sabato 1 ottobre 2011

Dove passa la Lega non cresce più l'erba e neanche gli alberi

Tigli sì tigli no? Bho chi lo sa… L’Assessore all’Ambiente Massimiliano Vivenzio dice si sì, che verranno ripiantati, ma i progetti dicono siano altri. Altro che parcheggi! Magari fossero solo i parcheggi! Il borgomastro verde padano sussurrano in comune vuole rifare completamente il viale Lombardia. La strada verrà allargata e piastrellata col porfido, le due corsie saranno divise da fioriere, necessariamente i marciapiedi saranno ristretti e tutti gli alberi sradicati. Si è cominciato con 17 (il numero porta davvero sfortuna) per arrivare nel 2012 agli altri 70 rimasti in piedi e scampati alla furia dei nuovi barbari. Centocinquenni di storia bruciati in un mandato dei pidielciellinileghisti. Dove passano le truppe del Carroccio non cresce più l’erba. E neanche gli alberi. E per fortuna che nel loro programma elettorale promettevano: “La nostra politica ambientale sarà tesa a realizzare nei fatti un modello di sviluppo sostenibile della città, che vedrà la nostra amministrazione impegnata su molteplici fronti, quali… il rimboschimento delle aree verdi”.

Max

venerdì 30 settembre 2011

Promesse da marinaio

(Clicca sull'immagine per leggere le "promesse")
Riusciranno i nostri eroi a realizzare entro il 19 dicembre 2011 gli impegni presi a Pontida il 19 giugno 2011?

Ernesto Passoni

Piano Cave provinciale, work in progress

Il varo della prima bozza di studio del nuovo Piano Cave della Provincia di Lecco ha fatto nascere le prime animate discussioni, mostrando da subito alcuni spunti di approfindimento. Il tema delle cave è, da sempre, un tema sensibile in tutti gli strati della popolazione, per l'ovvia ricaduta ambientale che esso comporta. E' un tema, pertanto, che deve essere affrontato con la massima serietà e serenità, senza lasciarsi travolgere da posizioni pregiudiziali che rischiano di non far inquadrare correttamente l'argomento.
Innanzitutto, è necessario rendersi conto che l'estrazione di materiali inerti è attività fondamentale per l'approvvigionamento di materia prima per il settore delle costruzioni e, pertanto, è attività insopprimibile tout court. Due devono essere le leve che muovono il pensiero dell'amministratore e dell'operatore economico: la massima salvaguardia ambientale nel rispetto dell'economicità dell'intervento; la massima riduzione nell'utilizzo di materiali vergini a favore del riciclo e del riuso (sull'esempio dei paesi scandinavi e della mittle Europa).
I punti focali su cui dovranno lavorare gli estensori del piano sono, in breve i seguenti:
1 inserimento di tutte le aree degradate da recuperare consentendone uno sfruttamento economico al solo fine di ripristinare l'assetto ambientale dell'area e, quindi, successivamente restituire la stessa al territorio (per scopi ambientali ed affini). In particolare pensiamo alla Cava ex Mossini ed alle fornaci di Bagaggera, aree degradate che, proprio perchè inserite in ambiti di Parco, devono essere rese ancora momentaneamente sfruttabili per essere finalmente recuperate (nessuno può pensare di mantenere vivo un ecosistema senza soldi o per mezzo di denaro di pubblico!)
2 stralcio dei nuovi ambiti di cava inseriti in territorio altamente antropizzati. Com'è possibile pensare di aprire una cava oggi ad Osnago, a Verderio oppure a Missaglia?? o a Merate?? Sono questi territori dove la densità abitativa è elevatissima e dove le rare aree verdi devono essere salvaguardate, evitando lo smembramento di ulteriori fasce ambientali. Si sono inventati i corridoi ecologici e poi si fanno delle cave? Peraltro, nota a margine, trattasi di territori nei quali i quantitativi di materiali escavabili sarebbero in ogni caso molto ridotti, non giustificando quindi interventi così radicali.
Il Piano Cave deve recuperare l'esistente, ampliare quelle realtà già esistenti contenendo l'impatto ambientale ed essere sprone per l'evoluzione del mercato del recycling. Credere nella continua apertura di nuovi giacimenti di inerti è, ormai, fuori dal tempo; molto più intelligente è favorire ed incentivare le attività di recupero e trasformazione.
Speriamobene

