sabato 9 ottobre 2010

I leghisti sull'Area Cazzaniga hanno il naso lungo e le gambe corte

Il Capogruppo dell'epoca della Lega Nord Bruno Mauri, suocero dell'attuale Sindaco Andrea Robbiani, ha votato favorevolmente il progetto di riqualificazione di piazza Monsignor Natale Basilico. Quelli del Carroccio sono responsabili come tutti dello scempio urbanistico, ma almeno quelli di "Insieme per Merate" hanno chiesto scusa e riconosciuto l'errore, mentre le Camicie verdi hanno la faccia tosta di sostenere che erano contrarie.

Il Segretario della Lega Nord della Sezione di Merate Alessandro Zanini ha diramato un comunicato sull’Area Cazzaniga in cui sostiene che il Movimento che rappresenta “ha avuto una posizione critica nei confronti di questa scelta urbanistica e non intende quindi celebrare il raggiungimento di questo traguardo in modo trionfalistico” (vedi La Provincia di Lecco del 7 ottobre a pagina 67 nella sezione delle lettere che anche loro che sono filo-padani si sono vergognati di pubblicare una simile castroneria in maggior evidenza). Gli consigliamo però di approfondire la storia locale (clicca sul testo evidenziato per conoscere la vicenda) alla quale il suo Partito dovrebbe tenere molto e di andarsi a rileggere i verbali delle diverse Commissioni e dei Consigli comunali in cui si è parlato della riqualificazione di piazza Monsignor Natale Basilico. Quelli del Carroccio infatti non si sono mai, mai, mai opposti al progetto dell’architetto Marco Casamonti voluto dall’ex Sindaco Dario Perego. Anzi. Durante la riunione di Commissione Urbanistica, Ambiente e Territorio del 18 aprile 1996 avente ad oggetto “Progetto di massima preliminare relativo alla sistemazione dell'area Mons. Basilico” il Capogruppo dell’epoca del Carroccio Bruno Mauri, suocero del presente Primo Cittadino Signor Andrea Robbiani (nda: come Umberto Bossi col Trota?), sostenne testualmente: “Il progetto è complessivamente buono; l'anfiteatro suscita perplessità a causa della profondità eccessiva; l'utilissimo parcheggio di via Rondinella, appena realizzato con un costo di 55 MLit, va mantenuto anche se mascherato con alberi per inserirlo nel progetto. Molta attenzione va posta ai costi”. Posizione ribadita nella successiva seduta di Consiglio comunale del 24 aprile in cui votò a favore dell’opera. Gli unici che votarono contro furono i Consiglieri di Minoranza Ernesto Passoni e Pier Paolo Arlati. Il Consigliere comunale di Maggioranza Lidia Zappa in segno di protesta e di contrarietà invece non si presentò proprio in aula. Quindi quelli della Lega Nord sono responsabili tanto quanto gli altri sul disastro dell’Area Cazzaniga. Con una differenza: Giovanni Battista Albani e Lanfranco Consonni che fanno parte o ne hanno fatto in passato del Gruppo di “Insieme per Merate” hanno almeno avuto l’umiltà di riconoscere l’errore e di dissociarsi dalle scelte compiute a vario titolo in passato. Le Camicie verdi “dure e pure” invece non solo non hanno mai domandato scusa ai Meratesi ma hanno pure la faccia tosta di sostenere che hanno avuto una posizione di dissenso su quel comparto. Ci sono due tipi di bugie: quelle dal naso lungo e quelle con le gambe corte... Le palle che ci propinano quelli della Lega sono talmente grosse che hanno sia le gambe corte che il naso lungo!!! E se è vero che certi attributi sono inversamente proporzionali alla prominenza del naso, allora il celodurismo sta per tramontare!!!


D.A.

La Festa del cioccolato amaro

Secondo la mappa che si può scaricare dal sito internet della Pro Loco (clicca sui testi evidenziati in grassetto e in colore diverso per accedere ai riferimenti) la Festa del cioccolato di quest’oggi e domani dovrebbe estendersi sino a piazza della Vittoria. Il presidente dell’associazione di promozione cittadina “Pensaci Giacomino” Ventrice tempo addietrio ha pertanto domandato i permessi affinché venisse chiusa al traffico anche via Trento. Ma appena due giorni prima dell’evento “l’uomo col tacchettino” ha detto no: “Via Trento non s’ha da chiudere”. Chissà, magari è allergico al cacao o soffre di diabete... E non c’è stato verso di fargli cambiare idea. Inutile spiegare che ormai era già tutto pronto, che il posto era stato assegnato ad artisti ed espositori, che i commercianti di uno degli angoli più belli di Merate ma poco sfruttato si erano organizzati per l’apertura straordinaria… Inutile anche l’intercessione del Consigliere comunale di Maggioranza Francesco Sangiorgio che essendo del mestiere sa cosa significa godere di una vetrina che richiama migliaia di persone… Inutile anche bussare alle porte del Signor Sindaco, il quale avrebbe risposto che “queste cose le decide il Comandante della Polizia Locale”. Morale: via Trento rimane aperta al traffico e in piazza della Vittoria non si fa nulla. A detta del boss dei Vigili Urbani basta e avanza già la chiusura di via Sant’Ambrogio per i lavori di rifacimento della pavimentazione senza creare altra confusione. Ma non si poteva semplicemente consentire il passaggio sul primo tratto di via Roma fino all'innesto di via Padre Paolo Arlati? Da lì poi si va in piazza don Giovanni Minzoni, via Goffredo Mameli e ci si ricongiunge a via Carlo Cornaggia, piazza degli Eroi e viale Lombardia et voilà il mastodontico problema del traffico è risolto… Facile no? Se ci siamo arrivati noi? E l’assessore con delega a Cultura, Identità locali, Turismo e chipiùnehapiùnemetta Giusy Spezzaferri possibile che non abbia mosso un dito? E il giovane incaricato al Commercio Giuseppe Procopio? E il “bauscia della Bovisa” lascia fare ai ghisa solo quando gli fa comodo? E tutti gli oppositori di Giacomo Ventrice che parlano parlano ma non si rimboccano mai le maniche questa volta che scusa troveranno per criticarlo? Ma vuoi vedere che anche questa volta saranno capaci di dare la colpa a qualcun altro, magari all’Ambrogio, Spini non Robbiani, perché non tiene aperto il bar alla sera? E allora tutti in centro lo stesso per addolcirci la bocca e lo spirito con un po' di cioccolata e complimenti al buon Giacomo Ventrice e ai veri volontari della Pro Loco che si impegnano nonostante qualcuno metta loro sempre i bastoni tra le ruote.

R.I.

venerdì 8 ottobre 2010

"Merate caput Legae": istituito il divieto di svolta a sud e a sinistra

Merate capitale della Lega: è proibito girare verso i meridionali e i comunisti...

A Merate non si può più girate a sinistra, non almeno in fondo a  via Terzaghi per immettersi sulla Statale direttrice sud, e non dalla ex 36 per raggiungere il centro storico. Probabilmente il provvedimento è da associare alla scelta di tinteggiare di vedere padano “io speriamo che me la cavo” i dossi o attraversamenti pedonali rialzati che dir si voglia tanto sono ugualmente illegali. Evidentemente il Signor Sindaco spalleggiato dal suo fido Comandante dei Vigili Urbani pardon Polizia Locale (quello che subito dopo le elezioni aveva giurato avrebbe sostituito entro Natale ma a questo punto non si sa di quale anno) intende in questo modo prevenire possibili svolte  in direzione dell’opposizione cattocomunista. L’ordinanza n° 49 del 29 settembre ("Seduto in quel caffè, io non pensavo a te...Guardavo il mondo che girava intorno a me.." cantava Lucio Battisti e fosre anche chi ha voluto una cosa simili in quel momento stava pensando a tutt'altro) quindi rientrerebbe in una precisa strategia politica per instillare nella popolazione amore verso il nord leghista e diffidenza invece verso i meridionali e le rosse minoranze sinistrorse. Almeno così avrebbe un senso, perché altrimenti non si capiscono le motivazioni di una scelta che sta portando solo traffico, code, inquinamento e problemi, compresi quelli per i clienti delle autolinee, in tutto il resto della città.

