sabato 29 gennaio 2011

Non giocarti il futuro

Una proposta interessante, su cui vale certamente la pena riflettere, anche per Merate

Al sig. Sindaco
Al sig. Presidente del Consiglio Comunale
Ai sigg. Capigruppo consiliari
Ai sigg. Consiglieri Comunali
del Comune di Lecco

Abbiamo avuto notizia che tra gli argomenti che il Consiglio Comunale dovrà affrontare vi sarà anche quello della regolamentazione delle sale giochi. E' nostra opinione che questo sia un argomento molto importante che ha una forte rilevanza non solo e non tanto commerciale, quanto piuttosto sociale ed educativa. Infatti la forte crescita del denaro investito nei giochi aumenta la necessità di tutelare le persone più deboli e più esposte agli effetti negativi della frequentazione delle sale giochi, in particolare giovanissimi e anziani, che spesso non hanno strumenti per difendersi dalla proliferazione di pratiche a volte sconfinanti con la patologia. Nello stesso tempo le sentenze sul fenomeno dell'infiltrazione ndranghetista a Lecco hanno dimostrato un forte interessamento delle organizzazioni criminali. Per questo pensiamo che sia necessario al più presto intervenire con regole restrittive da inserire nel Regolamento che dovrà essere approvato. Con questa finalità vi alleghiamo una proposta di ordine del Giorno che sottoponiamo alla Vs attenzione e che speriamo possa essere sottoposta, tramite Voi, all'attenzione del Consiglio Comunale. Siamo chiaramente disponibili ad illustrare anche direttamente le nostre proposte.
Distinti saluti,


Oggetto: Proposta di Ordine del giorno per la disciplina delle sale giochi

Il Consiglio Comunale premesso che:
Il periodo di profonda crisi economica attuale può spingere a tentare, in mancanza di prospettive, la fortuna al gioco, creando nel tempo una vera e propria dipendenza, con ricadute negative per la collettività: ad esempio, il rischio di impoverimento in particolare gravante sulle fasce deboli, la distorsione dell'economia verso consumi aleatori, i fortissimi interessi delle associazioni criminali (come l'inchiesta sulla 'Ndrangheta lecchese “Oversize” ha recentemente dimostrato, parlando persino di “quasi monopolio” in fatto di videopoker). I dati statistici nazionali rivelano una crescita, negli ultimi mesi, del numero di giocate e delle somme investite in giochi d'azzardo. L'incremento costante di denaro speso dagli italiani in giochi d'azzardo legali è stato stimato essere di oltre il 14% solo nell'ultimo anno (si è passati da circa 47 a 54 miliardi di euro spesi rispettivamente nel 2008 e nel 2009). La percentuale della diffusione del G.a.p. (gioco d'azzardo patologico) – secondo inchieste recenti - si attesta su un preoccupante 3%. Gli operatori commerciali sono indotti dal mercato all'apertura di locali destinati esclusivamente al gioco.

Ritenuto:
necessario dotare anche il Comune di Lecco di un apposito Regolamento che vincoli e limiti fortemente tale fenomeno in diffusione; in modo da garantire trasparenza e piena legalità, dissuadendo così il gioco e nello stesso tempo rendendo obbligatoria una forma di pubblicità riguardo la pericolosità di assuefazione ed abuso

Visto
che già altri Comuni “virtuosi” hanno adottato regolamenti con una normativa ispirata alle predette finalità ( es. Comuni di Tradate, Collesalvetti, Samarate, Firenze, Fiorenzuola,Empoli);

