sabato 16 aprile 2011

I numeri della sanità e del welfare locale

Giovedi in Sala Civica si è svolto un cincontro promosso dal Circolo del PD di Merate sul sistema della sanità e del welfare locale nel Distretto di Merate. Di seguito riportiamo i collegamenti per scaricare le slide e le schede presentate durante la serata da alcuni dei relatori. Basta cliccare come sempre sulle parole evidenziate in grassetto e sottolineate per accedere alla documentazione:
  1. I numeri del Distretto di Merate (di Ambrogio Sala, Assessore ai Servizi alla Persona di Olgiate Molgora e responsabili del Forum Sanità e Sociale del PD lecchese
  2. La spesa sociale nei Comuni (di Felice Baio, Assessore ai Servizi alla Persona di Brivio e Presidente dell'Assemblea Distretturale del Meratese)
  3. I medici di famiglia (del dottor Umberto Motta, medico di famiglia)
 Insieme per Merate

    La Caritas accoglie i primi 99 tunisini: «Piena collaborazione delle istituzioni»

    Pubbichiamo una nota della Caritas Ambrosiana a beneficio del Sindaco e di coloro che si ostinano a vedere difficoltà inesistenti sull'accoglienza dei profughi, nonostante l'iniziativa sia promossa in collaborazione con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che, se non ci sbagliamo, dovrebbe essere un esponente di primo piano della Lega Nord...

    Duecento migranti nordafricani sono arrivati oggi in Lombardia inviati dal Ministero dell’Interno. Si tratta di maschi, tunisini, sbarcati nelle scorse settimane sulle coste italiane. Secondo l’accordo stabilito in Prefettura ieri a Milano, 99 saranno ospitati nelle strutture delle Caritas lombarde o alle Caritas collegate. In particolare le accoglienze saranno cosi distribuite: 25 a Bergamo, 7 a Brescia, 15 a Como, 30 a Cremona, 10 a Pavia, 12 a Varese. Gli ospiti arriveranno nel primo pomeriggio dopo essere giunti a Bresso (MI) da dove la Croce Rossa e la Protezione civile provvederanno a smistarli sul territorio regionale. Tutti i migranti hanno ricevuto o riceveranno il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari che dà loro diritto a rimanere regolarmente nel nostro Paese per almeno 6 mesi. A loro sarà garantito vitto e alloggio e accompagnamento sociale grazie alle risorse economiche stabilite nel quadro di un accordo con le istituzioni. I migranti ospitati saranno liberi di entrare e uscire dai centri nei limiti dei regolamenti delle strutture di accoglienza tutte custodite anche di notte da operatori sociali. «Permesso di soggiorno e accoglienza diffusa sono stati i requisiti chiesti da Caritas sin dall’inizio per affrontare l’emergenza degli sbarchi di questi mesi. Questi principi sono alla base del piano di intervento deciso in Prefettura ieri a Milano Per questo siamo stati ben lieti di offrire la nostra piena collaborazione alle istituzioni - ha dichiarato don Roberto Davanzo, delegato regionale delle Caritas Lombarde -. Ora affinché questa accoglienza sia la più dignitosa e civile possibile occorre che anche le comunità locali e in particolare le comunità ecclesiali facciano la loro parte, secondo quello spirito che ci è stato ricordato anche recentemente dai vescovi lombardi. Sono certo che le parrocchie, i gruppi di volontariato cattolico non faranno venire meno il loro sostegno». Questa prima tanche di arrivi non ha esaurito la disponibilità immediata delle Caritas della Lombardia che hanno offerto sin dall’inizio 180 posti in strutture già predisposte all’accoglienza: in genere dormitori per senza dimora, centri per richiedenti asilo, luoghi di ospitalità per persone gravemente emarginate. Le Caritas diocesane non faranno venire meno il loro contributo qualora se ne presentasse la necessità anche nelle prossime settimane in occasione di nuovi arrivi.