Marco Airoldi

P.S.: Il Sindaco sappiamo che è persona di spirito che sa cogliere e accettare l'ironia; auspichiamo lo stesso per il Comandante della Polizia Locale che invece è solito minacciare querele...

Liste civiche "veraci" a convegno

Cari amici,
la prima riunione delle Liste civiche "veraci" che si è svolta a Cisliano (MI) ha avuto un buon successo  e pertanto i partecipanti hanno stabilito di ritrovarci a Mantova il 9 ottobre 2010, grazie all'ospitalità dell'Associazione Civica Mantovana. La sfida che ci aspetta come Liste civiche, nel nostro faticoso impegno amministrativo, è di diventare capaci di aiutarci reciprocamente per lavorare con più efficacia sui punti condivisi.
Paolo Michelotto (del movimento Cittadini Rovereto) ci darà informazioni pratiche per permettere ad ogni Lista di iniziare una campagna locale per la modifica dello Statuto comunale allo scopo di dare ai cittadini strumenti efficaci per interagire con l'Amministrazione locale proponendo e cassando delibere. Domenico Finiguerra (Sindaco di Cassinetta di Lugagnano) ci illustrerà il percorso e gli accorgimenti che hanno portato la sua Amministrazione alla definizione di un Piano di Governo del Territorio a sviluppo zero cioè un PGT che non prevede ulteriore cementificazione del territorio. (Nota che questo sindaco è stato rieletto...).
Avremo modo anche di discutere con voi una proposta di campagna nazionale per la Democrazia diretta da tenersi in giugno del 2011, campagna che a nostro avviso è necessaria per “svegliare” dal sonno democratico i cittadini italiani e ricordare che la Costituzione dà loro dei diritti che sono rimasti del tutto lettera morta.
A questo scopo abbiamo creato un gruppo di lavoro che comprende Thomas Benedikter (Ricercatore sociale di Bolzano e autore del libro "Democrazia diretta, più potere ai cittadini"), Bruno Aprile (Comitato cittadino democrazia diretta), Paolo Michelotto (autore del libro Democrazia dei cittadini). Valerio Onida (ex presidente della Corte costituzionale) da noi interpellato prima della sua candidatura a sindaco di Milano ci ha promesso il suo aiuto.
La democrazia diretta (DD), integra la democrazia rappresentativa, non la sostituisce! E' uno strumento fondamentale per permettere ai cittadini - il famoso popolo sovrano dell'art. 1 della Costituzione - di intervenire quando gli enti amministrativi "dormono" (es. legge sul conflitto di interessi) o corrono troppo (leggi ad personam). A nostro avviso la DD è uno strumento potente anche a livello locale per combattere mali come la cementificazione poiché permetterebbe di intervenire sugli amministratori in corso d'opera e non alla fine di un mandato quando i danni sono ormai fatti.
Nel corso della giornata parleremo anche di come organizzarci. Sarebbe anche utile dividerci in gruppi di lavoro secondo gli interessi e le competenze di ciascuno di noi. Riteniamo importante fare chiarezza sugli argomenti e campagne che consideriamo prioritarie in quanto su queste vorremmo cercare una convergenza ed un dialogo con i nuovi gruppi che vorrebbero fare politica in Italia. Nei prossimi mesi infatti parteciperemo a riunioni con nuovi gruppi anche fuori dalla Lombardia.
Per il settore ambiente proponiamo una campagna che serva, in collaborazione ai gruppi di “Stop al consumo di territorio” a chiedere un Piano di Governo del Territorio a sviluppo zero invitando i cittadini e le amministrazioni a scegliere se sostenere le spese del comune aumentando le tasse ma preservando il territorio o ricavare fondi dagli oneri di urbanizzazione derivanti però dalla cementificazione.
Ricordiamo inoltre che è in corso la raccolta di firme per il progetto di legge di iniziativa popolare a favore delle energie alternative necessario per contrastare il nucleare (vedi www.energiafelice.it). Sarebbe utile dare una mano per raccogliere 100.000 firme entro novembre 2010.
Nel settore istituzionale si potrebbe anche iniziare uno studio di fattibilità di una campagna per cambiare le modalità di finanziamento degli enti locali che con i meccanismi attualmente in vigore sono messi di fatto nelle mani della speculazione edilizia. Dobbiamo anche approfondire la tematica del federalismo fiscale, delle fonti di entrata per i comuni, della possibilita' di creare le procedure per un bilancio partecipativo (es. comuni di Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Pieve Emanuele, alcuni comuni laziali ecc.).

Lara Benazzi (Associazione civica mantovana)
Roberto Brambilla (Lista Concorezzo per il bene comune)
Dario Rinco (Per il Bene Comune)

giovedì 7 ottobre 2010

Divieti di svolta in ingresso e uscita da Merate: chi ha deciso spieghi la scelta

Pubblichiamo il testo dell'interrogazione depositata questa mattina dal nostro Capogruppo Cesare Perego sull'istituzione del divieto di svolta a sinistra in ingresso e in uscita di via Terzaghi.

Alla c.a. del Sindaco del Comune di Merate
Sig. Andrea Ambrogio Robbiani

Oggetto: Interrogazione - a norma degli Art. 51, 52 e 53 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari” del Comune di Merate - relativa alle Modifiche sulla Viabilità cittadina.

Premesso che:
  • Nelle scorse settimane è stato deciso da codesta Amministrazione il divieto di svolta a sinistra da via Terzaghi su via Statale e da via Statale su via Terzaghi
  • diverso è il tipo di intervento sull’intersezione Terzaghi- Statale contenuto nel Piano Urbano del Traffico di codesta Amministrazione, volto a rendere più fluido il traffico veicolare e soprattutto a diminuire il livello di pericolosità
  • nell’anno 2008, con atto di deliberazione n° 2 dell'11 febbraio, il Consiglio Comunale ha proceduto ad “ adottare definitivamente, ai sensi del provvedimento del Ministero dei Lavori Pubblici, pubblicato sulla G.U. della Repubblica Italiana –Serie Ordinaria– n. 146 del 24.06.1995, il Piano Urbano del Traffico redatto dal Dott. Ing. Andrea Debernardi della Soc. Polinomia a r.l. - Ingegneria dei trasporti e della meccanica applicata, con sede in Milano, Via Melzo n. 9, modificato a seguito delle osservazioni d’ufficio ed in parziale accoglimento dell’osservazione n. 3...”
  • l’introduzione di modifiche alla viabilità su tratti stradali inseriti nel TPL (Trasporto Pubblico Locale) di competenza provinciale deve essere preventivamente notificata alla Provincia di Lecco al fine di riceverne assenso
Preso atto che:
  • l’Amministrazione in carica, ancora una volta, ha effettuato una scelta senza che se ne potesse discutere in Commissione Urbanistica, Ambiente e Territorio
  • l’applicazione di tale scelta è stata la messa in atto dell'ordinanza n° 49 in data 29 settembre c.a., senza la necessaria preventiva informazione, a danno degli utenti
  • l’Amministrazione Comunale ha mancato di informare sui termini delle modifiche alla viabilità la società ASF Autolinee che effettua il servizio di trasporto pubblico lungo le linee C46 Como-Bergamo e C47 Como – Merate
Considerato, inoltre, che:
  • i divieti introdotti sull’intersezione tra le vie Terzaghi e Statale hanno prodotto disagi anche per gli utenti che si servono del servizio di trasporto pubblico sulle linee C46 Como-Bergamo e C47 Como-Merate
  • non è stata predisposta una preventiva informazione neppure nella sezione Meratenews nel sito internet comunale
Considerato e verificato che:
  • le modifiche introdotte hanno prodotto un enorme impatto sul traffico cittadino delle vie San Francesco d'Assisi, via Donato Frisia, via Don Cesare Cazzaniga, viale Giuseppe Verdi fino ad interessare via Fratelli Cernuschi, via Laghetto e la frazione Brugarolo, provocando incolonnamenti e intasamenti nella circolazione con effetto sicuramente inquinante
gli interroganti chiedono:
Per la presente interrogazione non è richiesta risposta scritta.
 Ringraziando per l’attenzione, salutiamo distintamente