Delibera
di appriovare le seguenti linee di indirizzo per il Regolamento Comunale per l'apertura e la gestione delle sale da gioco:
  • L'apertura di sale giochi non potrà essere autorizzata ad una distanza inferiore a metri 1.000 da asili, scuole di ogni ordine e grado, ospedali e Asl, parchi pubblici, centri educativi e culturali (biblioteche su tutti), luoghi di culto, centri di recupero, case di cura, case di riposo, sedi operative di associazioni di volontariato, altre sale giochi. Inoltre i locali per sale giochi non potranno essere ubicati in edifici notificati o vincolati, né sottostanti a civili abitazioni e alle loro pertinenze. L’installazione degli apparecchi è consentita esclusivamente all’interno dell’esercizio di sala giochi.
  • Gli apparecchi “da intrattenimento” (dalle slot machine alle videolotterie ai flipper) non potranno essere installati in esercizi che si trovino all'interno di luoghi di cura, scuole di ogni ordine e grado, impianti sportivi e nelle pertinenze di edifici di culto.
  • Per gli esercizi di sala giochi, ancorché autorizzati alla somministrazione di alimenti e bevande, non è consentito il rilascio di autorizzazioni per occupazione suolo pubblico, nè altresì è consentito l’utilizzo di aree esterne, anche se private, per l’installazione dei giochi. La somministrazione in aree private esterne all’esercizio (es. cortili privati) è consentita solo nel caso che dette aree non siano prospicienti a strade o altre aree pubbliche e comunque nel rispetto della superficie massima da destinare all’attività di somministrazione.
  • E’ fatto divieto per i titolari di sale giochi di pubblicizzare l’attività con insegne, cartelli o altro, utilizzando il termine “casinò”, “slot machine” o termini che richiamino i giochi d’azzardo. All'esterno della sala giochi il titolare non potrà esporre insegne che pubblicizzino l'attività secondaria e complementare di somministrazione e neppure il materiale pubblicitario dei produttori e/o distributori di alimenti e/o bevande.
  • Nelle sale giochi e nei locali dove sono allestiti gli apparecchi, dovrà essere esposta in luogo visibile la tabella dei giochi proibiti e la tariffa di ciascun gioco presente; all'interno dovrà essere esposto un cartello che indichi il divieto di utilizzo ai minori di 18 anni. L’ingresso e la permanenza nelle sale giochi sono comunque vietati ai minori di 18 anni.
  • I titolari di sale giochi dovranno apporre agli ingressi e all’interno dei locali, secondo le indicazioni dell’Amministrazione Comunale, locandine/manifesti che indichino la pericolosità di assuefazione e abuso e alcuni numeri di pubblica utilità relativi alla problematica del gioco d’azzardo patologico nonché predisporre una idonea sorveglianza.
  • I titolari di sale giochi dovranno esporre il cartello indicante gli orari dell’esercizio in modo visibile dall’esterno; rispettare gli orari stabiliti dal Comune per la sala giochi, cessando contestualmente anche l’attività di somministrazione. I videogiochi di cui all'art. 10 comma 6 del del TULPS possono essere utilizzati dalle ore 13.00 alle ore 23.00. Dopo tale orario devono inderogabilmente essere disattivati.
  • I videogiochi di cui all'art. 10 comma 6 del del TULPS devono essere posizionati a vista ed in prossimità del banco di somministrazione, con il divieto di creare, a mezzo di pannellature, separazioni interne che impediscano il controllo diretto da parte dell'esercente sugli utenti autorizzati all'utilizzo degli stessi.
  • Nelle sale giochi dove viene esercitata anche l'attività secondaria e complementare di somministrazione alimenti e bevande, il titolare dovrà esporre in modo ben visibile all'interno del locale un cartello dal quale si evinca che la somministrazione è consentita ai soli soggetti che usufruiscono della sala giochi.
  • E' condizione necessaria per l'apertura di tutte le sale giochi avere la dotazione minima di parcheggi prevista dallo strumento urbanistico vigente e comunque senza nessuna possibilità di monetizzazione.
  • Previsione, in caso di inosservanza delle norme regolamentari ispirate alle predette linee di indirizzo per i gestori di sanzioni nella misura massima prevista dalla normativa vigente.

Il PD in piazza contro il rincaro dei parcheggi a pagamento

Domenica mattina noi sostenitori del Circolo del PD di Merate saremo in piazza Giulio Prinetti a partire dalle ore 10 con un gazebo per una doppia raccolta firme. Continueremo a raccogliere le firme contro l'aumento delle tariffe dei parcheggi a pagamento in centro ma anche per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio. Si cercano volontati per il bachtetto. Chi fosse disponibile è pregato di comunicarlo o di presentarsi direttamente presso la sede del Partito Democratico domenica mattina alle 9.45
Vi aspetto numerosi!