    La fiera dei fiori e la generosità imposta dei meratesi

    I soldi per le associazioni di Merate scarseggiano, ma l’Assessore alla Cultura, Identitò Locale, Turismo eccetera eccetera ha trovato mille euro per l’associazione  Art & Network di Milano per la manifestazione Flori@cultura, una mostra-mercato di fiori e piante… A parte l’”esempio” di federalismo e di “valorizzazione” delle identità locali (di Milano non di Merate), Art & Network non sembra propriamente un’associazione e nemmeno una onlus, semmai è un’agenzia che organizza e promuove eventi. Non si capisce pertanto perché l’Amministrazione Comunale voglia finanziare e sostenere una realtà privatistica con evidenti scopri di lucro. Dalla Deliberazione di Giunta Comunale n° 14 del 22/02/2011 si apprende anche che a questo ente che ha finalità di guadagno viene garantito l’uso gratuito di Villa Confalonieri, della Biblioteca e dei prati dell’Area Cazzaniga. In cambio al Comune verrà devoluto "il 20% sul totale degli incassi degli espositori e quello derivante dalla concessione degli spazi espositivi e da ogni attività commerciale", ma sia ben chiaro "al netto di tutte le spese sostenute per la realizzazione del progetto". Pertanto se i privati non ci guadagnano  anche il Comune non ci guadagna. Purtroppo i presupposti non sono molto buoni. Gli eventi collaterali in corso, come i film, sono un flop. Rema contro anche la fredda logica matematica come già anticipato dal Mago di Oz al quale non è servita la sfera di cristallo bsnì una semplice calcolatrice, l'esperienza di Merate Musica e un po' di buon senso  per prevedere quello che succederà. Il costo dell’evento parrebbe di 65.000 euri, 64.000 se si tolgono i mille elargiti le tasse dei meratesi. I visitatori dovranno pagare 5 euro per l’ingresso, ne sono previsti nella migliore dei casi 5.000 per incassi stimati di 25.000 euro. Ne mancano “solo” 39.000... Auguri e comunque vada sarà un (in)successo. Perciò dice bene la Giusy Spezzaferri quando dalle colonne del settimanale locale di martedì 5 aprile 2011 pagina 7 afferma che “Abbiamo voluto far riemergere la generosità dei meratesi che potranno contribuire con la loro presenza al successo della manifestazione”: i meratesi ci mettono subito i loro soldi pubblici e poi se vogliono che al Comune, cioè a loro, arrivi qualcosa devono visitare la fiera dei fiori e pagare il biglietto. Volenti anzi nolenti, più generosi di così!!!

    R.I.

    venerdì 15 aprile 2011

    In una democrazia sana, l'interesse di uno non potrebbe mai prevalere su quello collettivo

    Signor Presidente,
    lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta. Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benché nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori. Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
    Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.
    In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.
    Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata. Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito
    della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.
    Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti.
    Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei. Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti


    Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani, Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini

    Emergenza profughi: «Pronti a collaborare con le istituzioni, al via una raccolta fondi»

    Caritas Ambrosiana risponde all’appello dei vescovi lombardi e raccoglie fondi per le Caritas diocesane già coinvolte nell’accoglienza dei profughi

    Di fronte all’arrivo sulle coste di richiedenti asilo e di migranti i vescovi lombardi, riunitisi a Gazzada nei giorni scorsi, invitano le istituzioni civili a un confronto con le Caritas diocesane della Lombardia per organizzare un’”accoglienza competente”, ispirata per i credenti al richiamo evangelico “Ero straniero e mi avete accolto”, per tutti i cittadini all’articolo 10 della Costituzione Italiana che garantisce il diritto di asilo nel territorio della Repubblica italiana “allo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’esercizio delle libertà democratiche”. Nello stesso documento i vescovi indicano anche l’opportunità di offrire tale ospitalità “in maniera decentrata e diffusa, con un attivo coinvolgimento delle comunità locali”. La Caritas Ambrosiana mentre rinnova alle autorità civili la propria disponibilità a collaborare nel solco indicato dai vertici delle diocesi della Lombardia lancia una raccolta fondi per sostenere gli interventi che la rete Caritas su tutto il territorio nazionale sta già sostenendo, proprio secondo quello spirito di generosità richiamato nel testo redatto al termine dell’incontro di Gazzada . Ricordiamo, infatti, che a Lampedusa è stato allestito un presidio fisso da Caritas italiana per orientamento e attività di interpretariato: si distribuiscono indumenti e generi di conforto, sono state predisposte alcune docce. Nei luoghi dove i migranti sbarcati sull’isola sono poi stati trasferiti, in particolare a Manduria (Taranto), Palazzo San Gervasio (Potenza) e Trapani, Caritas Italiana e diverse Caritas diocesane sono impegnate da settimane ad assicurare assistenza e aiuto materiale alle persone. Inoltre su tutto il territorio nazionale, proprio nella logica dell’accoglienza decentrata e diffusa, Caritas italiana, attraverso le Caritas diocesane, ha messo a disposizione 2.500 posti alcuni dei quali già utilizzati. Infine Caritas è attiva anche in Nord Africa per assistere i profughi scappati dalla Libia. Al confine tunisino lo staff Caritas offre un servizio di informazione e aiuto per il rimpatrio e la cura dei casi più vulnerabili. Caritas Tunisia sta cercando di potenziare la distribuzione di viveri, medicine e prodotti igienici che finora ha riguardato circa 3mila persone. Al confine egiziano la Caritas, in coordinamento con le autorità, distribuisce viveri e acqua per 2.500 persone al giorno. Al confine con il Niger viene assicurata assistenza a circa 4.500 persone. La preoccupazione maggiore resta per la Libia. A Tripoli è infatti diminuito l’afflusso degli immigrati che richiedevano aiuto, proprio perché molti sono fuggiti, ma viveri e benzina scarseggiano. Continua comunque il lavoro della Chiesa locale grazie soprattutto alle religiose rimaste nel Paese. Anche a Bengasi prosegue il lavoro delle suore e degli operatori pastorali, ma restano difficili i contatti e le comunicazioni.
    Per sostenere il lavoro della rete Caritas:
    • donazione on line con carta di credito sul sito www.caritas.it
    • donazione diretta presso l'Ufficio Raccolta Fondi in via S.Bernardino, 4 a Milano (orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 e il venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30)
    • conto corrente postale n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS
    • conto corrente bancario presso l'ag. 1 di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS IBAN IT16 P 03512 01602 000000000578
    • Tramite carte di credito donazione telefonica: chiamando il numero 02.76.037.324 in orari di ufficio (vedi sopra)
    • CAUSALE: Emergenza Profughi Nord Africa (l’offerta è detraibile/deducibile fiscalmente)