giovedì 29 settembre 2011

La conferma che i tigli di viale Lombardia saranno ripiantati ci rassicura

In risposta alla lettera inviata al blog di Insieme per Merate dall’Assessore all’Ecologia e Vicesindaco, terrei a precisare che la richiesta di visionare la documentazione circa le problematiche dei tigli di viale Lombardia era dettata dalla volontà di valutare tutti insieme altre possibili strade da percorrere. Dell’intervento si era parlato in qualche Commissione Ambiente e Territorio del passato, ma senza approfondire l’argomento e soprattutto senza ricevere garanzia circa la ripiantumazione degli alberi. Se l’argomento fosse stato portato in una Commissione più recente e con particolari più precisi e approfonditi nessuno probabilmente avrebbe richiesto altre spiegazioni né io sarei ricorso alle vie formali. Questo deve insegnare per il futuro che il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali comunali è molto importante per evitare inutili polemiche e strumentalizzazioni.
Ringrazio comunque Massimilino Vivenzio per le sue precisazioni e soprattutto per la rassicurazione che i tigli verranno sostituiti con altri tigli. Questa conferma tranquillizza tutti, non solo noi Consiglieri Comunali, ma soprattutto i numerosi cittadini che ci hanno interpellato per avere informazioni e garanzie che viale Lombardia, luogo storico e simbolo di Merate, non verrà snaturata e continuerà a mantenere la sua peculiarità di viale alberato.
Distinti saluti

Roberto Riva
Consigliere Comunale di Insieme per Merate

I tigli di viale Lombardia verranno ripristinati

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Se la relazione tecnica ha stabilito che le piante erano pericolose comprendiamo che non si sia potuti procedere altrimenti che all'abbattimento. Quello che ci preme è però la garanzia che, nei tempi e nei modi opportuni, tutti i tigli rimossi vengano sostituiti con altri tigli. Ad oggi questa assicurazione non è stata ancora fornita ufficialmente.

In relazione alla richiesta di convocazione della commissione ambiente e territorio, sarò ben lieto di illustrare ufficialmente ai consiglieri ed amici Riva ed Adobati le ragioni per cui non era possibile differire oltre l'intervento. Le condizioni delle piante rendevano le stesse di alto rischio e la riprova e' stata data dalle condizioni riscontrate dopo il taglio.
Il consigliere Albani già da tempo mi aveva segnalato l'opportunità di approfondire la questione sul taglio e valutare le modalita' di ripristino.
Per il primo punto, non ho potuto far altro che prendere atto del grave rischio che rappresentavano le piante, ormai cave o comunque fortemente pregiudicate.
Per il secondo è fuori di dubbio che si interverrà con il ripristino, ottemperando a quanto prescritto dalla commissione per il paesaggio.
Abbiamo un po' di tempo a disposizione per ragionarci su.
Le possibilità e le proposte sono ben accette.
Nel rispetto, naturalmente, del contesto e dei cicli biologici delle piante.
Cordiali saluti.


Massimiliano Vivenzio
Assessore all'Ecologia e Vicesindaco di Merate

"C'è un'evidente incapacità programmatica"