Merate, 04/10/2010

Gruppo Consiliare “Insieme per Merate”
Cesare Perego, Giovanni BattistaAlbani, Gabriella Mauri,
Achille Panzeri e Roberto Riva

mercoledì 6 ottobre 2010

Chi ben comincia è a metà dell'opera

Per anni il terreno è stato lasciato incolto, quasi una giungla, con rovi mai tagliati e alberi mai potati.  Ma da qualche giorno una strana frenesia anima il campo che declina lungo il parco dei Cipressi nel lotto compreso tra il parchetto medesimo e viale Carlo Cornaggia. I giardinieri lo hanno completamente ripulito come novelli Attila. Gli sterpi sono stati rimossi ma anche le piante sono state abbattute. Una canzone risuona come triste presagio di quello che diventerà quell’area: “Là dove c'era l'erba ora c'è una città… perché continuano a costruire, le case e non lasciano l'erba…”. Eh già, perché quello è il comparto AC3, Area di Completamento 3, dove il nuovo Piano di Governo del Territorio prevede la trasformazione di 37.500 mq da verde a edificabili con 3.600 mq di superficie lorda di pavimentazione, una volumetria di 10.800 metrici che significa una trentina di appartamenti per circa 72 nuovi residenti. Il PGT non è neppure stato approvato, ma forse si stanno già portando avanti confidando che la Maggioranza accolga la richiesta edificatoria, perché chi ben comincia è a metà dell’opera.

R.I.

La strana coppia

I cittadini ringraziano il Sindaco Andrea Robbiani e il Comandante della Polizia locale per il lungimirante intervento di riorganizzazione della viabilità con l'istituzione del divieto di svolta a sinistra da via Tergaghi per immettersi sulla ex Strada statale 36 e viceversa. Tutti possono apprezzare i benefici, specialmente in via Indipendenza, piazza Italia, via don Cesare Cazzaniga, costantemente solcati da una lunga e incessante colonna di automobili. I tecnici e gli ingegneri non capisco niente e se sconsigliano qualcosa è opportuno fare l'esatto opposto: perchè ascoltare chi ha studiato e specializzato in un settore quando si può far tutto di testa propria? Attendiamo con ansia le prossime decisioni che sicuramente aiuteranno a migliorare ancora di più la circolazione veicolare cittadina...

La Redazione

martedì 5 ottobre 2010

Dossi e passaggi rialzati: se ne son viste e dette di tutti colori, ma il Ministero parla chiaro

Parere Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 25/1/2009, istanza circa la corretta interpretazione e applicazione delle disposizioni del Codice della strada

18) Il colore delle strisce pedonali è il bianco, come stabilito dall’art. 145 del Regolamento; nessun altro colore è consentito, ai sensi dell’art. 137, c. 6 del Regolamento. Si è avuto modo di osservare negli ultimi anni il proliferare di alcune iniziative, pur ispirate dal desiderio di conseguire migliori condizioni di sicurezza stradale, che non incontrano il consenso di questo Ministero perché a volte risultano invece peggiorative, altre volte non adeguate allo scopo che si vogliono prefiggere, o addirittura in violazione di norme. Si allude alla realizzazione di particolari colorazioni del fondo stradale (rosso, azzurro o verde) in corrispondenza degli attraversamenti pedonali ed ai rialzi della piattaforma stradale in corrispondenza di attraversamenti pedonali o ciclabili o di intersezioni. In merito a tale questione occorre premettere che non vi sono allo stato norme che impongono una particolare e diversa colorazione del manto stradale, per quanto in Italia la quasi totalità delle strade destinate al transito di veicoli a motore hanno pavimentazione in conglomerato bituminoso, come noto di colore particolarmente scuro, tendente al nero, e con caratteristiche superficiali tali da garantire la migliore aderenza delle ruote dei veicoli. Riguardando la questione sotto l’aspetto squisitamente strutturale, nulla vieta la realizzazione di un manto stradale di colore diverso per evidenziare particolari tratti di strada od evidenziare una specifica destinazione della stessa o di corsie riservate (ad es. intersezioni, aree pedonali, piste ciclabili, ecc…), se la colorazione è eseguita in pasta nel conglomerato, ed è dimostrato che gli eventuali additivi non ne alterano le caratteristiche fisiche e meccaniche, ovvero si ottengano prestazioni comunque paragonabili e durature nel tempo anche in relazione al colore. Diverso è l’approccio se la colorazione del fondo stradale è localizzata in corrispondenza dell’attraversamento pedonale e realizzata utilizzando vernici o materiali simili. In tal caso si rientra a tutti gli effetti nel campo della segnaletica stradale orizzontale e di conseguenza tale pratica è vietata. Risulterebbe infatti in contrasto con quanto previsto all’art. 137 comma 5 e 6 del Regolamento di esecuzione del Codice della strada, che elenca i colori che si possono impiegare per il segnalamento orizzontale e ne specifica l’impiego.Anche la più recente norma europea EN 1436, relativa alle prestazioni su strada della segnaletica orizzontale, non fa cenno a colori diversi dal bianco e dal giallo.
19) I dossi artificiali di cui all’art. 179, c. 4 e seguenti del Regolamento possono essere posti in opera solo su strade residenziali, parchi pubblici e privati, residences, etc. Anche all’interno dei parcheggi la loro installazione è ammessa in coerenza con le condizioni di circolazione imposte. Trattandosi di aree dove la circolazione avviene a velocità particolarmente ridotta, anche la collocazione della segnaletica verticale non dovrebbe presentare particolari problemi, specie se la collocazione dei dossi è accorta.
20) Gli attraversamenti pedonali rialzati possono essere realizzati solo alle condizioni e nelle dimensioni previste dalla tabella A1.7a) dell’allegato alla Circolare 08.06.2001 “Linee guida per la redazione dei piani della sicurezza stradale urbana”; essi pertanto non possono essere equiparati tecnicamente ai rallentatori di velocità. Si riporta uno stralcio di parere già espresso in riferimento all’argomento: “Per quanto attiene ai rialzamenti della piattaforma stradale, gli stessi sono in genere adottati dagli enti proprietari di strade come dispositivi per rallentare la velocità. Le opere in questione non devono essere confuse con i dossi di rallentamento della velocità ai sensi dell’art. 179 del Regolamento di esecuzione e di attuazione perchè la loro geometria è in genere diversa da quanto previsto nella norma richiamata. Le stesse opere si configurano quale modifica del profilo longitudinale delle strade interessate e per esse non ci si può riferire strettamente a norme di segnaletica quanto a motivazioni tecniche, di opportunità o necessità che l’ente proprietario della strada può e deve valutare”. “In ogni caso la geometria deve garantire le necessarie minime condizioni di scavalcamento da parte dei veicoli, in particolare quelli con carenatura bassa, per cui si consiglia di valutare attentamente l’altezza del rialzo e la lunghezza delle rampe. Si ricorda che l’ente proprietario si assume comunque la responsabilità per eventuali inconvenienti o danneggiamenti di veicoli o persone, riconducibili alla installazione dei rialzi, specie nei confronti di coloro che percorrono la strada nel rispetto delle condizioni imposte. Nel richiamare le argomentazioni svolte con la direttiva per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani di traffico in data 12 aprile 1995, si rammenta che, in generale, le misure di regolamentazione della circolazione nei centri abitati devono essere ispirate al criterio della migliore fluidificazione del traffico, senza impedimenti sulla viabilità principale o di attraversamento, che interessa spostamenti su più lunghe distanze; ed a provvedimenti di gestione della sosta e di tutela delle utenze deboli ( pedoni in genere, bambini, anziani, disabili, ciclisti, ecc…) nelle isole ambientali (punto 3.1.2 della direttiva), dove gli spostamenti sono per lo più pedonali o comunque su più brevi distanze. Di conseguenza non è opportuno, né consigliabile, realizzare rialzamenti della piattaforma stradale nel primo caso. Il provvedimento potrebbe risultare addirittura controproducente. Infatti un utente della strada tende a minimizzare il tempo di viaggio e quindi intenzionalmente, o istintivamente, è portato a recuperare le eventuali perdite di tempo incontrate lungo l’itinerario; pertanto ad ogni rallentamento, comunque indotto, consegue di solito un aumento dell’andatura per recuperarlo, riducendo così il margine di sicurezza. Non va trascurata anche l’eventualità che gli utenti della strada possono scegliere di conseguenza un diverso itinerario che potrebbe spostare il problema che si intende risolvere su strade contigue. Viceversa, nelle isole ambientali, le misure di mitigazione della velocità, tra cui anche i rialzamenti della piattaforma stradale, sono meglio tollerate e spesso condivise, proprio in virtù di un minore condizionamento sulla condotta di guida data la diversa natura dello spostamento. Naturalmente devono ricorrere le condizioni per la realizzazione di tali misure, e cioè l’effettiva necessità di tutelare una utenza debole, a fronte di accertati comportamenti pericolosi da parte dell’utenza motorizzata, o di una storia pregressa di incidentalità, unita ad un’oggettiva difficoltà od impossibilità di conseguire migliore sicurezza con le consuete attività di controllo e repressione delle violazioni. Non devono essere trascurate opportune valutazioni tecnico-pratiche sui luoghi di impianto. E’ ovvio che il transito di un veicolo su un rialzo della piattaforma stradale indurrà necessariamente sobbalzi con vibrazioni anche nell’ambiente circostante; vibrazioni tanto più intense quanto maggiore è la massa dei veicoli ammessi a transitare. Se nelle immediate vicinanze vi sono edifici occorre accertarsi che le vibrazioni non peggiorino la qualità della vita degli occupanti o addirittura danneggino le strutture o tamponature, per non incorrere in richieste di risarcimento. Allo stesso modo occorre preoccuparsi dello smaltimento delle acque di ristagno e, specie nelle località soggette a frequente innevamento, istruire gli addetti alla rimozione.