    giovedì 14 aprile 2011

    L'Amministrazione del fare e del... disfare

    L’Amministrazione Comunale del fare e del.. disfare!!! Nella parte nord di via XXV Aprile era appena stato realizzato un dosso rallentatraffico in prossimità del nuova parcheggio, quello che c’è sulla destra a scendere. Oggi il dosso è stato rimosso. E quelli della Lega hanno il coraggio di parlare di "buona amministrazione"... Come ovvio dal Comitato di Brugarolo nessuno ha detto niente, si vede che l'asinello con il carretto di babbonatale non è passato di lì...


    Francesco D.
    abitante di Brugarolo

    Sì alle rinnovabili, no al nucleare

    E' disponibile un accurato studio che spiega perchè votare "Sì" al referendum contro le centrali atomiche


    http://www.fermiamoilnucleare.it/
    Martedì nella sede del Circolo del PD di Merate c'è stata una interessante riunione in vista dei referendum di giugno contro la privatizzazione dell'acqua, lo sviluppo delle centrali nucleari e il legittimo impedimento. I primi due temi sono stati affrontati dall'ex Assessore Provinciale all'Ambiente Marco Molgora. Per quanto concerte il tema dell'energia atomica ci ha fornito uno studio molto accurato e nel contempo accessibile a tutti che ben spiega perchè bisognerebbe votare "Sì". Tutti gli interessati possono scaricare il materiale cliccando QUI...>> oppure nella colonna di destra nella sezione dedicata al download documenti nella sezione dedicata ai referendum. Consigliamo e chiediamo di far girare il più possibile l'opuscolo.

    Insieme per Merate

    Cornuti e mazziati a Brugarolo

    Con la bella stagione è stata finalmente riasfaltata via XXV Aprile dopo i lavori di posa del ovidotto della Fomas. Per prima cosa qualcuno poteva anche avvisarci che sarebbero cominciati i lavori invece che farci trovare i cavalletti al mattino!!! In secondo luogo ci  aspettavamo sistemassero tutta la carreggiata già che c’erano. Invece hanno messo a posto solo una corsia. Così metà strada è bella e nuova, l’altra no, come una scarpa e una ciabbatta. I lavori sono stati commissionati e spesati dalla Fomas. Secondo il regolamento della manomissione del suolo pubblico è stato fatto quanto si doveva fare perché non era prevista la sistemazione di tutte e due le direzioni, ma l’Amministrazione Comunale poteva anche ottenerla dati i disagi causati alla popolazione e dato che per l’opera non è stato concesso niente in cambio. Negli anni passati a Brugarolo è dstata tenuta una riunione pubblica in cui i tecnici della Fomas avevano assicurato che avrebbero garantito un contributo per interventi pubblici per ripagare la frazione delle difficoltà legate alle opere di ampliamento dei capannoni. Avevano promesso la ristrutturazione dell’ex Cse per fare l’ambulatorio comunale e una sala civica, ma anche un asilo. Purtroppo scripta manent  verba volant, Battista Albani si è fidato sulla parola e quando ha perso Andrea Robbiani ha rinunciato a tutto; di fronte ai potenti di turno e agli amici dei suoi capi politici ha calato le braghe senza ritegno. Ma l’asfaltatura di tutta la strada però poteva chiederla!!! Adesso poi pare che non verrà nemmeno allargata tutta via della Ca’ Rossa per la discarica perché ci sono problemi di acquisizione ed esproprio dei terreni.. Ma se fino a ieri ci hanno detto che almeno quella strada la allargavano?!? A Brugarolo siamo rimasti con un pugno di mosche in mano, siamo cornuti e mazziati: non ci hanno dato nessun servizio pubblico, non ci allargano la strada per la piattaforma ecologica, via XXV Aprile è sistemata a metà, ma in cambio ci passa l’elettrodotto sotto le case e non sappiamo ancora perché visto che doveva passare in mezzo ai campi lontano dalle abitazioni!!! E il Comitato di Brugarolo cosa fa??? Hanno in mente solo le feste in maschera, i babbinatale e il carretto trainato dagli asini quelli.

