruppo di
Insieme per Merate

martedì 29 dicembre 2009

Incontro sulla Costituzione: la Magistratura


Giovedì 14 gennaio nell'Aula magna del liceo "Agnesi" e del "Viganò" si svolge il quarto incontro sulla Costituzione organizzato dal Comitato per la difesa e l'attuazione della Costituzione. La conferenza comincia alle 20.45. Il relatore è Marilisa D'Amico dell'Università statale di Milano che parla della Magistratura. Nei precedenti appuntamenti è stata riscontrata scarsa partecipazione da parte dei sostenitori del nostro gruppo. Sarebbe invece importante una presenza più massiccia per dimostrare la nostra attenzione alla difesa della Magna Carta ma anche perchè è importante per chi decide si spendersi a servizio della comunità essere preparato su argomenti basilari per la vita politica. E’ quindi opportuno estendere l’invito pure a familiari e amici e sollecitare specialmente i giovani.

lunedì 28 dicembre 2009

Ancora sui dossi: paese che vai, Lega che trovi

Torniamo sulla questione dei dossi di Arnaboldi "Avenue" riprendendo uno scritto, scovato dal nostro Ernesto Tino Passoni, tratto dal forum ufficiale del movimento dei Giovani padani, intitolato emblematicamente "I dossi irregolari", a firma del candidato sindaco del Carroccio a Ivrea Alessandro Giglio Vinna e del segretario cittadino Fabio Ferraccioni. Ci sarebbe quasi da ridere se non mettesse in evidenza la cattiva amministrazione perpetrata dalle Giunte verdi-azzurre e le discrepanze degli uomini del Centrodestra che governano le nostre città... Leggere per credere.