Tutto ciò letto, grazie alla segnalazione di un nostro lettore, siamo ancora tutti sicuri che il coloro verde sia regolare, che siano regolari lo siano i passaggi pedonali rialzati e i dossi installati a Merate?

La Redazione

Cantando sotto la pioggia

Dedicata al diggi dell’Azienda ospedaliera lecchese Ambrogio Bertoglio, avvistato lunedì sera quasi notte raggiante in volto, mentre, sotto la pioggia battente, si allontanava insieme ad alcuni maggiorenti del Popolo delle Libertà a passo veloce e leggiadro dal centro commerciale “La Taverna” di via Carlo Baslini dove ha sede la sezione locale del PdL:

I’m singing in the rain / Sto cantando nella pioggia
Just singin’ in the rain / solo cantando nella pioggia
What a glorious feeling / che sentimento di gloria
I’m happy again / sono felice ancora
I’m laughing at clouds / rido alle nuvole
So dark up above / così scure nel cielo
The sun’s in my heart / il sole è nel mio cuore
And I’m ready for love / e sono pronto per l’amore
Let the stormy clouds chase / lascia che le nuvole tempestose
Everyone from the place / caccino via tutti da qui
Come on with the rain / vieni con la pioggia
I’ve a smile on my face / ho un sorriso sul viso
I walk down the lane / cammino per la via
With a happy refrain / con un ritornello allegro
Just singin’, singin’ in the rain / solo cantandonella pioggia
Dancing in the rain / ballando nella pioggia
I’m happy again / sono felice ancora
I’m singin’ and dancing in the rain / sto cantando e ballando nella pioggia


La Redazione

Han venduto la Madonna per una scodella di polenta taragna

Come Esaù ha venduto la primogenitura per un piatto di lenticchie, così Andrea Robbiani & Co. hanno venduto la loro devozione per una scodella di polenta taragna e funghi. Domenica mattina infatti mentre nella prepositurale di Sant’Ambrogio il prevosto don Francesco Luigi Conti celebrava la solenne Santa Messa in onore della Madonna del Roasario, patrona della città di Merate, il Sindaco e i suoi si aggiravano per le vie del centro storico alla riscoperta degli antichi mestieri e ad assaggiare manicaretti della tradizione agricola brianzola. Come sembrano lontani i tempi in cui lui e i suoi magnifici sette vestiti a festa sedevano in prima fila a rendere omaggio alla Vergine e al signor curato, con le mani giunte e dispensando sorrisi che parevano benedizioni… Eppure è passato appena un anno. Ma l’indulgenza per la vittoria delle cattolicissime schiere piedielciellineleghiste sull’armata dei cattocomunismi ormai è stata saldata e le prossime elezioni sono ancora lontani. E poi se Ponzio Pilato si è lavato le mani, loro si sono fatti lavare addirittura i piedi.

D.A.

