sabato 24 settembre 2011

L'"editto di Milano" e il dietrofront della Lega

Lo stupore sul dietrofront dei sindaci leghisti rispetto allo sciopero è stato notevole, sotto molti versi inaspettato e mi permetto di aggiungere incomprensibile.
Il 29 agosto 2011 a Milano eravamo in migliaia - a prescindere da qualsiasi appartenenza politica - il 7 settembre poi nel direttivo regionale ANCI all'unanimità abbiamo espresso l'intenzione - di fronte alla sordità del governo rispetto alle nostre richieste di rivedere i tagli agli enti locali e il patto di stabilità interno - di continuare nella mobilitazione contro la manovra economica. Eppure i mal di pancia della dirigenza leghista erano all'attenzione di tutti: chi non ha visto i titoli a nove colonne sulla quasi espulsione dalla Lega di uno dei sindaci più rappresentativi come Flavio Tosi di Verona! Non avendo nessun dubbio sulle capacità cognitive di altri sindaci, in primis Fontana, perché aderire al nuovo sciopero bipartisan e poi mandare una lettera di scuse/dissociazione? La risposta può essere una sola: la Lega Nord ha stupito se stessa compiendo un atto dal sapore antico e in voga nell'antico impero romano, un editto. E, come al solito, le copie non hanno mai il valore dell'originale, in quanto mentre l'Editto di Milano del 313 - mi perdonino gli storici per la semplificazione - ha consentito la fine delle persecuzioni dei cristiani e gli albori della libertà religiosa, il nuovo Editto di Milano (più precisamente di via Bellerio) ha fortemente leso la libertà degli Amministratori locali di scegliere come rappresentare le istanze e i diritti delle proprie comunità. Seppur in un momento di grave spaesamento, dove non esiste più il lume del federalismo - offuscato tra i mille decreti - e la carta delle autonomie è in un cassetto al Senato della Repubblica, confido che i sindaci leghisti facciano sentire la voce del territorio ai loro dirigenti, sempre più avvezzi alle pratiche romane.
A scanso di pulpiti - avendo il sottoscritto anche un ruolo in un partito - ribadisco che noi amministratori locali dobbiamo essere innanzitutto i promotori e i garanti degli interessi e del bene delle nostre comunità senza se e senza ma.

Gian Mario Fragomeli
Sindaco di Cassago Brianza

Lunedì sera il pre-Consiglio Comunale

Martedì 27 settembre è convocato il Consiglio Comunale con i seguenti punti all'ordine del giorno:
  1. Lettura ed approvazioni verbali delle due precedenti sedute
  2. Ratifica variazione al bilancio di previsione 2011 deliberata dalla Giunta Comunale il 2 agosto
  3. Ratifica variazione al bilancio di previsione 2011 deliberata dalla Giunta Comunale il 29 settembre
  4. Riconoscimenti debiti fuori bilancio e contestuale variazione di bilancio per il loro finanziamento
  5. Salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi
  6. Approvazione della perizia di stima per l'acquisizione di un'area in fregio a via Sant'Antonio da Padova
Ci troviamo lunedì sera, 26 settembre, ore 21.00 alla la sede del Circolo del PD di via Trento per analizzare i vari argomenti insieme alle altre questioni. Confidiamo nella presenza di tante persone. Sollecitiamo specialmente gli amici e i simpatizzanti del Partito Democratico che possono offrire un contributo determinante.