    Francesco D.
    abitante di Brugarolo

    mercoledì 13 aprile 2011

    La coscienza sporca

    Ho letto sul Giornale di Merate le reazioni del sindaco sull’invito della Caritas ai meratesi ad accogliere i profughi. A parte il non capire perché l’articolista debba sentire un amministratore su un progetto della parrocchia, sono rimasto sconcertato dalle dichiarazioni di Andrea Robbiani, che non possono considerare il "mio" Sindaco perchè non mi posso sentire rappresentare da questa persona. “Io in ogni caso sono contrario... Quello dei profughi non è un problema italiano, tautomero brianzolo, ma è un problema di chi deve farsi carico tutta l’Europa”. Ma l’Italia non è in Europa? E la Brianza? Se c’è un problema lo si risolve e basta, non si può sempre fare lo scaricabarile e lasciare che ci pensino gli altri. “Ammesso che i profughi possano essere ospitati nelle case dei meratesi, resta da definire come abbiano intenzione di gestirli. Per quanto tempo si fermano? Cosa fanno durante la giornata? Chi li controlla? Come li gestiamo?” A casa mia io ospito chi voglio e non ho bisogno del permesso di nessuno. Se ospito una persona inoltre mi preoccupo anche di darle da mangiare altrimenti che ospitalità e?!? Non capisco poi perché bisogna controllare i profughi. Se rimangono in Italia è perché possono starci e sono liberi di muoversi e andare in giro senza cani da guardia appresso. Se commettono qualche reato verranno perseguiti come tutti, ma non è che perché uno scappa dalla miseria e dalla guerra allora è per forza un delinquente. Dopo la dimostrazione di razzismo mi auguro che il parroco don Luigi Conti quest’anno non voglia ancora lavargli il piedi al Giovedì Santo. Prima dovrebbe lavargli a fondo la coscienza e anche la bocca per le cattiverie e le bestialità che ha detto.

    Marco Airoldi

    PGT: la ritirata

    E’ stata pubblicata la Deliberazione di Giunta Comunale n° 29 del 29/03/2011 avente ad oggetto “Delibera di Giunta Comunale n° 129 del 20/10/2011 Avvio di procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nell’ambito della procedura di elaborazione del PGT - Revoca nomina autorità procedente”. Ad una prova vista è una questione tecnica e di riattribuzione delle responsabilità delle competenze, ma ad una più attenta lettura contiene informazioni molto interessanti. Mimetizzato tra i diversi punti c’è infatti il seguente passaggio:
    Considerato che l’Amministrazione, a seguito del primo deposito della documentazione effettuato il 30 luglio u.s. e di quanto emerso successivamente, ha valutato l’opportunità di aggiornare le previsioni del DDP apportando alcune modifiche che si possono così schematicamente indicare:
    1. eliminazione della previsione insediativa relativa all’ambito di trasformazione ATR 3, finalizzata alla ricollocazione di una attività produttiva, che presentava interferenze con il corridoio ambientale; 
    2. eliminazione della previsione insediativa relativa all’ambito di trasformazione ATR5, finalizzato ad un insediamento commerciale-terziario, che presentava elementi di criticità legati alla viabilità ed al carico insediativo; 
    3. ridefinizione delle strategie di acquisizione delle aree relative al Parco Urbano del Bagolino, legate alla difficoltà intervenute nel definire politiche perequative efficaci ed orientate alla valorizzazione della pubblica utilità; 
    4. ridefinizione funzionale della destinazione dell’immobile relativo alla Cascina Galli, in precedenza valutata come trasformabile in attrezzatura ricettiva e successivamente, anche alla luce delle mutate condizioni di mercato, riportata ad una destinazione funzionale residenziale
    L’ATR 3 si riferisce in buona sostanza all’ipotesi di trasferire il “marmorino” verso il confine con Calco. Anche la precedente Amministrazione aveva in animo l’operazione ma la Provincia l’ha bocciata perché la nuova area è nel corridoio ecologico. L’ATR 5 invece è la previsione di un insediamento artigianale, in via Laghetto, dove dovrebbe passare la tangenzialina tra Merate e Cernusco, che pertanto non si sarebbe mai potuta realizzare se l’ipotesi fosse stata portata a compimento In compensazione l’operatore avrebbe dovuto terreni in zona campo di calcio ed a Bagolino per la costituzione del PAU, il Parco Agricolo Urbano, dove il Signor Sindaco di Merate avrebbe tanto voluto realizzare un campo da golf. Il nostro Gruppo di “Insieme per Merate” ha sempre espresso perplessità su tutti e tre i progetti e adesso anche la Maggioranza ha finalmente convenuto che le nostre osservazioni erano e sono fondate e corrette. Ne prendiamo atto con soddisfazione. La quarta modifica concerne infine Cascina Galli che verrà messa all’asta e venduta.