lunedì 4 ottobre 2010

Area Cazzaniga: una lunga e travagliata storia di cui tener conto per il futuro

Rimasta per lungo tempo un prato incolto usato quale precario parcheggio, durante la Fiera patronale di Sant'Ambrogio, come piazzale per le giostre, l’opposizione comunista in Consiglio comunalene propose, negli anni ottanta, la destinazione a nuova scuola elementare. In sé ed alla luce degli avvenimenti successivi, si trattava forse della soluzione migliore dal punto di vista urbanistico e logistico: infatti si sarebbe realizzato un polo scolastico con materna, elementari, medie, professionali, con in più annessi impianti sportivi.
Nei primi anni novanta l’Amministrazione retta da Mario Gallina formulò poi un intervento per l’alienazione dell’area a fronte della costruzione di un “broletto” (sul progetto di Mario Botta) ad uso pubblico e privato terziario, il tutto senza esborso per il Comune. Tale intendimento fu, democraticamente, sottoposto a referendum e fu respinto, sia per non alienare l’area che per evitarne l’edificazione.
Nel 1995 la nuova Giunta di Dario Perego, incurante del chiaro verdetto emesso dalla consultazione popolare, si propose di trasformare l'area in una piazza con giardini pensili, anfiteatro, bar, spazio per manifestazioni, aule per le Associazioni e un parcheggio, con ciò disattendendo, non nella lettera, ma sicuramente nello spirito, appunto l'esito referendario di qualche anno prima. Tale proposito fu inutilmente contrastato dal Comitato per l’area Cazzaniga che suggeriva più sobriamente, un parco pubblico, anche a servizio della scuola media e parcheggio. Senza indire né un concorso di idee, né un bando, nel 1996, venne commissionata l’opera allo Studio Archea di Firenze che presentò un progetto esecutivo nel 1998. Il progetto esecutivo venne approvato per 6,5 miliardi di liire pari a circa 3,3 milioni di Euro .
La Società appaltratice, la “Cias Group” iniziò i lavori nel 1999, prevedendone la fine per il 13 febbraio di due anni dopo, nel 2001. Così non è stato. Nel 2002, ben lungi dalla consegna del cantiere, l'impresa fu sottoposta a procedimento amministrativo per concordato preventivo che indusse, nel 2003, alla risoluzione del contratto. Ai primi del 2004 venne indetta una nuova gara per appaltare il completamento, almeno, del cosiddetto 1° lotto riguardante l'opera, escluso il parcheggio; nel frattempo i costi lievitavano. Il 26 maggio 2004, qualche giorno prima delle elezioni comunali, l'appalto venne affidato ad un altro operatore, una mossa che impedì di studiare altre soluzioni. Ad inizio 2007 anche seconda ditta segnalò la propria intenzione di abbandonare il cantiere dando luogo ad un contenzioso che venne sanato in agosto 2007 con un accordo transattivo. I lavori rimasero pressoché fermi nel 2008 e solo nel 2009 e 2010 sono stati riavviati relativamente alla parte edile ed impiantistica. A consuntivo si presume che il costo ascenda a circa 5 milioni di euro (più del 50% della previsione iniziale) e con un ritardo di quasi dieci anni. Stiamo parlando solo dei costi vivi, perché prescindiamo dai mancati introiti del parcheggio e dal disagio non monetizzabile per un’opera incompleta e non fruibile nel centro di Merate. Senza dimenticare i privati che hanno versato un acconto per l'affitto dei garage previsti, i quali sono rimasti senza posto e non hanno riottenuto nemmeno i soldi.
Il 1° ottobre 2010 è stato comunque finalmente attivato il parcheggio, il manufatto più utile dell’intervento; ne siamo stati informati da un avviso cartaceo e posticcio essendo rimasto silente il verde e sempre meno ubertoso sito del Comune.
Alcune considerazioni.
L’iniziativa è stata avventata nel metodo: assegnazione diretta ad un prefissato progettista, e nel merito. Si tratta di un’ opera architettonicamente pregevole, anche se il soggettivo giudizio estetico è diverso a seconda della sensibilità delle persone. Il problema è che un Ente pubblico dovrebbe fondarsi sul principio di sobrietà e privilegiare la pubblica utilità delle opere; in questo caso si è privilegiato l’aspetto estetico dell’involucro, la piazza, a scapito del contenuto, lo spazio sotterraneo, peraltro non appetito dalle Associazioni, pur bisognose di spazi. Il progetto iniziale fu modificato, marginalmente, dalla precedente Amministrazione prevedendo una zona, in fregio a via don Cesare Cazzaniga, per la sosta dei mezzi di trasporto pubblico e gli scuolabus, al fine di evitare la congestione e la pericolosità delle fermate in piazza Italia. Speriamo che detta opportunità venga colta al più presto, sfruttando anche la possibilità di un percorso sicuro degli studenti verso la scuola, attraverso l’area. Fu ricavato, anche, uno spazio, a ridosso del Collegio Manzoni per ricavarne un campetto sportivo per le scuole medie.
Ora il problema è quello di far vivere la struttura garantendone il presidio continuo, affinché non diventi zona di degrado. Non ci nascondiamo la difficoltà di individuare un esercente del bar che dovrà investire negli arredi e crearsi una clientela. L’area sotterranea per le associazioni, dovrà, presumibilmente, essere sistemata dal Comune mediante compartimentazioni ed arredi: quindi altri costi d’investimento che si aggiungono a quelli annuali di gestione (luce, riscaldamento, condizionamento, acqua...).
Un’ultima nota circa le sorprese che possono derivare dall’assegnazione degli appalti da parte di pubbliche amministrazioni (Legge Merloni e successive modifiche) a società private, apparentemente a posto sulla carta, ma che, a posteriori, si rivelano fragili economicamente con le conseguenze che abbiamo visto non solo a Merate, ma in tutta l’Italia. In attesa di un cambiamento della norma, pur nel rispetto dell’evidenza pubblica, la modalità più sicura sembra essere quella del leasing immobiliare finanziario in cui la garanzia è costituita dalla presenza, in associazione con l’appaltatrice, di un istituto bancario che, previamente, ne verifica la solidità.
La nuova scuola elementare ne è stato un esempio virtuoso.

Ernesto Passoni

Quegli strani errori in bolletta

Mi è capitato una volta di discutere con il centralino Enel Gas (inseriamo i nomi affinché sia più chiaro), per cercare di capire come fosse da leggere la bolletta del gas (una laurea non è garanzia di intelligenza, ma sono convinto di non essere proprio un idiota). Purtroppo la (quella volta gentile) centralinista non è stata in grado di fornire particolari illuminazioni su come fossero inseriti i numeri in bolletta. Quindi quello che sono riuscito a capire sui consumi del gas sono frutto di ricerche e studi piuttosto difficoltosi.
Ma c'è un di più.
Ormai è consuetudine che Enel Gas (e anche Enel Energia) invii le bollette quando più gli aggrada. Spesso capita che le bollette siano tre o quattro, inviate nel giro di pochi giorni (a coprir l'anno precedente), con date di scadenza differenziate di pochi giorni l'una dall'altra, per importi anche notevoli (capita oltre i 2.000,00 Euro). Si legge in queste bollette che il calcolo viene fatto sulla base di due letture effettive (se va bene a distanza di un anno l'una dall'altra) e il conguaglio, ovviamente a favore di Enel, riporta dei dati incomprensibili. Non vale, nel corso dell'anno, procedere con le autoletture del contatore o sollecitare l'invio di fatture, perché, se anche le fatture vengono emesse, il calcolo viene fatto sulla base di dati presunti e non di quelli forniti.
E qui verifichiamo gli errori.
  1. Esistono delle direttive dell'AEEG che dicono che la lettura effettiva deve essere compiuta ad intervalli regolari: una volta ogni anno civile per chi consuma meno di 500 metri cubi all'anno (sostanzialmente chi ha riscaldamento centralizzato o un piccolo appartamento in condominio), due volte all'anno civile per chi consuma tra i 500 e i 5000 metri cubi all'anno (appartamento medio-grande o ville indipendente con riscaldamento autonomo, fino ad esercizi commerciali piccoli), una volta al mese per chi consuma più di 5000 metri cubi all'anno; la direttiva dell'Autorità prevede anche che, se il gestore non esegue le letture previste, deve accreditare all'utente, nella prima bolletta utile, la somma di € 25,00, se il contatore si trova su suolo a libero accesso, mentre deve comunicare l'impossibilità della lettura se il contatore non è a libero accesso (ad esempio all'interno dell'appartamento)
  2. Conseguente a ciò è la cadenza della fatturazione che deve essere quadrimestrale per chi ha meno di 500 metri cubi all'anno di consumo, trimestrale per chi ha tra i 500 e i 5000 metri cubi di consumo, mensile per chi ha oltre i 5000 metri cubi
  3. Altra conseguenza è quella che che, teoricamente, nel primo caso dovrebbe avvenire almeno una fattura di conguaglio all'anno, nel secondo caso almeno due fatture di conguaglio all'anno, nel terzo caso la fatturazione dovrebbe avvenire solo ed esclusivamente a consumo effettivo (senza acconti)
  4. Dovrebbe essere peraltro messo a disposizione un sistema di autolettura (cosa che è effettivamente) per permettere all'utente, che voglia farlo, di pagare sulla base del consumo effettivo e non sulla base degli acconti;
  5. Di solito però Enel Gas (e Enel Energia) fattura nei tempi che decide e per acconti, anche in presenza di un'autolettura. Questo permette, casualmente, di poter far valere a proprio favore le variazioni del prezzo del gas. Cercherò di spiegare meglio questa considerazione. Le tariffe vengono stabilite a cadenza fissa dall'AEEG. Ammettiamo che vengano stabilite nuove tariffe in vigore a partire dal 1 gennaio 2011. Se venisse fatta la lettura al 31 dicembre, si definirebbe che io fino a dicembre ho consumato 500 metri cubi di gas, mentre a gennaio ho consumato da 500 a 600. E lo si fatturerebbe alle tariffe in vigore fino al 31 dicembre. Ma la lettura non viene fatta e le tariffe vengono alzate del 5%. A fine gennaio viene fatta una bolletta di acconto dicendo che fino a dicembre ho consumato 450 e a gennaio ho consumato da 450 a 600. Visto che le tariffe sono aumentate del 5%, se prima il gas lo pagavo 1 Euro a metro cubo, adesso lo pago 1,05 Euro a metro cubo. Aumentando il consumo di gennaio di 50 metri cubi (gas che ho consumato in dicembre) mi trovo a pagare per quei 50 metri cubo il 5% in più. Quindi se il gas avrebbe dovuto costare 50 Euro, lo pago € 52,50 (e questo solo per la voce di vendita effettiva del gas, salve le questioni relative a rete e a tutte le altre voci in bolletta che spesso sono proporzionali alla voce vendita). Questo porta a dire che in bolletta mi troverò, tra costi, imposte e Iva, circa 5 Euro in più che non avrei dovuto pagare. I numeri sono di fantasia, ma i risultati non così tanto e quanto esposto è quanto effettivamente accade. Se moltiplichiamo l'”errore” di una singola bolletta, per il numero di bollette emesse nel nostro paese, si può capire facilmente come questo “errore” (sarà in buona fede? Possiamo accettare di dire di si, ma l'Enel deve dimostrare di volerlo correggere) valga per la società (inteso come Enel) un bel po' di soldi al mese (figurarsi all'anno).
Ammetto che l'intuizione geniale non è venuta a me (merito va alla Federconsumatori di Pavia), ma ritengo corretto pubblicizzarla perché possa essere nota e permettere a chi vuole di controllare. Che armi ci sono? Cambiare gestore e chiedere all'Enel di comportarsi in modo trasparente. Ad esempio, posso ammettere che l'errore non sia completamente eliminabile (bisognerebbe fare la lettura in contemporanea su tutti i contatori la mezzanotte di ogni cambio di tariffe e ciò è impossibile). Però se le letture fossero fatte nei termini prescritti dalla AEEG, magari l'errore sarebbe ridotto e non sempre a favore di Enel. Ci facciano sapere questi signori cosa intendono fare. Noi sapremo agire di conseguenza. Non siamo contro il fatto che queste società vogliano guadagnare (pur fornendo un servizio, non sono associazioni di beneficenza), ma siamo contro al fatto che il guadagno non sia frutto di lavoro, ma si “errori”.