Il Gruppo di Insieme per Merate

venerdì 23 settembre 2011

I "Pinocchio" della Lega e gli uomini liberi

Giovedì sera 22 settembre in Consiglio Comunale ad Olgiate Molgora si è svolta la votazione dell’ordine del giorno ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sulla manovra. La critica era pesante e l’iniziativa era dell’ANCI Nazionale che, in questo momento è guidata dall’on. Vito Napoli del PdL. Era una espressione unitaria di tutti i sindaci a prescindere dalla tessera di partito.
In sede di dichiarazione di voto, il capogruppo leghista Antonello Formenti, che è anche vicepresidente della Provincia, Assessore al Bilancio ed, inoltre, Assessore ai Lavori pubblici a Castello Brianza, ha dichiarato il voto contrario perché la manovra era giusta anche per quanto riguardava i Comuni e che ringrazieremo il Governo di Silvio Berlusconi per averla fatta. Di più che la situazione è talmente grave che tra poco tempo arriverà una terza manovra.
La contraddizione in termini è evidente: la manovra è talmente buona che è diventato urgente farne un’altra! Formenti si è scordato che la prossima manovra sarebbe la terza in quattro mesi! Inoltre non ricorda che la finanziaria di fine 2010 doveva essere la sola per tutto il 2011!
Ma perché accade ciò? E’ partito l’ordine di Umberto Bossi a tutti gli amministratori leghisti di non protestare più contro la manovra. Da quel giorno, nel Lecchese, nonostante le dichiarazioni precedenti, nessun sindaco od esponente leghista ha più parlato per non essere espulso. Formenti, nonostante tutte le sue cariche negli enti locali, ha obbedito! Si è passati dai proclami di “essere padroni a casa nostra” a quelli che danno ragione ai “ladroni di Roma”!
Ognuno ha la propria coscienza e risponde, però, oltre che a quella, anche ai cittadini che lo hanno eletto in tre enti. Chissà se i cittadini di Olgiate, di Castello e della Provincia saranno contenti di sentirsi mettere le mani le mani intasca dai Comuni e di non avere speranza di sviluppo per sé, per i propri figli e per i propri nipoti.
Ma il federalismo tanto sbandierato e raggiunto è questo?
Antonello Formenti non è il solo che ha obbedito, sono schiere!
Questa gente rimarrà sempre Pinocchio (burattini) e non diventeranno mai essere umani, autonomi e liberi.

Ambrogio Sala
Assessore ai Servizi sociali di Olgiate Molgora

I nuovi barbari padani vogliono abbattere i tigli secolari di viale Lombardia

Tre fotografie di via Principe di Napoli del 1905 e del 1910 che ritraggono i tigli di viale Lombardia tratte da libro "Merate nelle vecchie cartoline" di Angelo Sala edizioni Bellavite
Quegli alberi hanno più di cento anni. Sono ritratti in alcune fotografie e cartoline del 1905, quando viale Lombardia si chiamava viale Principe di Napoli. Sono sopravvissuti alle due guerre mondiali, alla ricostruzione industriale, alla cementificazione, ai nubrifragi degli ultimi anni...
Ma i nuovi Unni che hanno conquistato il Comune hanno deciso di tagliarli. Diciassette su ottantasei soccomberanno ai barbari padani. Una relazione di un agronomo si apprende dalla stampa stabilisce che sono malati e pericoli e allora bisogna abbatterli perché potrebbero cascare. Al loro posto probabilmente si ricaveranno nicchie per i parcheggi, in modo da rimediare al disastro della soppressione dei posti auto nel tratto iniziale della strada. Ma il verde è patrimonio pubblico, come gli edifici, la rete viaria, le dotazioni municipali… non si può liberarsene così a cuor leggero, specie se rappresentano la memoria storica di una comunità. I difensori delle tradizioni locali e dell’inviolabilità del suolo nordico dovrebbero comprenderlo meglio di tutti.
Meglio sarebbe se si commissionasse una contro-perizia, per sicurezza, oppure che si proceda a tagliare solo una pianta per analizzare la sezione e stabilire con assoluta certezza che veramente sussiste il rischio di crolli. In altri paesi hanno risolto altrimenti queste situazioni.
E dove sono i consiglieri di opposizione, Legambiente, Italia Nostra, la Commissione del Paesaggio… Possibile che nessuno dica niente, che gli organi di informazione tacciano, che non ci sia un minimo sussulto di dignità e di amore per la nostra bella Merate di fronte a questo scempio naturalistico? E voi che siete al governo aspettate ancora un mese, eseguite approfondimenti, non abbiate fretta: una pianta tagliata è una pianta morta, un secolo di vita non si può distruggere come se si strappasse l’erba dalle aiuole.