Abbiamo promesso atti concreti, battaglie vere per la “gente vera”, che vive veramente Ivrea, abbiamo promesso di impegnarci fin da subito per questa campagna elettorale e oltre nel nostro Progetto “Lega con Ivrea”. Abbiamo promesso che gireremo la città e raccoglieremo segnalazioni sulla mala-gestione di questa nostra Ivrea. Ed eccoci al primo capitolo: siamo stati letteralmente sommersi dalle proteste degli eporediesi contro i “dossi irregolari” che devastano la viabilità di Ivrea. Ivrea è una città con già enormi problemi di viabilità, sia dal punto di vista del traffico, sia dal punto di vista della manutenzione stradale. Girare per Ivrea è un continuo slalom fra buche e rattoppi stradali; come se non bastasse l’attuale amministrazione comunale durante la passata legislatura ha deciso di immettere nella circolazione stradale altri “ostacoli” in mezzo alla strada. Veri e propri scalini di varie misure creano danno gli automobilisti e naturalmente i più danneggiati sono senza dubbio chi vive nei circondari di queste “montagne stradali” ed è inevitabilmente costretto a passarci sopra, quindi un atto amministrativo (l’installazione dei dossi atta a rallentare chi va troppo forte in macchina) fatto in favore principalmente di chi risiede in quelle zone si è trasformato in un gran pasticcio che ha recato danno proprio a chi doveva recare vantaggio. Chi conosce bene Ivrea sa che stiamo parlando innanzitutto di via Burolo e di via San Giovanni Bosco, anche se queste “montagnole” sono disseminate un po’ in tutta Ivrea; e chi come noi conosce bene la nostra città sa che quelle due vie sono usate dagli eporediesi per “tagliare il traffico”, quindi oltre il danno la beffa, la scelta è fra rovinarsi di volta in volta la macchina o mettersi in coda e allungare il tempo in cui si sta in macchina di venti minuti o più. Stiamo parlando di “dossi” alti il doppio o più del doppio del consentito, andare piano non serve, il danno si crea comunque; passare ai 30 all’ora, la velocità imposta dai cartelli stradali è comunque pericoloso per le autovetture. Per non parlare dell’immensa, ironica e senz’altro poco documentata informazione che il Comune ha avuto nell’applicare questo tipo di strumento. Iniziamo dalla legge. L’art. 42 del Codice della strada in riferimento a questo tipo di rallentamenti è chiaro: “per limiti di velocita' pari o inferiori a 30 km/h larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm”. Ora noi non vogliamo sostituirci ai nobili pensatori che hanno interpretato questa legge però a nostro avviso i 30 Km all’ora a cui fa riferimento la legge sono ampiamente e abbondantemente superati dai dossi citati sopra. Potremmo citarvi l’intera legge per far accapponare ai cittadini la pelle in riferimento a come questa sia stata applicata, preferiamo però porre un fondamentale interrogativo agli eporediesi svelando alcune curiosità a cui il Comune dovrà rispondere. Se si può trovare una giustificazione a questo mezzo di tutela del cittadino, come si può spiegare una segnalazione così inefficace e pericolosa di questi mezzi? Se il rallentatore dovrebbe essere disposto in base alla velocità di percorrimento di una strada, come può essere utilizzato allo stesso modo, con la stessa altezza sia su una strada come via Burolo che sul nostro Lungo Dora senza discriminazione alcuna? Come possono questi dossi essere segnalati come tali dai cartelli stradali come in via San Giovanni Bosco, e poi essere identificati nella stessa Via Burolo come “serie attraversamenti pedonali in rilievo”. Cosa distingue questi strumenti l’ uno dall’altro? L’altezza sicuramente no visto che si aggirano tutti tra i 14 ed i 18 cm. Allora magari una zona residenziali a cui i “dossi” non stavano bene? Oppure un modo per aggirare una legge che regolamenta questo tipo di strumenti? Le domande potrebbero essere tante… Le risposte si spera che arriveranno. Da un cittadino che per essere tutelato da sano, ma che quando si ammala o sta male deve essere sottoposto alla tortura dei dossi nel trasporto in ambulanza. Siamo arrivati a ubicare i dossi in strade dove il passaggio della Polizia è obbligatorio. Siamo arrivati a ubicare i dossi nelle strade di maggior scorrimento ad Ivrea. Pensiamo a tutelare la velocità su strade dove alle 17.00 del pomeriggio si è intasati dal traffico pomeridiano. Cos’è? L’ennesimo gioco politico di una città che deve “apparire”? Non è il momento di fare veramente qualcosa per Ivrea, invece di giocarci come un Monopoli d turno: “Dove costruiamo il dosso oggi? Dove mettiamo le pattuglie di polizia la notte?” Girate per Ivrea di notte, gentile Amministrazione, girate per le strade e iniziate a capire di cosa ha veramente bisogno Ivrea. Che è tutto, tranne la voglia di giocare a “evita il posto di blocco”, che non ha fatto che creare una rete di sms tra tutti i ragazzi di Ivrea con punti di informazione sui “blocchi”. La Lega si chiede: perché il Comune ha voluto questo scempio? Chi li ha progettati? Proponiamo a tutti i cittadini che fossero interessati, di contattarci per mobilitarci tutti assieme e chiedere il ritorno ad una situazione di normalità e legalità. Uniamoci e iniziamo a cambiare la nostra città dalle piccole cose, chiediamo il rispetto delle normative dagli enti pubblici, chiediamo ai cittadini di Ivrea di diventare con noi, con la Lega “controllori” della nostra città. Solo con un rapporto più stretto fra organi e cittadini e con un ritorno della politica locale a tematiche veramente di interesse pubblico si può dare “una sveglia” alla sonnacchiosa politica eporediese, a nostro parere, troppo impegnata ad auto-lodarsi e troppo poco impegnata nei problemi veri della gente. Questo è un esempio di politica fra la gente e per la gente che la Lega Nord propone per questa città durante questa campagna elettorale e in futuro.

