venerdì 27 agosto 2010

Calamità naturali: la colpa non è dell'ambiente ma di chi gestisce il territorio

Quando i Sindaci fanno il Ponzio Pilato coprendosi le responsabilità con la fatidica frase “calamità naturali”. La vera efficienza di una amministrazione sta nella sua politica di prevenzione. Il che significa: una gestione più ampia del bene comune, a partire dall’ambiente.

C’è ancora chi ha la spudoratezza di dare tutta la colpa all’acqua per i danni che può procurare all’ambiente: frane, smottamenti ecc. “Quando è violenta, procura guai”. Violenta!
Perché allora, mentre scende dal cielo, prima ancora che tocchi terra, non incanalarla in serbatoi già predisposti, per poi, “addomesticata”, distribuirla in caso di necessità a chi la richiedesse? Naturalmente dietro un dovuto compenso. Non diciamo “prezzo”: urterebbe! Forse qualche multinazionale ci sta già pensando, visto che “prenderla” dalla terra può suscitare qualche malumore.
Al di là dell’ironia - non vorrei che qualcuno (il solito “tonto”) mi prendesse sul serio - sapete già qual è il mio pensiero. L’acqua è un bene prezioso. Universale. A disposizione di tutti: prima che discenda sulla terra, e dopo. Prima, e dopo, se tu te ne impossessi, commetti un crimine. Ovvero, sei un criminale. Commetti un furto, ovvero sei un ladro.
Come puoi dire che l’acqua è “violenta”? Forse non ti accorgi di scaricare responsabilità sulla natura, per paura di sentirtele pesare addosso. I veri responsabili siamo noi, e non la natura.
Dopo un’alluvione, si è portati ad elogiare il pronto intervento delle amministrazioni più attente. Certo, è già tanto. Ci sono amministrazioni che aspettano le spinte dei cittadini incazzati. E allungano anche i tempi d’intervento, facendoli incazzare ancora di più. E ancor peggio non pensano ad una soluzione radicale. Qualche rattoppo superficiale!
Ma la vera efficienza di una amministrazione sta nella sua politica di prevenzione. Il che significa: una gestione più ampia del bene comune, a partire dall’ambiente. Riparare i danni è un dovere, meglio però prevenirli. Ma questo non rientra nella logica della nostra politica, che è di corte vedute. Ama il cemento, e poi si lamenta che l’acqua è incontrollabile. Ama l’asfalto, e poi si lamenta perché l’acqua corre veloce a colpire il primo ostacolo. E, guarda caso, il primo ostacolo è magari una villetta costruita nel punto sbagliato. Magari la villetta non ha colpa, ma è responsabile chi ha fatto sì che ora sia a rischio per colpa di un “insensato” intervento successivo.
Le amministrazioni pensano anzitutto a chiedere contributi dal governo dichiarando emergenza per calamità naturali: perché non fare un serio esame di coscienza sulle responsabilità di una politica che prima permette disastri e poi chiede i danni?
E allora quando capiamo una buona volta che l’ambiente deve essere una delle prime preoccupazioni di un’amministrazione comunale? E per preoccupazione non intendo correre subito a riparare i danni, se questi danni sono dovuti ad una cattiva amministrazione.
Si permettono costruzioni oltre la sopportabilità vivibile di un paese. Si permettono piani edilizi selvaggi, su zone ad alto rischio, senza seri studi geologici, che devono essere fatti dal Comune del posto, e non dalle Ditte edili che naturalmente hanno tutto l’interesse a falsificarne i dati.
Si concedono licenze per seconde case a proprietari “borghesi” (quanti possono permetterselo?) che le usano una volta l’anno. Si permettono ristrutturazioni che non rispettano i diritti dell’ambiente (pensate al Parco) a non subire le violenze del dio denaro.
Qualcuno mi obietta: a che serve recriminare il passato o andar contro permessi già concessi? È vero: a che serve? Il vero problema è che queste amministrazioni dal cemento facile hanno la testa dura, ancor peggio del cemento. Concedono ancora, e ancora, licenze edilizie. E fanno condoni, eccezioni, deroghe, varianti. Sotterfugi per giustificare gli inganni.
Se la zona si trova nel Parco, il Parco si giustifica dicendo di essere impotente (se è impotente a che serve?), i Comuni danno la colpa alla Regione o ad altri Enti che sulla carta dovrebbero favorire l’ambiente, e poi nella realtà calano le braghe al primo potente mafioso interessato allo sfruttamento di un angolo di paradiso, per costruirsi porcate che prendono il nome di Centri di benessere.
E nel frattempo succedono disastri...

don Giorgio De Capitani
da DonGiorgio.it

giovedì 26 agosto 2010

A giochi fatti

Un giro per le frazioni all'illustrazione del nuovo PGT: ecco il nuovo mirbolante annuncio dei nostri amministratori a mezzo stampa. Peccato che i giochi siano già stati fatti, i lotti di terra distribuiti, i servizi assegnati ed il futuro disegnato. E' come convocare l'indiziato a condanna già scritta, è come scrivere un libro con il finale alla prima pagina. Forse i cittadini accorreranno numerosi almeno per ascoltare ciò che li attende, ma accorreranno senza diritto di decidere, senza diritto di votare: accorreranno per vedere quanto da altri deciso.
Magari sarà una bella espressione oratoria dell'amministrazione, di sicuro non sarà un'espressione di democrazia...