In Consiglio Comunale ci sono state le variazioni di Bilancio. Scegliendo a caso tra i verbali delle deliberazioni di Bilancio dell’Amministrazione Albani guardate cosa ho trovato…
«La dichiarazione di voto è voto contrario, per il semplice motivo che al di là del fatto che, ripeto, c’è ogni volta questo ritornello su queste spese: “Bisogna diminuire, il patto di stabilità”, eccetera; adesso spero che queste nuove finanziarie che farà l’illuminato Governo di Prodi vi diano soldi a pioggia, così ce la leviamo di torno anche ‘sta “rottura di scatole”, perché veramente non se ne può più!... Cioè, ritorniamo a bomba su quello che dicevo prima, c’è un’evidente incapacità programmatica... Torniamo al discorso di prima, delle scorte date agli ex Ministri, eccetera: visto che voi avete due parlamentari di centro-sinistra del lecchese, fategli fare una bella proposta di legge per togliere tutte le scorte ai Presidenti della Repubblica, vecchi, che ce l’hanno a vita, ai Presidenti del Senato e della Camera, vecchi e nuovi, che ce l’hanno a vita, fate fare una proposta alla Codurelli e a quell’altro, Rusconi, che passa la vita solo a tagliare i nastri con le forbici, fategli fare queste proposte di legge! Basta parole, è ora di cominciare ad essere operativi! E poi fatevi fare da questi qua una proposta di legge per farvi dare il famoso 6,5% che ci spetta di diritto come risorse IRPEF, no? Visto che adesso avete tutto! Bravo, anche con effetto retroattivo, di 15 anni prima, però fatelo, basta chiacchiere, perché prima governavano gli incompetenti, i ladri e i farabutti, perché la cosa peggiore che si poteva dire era questa, adesso governate voi, siete gli illuminati, dimostrateci che siete bravi!»
A parlare nel 2006 era Andrea Robbiani, in quel momento camicia verde di lotta e non di governo come ora. In buona sostanza criticava la vecchia Giunta per le continue variazioni sinonimo di incapacità di programma e invitava a tirare la giacchetta i parlamentari del Centrosinistra per ottenere “il famoso 6,5% che ci spetta di diritto come risorse IRPEF". Comunque sono tutti uguali i verbali con le sue dichiarazioni sulle variazioni di Bilancio, sempre la stessa solfa, basta veramente scaricare dal sito del Comune uno a caso e si trovano sempre le stesse frasi.
Sono passati cinque anni. Adesso c’è lui al potere, le variazioni sono aumentate. Sono un po’ tonto e non capisco bene di finanza, ma se le cose stavano come dice lui allora anche l’attuale Sindaco, cioè lui, non è capace di effettuare una corretta programmazione!!! E adesso che è lui il Sindaco e a Roma ci sono i suoi amici di partito dovrebbe essere lui a chiedere i soldi che “ci spettano”!!! Invece non ha avuto neanche il coraggio di protestare contro la finanziaria, perché tanto è “inutile”. Notare anche l’offesa (sì l’offesa, proprio lui che piange se gli viene detto che con le sue decisioni non fa l’interesse del Meratesi!!!) al Senatore Antonio Rusconi, che passerebbe la “vita solo a tagliare i nastri con le forbici”. Eh già, perché cosa fanno i suoi compagni della Provincia, della Regione e del Governo?!? Passerelle, solo passerelle, ma sono del suo partito e allora va bene!!! Ma ormai lo sanno tutti, predicava bene ma razzola male, malissimo!!!

R.I.