    Bloggers

    martedì 12 aprile 2011

    Posta a giorni alterni

    Pubblichiamo il testo dell'interrogazione a risposta in Commissione  presentata dall'Onorevole Lucia Codurelli mercoledì scorso sulla situazione delle Poste nel Meratese

    Il 28 febbraio 2011 è stato reso operativo il nuovo Centro logistico e di distribuzione postale di Merate che avrebbe come obiettivi principali quello di garantire una maggiore efficienza operativa a vantaggio dell'utente finale grazie alla riorganizzazione e industrializzazione dei processi logistici e di recapito e ad uno smistamento della corrispondenza con maggiore velocità;
    sono oltre 32.278 i nuclei di famiglie servite dal Centro primario di recapito di Merate, a cui si aggiungono circa 4.319 attività commerciali, in un territorio che comprende i comuni di Merate, Airuno, Brivio, Calco, Imbersago, Cernusco Bombardone, Lomagna, Montevecchia, Olgiate Folgora, Osnago, Paderno d'Adda, Robbiate, Perego, Rovagnate, Santa Maria Hoè, Verderio Superiore e Verderio Inferiore;
    in una risposta ad una precedente interrogazione della firmataria del presente atto (5-02462 del 10 febbraio 2010) sui disservizi postali del territorio, il Governo rispondeva che «al fine di rendere più agevole l'organizzazione operativa è in fase di allestimento, a Merate, una nuova struttura che consentirà, già durante l'anno in corso, di accorpare tutti i portalettere del Centro Principale di Distribuzione in un'unica base logistica», e di conseguenza i problemi sarebbero stati superati;
    dopo più di anno dalla suddetta risposta purtroppo la situazione è la seguente: reclami per la mancata o ritardata consegna della corrispondenza (bollette arrivate già scadute, documenti, abbonamenti e corrispondenza importanti arrivati con grave ritardo, con ciò che ne consegue) da cittadini, esercizi commerciali e aziende. Inoltre, si registrano episodi di tensione preoccupanti all'interno di uffici postali (in particolare, a Robbiate, dove a fronte anche di una disponibilità da tempo espressa dall'amministrazione comunale per un trasferimento dell'ufficio postale in altra sede più consona. Poste Italiane non ha ad oggi dato alcuna risposta) che denunciano il mancato ricevimento della corrispondenza e i lunghi tempi di attesa per effettuare le ordinarie operazioni di sportello;
    tutto questo alla luce di quanto prevede lo schema di decreto legislativo n. 313 di recepimento della direttiva 2008/6/CE, che modifica la direttiva 96/67/CE per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali, il quale dispone che «è assicurata la fornitura del servizio universale e delle prestazioni in esso ricomprese, di qualità determinata, da fornire permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane, a prezzi accessibili all'utenza» e che «il servizio universale è affidato a Poste Italiane S.p.a. per un periodo di cinque anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, rinnovabili per ulteriori cinque anni per non più di due volte. Il rinnovo del contratto è subordinato al miglioramento di efficienza di Poste Italiane S.p.a., che il Ministero dello sviluppo economico verifica al termine di ogni periodo di affidamento sulla base di indicatori di efficienza definiti e quantificati con apposito provvedimento»;
    mentre il Ministro dello sviluppo economico e Poste Italiane s.p.a. hanno firmato il 12 novembre 2010 il nuovo contratto di programma 2009/2011 che attiene proprio alla gestione del servizio universale, ossia del diritto di ogni cittadino ad un'offerta di servizi postali a prezzi accessibili su tutto il territorio nazionale; il contratto di programma, siglato, attualmente in attesa di approvazione da parte del CIPE, contiene molti elementi di particolare criticità;
    il contratto di programma 2009/2011, siglato peraltro in ritardo rispetto alla scadenza del triennio precedente, sembrerebbe prevedere la possibilità di recapitare la posta e i giornali «a giorni alterni in presenza di particolari situazioni di natura geografica e infrastrutturale» in quei territori «con una popolazione inferiore a 200 abitanti per chilometro quadrato», fino ad «un massimo di un ottavo della popolazione nazionale. Tale ultimo parametro può essere soggetto ad un margine di tolleranza fino ad un massimo del 5 per cento»; secondo prime stime il nuovo regime postale a giorni alterni riguarda potenzialmente circa 10 milioni di utenti e investirebbe quasi 5 mila comuni; il medesimo contratto, inoltre, dovrebbe produrre effetti sulla rete degli uffici postali poiché consente di ridefinire l'offerta dei servizi secondo parametri più economici per l'azienda;
    sulla base delle notizie fino ad ora apparse sugli organi di informazione, questa gestione potrebbe determinare oltre 4.000 nuovi esuberi, che si aggiungerebbero ai 6.000 recentemente gestiti attraverso l'accordo sindacale del 27 luglio 2010 siglato con tutte le organizzazioni sindacali del settore;
    il contratto di programma, se non modificato, determinerebbe un impatto negativo su circa 10 milioni di utenti, trattati in maniera diversa in base alle caratteristiche del territorio in cui vivono; nelle aree meglio servite, dove la posta continuerà ad essere consegnata ogni giorno, si trovano gli abitanti dei grandi centri e delle aree più popolate del Paese; nella zona retrocessa sono inseriti i piccoli comuni e i luoghi con minore densità abitativa;
    il Governo così facendo consentirebbe a Poste Italiane di portare sempre più avanti il proprio ruolo avviato da tempo: non più società con la posta al centro della propria ragione sociale, ma ente sempre più concentrato su credito e assicurazioni, settori che assicurano notevoli profitti ma che hanno poco a che fare con il ruolo originario delle poste che dovrebbe essere prioritariamente quello di assicurare un servizio capillare di comunicazione per tutto il Paese, anche alla luce del fatto che lo Stato al fine di assicurare la fornitura, ancora oggi, su tutto il territorio nazionale delle prestazioni comprese nel servizio universale, versa ingenti contributi a Poste italiane spa -:
    quali iniziative intenda assumere al fine di garantire un corretto espletamento, del servizio pubblico, rispetto alla situazione richiamata in premessa, alla luce degli impegni assunti in sede di risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-02462 e delle indicazioni comunitarie in materia, delle finalità e dei contenuti presenti nel «servizio postale universale»;
    se il Governo sia consapevole delle ulteriori gravi conseguenze che potrà causate il suddetto accordo di programma, che prevede la riorganizzazione di Poste italiane nei confronti della popolazione, che usufruisce di un servizio comunque ridotto e che risiede prevalentemente in piccoli centri e territori marginali già pesantemente colpiti da decurtazioni e tagli operati dal Governo ad altri servizi essenziali, qualora non lenisse modificato attraverso i passaggi istituzionali dovuti.