El Cofos

Le nostre "osservazioni" al Pgt

Pubblichiamo di seguito per opportuna conoscenza le "osservazioni" integrali depositate dal nostro Gruppo sul Documento di Piano del Pgt. Il documento è scaricabile anche nella sezione "Downolad documenti" nella colonna di destra insieme ai file attualmente disponibili sul Piano di governo del territorio. Lo scritto è dorse di difficile comprensione per chi hon ha datto almeno una veloce lettura allo strumento urbanistico o non ha seguito l'evoluzione della vicenda. Nelle prossime settimane cercheremo però di semplificare ed evidenziare i punti salineti.

Suggerimenti e proposte relativi al Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio, al Rapporto Ambientale preliminare ed alla Sintesi non tecnica.


1. Premessa
Ampia e completa nel Documento di Piano è l’osservanza delle indicazioni cogenti o meno dei Piani Territoriali degli Enti Locali Superiori, con una ridondanza all’interno dei diversi documenti. Chiediamo che il rilievo aero fotogrammetrico utilizzato per la realizzazione delle mappe allegate ai diversi documenti del PGT venga aggiornato rispetto a quello impiegato, che non riporta gli interventi successivi al 2005. In ogni caso, nel documento dovrebbe comparire, in modo esplicito, a quale anno risale quello impiegato. Poiché troviamo indicato che “la definizione degli obiettivi deve trovare adeguata documentazione negli elaborati” (pag. 227) riteniamo utile segnalare i più importanti errori numerici o carenze documentali che sono responsabili di una trasmissione errata di informazioni. In generale riteniamo necessario rivisitare il testo, poiché riscontriamo errori/inesattezze/incompletezze che abbattono il livello di un documento, come il PGT, che tanto tempo richiede per lo sviluppo e la conoscenza.
In particolare segnaliamo:
A- Documento di Piano
1) pag. 23-figura 12: piramide della popolazione (la popolazione maschile è scambiata con la femminile)
2) pag. 24-Tabella 7: la potenzialità demografica della Provincia è sbagliata
3) figura 17 e figura 18: riportano la didascalia con riferimento allo stesso anno 2008, probabile che la 17 si riferisca all’anno 2001.
4) i dati della situazione economica riferiti al 2001 sono troppo datati.
5) nella maggior parte della cartografia non compare la delimitazione dell’ampliamento, codificato, del Parco Regionale di Montevecchia, come da Legge Regionale 7.4.2008 n.° 13, né quella dell’incluso Parco Naturale; compare solo la piccola porzione della sottoinclusione del Sito di Importanza Comunitaria.
Non v’è la parte descrittiva come fatto per il potenziale ampliamento del Parco Regionale Adda Nord
6) Sono mancanti le seguenti piste ciclabili:
  • Il completamento della pista nord-sud (su via XXV Aprile): via Matteotti (Piscine) - via 4 Novembre a Brugarolo (congiunzione con la pista di Osnago verso la Fiera) e la diramazione in via Pertini sino al confine con Cernusco 
  • Il tratto Ceppo - Isoletta, lungo la via Statale, sino alla congiunzione con la pista di Cernusco per la Stazione
  • Il tratto in via Bergamo, lato nord, da via Buozzi a via Campi, in fregio alla Ditta Clariant
  • Il prolungamento est su via De Gasperi 
7) Nelle mappe sono presenti, relativamente alle strade, i seguenti errori: non è corretto il tracciato della sopraferrovia sud Roncaglia, via Monte Rosa, per Pianezzo (c'è ancora il vecchio progetto con i tornanti)
8) risultano non presenti i marciapiedi, realizzati negli ultimi anni, delle seguenti vie: Marconi, Monte Rosa, Calendone, Monte Bianco (parziale), Sotto ferrovia da via Promessi Sposi al Nibbio, Statale,lato nord est dalla Cappelletta a Cicognola, San. Vincenzo percorso pedonale nella parte sud  
B-Sintesi delle strategie e delle attenzioni programmatiche e di progetto
1) in allegato 3 mancano i punti 3.2 e 5.2
2) nel paragrafo 3 l’istituzione di un parco agricolo urbano andrebbe messa in evidenza

2. Rapporto Ambientale ed Obiettivi
Gran parte dei dati sullo studio ambientale prende, come riferimento, quanto contenuto nel rapporto sullo stato dell’ambiente del 2006 redatto da Agenzia 21, la Componente paesaggio (rif. 1.6) prende dati dal PTCP del 2008 e dal Piano di ambito provinciale della provincia di Lecco del 2007. Gli obiettivi indicati nel D.d.P. di Merate (ne sono stati scelti 6 vedi pag 5 del documento “Sintesi “ o tabella 20 di pag 80 del rapporto Ambientale) sono in parte derivati dagli obiettivi indicati dalla Provincia nel suo PTCP del 2007, in particolare:
- il contenimento dell’uso del suolo,(OB4 di Merate-ObI della Provincia)
- la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, (OB1 di Merate-OBIV di Provincia)
- la promozione della vocazione manifatturiera e sostegno dei processi di innovazione (OB2 di Merate-OBV di Lecco)
Merate non indica come obiettivo quello della mobilità, né l’impegno alla razionalizzazione delle risorse (rifiuti ed acqua) di notevole valenza strategica. Merate aggiunge OB3 – integrazione di Merate nel Circondario che ha significati ampi da specificare ed infine un OB5 di contrasto della frammentazione degli spazi aperti.