Riccardo Brivio

venerdì 28 gennaio 2011

Parte (monca) la nuova linea circolare

Non sono comprese le frazioni di Pagnano e Brugarolo e non c'è il collegamento con la stazione ferroviaria di Cernusco Lombardone che il Sindaco Andrea Robbiani promette da un anno e mezzo...

La Provincia di Lecco, per incentivare l’offerta di trasporto pubblico, ha istituito una nuova linea circolare di bus all’interno del territorio della città di Merate. Il servizio partirà in forma sperimentale lunedì 31 gennaio e sarà in esercizio per tutto il periodo scolastico fino all’11 giugno 2011. La linea è strutturata in modo tale da servire i poli attrattori della Città - piazza Italia - ospedale - area commerciale - e gli abitati di Cassina e Sartirana per un totale di 9 corse giornaliere dal lunedì al sabato in partenza ogni mezz’ora da piazza Italia (6 corse dalle 8:30 alle 11:00, 3 corse dalle 15:00 alle 18:00). Le fermate coincidono con quelle esistenti della linea D70, eccetto quella istituita in prossimità del Centro Commerciale in via Bergamo.
“L’attivazione sperimentale della linea – spiega l’Assessore alla Mobilità Franco De Poi – è stata condivisa dai Comuni dell’area e vuole essere una risposta concreta in un difficile contesto generale di tagli ai trasferimenti del trasporto pubblico locale, offrendo una nuova opportunità ai cittadini di spostarsi utilizzando il mezzo pubblico”.
Per informazioni sugli orari contattare Lecco Trasporti:


giovedì 27 gennaio 2011

Smog: la Brianza è la zona più inquinata

L'aria del Meratese è più inquinata di quella di Milano, Monza e Brescia

Monza batte tutti i capoluoghi lombardi quanto a giornate di superamento della soglia di 50 microgrammi/mc per le polveri sottili nel corso del 2010: 92 le giornate irrespirabili nel capoluogo brianzolo, contro le 35 tollerate stando ai parametri europei. Dopo di lei Brescia (89 giornate) e Milano (87). Quest'ultima è "fuori", sia pur di poco, anche per l'altro parametro relativo alle polveri: quello della concentrazione media annua, che per la centralina di via Senato ha fatto segnare una media, calcolata su tutti i giorni di corretto funzionamento delle centraline, pari a 40,6 microgrammi/mc, contro un valore tollerato di 40. A Monza la media si ferma poco sotto, a 40,4, mentre Brescia è sotto per un pelo, a 39 microgrammi/mc. Degli altri capoluoghi, vanno male Mantova, Bergamo e Lodi quanto a giornate di superamento, superiori alle 70, un po' meglio Pavia, mentre un'aria migliore è quella che soffia ai piedi delle Prealpi, a Varese, Como e Lecco, con valori medi accettabili e un numero di superamenti contenuto, sebbene superiore al valore tollerato. Diversa però la situazione del Meratese dove i superamenti sono stati 90 con una concentrazione medie di 40 microgrammi, più che Milano, Monza e Brescia.  Decisamente migliore la situazione a Sondrio, città che nel 2010 ha respirato un'aria abbastanza buona, con una concentrazione media di polveri pari a 25,1 microgrammi/mc, superando solo 31 volte il valore di 50, nonostante la grande diffusione di stufe e caminetti a legna nel fondovalle valtellinese: dopo il traffico, sono questi i maggiori accusati come fonte di inquinamento da polveri sottili. Non si classifica Cremona, città in cui le centraline ARPA sono da tempo fuori servizio.
Siamo fuori legge anche quest'anno, dunque, anche se con valori decisamente più bassi degli anni trascorsi. E' il caso di essere ottimisti, dunque, e di sperare che nel 2011 ci metteremo in regola con i parametri europei? Purtroppo no. In parte, è vero, il risultato fa parte di una tendenza positiva che dura da anni, ma il 2010 è stato un anno anomalo dal punto di vista climatico: tutti i mesi dell'anno infatti sono stati caratterizzati da precipitazioni abbondanti e frequenti, con una piovosità molto più alta della media e il frequente ingresso nel catino padano di perturbazioni capaci di rimescolare l'aria e diluire gli inquinanti. Non è quindi davvero il caso di fare previsioni sul futuro basandosi sui risultati del 2010. Dovremo convivere ancora a lungo con l'inquinamento delle città, visto che le politiche antismog restano sulla carta, poco o per nulla applicate e fatte rispettare.
"La progressiva e lenta diminuzione dell'inquinamento da polveri sottili che si registra è dovuta ai minor inquinamento delle automobili e dei camion nuovi piuttosto che alle politiche introdotte dalla Regione Lombardia e dalle singole amministrazioni comunali – accusa Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente - Le politiche regionali più incisive, infatti, sono state sostanzialmente boicottate dai comuni e dalle categorie economiche coinvolte. Due esempi tra i tanti: i comuni che hanno effettuato controlli e corrisposto multe per i veicoli diesel euro 0, euro 1 e euro 2 che nonostante i divieti continuano a circolare sono stati solo 2 in tutta la Provincia di Milano. Il programma di applicazione di filtri anti particolato per i camion più vecchi ha avuto decine di migliaia di "prenotazioni" degli incentivi regionali ma solo alcune migliaia di applicazioni (stimiano non più di 5 mila su 150.000 camion ultra inquinanti in circolazione). E' comprensibile quindi che non si riesca a rientrare nei limiti di qualità dell'aria previsti dalla Direttiva Europea e che, di conseguenza, l'Europa ci faccia pagare una salata multa. Una multa, purtroppo, che pagheremo noi cittadini con le nostre tasse: inquinati prima e tartassati dopo!"
La situazione è destinata a migliorare molto poco anche per i previsti aumenti di traffico, visto che la Regione sta programmando e mettendo in cantiere il raddoppio della rete autostradale lombarda: dalla Broni-Mortara alla Brebemi, dalla Pedemontana alla TEM e alla Cremona-Mantova, è chiaro a tutti dove verranno investite le risorse nel prossimo decennio: non certo nel potenziamento e nell'estensione del trasporto pubblico e della logistica ferroviaria delle merci! Gli aumenti di traffico stradale sulle nuove autostrade potrebbero addirittura vanificare i benefici che in questi anni sono avvenuti grazie alla sostituzione del parco circolante di auto e TIR.
“Quello che chiediamo, in primo luogo all'Assessore regionale Raffaeòe Cattaneo, è di dotare la Lombardia di un programma di potenziamento del trasporto pubblico di ambizioni europee – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – in questo momento ci stiamo indebitando per fare nuove autostrade: ma è davvero questa la priorità per la nostra regione? Noi diciamo di no: nel confronto con le altre regioni europee, la Lombardia non tiene sul fronte del trasporto pubblico, in primis ferroviario. Per recuperare competitività dobbiamo almeno raddoppiare il numero di viaggiatori che scelgono il trasporto pubblico, anche a costo di rinunciare ad investimenti autostradali davvero inopportuni!"