    L’ecosostenibilità passa per l’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili

    Carissimi amici,
    chiediamo di diventare nel vostro comune,  ambasciatori di SOS Rinnovabili. L’obbiettivo è quello di trasmettere al sindaco del vostro comune il nostro appello, già sottoscritto da più di 50 mila Italiani, un numero destinato a crescere esponenzialmente, giorno dopo giorno sino all’ottenimento di quanto richiesto. In questo modo vogliamo responsabilizzare gli amministratori comunali che a nostro avviso sono i veri ed esclusivi titolari di decisioni che coinvolgono la vita quotidiana di ogni cittadino.
    Come si comprenderà attraverso questo atto simbolico si apre anche nel vostro comune il cantiere di SOS Rinnovabili.
    La lettera da consegnare al sindaco la si trova QUI...>> e in calce al testo. A messaggio consegnato vi preghiamo di inviarci una mail a coordinatori@sosrinnovabili.it con data, comune e nome del sindaco.


    Al mio sindaco,
    come lei sa, amministrare una città significa valorizzare le scelte e i modelli di vita, che rendono la residenza in questo territorio sostenibile, godibile e competitiva. Il modo in cui si produce e si distribuisce l’energia è uno dei fattori che determina l’indice di civiltà di un Paese.
    Anche i suoi concittadini vogliono che il nostro comune entri nella lista delle città vivibili e sostenibili.
    Da oggi questi cittadini, insieme ai loro amministratori, avvieranno un lavoro comune per raggiungere questi obbiettivi. L’unica possibilità di ecosostenibilità passa per l’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili, quello che noi definiamo il sole che fa.
    SOS Rinnovabili è un movimento nato per necessità per la salvaguardia delle energie rinnovabili in Italia, e si prefigge di poter rendere il nostro paese non dipendente da energie fossili e fissili, portando avanti una campagna di sensibilizzazione per rendere l’Italia un modello. Intendiamo anche promuovere, con le fonti rinnovabili, un modello a misura d’uomo: condominio per condominio, dove proprio il comune possa elaborare il suo piano regolatore dell’energia locale.
    Ci auguriamo di poterla annoverare tra i protagonisti di questa battaglia e fra i testimonial di questo sviluppo della nostra città. La cercheremo ancora con proposte e idee sapendo di poter contare sul suo impegno di essere il sindaco di tutti.