3. Dimensionamento di Piano
Le Tabelle realizzate per descrivere le previsioni insediative sono da migliorare per rendere la loro lettura semplice ed immediata; in particolare la lettura congiunta dei dati di Tabella di pag 167 con quelli di pag 246 presenta incongruenze. La tabella 37 di pag 246 parrebbe infatti contenere nella riga “Piani Attuativi pregressi da PRG”, due dei 5 Ambiti di Trasformazione proposti nel testo del nuovo PGT, nella riga successiva si indica ATR del documento di Piano. Meglio sarebbe specificare dove vengono conteggiati i 5 singoli ATR, nelle righe di competenza. Nella stima degli abitanti teorici il calcolo relativo alla riga “lotti liberi” è errato. Sempre in merito alla stima degli abitanti teorici andrebbe chiarito nel testo se i PA del PRG vigente (2005) descritti in tabella 25 – pag.168, sono contenuti nella tabella 37 di pag 246. Andrebbero indicate, in modo distinto, le slp produttive da quelle residenziali. Se nelle nuove previsioni nella riga ATR sono compresi gli ATR1-ATR2-ATR3 la slp indicata nella colonna della stessa tabella (6640 mq) non coincide con la somma di quelle presenti a partire da pag. 251 nel par. 4.5 (Individuazione degli Ambiti di Trasformazione), pari a 5073 mq. Infine poiché il “Piano dei Servizi, localizza e dimensiona i tradizionali servizi con riferimento alla popolazione presente, prevista e gravitante sul comune” (pag.2 Sintesi delle Strategie) riteniamo vada indicata nel Documento di Piano una stima degli abitanti che sono relativi agli ambiti in costruzione a far data dicembre 2009, per offrire una visione più realistica della popolazione meratese prospettica. Il D.d.P., al paragrafo “Lo strumento urbanistico di Merate” (pg 165) recita: “Il passaggio da questo PRG (approvato dalla Regione nel 1998) alla Variante Generale del 2005 è sostanzialmente consistito in una diminuizione di circa 56.000 mq di funzioni residenziali ed in un aumento delle funzioni produttive di circa 23.000 mq con, globalmente, una contrazione della superficie urbanizzata di circa 33.000 mq”. In compenso le “Disposizioni d’Attuazione” (pag 5) prevedono, rispetto alla situazione attuale, un aumento della superficie urbanizzata di 55.000 mq, calcolato sommando 20.900 mq di nuove aree urbanizzate provenienti dagli ambiti di trasformazione ( 82.000 mq totale meno 61.100 mq già previsti nel PRG vigente) e 34.100 mq delle aree di completamento (41.100 mq totali meno 7.000 mq già previsti nel PRG vigente). Da questi dati comparati non emerge che il processo di consumo di suolo in atto nel corso del decennio venga sensibilmente interrotto con le linee di questo PGT.

4. Criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione (Pag 8-pag 246)
Pur essendo chiaramente indicato che la scelta di avvalersi della perequazione è rimessa alla determinazione dell’ Ente, riteniamo insufficiente l’impiego fatto dello strumento della perequazione nel Piano. In particolare vedremmo in modo favorevole una sua applicazione più ampia per incentivare il recupero di alcuni parti dei diversi centri storici presenti nel Comune di Merate. Per quanto indicato a pag 247 “In altro modo si può ammettere l’inserimento di quote contenute di monetizzazione e la realizzazione diretta di opere di interesse collettivo”; riteniamo doveroso anticipare nel testo i criteri che eventualmente portino a tale monetizzazione.
Positiva è la concessione di un marginale incentivo volumetrico per la messa in campo di soluzioni costruttive che impieghino tecnologie per il risparmio energetico e di bioedilizia. Il PGT dovrebbe dare indicazioni sul recupero, specialmente nei Centri Storici, di volumi non utilizzati né, allo stato, utilizzabili, ad esempio mediante diminuzione degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione.

5. Sistema residenziale, produttivo,terziario
Sistema residenziale
Prendiamo atto del dimensionamento prospettico dell’edificabilità per una popolazione residenziale di circa 15.600 abitanti.( a meno del delta, ad oggi non indicato nella documentazione resa disponibile, rappresentato dagli abitanti che andranno ad abitare gli ambiti più importanti in cui si sta costruendo (per es. via A.Moro-Corte Marforio-Brugarolo, ect). E’ negativo che non si sia aggiornato il censimento dei volumi residenziali (una stima indica un migliaio di alloggi non utilizzati) e produttivi, vuoti a diverso titolo; tale valutazione avrebbe permesso di tarare meglio le esigenze. Contrarietà a nuove edificazioni nel corridoio ecologico (Cassina e Sartirana), già non recepite dal vigente PRG e come da conferma nelle sentenze del TAR.
Sistema produttivo
Il comparto primario (agricoltura) è salvaguardato e auspicabilmente valorizzato anche per la valenza di difesa del paesaggio. Riguardo al comparto secondario (industriale) valutiamo positivamente il recepimento dell’ Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata da 46.500 mq, nell’ambito del Polo Produttivo del Meratese, così come previsto dalla Provincia (PTCP) ed, a suo tempo, contrastata dagli attuali Amministratori.
Sistema terziario
Si accenna alla cosiddetta Cittadella della Salute presso l’Ospedale; riteniamo che il PGT debba essere più incisivo e determinato, anche alla luce di ipotesi e documenti preliminari elaborati dalla precedente Amministrazione.

6. Ambiente
Valutiamo molto positivamente il recepimento dell’ipotesi di ampliamento del Parco Adda Nord, attualmente in itinere presso la Regione, nella sua significativa configurazione, proposta da Merate e recepita nel Piano di Coordinamento del Parco; l’analisi SWOT dei punti di forza e debolezza individua in detto ampliamento un caposaldo in ordine alla conservazione del corridoio ecologico fra i due Parchi, come previsto da Regione e Provincia. Il corridoio ecologico nord fa parte della Rete Ecologica Regionale del relativo Piano Territoriale con elementi naturali di primo livello. In considerazione della buona disponibilità di aree standard, dell’esistenza di un’unica area dedicata ad orto sociale in Sartirana e della presentazione di una istanza relativa si propone di inserire nei documenti del PGT la possibilità di creare orti sociali, preferibilmente distribuiti nelle Frazioni ed in Merate Centro. L’assegnazione ai Cittadini, in concessione per uso gratuito, di tali orti, stimola ed agevola l’attività ricreativa soprattutto degli anziani favorendone la socializzazione e diffondendo la pratica di attività rurali.
Vulnerabilità dovuta a piogge intense
Il PGT, in presenza di zone vulnerabili (torrente Molgora, Sartirana, Cassina), dovrebbe prevedere la ripresa degli studi, già effettuati, per eventuali interventi (tubazioni ed eventuali vasche volano).

7. Sistema infrastrutturale sovracomunale
La variante alla Sr 342 dir fra Cernusco Lombardone (Esselunga) e la via del Calendone, prevista dal PTCP è stata oggetto di analisi da parte degli Estensori del Piano Generale del Traffico Urbano (Ing.Andrea De Bernardi- Studio Polinomia) che hanno quantificato nel solo 25% l’effetto drenante rispetto al traffico attuale; tale valutazione ne ridimensiona in modo significativo la necessità. Essa, inoltre, andrebbe ad attraversare, in trincea o in galleria, la valle del Molgora in una zona di pregio, parte della quale è stata inserita nel Parco Regionale di Montevecchia. Chiediamo, quindi, che il PGT si esprima in modo più esplicito riguardo l’eliminazione di detta ipotesi progettuale eliminandone il tracciato sulla cartografia con le opportune motivazioni atte a giustificare la modifica alla Provincia ed al Comune di Cernusco, oppure si esprima un parere della Amministrazione in merito alla valenza viabilistica della soluzione.

8. Mobilità
Prendiamo atto che il D.d.P. fa proprie le diagnosi e le Fasi di Intervento indicate nel PGTU redatto nel 2007 dalla precedente Amministrazione.