mercoledì 26 gennaio 2011

Gli aumenti tariffari arrivano puntuali, mentre i treni sempre in ritardo

A novembre 15 linee lombarde non hanno raggiunto la soglia di affidabilità

Mentre è ormai prossima la prima tranche di aumenti tariffari del 10%, anzi per i servizi ferroviari del 12,39% in quanto ingloberà l’adeguamento automatico del 2010, non ancora applicato, il perdurare dello stato estremamente precario in cui si trova il sistema ferroviario lombardo viene confermato dagli indici di affidabilità di novembre. Sono infatti ben 15 le linee (sulle altre non è però andata molto meglio) che nel novembre scorso non hanno raggiunto l’indice minimo di affidabilità che Regione e Gestori hanno stabilito per il riconoscimento del bonus ordinario. Per quanto riguarda il riconoscimento del “bonus straordinario”, esso di fatto costituisce un ulteriore elemento di riprova del perdurare di una situazione inaccettabile.
Nonostante queste prestazioni dei trasporti ferroviari inaccettabili per un Paese civile e una Regione che vuole definirsi progredita, e nonostante tutti i trucchi messi in atto per fingere che ci siano miglioramenti, incluso il mantenimento in circolazione di decine di carrozze che viaggiano fuori servizio perché non hanno le condizioni minimali di sicurezza e di dignitosità, la Regione Lombardia ha deciso ugualmente di applicare gli aumenti tariffari.
Il risultato di novembre è una ulteriore dimostrazione del caos nel quale il servizio ferroviario regionale ricade in ogni stagione invernale, rendendo sin d’ora, a maggior ragione, del tutto ingiustificata anche la seconda tranche di aumenti annunciata dal primo maggio, per la quale non sono ancora noti gli indicatori “definiti e misurabili” e, aggiungiamo noi, opportunamente addomesticati, soprattutto nel caso siano decisi bilateralmente da Regione e Gestori senza tenere conto del parere degli utenti. Infatti, i rappresentanti delle Istituzioni continuano a tenersi ben lontani da un confronto serio, senza ripararsi dietro falsi alibi, con coloro che sono chiamati a pagare di più e, soprattutto, a subire i disservizi quotidiani. Tuttavia, quali che siano questi indicatori, non potrà certamente essere accettato dagli utenti qualunque criterio che non sia in grado di tenere conto di un set opportunamente ampio di parametri (ritardi, soppressioni, climatizzazione, pulizia, affollamento, informazione, commercializzazione dei titoli di viaggio ecc.), cui vanno aggiunti il miglioramento della velocità commerciale e degli orari secondo le richieste degli utenti.
Quanto ai titoli di viaggio di nuova introduzione, saturi di astruse logiche burocratiche nelle modalità di utilizzo e di emissione, attendiamo al varco Regione, Gestori ed Enti Locali alla verifica della loro effettiva disponibilità dall’1 febbraio, che dovranno infatti essere disponibili in un “congruo” numero di punti di vendita sul territorio e, ovviamente, accompagnati da adeguata pubblicizzazione (che ancora non vediamo) e istruzioni per l’utilizzo.
Invitiamo pertanto tutti i pendolari ad avviare una campagna di denuncia dei disservizi e dei soprusi che ledono i diritti degli utenti e della dignità delle persone da parte dei Gestori e dei relativi controllori. Ciò costituirà la migliore documentazione che gli aumenti tariffari sono stati istituiti esclusivamente allo scopo di fare cassa, portando indebiti utili ai Gestori costati lacrime e sangue ai pendolari, in assenza di una reale volontà di migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari lombardi e di tenerne in conto le reali esigenze. Per raccogliere le segnalazioni verrà creata una apposita sezione sul sito www.patto.ilpendolare.com, dove comunque prosegue anche la petizione, oppure inviate via email direttamente agli Amministratori responsabili e agli organi di stampa e, per conoscenza, all’indirizzo patto@ilpendolare.com.

Comitato pendolari Milano-Lecco, Comitato pendolari Mandello, Comitato pendolari Calolziocorte-Valle S. Martino, Comitato MMML (Milano-Monza-Molteno-Lecco, Comitato Pendolari Bergamaschi CPB, Comitato pendolari Rovato-Chiari-Rovato, Comitato pendolari LeNord Milano-Asso, Comitato pendolari Merate, Comitato InOrario Milano-Mantova, Comitato Milano-Mortara, Comitato pendolari Tortona, Comitato Milano-Varese, Comitato Milano-Seregno, Comitato Pendolari Metropolitani, Legambiente Lombardia