mercoledì 28 settembre 2011

Un brutto Consiglio Comunale

Riceviamo e pubblichiamo, fotografia e didascalia compresa
Verde di camicia e di rabbia
 Quella di ieri è stata un brutto Consiglio Comunale.
Per tutti, ma soprattutto per il nostro (non) Sindaco Andrea Ambrogio Robbiani che come al solito ha perso le staffe e si è esibito in una deprecabile performance. Si può comprendere che venire accusati di essere galoppini dei generali della Lega Nord dia fastidio e molto pure, anche perché effettivamente in alcune occasioni ha dimostrato di non guardare in faccia a nessuno, né a Umberto Bossi né a Silvio Berlusconi. Ma ciò non giustifica piazzate più degne da saloon o osteria che da Assise Consiliare. Se vuole essere veramente Sindaco di tutti i Meratesi come rivendica, allora cominci dal contegno e dal rispetto delle buone maniere che il ruolo e la fascia tricolore che si onora di indossare gli imporrebbero. Chi ha davanti sono esponenti istituzionali eletti dalla popolazione e meritano comunque e sempre stima e garbo, meritano di poter parlare quando vogliono, di poter dire la loro anche se lui non gradisce.
Sarebbe ora che la smettesse anche con la storia che “Insieme per Merate” è la lista del PD. Achille Panzeri non è iscritto al Partito Democratico, non lo è Gabriella Mauri, non lo è Roberto Riva e forse non lo è più nemmeno Giovanbattista Albani. Il PD è una componente di “Insieme per Merate”, importante, forse la più importante, ma non l’unica. Diverso è il caso della sua di lista composta tutta da tesserati alla Lega Nord o al Popolo delle Libertà e che nel simbolo comprende gli stemmi dei due partiti. Non c’è da vergognarsi. La militanza non è un demerito, anzi. Ma sostenere che alcune persone siano iscritte a un movimento quando non lo sono è raccontare palle e basta. E le bugie non si devono raccontare, specie in ambito pubblico.
La pianti poi per cortesia di rivangare il passato e di manipolarlo a suo piacimento. Non se ne può più dei suoi “ma voi avevate detto”, “voi avevate fatto”, del suo tirare in ballo Mortadella Romano Prodi, Gianni Alemanno e Tizio Caio e Sempronio. Non ha la stoffa, non è capace di formulare un discorso compiuto su questioni più grandi di lui, lasci perdere e si concentri sul presente e su Merate che è già abbastanza ed è quello che gli viene richiesto. Quindi la prossima volta magari si beva una camomilla e se non basta conti fino a dieci prima di aprire bocca e se dieci è poco arrivi a cento. E se non sa reggere alla pressione, vuol dire che l'attività amministrativa non gli si addice, passi la mano. E qualche volta si rilegga i verbali su come si comportava lui, cosa diceva, quali mozioni proponeva, quali appunti muoveva quando era dall'altra parte. Rinfrescarsi la memoria non può fare solo che bene e aiutarlo a mantenere un minimo di coerenza.
Purtroppo è stato brutto anche per il nostro Battista Albani. A cosa serve rivangare sempre indietro, citare episodi dell’altro ieri?!? Prima di citare vicende antiche dovrebbe inoltre informarsi e documentarsi bene, altrimenti rischia continue cantonate e gaffe. Mi riferisco alla storia delle critiche alle variazioni di bilancio imputate ad Andrea Massironi, quando in verità la menava Andrea Robbiani. Male pure Roberto Riva: non si abbandona la seduta. Si deve rimanere, ascoltare fino alla fine e poi replicare punto su punto. Starsene tranquilli e zitti a sentire le castronerie e gli sproloqui farneticanti non deve essere facile immagino, mordersi la lingua di fronte ad alcune bestialità nemmeno, ma è stato eletto, lui come gli altri, e il mandato esige che sappia sopportare i vaneggiamenti del Sindaco.
Stupefacenti invece le dichiarazioni di Achille Panzeri. Forse forti, ma ci stanno nell'ambito della dialettica e del gioco delle parti. Ha lanciato la provocazione e il Borgomastro si è tuffato dentro a pesce perdendo completamente la calma e la trebisonda.
Conclusione: spero che i due anni e mezzo che restino trascorrano in fretta e senza troppi danni. E poi che le zavorre che non sanno guardare avanti lascino il posto e chiudano il ciclo. Andrea Robbiani, Andrea Massironi, Aldo Castelli, Battista Albani, rischiate di essere un impedimento. Avete dato tanto, meritate il massimo della gratitudine, specialmente Albani, rappresnetate la storia di Merate, ma con voi e tra voi il dialogo è impossibile, rischiate di essere un impiccio vostro malgrado.

Infiltrato

P.S.: Peccato che quasi nessuno segua i Consigli Comunali. Sono uno spettacolo gratuito. Ma specialmente se ci fosse più gente in tanti si renderebbero conto di che Sindaco abbiamo e di come si comporta, senz ala mediazione dei blog o dei giornali che ultimamente scrivono solo quello che conviene loro in base agli accordi presi o alla tifoseria di parte!!!