9. Gli Ambiti di Trasformazione
Segnaliamo alcune criticità riscontrate in alcuni degli ambiti di Trasformazione proposti
ATR 2: 11600 mq-su via S. Marcellino di Cassina, per l’ubicazione nel corridoio ecologico rispetto al quale l’intervento fu cassato nell’ultima Variante di PGT (conferma TAR) e per la criticità idrologica connessa con la falda affiorante (sedime di un antico lago). L’intervento viene descritto nella scheda come “in continuità e coerenza rispetto all’esistente ed a completamento di una struttura urbana prevalentemente residenziale”.Tale giustificazione appare decisamente una forzatura; un sopralluogo in zona mostra come sia uno spazio non certo tra quelli previsti nel Documento di Sintesi in cui il PGT intende promuovere l’edificabilità.. Infatti al paragrafo 4-“Le scelte e le determinazioni di Piano” si legge: “Tenuto conto delle dinamiche demografiche, dell’obiettivo del contenimento del consumo di suolo e della contestuale domanda di qualità insediativa, il dimensionamento delle previsioni insediative teoriche è stato determinato tenendo conto di interventi di valorizzazione dei tessuti insediativi esistenti con il completamento di aree intercluse e la chiusura di margini urbani, di sostituzione di tessuti industriali situati in aree prevalentemente residenziali e della possibilità di contribuire a mitigare le criticità idrogeologiche e ad adeguare le carenze infrastrutturali e dei servizi esistenti per la qualità urbana. A meno che si intenda sostenere che costruendo delle abitazione si contribuisca a mitigare la criticità idrogeologica di una zona, indicazione certamente originale ,ma non chiara nelle sue valenze.
ATR3: Pur considerando corretta l’indicazione di trasferire l’attività produttiva esistente per realizzare spazi di parcheggi utili alle attività commerciali di via Statale riteniamo che il trasferimento della stessa in spazio attualmente non edificato presenti due incongruenze: il primo è riferito ad un contrasto con il vincolo posto dal PTCP circa l’ubicazione dell’insediamento artigianale su via Statale, nel corridoio ecologico, in un’area espressamente esclusa dallo strumento provinciale. In secondo luogo tale scelta non chiude un margine urbano, né completa le aree intercluse e quindi non risponde alle scelte e determinazioni di piano indicate (pag 5-Documento di Sintesi). La sola valenza dovuta alla dismissione non basta a rendere ambientalmente accettabile il trasloco Per l’ intervento si propone, utilizzando lo strumento della perequazione, l’ubicazione nell’APEA prevista a sud di via Bergamo (SP 54), nella logica del PTCP circa la concentrazione nell’APEA stessa delle attività produttive.
ATR5: Esprimiamo forte contrarietà in merito alla previsione di questo insediamento artigianale, in via Laghetto, che escluderebbe a priori la possibilità di realizzare la tangenzialina Merate Cernusco, prevista dal PGTU, inserita nell’Accordo di Programma del 29.1.2009, sottoscritto dalla Provincia e dai Comuni del Meratese relativo alle infrastrutture. Ravvisiamo, inoltre, una contraddizione con quanto enunciato a pg 137 del D.d.P “ Fase 2 che include i due interventi più qualificanti … il potenziamento del sistema vie Bergamo/Como (con la realizzazione della bretella di connessione all’ex statale)” Inoltre l’edificabilità del comparto commerciale andrebbe ad avere un impatto negativo sulla viabilità dell’arteria via Como-Bergamo ampiamente oggetto di analisi nel PGTU. Richiediamo, infine, una verifica con Ecosystem sull’esistenza di un progetto di miglioramento della rete degli scarichi che riguarda proprio questo ambito. Proponiamo, per le motivazioni sopra addotte ed in coerenza con il PTCP di allocare l’intervento nell’APEA.

10. Paesaggio
Sarebbe opportuno che il PGT desse indicazioni in ordine alla eliminazione dei cartelloni pubblicitari posti in fregio alle strade sovracomunali, nel territorio comunale, così come attuato nel confinante Comune di Cernusco Lombardone. Tali cartelloni non qualificano certo il paesaggio e costituiscono motivo di distrazione per gli utenti della strada.

10.Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS)
L’Ufficio Tecnico dispone di elaborati riguardanti una ricognizione dei sottoservizi che sarebbe opportuno completare ed allegare al Piano dei Servizi.


Merate, 28 Settembre 2010


Gruppo Consiliare “Insieme per Merate”
Cesare Perego-Capogruppo
Giovanni Battista Alban, Gabriella Mauri, Achille Panzeri e Roberto Riva

domenica 3 ottobre 2010

Lodo Lega, la banda armata non è più reato

Dopo tante leggi ad personam/s per Silvio B., eccone una per i fedelissimi di Umberto B., in nome della par condicio. La norma è ben nascosta in un decreto omnibus che entra in vigore fra pochi giorni, il 9 ottobre: il Dl 15.3.2010 n. 66 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 maggio col titolo “Codice dell’Ordinamento Militare”. Il decreto comprende la bellezza di 1085 norme e, fra queste, la numero 297, che abolisce il “Dl 14.2.1948 n. 43”: quello che puniva col carcere da 1 a 10 anni “chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici” e si organizzano per compiere “azioni di violenza o minaccia”.
Il trucco c’è e si vede: un provvedimento che abroga una miriade di vecchie norme inutili viene usato per camuffare la depenalizzazione di un reato gravissimo e, purtroppo, attualissimo. Chissà se il capo dello Stato, che ha regolarmente firmato anche questo decreto, se n’è accorto. L’idea si deve, oltreché al ministro della Difesa Ignazio La Russa, anche al titolare della Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli. Che cos’è venuto in mente a questi signori, fra l’altro nel pieno dei nuovi allarmi su un possibile ritorno del terrorismo, di depenalizzare le bande militari e paramilitari di stampo politico? Forse l’esistenza di un processo in corso da 14 anni a Verona a carico di politici e attivisti della Lega Nord sparsi fra il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e il Veneto, accusati di aver organizzato nel 1996 una formazione paramilitare denominata “Guardia Nazionale Padana”, con tanto di divisa: le celebri Camicie Verdi, i guardiani della secessione. Processo che fino a qualche mese fa vedeva imputati anche Bossi, Maroni, Borghezio, Speroni e altri cinque alti dirigenti che erano parlamentari all’epoca dei fatti, fra i quali naturalmente Calderoli.
In origine, i capi di imputazione formulati dal procuratore Guido Papalia sulla scorta di indagini della Digos e di copiose intercettazioni telefoniche, in cui molti protagonisti parlavano di fucili e armi varie, erano tre: attentato alla Costituzione, attentato all’unità e all’integrità dello Stato, costituzione di una struttura paramilitare fuorilegge. Ma i primi due, con un’altra “legge ad Legam”, furono di fatto depenalizzati (restano soltanto in caso di effettivo uso della violenza) nel 2005 dal centrodestra ai tempi del secondo governo Berlusconi. Restava in piedi il terzo, quello cancellato dal decreto La Russa-Calderoli. I leader leghisti rinviati a giudizio si erano già salvati dal processo grazie al solito voto impunitario del Parlamento, che li aveva dichiarati “insindacabili”, come se costituire una banda paramilitare rientrasse fra i reati di opinione degli eletti dal popolo. Papalia ricorse alla Corte costituzionale con due conflitti di attribuzioni fra poteri dello Stato contro la Camera, ma non riuscì a ottenere ragione. Restavano imputate 36 persone, fra le quali Giampaolo Gobbo, segretario della Liga Veneta e sindaco di Treviso e il deputato Matteo Bragantini. Ma ieri, nella prima udienza del processo al Tribunale di Verona, si è alzata l’avvocatessa Patrizia Esposito segnalando ai giudici che anche il reato superstite sta per evaporare: basta aspettare il 9 ottobre e tutti gli imputati dovranno essere assolti per legge. Stupore generale: nessuno se n’era accorto. Al Tribunale non è rimasto che prenderne atto e rinviare il dibattimento al 19 novembre, in attesa dell’entrata in vigore del decreto. Dopodiché il processo riposerà in pace per sempre. Le camicie verdi e i loro mandanti possono dormire sonni tranquilli. Il Partito dell’Amore, sempre pronto a denunciare il “clima di odio che può degenerare in violenza”, ha depenalizzato la banda armata. Per l’“associazione a delinquere dei magistrati” denunciata da B., invece, si procederà quanto prima alla fucilazione.

Marco Travaglio