R.I.

martedì 24 agosto 2010

Area Cazzaniga... e adesso?

L’Amministrazione Robbiani sarà messa a dura prova per trovare delle valide soluzioni per rendere utilizzabile l’area Cazzaniga. Già di per sè la cosa suona strana perché quando si realizza un’opera con i soldi pubblici, bisognerebbe aver chiaro quale dovrebbe essere il suo utilizzo. Anzi sarebbe opportuno che si decidesse la sua costruzione in base a una reale necessità dei cittadini, in questo caso quelli di Merate.
Ai tempi, quando il progetto è stato presentato, l’area avrebbe dovuto essere un luogo di aggregazione, di incontro. L’Assessore Spezzaferri ha ribadito questa idea, affermando che le prime diffidenze dei cittadini nei confronti dell’opera , dovute ai disagi arrecati dal cantiere per il prolungarsi dell’opera, sarebbero ben presto state superate, quando i meratesi ne avessero preso pieno possesso.
Ma quando? Al momento la struttura è completamente recintata ed è opportuno perché i continui dislivelli che la caratterizzano potrebbero essere pericolosi per i bambini. Scale , gradinate ballatoi, passaggi sembrano solo citazioni architettoniche, non portano a spazi ben definiti.
Come tutte le cose che non si capiscono, l’opera incuriosisce ed affascina.
Si potrebbe chiedere a Casamonti, l’architetto ideatore, cosa aveva in mente. Quello che è certo è che a giorni saranno disponibili i parcheggi interrati. Se si considera il costo complessivo del fabbricato, quei posti auto sono venuti a costare una cifra esorbitante.
Un’ultima citazione architettonica: il muro che dà sulla scuola materna ricorda quello ben più famoso del tempio di Gerusalemme. Sotto quello i cittadini meratesi potranno andare a piangere i loro soldi così mal spesi.

Luciana Vidili

domenica 22 agosto 2010

La "sciatteria" del Sindaco di fronte ai problemi

Ill. mo Sig. Sindaco,
evidentemente l’aggettivo “sciatto” piace molto alla vostra maggioranza: sciatti i piani presentati dalle scuole, (
clicca sui tesi evidenziati per leggere gli interventi e i riferimenti precedenti) sciatto il modo di opposizione…
Sciatta mi è sembrata invece la sua posizione di fronte al problema sollevato: “Io l’avevo detto…”.
Altrettanto potrei dire io, che ai tempi della scelta di edificare la scuola in via Montello, da semplice cittadino senza voce in capitolo nelle decisioni comunali, non la condividevo. Avrei preferito la costruzione della stessa nell’altro terreno in zona Liceo scientifico. Ma le regole della democrazia mi fanno accettare anche le scelte non perfettamente condivise.
Le stesse regole impongono a lei di ereditare la città con le luci e le ombre che la passata amministrazione possono avere lasciato, con la libertà di intervenire per modificare ciò che non le aggrada ma con l’obbligo far funzionare al meglio ciò che già c’è.
Il mio intervento intendeva riferirsi soprattutto alla viabilità interna (Via Montello, via Berla, via Bonfanti ) e viuzze afferenti a queste da nord ( via Foppetta, via Spiga, via Sala). Io abito nella zona, non in quelle vie, ma è in questa zona che ho avuto il maggior numero di preferenze e ho svolto di più la mia propaganda. Mi sento quindi in dovere di farmi portavoce dei possibili problemi della gente della zona (visto anche che non sono rappresentati nei comitati di frazione, non essendoci una rappresentativa di Merate centro!).
Sì, mi sta a cuore la viabilità della zona. Non vorrei vedere, tanto per fare un esempio, il fondo a risciul della via don Sala maciullato dai Suv delle mammine rampanti. Potrebbe essere invece la via maestra per un piedi bus dal centro della città.
E poi cosa non ha fatto lei stesso per “blindare” via Cappelletta e dintorni a Pagnano?
Quanto a presentarsi il 13 settembre con paletta e giubbotto catarifrangente, magari per vedere lei che, impettito, si compiace di inaugurare la nuova scuola, se lo scordi. E’ lei che di concerto con il comandante della polizia municipale è responsabile dell’ordine pubblico. E per questo siete anche pagati!
Con cordialità.

Achille Panzeri
Consigliere comunale di Insieme per Merate