    Incontro con l'ex Assessore Provinciale all'Ambiente sull'acqua pubblica

    Questa sera, martedì, presso la sede del Circolo del PD di Merate di via Trento 26 (prima scala sulla destra entrati nella corte, salire la rampa fino alla porta in fondo), si svolge un incontro con l’ex Assessore Provinciale all’Ambiente Marco Molgora. Oggetto della riunione è  la gestione dell'acqua, in vista della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno. Marco Molgora è uno dei più qualificati a trattare il tema perchè durante il suo mandato, insieme al Presidente della Provincia Virginio Brivio, più si è adoperato affinchè il servizio idrico rimanesse in capo agli enti pubblici. La riunione è anche un'ottima opportunità per comprendere la complessa situazione delle società che si occupano del servizio idrico integrato. Spesso sentiamo parlare o leggiamo di “Idrolario”, “Lario reti holding”, “Acel service”, “Age”, “Ecosystem immobili”, di Ato… Ma cosa sono? Di cosa si occupano? Come sono composte? Quali i rapporti? Perché sono state fondate? Per questo l'invito è esteso sia ai sostenitori ed ai simpatizzanti del nostro Gruppo e del Circolo del PD, sia gli Amministratori locali interessati. Chiediamo la collaborazione di tutti nel far girare la voce e diffondere l'iniziativa. La serata, promossa dal Circolo del PD, prevede anche una discussione sul nucleare, sempre in preparazione dei referendum.

    Insieme per Merate

    lunedì 11 aprile 2011

    La tegola sulla testa delle associazioni

    Giovedì 31 Marzo si è tenuta la Commissione Comunale dei Servizi alla Persona. Uno degli argomenti all'ordine del giorno era la proposta dell'Assessore alla partita per la ripartizione dei contributi ordinari alle associazioni del settore socio-assistenziale.
    L'Assessore Emilio Zanmarchi ha esordito ricordando che secondo due decreti emessi nel 2010 i comuni sopra i 5mila abitanti non potranno più erogare i contributi alle associazioni e che il Sindaco di Osnago, Paolo Strina con una missiva ha posto all'attenzione della Corte dei Conti regionale tre quesiti a chiarimento dell'argomento..
    L'Assessore ha confermato quello che già aveva anticipato nella Commissione dell'1/07/2010, e cioè la volontà di non distribuire il contributo a pioggia su tutte le associazioni - come fatto l'anno scorso (400 euro a testa) - ma di dare a ciascuna associazione un contributo minimo (ha parlato di 100 euro) e assegnare il resto in base alle proposte di progetti presentati dalle associazioni. Ho chiesto all'Assessore se avesse discusso la cosa con le associazioni stesse e di rendere chiari ed evidenti i criteri di merito per assegnare i finanziamenti ai progetti presentati. A detta dell'Assessore la cosa è stata solo accennata alle associazioni ma non discussa con esse. Ma se lui decide così non c'e bisogno di discuterne. Lui lo comunica in Commissione, poi alla Consulta delle associazioni.
    Per quanto riguarda i criteri questi saranno:
    • progetti che forniscano effettivamente servizi alla popolazione, che altrimenti non li potrebbe avere
    • progetti che durino nel tempo
    • progetti che creino sinergie tra diverse associazioni.
    Una vera e propria tegola in testa soprattutto per quei sodalizi che, dalle sovvenzioni comunali, traggono buona parte della loro sussistenza, soprattutto se hanno un affitto per la sede da pagare.


    Achille Panzeri
    Consigliere Comunale
    di "Insieme per Merate"