Dum Romae consulitur municipia expugnantur

Riportiamo l'intervento del nostro Consigliere Comunale Achille Panzeri letto durante il Consiglio Comunale di martedì sera durante la discussione del quarto punto all'ordine del giorno. Al termine della dichiarazione i Consiglieri di Insieme per Merate hanno abbadnonato l'Aula in segno di dissenso verso il Sindaco Andrea Robbiani che non ha aderito alla manifestazione indetta dall'ANCI.

Egregio Signor Sindaco,
a questo punto all’ordine del giorno, il gruppo di Insieme per Merate lascia la seduta del Consiglio Comunale per mostrare il suo disappunto nei confronti della sua scelta di non aderire alla giornata di protesta organizzata dall’ANCI contro i tagli ai comuni.
Nei mesi scorsi abbiamo apprezzato la sua partecipazione alle manifestazioni di protesta dei Sindaci dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, organismo bipartisan guidato dal leghista Fontana, Sindaco di Varese, per i pesanti tagli alle risorse dei Comuni previsti dalla manovra finanziaria.
Ci saremmo aspettati da Lei l’adesione anche alla giornata di mobilitazione del 15 settembre u.s., sempre organizzata dall’ANCI, che prevedeva anche la convocazione di un Consiglio Comunale aperto alla popolazione per illustrare le difficoltà a cui si sarebbe dovuto far fronte in conseguenza della manovra.
Ciò invece non è avvenuto!
Lei, invece, ha preferito obbedire al diktat del suo Partito, la Lega Nord, che ha diffidato i suoi Sindaci dall’aderire alla protesta.
Ancora una volta Lei ha scelto di schierarsi con il Partito e non con la popolazione che governa e che lo ha eletto, in perfetta sintonia con una logica di occupazione del potere, la logica di “Roma ladrona” a cui la Lega si sta ben assuefacendo, contro una logica di solidarietà e vicinanza ai meratesi, perché - noi pensiamo - che Lei, signor Sindaco, sia meratese e sindaco di tutti i meratesi, prima che militante della Lega.
Ci rammarichiamo dell’occasione persa per mandare a Roma un segnale forte di protesta anche da Merate! - che, lo ricordiamo, subisce un taglio dei trasferimenti dallo Stato di 537.000 € per il 2012.
Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur” (Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata) ndr) scriveva Tito Livio e noi oggi gli facciamo eco con un “Dum Romae consulitur municipia expugnantur”. I tagli alle amministrazioni locale graveranno sui cittadini sia con un ridimensionamento dei servizi offerti e delle opere pubbliche da realizzare, sia con un inasprimento della pressione fiscale locale.
La speranza che una maggiore autonomia dei ceti politici locali potesse generare una nuova classe dirigente viene ulteriormente frustrata.

Achille Panzeri
Consigliere Comunale di Insieme per Merate

martedì 27 settembre 2011

C'era una volta il federalismo

A seguito della serie dei nuovi tagli approvati dalla manovra di agosto da parte del Governo di Silvio Berlusconi ai trasferimenti comunali, l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comune Italiani,che rappresenta i Sindaci, aveva promosso la scorsa settimana una manifestazione a cui il Primo Cittadino di Merate, non ha aderito, come impostogli dal capo del movimento Umberto Bossi, né ha sentito alcuna esigenza di portare all’attenzione della popolazione lo scenario che si stava delineando. Ad esempio avrebbe potruto convocare un Consiglio Comunale aperto
I Sindaci che avevano invece accolto la proposta formulata dal Sindaco di Varese di fede leghista Attilio Fontana, che era presidente di ANCI Lombardia, stanno sostenendo, in modo bipartisan, che l’estensione delle regole del patto di stabilità interno a tutti i Comuni (compresi quelli sotto i 5.000 abitanti, prima esclusi) e soprattutto il nuovo pesante taglio ai trasferimenti dallo Stato agli enti locali (pari a 537.000 euro per Merate per il 2012) costituiscono una grazia per la fiducia della gente nei confronti delle istituzione locali.
I tagli alle Amministrazioni locali graveranno sui cittadini, sia nel caso di ridimensionamento dei servizi offerti, sia in quello di inasprimento della pressione fiscale locale.
Con tale scelta il Sindaco di Merate distrugge la fiducia che una maggiore autonomia dei ceti politici locali possa generare una nuova classe dirigente, possibilità che il suo movimento aveva abbondantemente rappresentato.
La sua convinzione che accordarsi con i Sindaci del meratese su iniziative comuni sia inutile, fa inoltre arretrare le aspirazioni di Merate di essere capofila di qualche cosa.
Al Sindaco Andrea Robbiani, cittadino italiano di fede leghista, spettava l’onore di sostenere le ragioni di un territorio. E' emerso invece il leghista Andrea Robbiani, da questo momento maggiormente isolato dalla sua città, ma soprattutto dal suo ruolo.