412 firme contro l'aumento dei costi dei parcheggi a pagamento in centro

Durante il mercato di martedì è proseguita la raccolta firme alla petizione per domandare di sospendere i rincari delle tariffe dei posteggi a pagamento in centro. Siamo arrivati in tutto a 412 sottoscrizioni. Nei prossimi giorni continueremo a raccoglierne altre, anche tra i residenti delle frazioni, che sono coloro che rischiano di venire più penalizzati dagli aumenti dovendo loro utilizzare le auto per raggiungere Merate. Chiediamo non solo ai sostenitori, ai simpatizzanti e agli iscritti del Circolo locale del PD, ma anche e soprattutto a tutti coloro che ritengono esagerato e poco ponderato di dare una mano diffondendo la petizione e sollecitando le persone ad aderire all’iniziativa sfruttando anche l’opportunità della petizione online al seguente link: http://www.sign4rights.it/petizioni/DICIAMO-BASTA-ALLA-RAPINA-DELLE-STRISCE-BLU.

Insieme per Merate

martedì 25 gennaio 2011

La Giunta provinciale si autocelebra ma lascia le strade piene di buche

Un enorme salone per il pubblico che non serve ai cittadini. Una scenografica reception che verrà allestita presso la sede di Corso Matteotti, utile solo a celebrare il narcisismo politico della giunta provinciale. Una incomprensibile mania di grandezza che impedisce all’Amministrazione in carica di vedere le precarie condizioni delle strade provinciali la cui manutenzione dovrà cedere il passo all’allestimento di un inutile spazio di rappresentanza di cui nessuno avvertiva la mancanza. Pioggia e neve, eventi atmosferici ciclici e naturali, hanno lasciato il segno sull’asfalto della nostra rete stradale. E per far fronte alla riparazione delle buche (di nuove asfaltature neanche a parlarne) il bilancio ha stanziato la irrisoria cifra di 170 mila euro, meno di quanto stanzia annualmente un Comune di piccole dimensioni. Per di più, tali fondi si renderanno disponibili dopo avere mandato a buon fine almeno una delle difficilissime alienazioni degli immobiliari provinciali programmate dall’Ente. Sono questi i motivi per cui i Gruppi di Minoranza (Partito Democratico, Azione Positiva, Sinistra e Libertà, Italia dei Valori) hanno proposto, tramite un emendamento al bilancio, di dirottare la somma di 200 mila euro previsti per la realizzazione della sala URP (Ufficio Pubbliche Relazioni) sul capitolo delle manutenzioni stradali. Niente da fare, con giri di parole rituali e per nulla rassicuranti (vedremo…, provvederemo…, valuteremo…) la Maggioranza che governa la Provincia ha rigettato una proposta che evidentemente aveva la colpa di essere… ragionevole, concreta e vicina ai bisogni del territorio e dei cittadini amministrati.


Partito Democratico
Azione Positiva
Sinistra e Libertà
Italia dei Valori

Le schede sulla Cittadella della Salute

All’ordine del giorno della riunione di Commissione Urbanistica, Ambiente e Territorio di lunedì pomeriggio c’era anche la presentazione del progetto di massima della Cittadella della Salute, ovvero della riqualificazione complessiva dell’area circostante l’ospedale San Leopoldo Mandic. Sia ai Sindaci del Distretto in precedenza sia ai Commissari sono state distribuite delle schede riassuntive non molto chiare e ancora molto abbozzate. Non contengono tempistiche precise sulle fasi operative di sviluppo reale dell‘intervento, né i costi presunti e neanche indicano da dove arriveranno le risorse e quali Operatori privati verranno coinvolti. Ci si può comunque fare un’idea e conoscere gli intendimenti generali. Per accedere al documento e scaricarlo in formato PDF  basta cliccare direttamente qui…>>. L'elaborato rimane a disposizione anche nalla sezione "Dowload documenti" che si trova nella parte a sinistra del nostro blog.