    Il boccone amaro

    La seconda e la terza pagina de La Gazzetta di Lecco di sabato 9 aprile erano dedicate al tema dei posti auto in quel di Lecco. Anche lì è un problema. Sia chiaro che Lecco è diversa da Merate, quindi un discorso su pedonalizzazione con aree parcheggio esterne ha tutt’altro valore.
    Iniziamo dai numeri (che piacciono poco ma fanno capire bene): tolti i posti de  Le Meridiane, ci sono 3.400 stalli di cui circa 200 gratuiti. Indovinate un po’ di cosa ci si lamenta? C’è sosta selvaggia e i posteggi sono quasi vuoti. Però che tirchi questi lecchesi: il costo massimo di un’ora è 1,5€: venissero a Merate!
    Non si può non concordare con la conclusione dell’articolo (e in parte con il nostro Sindaco Andrea Robbiani): le auto dovremmo lasciarle “fuori” e il centro sarebbe da raggiungere a piedi, in bicicletta o col bus-navetta. In un mondo perfetto. Già ho scritto sul blog quanto un centro pedonale migliorerebbe la qualità della vita, o almeno dello shopping. Ma viviamo in un contesto di umana imperfezione, e siamo tutti giustamente pigri. O pressati da esigenze di rapidità, in ogni caso niente passeggiatina.
    Veniamo al nocciolo della mia considerazione: nessuno vuole pagare per i contenuti reperibili in internet, per l’aria che respira e per posteggiare l’auto. Sbagliamo? Forse sì, ma ormai è così; se poi la contribuzione richiesta è sproporzionata al servizio, l’utente si fa una risata. Non sarà il silos dell’Area Cazzaniga a farci cambiare idea sui parcheggi e non sarà la siae a farci cambiare idea sulla musica scaricata. Verrà un giorno, direbbero a Pescarenico di Lecco, verrà un giorno … in cui forse la gente cambierà idea, ma fino ad allora che senso ha ostinarsi a tenere parcheggi contornati d’azzurro e semivuoti? E se a Merate c’è chi paga, non è perché condivide le tasse indirette, bensì perché vale il detto “o questa minestra o salti la finestra”: o tiri fuori i soldi o ti fai chilometri a piedi. Solo se i cittadini camminassero volentieri, e non perché è loro imposto, sarebbe accettabile l’attuale tendenza macchina-fobica.
    Conclusione dedicata alla Giunta: per far digerire l’esborso monetario, basterebbero pochi accorgimenti, come ad esempio diminuirlo a livelli oggettivamente adeguati.


    Edoardo Zerbi

    domenica 10 aprile 2011

    Ingresso alle medie: quando gli studenti "diventano" un problema

    Giovedì 30 marzo alle ore 11 la componente genitori del Consiglio di Istituto nelle persone di Luisa Magni, Isabella Mauri, Franca Rosa, Michele Bossi ed Ennio Airoldi insieme al Dirigente Angelo Colombo è stata incontrata dall'Amministrazione Comunale nelle persone del Sindaco Andrea Robbiani e dell'Assessore all'Istruzione Emilio Zanmarchi. Noi abbiamo evidenziato alcune criticità. La risposta del Comune può essere sintetizzata nei tre punti:
    1. per questioni di viabilità via Manzoni non può essere chiusa al traffico
    2. assicurazione di una presenza costante di vigilanza
    3. promessa di mettere in sicurezza e rendere vivibile l'area entro settembre.
    Le criticità riportate dalla componente genitori circa il nuovo ingresso per le Secondarie di primo grado (vedi la lettera inviata all'Amministrazione Comunale 25 marzo 2011) rilevate dopo diversi giorni di osservazione da parte della stessa e a seguito di numerose segnalazioni da parte dell’utenza riguardano il fatto che riteniamo l’area non è adeguata alla sosta obbligata, seppur temporanea, di circa 300 minori per i seguenti motivi:
    • muretti e percorsi labirintici
    • scale scoscese
    • anfratti nascosti, bui e degradati
    • accesso libero agli ascensori del parcheggio
    • zona erbosa impraticabile in caso di maltempo
    • zone di accesso che si incrociano con il traffico veicolare (parcheggio, via Quintaberta)
    • assenza di telecamere
    • presenza di rifiuti pericolosi: vetri, sigarette.
    A questo si aggiunge che:
    • gli alunni, all’ingresso, sono completamente soli per almeno 15/20 minuti (soprattutto quelli che usufruiscono del trasporto)
    • è praticamente costante l’incontro con gli alunni della Istituto Clerici
    • in assenza di qualsiasi sorveglianza sono possibili e già in atto, alcuni comportamenti scorretti e pericolosi: arrampicata sui muri, passeggiate sui muretti, spintoni nei pressi delle scale. Vogliamo inoltre ricordare che il fenomeno del bullismo trova in questo tipo di condizioni, terreno estremamente fertile.
    Permetteteci , in ultimo, di sottolineare l’importanza storica e il prestigio della Scuola Secondaria Manzoni che, con l’attuale soluzione di ingresso, non viene valorizzata come patrimonio di tutti cittadini a partire dagli alunni che la frequentano.
    Proponiamo,quindi, di ripristinare l’ingresso da via Manzoni, incanalando gli studenti che usufruiscono del trasporto sul marciapiede che collega la pensilina alla via Manzoni in presenza, ovviamente, di un adeguata sorveglianza da parte della Polizia Municipale. Per quanto riguarda l’uscita si può pensare di separare gli alunni facendo defluire i ragazzi che usufruiscono del trasporto da dietro a patto, ancora una volta, che ci sia un’adeguata sorveglianza.