Cesare Perego
Capogruppo Consiliare di "Insieme per Merate"

Abbattimento dei tigli di viale Lombardia: chiediamo che vengano ripiantati

Pubblichiamo la richiesta di convocazione della Commissione Ambiente e Territorio presentata dal nostro Consigliere Comunale di Insieme per Merate e dal Consigliere Comunale del gruppo Robbiani Sindaco Massimo Adobati per trattare la questione dell'abbattimento dei tigli di viale Lombardia.


Al Cortese attenzione
del Presidente della Commissione Ambiente e Territorio
Consigliere Comunale John Patrick Tomalino


Oggetto: Richiesta di convocazione della Commissione in ordine al taglio di 17 tigli in viale Lombardia

I sottoscritti Commissari della Commissione Ambiente e Territorio chiedono, a norma del Comma 4, Art. 11 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari”, la convocazione della Commissione Ambiente e Territorio, per porre quale punto all’ordine del giorno la visione delle deliberazioni dei vari Organi Istituzionali che sono stati interessati all’intervento in oggetto.
In particolare ci preme conoscere, come ed in quali tempi, si intenda procedere per la ripiantumazione delle essenze tagliate.
Si suggerisce inoltre, in attesa di una più approfondita valutazione dell'intervento, di sospendere i lavori in oggetto e di rimandarli a dopo l'analisi della situazione da parte della Commissione.
In attesa di cortese riscontro porgiamo
Distinti saluti


I Consiglieri Comunali
Roberto Riva del gruppo Insieme per Merate
e Massimo Adobati del gruppo Robbiani Sindaco