domenica 27 dicembre 2009

Opere pubbliche e condivisione

Nell'ultumo Consiglio comunale si è discusso dell'approvazione del Bilancio di previsione 2010 e di quello pluriennale, e di conseguenza degli stanziamenti per le opere pubbliche. Come di consueto nel recente periodo, si è assistito ad uno scambio di reciproche accuse sulle modalità,di condivisione e confronto circa le scelte fondanti in tema di interventi strategici per il futuro della città. Questa relazione vuole essere un contributo alla costruzione di quel necessario clima di dialogo, propositivo e costruttivo, che si deve instaurare tra le parti affinchè non si vengano a creare, ancora una volta, quelle situazioni di disagio che troppo spesso hanno segnato il recente passato della comunità Meratese (vedasi su tutte il nuovo Municipio e l'area Cazzaniga).
Dal mio osservatorio della Commissione biblioteca, ho provato con soddisfazione come sia possibile creare, senza difficoltà alcuna, un clima di fervida collaborazione tra le parti, quando tra queste non si vengano a contrapporre motivi totalmente estranei all'unico fine che deve guidare tutti nell'azione: l'interesse della comunità ed il futuro della stessa (in una cittadina come Merate sono esclusivamente le persone che devono contare nelle scelte e non i partiti od i gruppi di potere). Sulla scorta di tale ineluttabile necessità, la nuova Giunta dovrebbe sfruttare quell'immensa possibilità oggi rappresentata dalla stesura del nuovo Pgt, il Piano di governo del territorio. Dobbiamo porre infatti una domanda essenziale e propedeutica al tutto: ha senso, oggi, porsi obiettivi di opere pubbliche e di destinazione di edifici pubblici senza aprire un vero confronto all'interno della cittadinanza sul futuro che si vuole disegnare per la Ccttà? Lo strumento urbanistico con i suoi meccanismi di "do ut des" rappresenta lo strumento primo per riscrivere la china verso la quale il territorio si sta dirigendo; la parola chiave deve essere una sola: osare. Si deve osare nel ricercare una nuova sistemazione alle aree che oggi rappresentano delle serie problematiche di vivibilità; si deve osare nell'individuare quali e quanti servizi si vuole che la città abbia nei prossimi dieci anni; si deve osare nel considerare la qualità di vita che si vuole strutturare per l'avvenire della popolazione cittadina.
Parliamo delle opere delle quali è stata data notizia nel programma pluriennale. Il Cdd, che dovrebbe essere realizzato nelle scuole elementari di Via Fratelli Cernuschi è stato progettato correttamente? Corrisponde alle aspettative degli utenti e della popolazione? Garantisce una durabilità del servizio e dei benefici negli anni? Sono domande alle quali i cittadini, non diciamo le opposizioni politiche od i gruppi di minoranza dei quali non ci interessa, allo stato dei fatti, otterranno le risposte a giochi fatti, a realizzazioni eseguite. Viale Verdi come sarà riqualificato? Che funzione gli si vuole dare? Come verranno operate le scelte di arredo urbano? Si riuscirà finalmente ad adottare uno stile di arredo dei marciapiedi, degli spartitraffico, ecc. univoco che doni un aspetto di ordine al paese? Non si sa: aspettiamo notizie. L'area del centro sportivo comunale verrà strutturata in misura adeguata alle necessità di una città come Merate? Ci sarà un parco acquatico di giusto livello? L'atletica sarà tutelata? La gente, gli elettori, attendono risposte od almeno indizi.
In quest'ottica, diventa importante, non ragionare esclusivamente in termini di possibilità di spesa, ma anche in termini di organizzazione futura del territorio; coinvolgere la cittadinanza non solo nella presentazione di domande inerenti i propri interessi personali, ma anche nel proporre idee e soluzioni per disegnare e ricostruire i quartieri ed i poli di interesse della città. Facciamo un caso concreto del quale ho avuto conoscenza come addetto ai lavori: il campo sportivo di Brugarolo. La nuova Amministrazione sta predisponendo un progetto di strutturazione complessiva che vada oltre la semplice realizzazione dei nuovi spogliatoi, in accordo con la Parrocchia di Sant'Ambrogio, e che qualifichi definitivamente il centro della frazione. Una risposta positiva alle esigenze dei cittadini. Ma questi cittadini quando verranno a conoscenza dei fatti e dei progetti? Ovviamente quando gli accordi saranno sottoscritti, e quando tale sottoscrizione avverrà potrebbe essere una buona idea effettuare una serata di presentazione in frazione, anche per raccogliere eventuali possibili modifiche ai progetti, suggerimenti, speranze e desiderata.
La necessità che oggi si riscontra, al di là di quanto aveva fatto o non aveva fatto la precedente Amministrazione (nel giudizio dell'attuale Giunta), è quella di studiare in consesso con i cittadini le soluzioni necessarie per sfruttare al meglio la possibilità che con il Pgt è data di "rivoluzionare" l'assetto storicizzato dell'urbanizzazione cittadina. Non provarci nemmeno sarebbe, in futuro, un rimpianto troppo grande.
Stefano Valagussa