Insieme per Merate

Semaforo verde per i pedoni

Durante la seduta della Commissione Urbanistica, Ambiente e Territorio di ieri pomeriggio sono state discusse le ipotesi progettuali per la messa in sicurezza per i pedoni dell’incrocio delle vie Trieste - Giuseppe Verdi - Filippo Turati e Alcide De Gaspero. Ci sono voluti un anno di tempo, qualche incidente, una lettera dei Consiglieri Comunali di Maggioranza e un’altra del nostro Gruppo di “Insieme per Merate”, ma dopo tanto penare - cominciato prima dell’insediamento dell’attuale Amministrazione Municipale - finalmente ci siamo! La soluzione proposta prevede l’installazione di semafori a chiamata e di un temporizzatore così che quando attraversano i pedoni gli automobilisti non passino. E’ quello che avviene all’intersezione “gemella” tra le vie don Cesare Cazzaniga - viale Giuseppe Verdi e Fratelli Cernuschi: schiacci il pulsante e aspetti il verde per i passanti e il rosso per i guidatori. Magari c’è da pazientare un minutino o due ma almeno non si finisce investiti. E’ una scelta semplice e economica e insieme non crea problemi al traffico veicolare. Tanto di cappello allora all’Assessore ai Lavori Pubblici Massimo Panzeri che ha portato avanti personalmente la questione, l’ha affrontata pubblicamente in Commissione e ha voluto ascoltare il parere di tutti. Sarebbe bello che si provasse a utilizzare lo stesso metodo per tutto. Discutere e ragionare permette di scegliere le idee migliori e di giungere a provvedimenti condivisi… Chi ha orecchi per intendere intenda…

Insieme per Merate

lunedì 24 gennaio 2011

Lo sviluppo edilizio eterno non è possibile

L'edilizia tradizionale è ad una svolta epocale. Non possiamo negarcelo la crisi pressochè definitiva della "BetonVilla", lo stato di difficoltà nel quale versano i maggiori gruppi di costruzioni provinciali e regionali ci fa toccare con mano quanto la crisi attuale imponga un cambio di registro nel settore delle costruzioni. Le imprese, schiacciate dalla stretta bancaria, dal blocco delle compravendite immobiliari, dall'assenza degli enti pubblici sul mercato degli appalti a causa del patto di stabilità (e se vi sono con ritardi di pagamento pari ad anni) devono inevitabilmente ripensare e ristrutturare il proprio modo di essere sul mercato. E' un tema assolutamente connesso alla questione urbanistica attuale: una crescita eterna non è credibile! Non è credibile nemmeno prospettando come di consueto il mercato delle ristrutturazioni e delle case a risparmio energetico; non è sostenibile nel lungo periodo se non pensando ad una complessa opera di riqualificazione e di sviluppo infrastrutturale. L'edilizia delle compravendite di terreni, case, immobili e palazzi è finita. La microframmentazione del mercato con una miriade di piccole e piccolissime imprese in un mercato saturo e privo di domanda non ha più ragione di essere. Il periodo del boom economico con i larghi spazi di mercato da occupare non esiste più e non è destinato a ripresentarsi. Le medie imprese, più strutturate ma comunque a dimensione locale, non possono pensare di competere ed esistere semplicemente partecipando pro quota agli appalti pubblici e privati: è necessario pensare ad un processo di integrazione e diversificazione. Integrazione dimensionale con pochi importanti gruppi innovativi e ramificati, che possano prestare al sistema finanziario quelle garanzie di solidità e di continuità che inevitabilmente necessitano al settore. Diversificazione ad abbracciare impieghi di capitali a rapida rotazione per creare flussi di cassa attraverso innovazione e ricerca. Un problema che evidentemente diviene sociale con la necessaria riqualificazione professionale di numerosi addetti che dal ruolo tradizionale di semplici operatori devono divenire fautori della trasformazione acquisendo nuove competenze e nuovi obiettivi. Il segnale della crisi della "BetonVilla" mette il nostro territorio di fronte a tutti i mali del proprio incontrollato sviluppo, chiamandoci ad accettarne la sfida.