Merate, 26 settembre 2011

lunedì 26 settembre 2011

Il federalismo della Lega Nord è un nuovo centralismo regionale

Ho seguito il dibattito relativo alle azioni di protesta dei sindaci ed allo smarcamento dei primi cittadini leghisti; per leggere esattamente le ragioni dell’abbandono del campo da parte della Lega é opportuno capire cosa è successo in questi anni e soprattutto fare chiarezza circa lo stato delle cose e le prospettive future.
Il quadro generale entro il quale ci troviamo risente fortemente dell’azione di progressivo smantellamento del concetto di bene comune e di servizio pubblico che, tramite l’azione del governo, dei media e della cultura prevalente, è stato soppiantato dall’idea di rapporto tra venditore e consumatore.
Nella tradizione italiana i Comuni sono sempre stati il centro ed il riferimento diretto dei cittadini per quanto attiene i servizi pubblici, i servizi sociali, i diritti connessi alla persona; gli italiani hanno sempre considerato, non per caso, gli amministratori locali in maniera ben diversa rispetto alla “casta”.
Il ritardo nel costruire una risposta non conservatrice al poderoso attacco della Lega e della destra al sistema solidale, ha consentito alle forze più brutalmente liberiste di distruggere progressivamente il ruolo degli enti locali per sostituirlo con una visione di “federalismo” che è in realtà l’idea di un nuovo centralismo su base regionale.
Dalla vittoria della destra e del leghismo nel 2001 abbiamo assistito ad un arretramento della spinta al decentramento che timidamente era stata avviata nella stagione dell’Ulivo, i Comuni sono stati privati progressivamente delle risorse proprie e sono tornati ad essere dipendenti in maniera quasi totale dalla finanza trasferita da Stato e Regione, oppure da contributi elargiti in maniera discrezionale dall’onorevole di turno.
La malagestione di alcune società pubbliche, gli sprechi nella pubblica amministrazione che hanno caratterizzato alcune realtà, sono diventati il pretesto per imporre il modello della privatizzazione dei servizi; le giuste richieste di efficienza avanzate dai cittadini sono stata strumentalizzate per attaccare indiscriminatamente tutto ciò che è pubblico.
Il Patto di Stabilità imposto agli enti locali ha previsto tagli indiscriminati eseguiti percentualmente, senza indicare i livelli di servizi da garantire ai cittadini, i limiti di spesa per i servizi, le dotazioni ottimali di personale; la mancanza di coraggio nell’indicare esplicitamente i casi di cattiva amministrazione hanno prodotti tagli generalizzati che finiscono col penalizzare proprio i Comuni più virtuosi.
Il Governo in carica ha aggiunto a questa situazione l’imposizione della privatizzazione forzata dei servizi pubblici e dei beni comuni, a partire dal servizio idrico.
Lo scorso mese di maggio i cittadini italiani, scuotendo fortemente il quadro politico, hanno votato con una maggioranza schiacciante l’abrogazione dell’articolo 23/bis, dichiarando senza ombra di dubbio la loro contrarietà alla cessione ai privati dei servizi e dei beni comuni; rimettendo così i Comuni al centro della gestione dei servizi.
Approfittando della drammatica situazione economica internazionale che ha imposto manovre drastiche di rientro del debito pubblico, il Governo di centrodestra ha inserito vincoli economici che impongono ai Comuni la cessione delle società pubbliche, negando di fatto ai cittadini il rispetto del voto referendario.
Appare evidente che nell’ambito della costruzione di un programma di rilancio del Paese debbano essere ripresi e riproposti alcuni temi che sono costitutivi della storia della democrazia italiana, a partire dalla centralità delle comunità locali che sono il nucleo fondativo dell’Italia e della sua cultura amministrativa, senza bisogno di scomodare Alexis de Tocqueville che le faceva discendere addirittura dalla volontà divina.
Per fermare la progressiva distruzione della grande tradizione amministrativa locale, occorre un progetto che riduca fortemente gli sprechi ma mantenga le forme della rappresentanza e della democrazia, serve la definizione di un disegno di articolazione delle Istituzioni che indichi per ogni livello ruoli, funzioni, costi ottimali, dotazioni e risorse certe, ovviamente dirette e non trasferite.
Solo così - dimostrando che si riducono i privilegi ma si mantengono le rappresentanze dei cittadini e le funzioni degli organismi territoriali di prossimità e tutelando i livelli amministrativi che i cittadini percepiscono come rappresentanza e non come “casta” - sarà possibile superare il clima di odio nei confronti della politica, ormai considerata nemica, che sta scuotendo le fondamenta del sistema democratico.
Lo stesso principio dovrà essere la base del ragionamento per la ridefinizione del ruolo degli enti pubblici nelle società che gestiscono i servizi, anche in questo caso l’imposizione di costi certi, di qualità dei servizi da erogare, di eliminazione delle sacche di privilegio e di clientelismo, sono il solo strumento per evitare la privatizzazione.
Occorre una normativa specifica su questo tema, un insieme di norme che unisca la gestione pubblica all’efficienza, molte realtà esistenti in Italia dimostrano che è possibile, sbugiardando il pensiero corrente del privato è bello.
La partita per il futuro si gioca tra due diverse impostazioni, quella del centralismo, statale o regionale poco cambia, contro quella del decentramento; su questo i sindaci sono chiamati a dare battaglia.

Marco Molgora
Ex Sindaco di Osnago