G.G.

domenica 23 gennaio 2011

La Lega lavora, il PdL si riposa

Se il Santatur ha congliato all’amico/alleato Berlusca di andare “un po’ a riposare da qualche parte che qui ci pensiamo noi” della Lega, a Merate quelli del Carroccio non sono state da meno con i nemici/alleati del PdL. Anzi, non si sono limitati a un invito benevolo, li hanno mandati addirittura “in pensione” d’ufficio. In un anno do governo della città hanno fatto tutto Andrea Robbiani e camice verdi. I pidielciellini non hanno mosso un dito, lasciando l’incombenza di governare tutta sulle spalle dei padani. Sono i celoduristi a dirlo. Lo spiegano in un simpatico, quasi esilarante, volantino distribuito in questi giorni nelle cassette delle lettere dei meratesi. L’A4 scritto in verdone pascoli delle Alpi e marchiato con simbolo dell’Alberto da Giussano elenca una serie di brillanti “risultati” conseguiti dagli indipendentisti senza riservare neanche un angolino od una misera citazione ai compagni di sventura azzurri. Niente, i berluscones evidentemente hanno solo scaldato la sedia. Massimiliano Vivenzio, Emilio Vulmaro Zanmarchi, la Giusy Spezzaferri che se le dessero mille euro  al mese per ogni delega sarebbe ricchissima, Giuseppe Procopio per i leghisti è come se non esistessero.
Anche sul contenuto ci sarebbe qualcosa da ridire. Anche i meno avvezzi alle vicende cittadine si accorgono da soli della gran balle propinate e che la lunga lista di “vittorie” è formata da interventi già in dirittura d’arrivo prima dell’avvento a Palazzo della corazzata del Centrodestra e da normali, banali, scontate, dovute opere di manutenzione. Che poi a leggere bene non è proprio come l’hanno messa giù loro. Asfaltare cinque vie in diciotto (diciotto!!!) mesi non sembra un’impresa, soprattutto se si contano le buche che costellano le nostre strade… Rifare un marciapiede non è un’impresa. Rinnovare le giostrine non è un’impresa…. Un appalto per una pista ciclabile non è un’impresa e non lo è sostituire qualche sedile al palazzetto dello sport… Rifare il pavimento della palestra del plesso di via Turati (ma via Turati che plesso è???) non è un’impresa, specie quando sui giornali erano stati fatti proclami che sarebbe stata rifatta tutta la struttura…. Le caldaie cambiate erano le ultime rimaste dopo i massicci interventi di ammodernamento degli impianti di riscaldamenti effettuati sotto la precedente Amministrazione. E chissà cosa avrebbero da dire alla Scuola d’arte della Società operaia che sono stati costretti ad utilizzare le stufette elettriche o i volontari della Protezione Civile e dell’Associazione laringectomizzati che per avere un poco di tepore dovrebbero ricorrere al bue e all’asinello perché dal Comune li hanno lasciati senza sifoni?!? Oppure: “costante controllo dell’abusivismo commerciale”, che significa dare la caccia a qualche innocuo vucumprà e multare i negozianti che preparano i cartellini dei saldi, senza però impegnarsi a fondo magari anche contro l'evasione fiscale chissàcomemai. “Migliore cura del verde pubblico”: forse quello per verniciare i dossi, perché aiuole e altro non sembrano messi bene. Confondo anche i comitati di frazione con i comitati elettorali perché da mesi abbiamo proposto di regolamentarli ma fanno finta di niente. Sono infine impegnati sul nuovo PGT, con il risultato che aumentano il cemento e distruggono i parchi storici.
Più che di un “anno di buona amministrazione”, bisognerebbe dire un anno è mezzo sprecato. Meglio tacere sugli scempi e le occasioni, perché si andrebbe per le lunghe: l’elettrodotto di Brugarolo in mezzo al centro abitato, la mancata ristrutturazione dell’ex Cse, niente nuovo asilo nido, il disastro del lago di Sartirana, il nuovo Cdd fermo al palo, il liceo classico pubblico che non arriva, il blocco della riqualificazione dell’incrocio di Cernusco Lombardone, le offese alle insegnanti, l’aumento delle tariffe dei parcheggi a pagamento… Andiamo avanti? No dai, non infieriamo.
Conclusione: fa piacere che qualcuno si prenda la briga di cercare di spiegare cosa sta combinando, o non combinando, la “nuova” Amministrazione. Spetterebbe però all’ipertecnologica “nuova” Amministrazione, non a un partito, che partecipa sì con alcuni suoi esponenti all’Amministrazione, ma non è l’Amministrazione.


R.I.