Anonimo

giovedì 22 settembre 2011

Fare politica nonostante l'antipolitica

Dopo un'estate di fuoco, l'autunno prosegue in un clima incandescente. Si vive alla giornata in un clima irreale in cui tutti, anche il Centrodestra, sono consapevoli dell'inadeguatezza del Governo e del suo Presidente, ma in cui, grazie alla legge elettorale vigente, i Parlamentari sono ricattabili e il Parlamento è blindato, con una maggioranza parlamentare diversa da quella che era uscita dalle urne nel 2008: il Governo può cadere solamente se si dimette.
Una chance ci è offerta dal referendum per l'abolizione dell'attuale legge elettorale, il Porcellum. Se il referendum dovesse andare in porto e si ritornasse al Mattarellum, verrebbe meno il condizionamento dei capipartito sui singoli Parlamentari e, forse, si potrebbe porre mano alla riforma elettorale
La Lega, ormai, ha mostrato con chiarezza le proprie contraddizioni e Bossi ha avuto l'ardire di impedire ai propri Amministratori di manifestare contro la manovra che danneggia e mortifica le autonomie locali. Questi, anche in provincia di Lecco, si sono adeguati dichiarando apertamente che, per loro, prima c'è il partito e poi l'interesse dei cittadini.
Alla Lega non resta che rispolverare la bandiera della secessione, subito bollata dal Capo dello Stato come “fuori dalla storia”.
A livello internazionale siamo diventati lo zimbello del mondo intero. Le recenti dichiarazioni della Presidente di Confindustria sono inequivocabili in tal senso. L'Europa ci difende solo perché se crollasse l'Italia crollerebbe l'euro. Un'Europa guidata dal Centrodestra che, con una politica di corto respiro, è preoccupata del pareggio dei conti, ma trascura lo sviluppo.
Dovrebbe essere agevole per l'opposizione, in questa situazione, accrescere i propri consensi. In effetti il centrosinistra è in crescita, ma meno di quanto ci si aspetterebbe.
Due ostacoli rendono la nostra azione meno incisiva: la non possibilità di portare le nostre proposte alternative al confronto parlamentare (si va avanti a colpi di fiducia) e la diffidenza delle persone nei confronti della politica: una mentalità inculcata ad arte da chi, essendo imprenditore, vorrebbe affermare la propria presunta superiore capacità di governare il Paese.Si tratta di un senso comune assai diffuso, che sembra incominci a cedere a fronte della palese incapacità di questo Governo, ma che è difficile da vincere.
Questa è la fatica che ci viene richiesta in questo periodo: fare politica nonostante l'antipolitica.

Ercole Redaelli
Segretario provinciale del PD leccgese

Un'associazione senza associati

L'assemblea di elezione del nuovo presidente della Proloco ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la Proloco è un'associazione di fatto senza associati. Un'ente senza persone che lo vogliano far vivere. Un nome che non rappresenta alcun cittadino. I numeri parlano da soli, le interpretazioni sono solo chiacchere. Se tra gli oltre 300 iscritti solamente una trentina hanno ritenuto importante eleggere il nuovo Presidente e quindi decidere le sorti future dell'Associazione. Se tra 15.000 abitanti meratesi solo sei, alcuni tirati per i capelli, hanno deciso di dare la loro disponibilità per l'Associazione. Se tra tutti i partecipanti agli eventi, alla fine, i volontari sono sempre gli stessi quattro gatti... è evidente che l'Assocazione è destinata a morire (od almeno ad arrivarci molto vicino). Il peccato originale della Proloco è quello di essere un ente che tutti dicono essere necessario, ma per il quale nessuno ha voglia di spendersi: a lavorare, infatti, si fa fatica. Molto meglio parlare, intromettersi nell'organizzazione, ma mai darsi da fare in prima persona per la Città. Insomma, la Proloco deve rinascere da basi nuove; deve rinascere per impulso della società civile, deve rinascere dall'iniziativa spontanea di un gruppo di persone coeso e volenteroso. Non è pensabile ripartire sempre con lo stesso disco, ma occorre un momento di discontinuità forte, un momento di rottura che faccia capire quanto sia importante un organismo di promozione del territorio ben organizzato. Le basi di discontinuità erano state gettate ma le recenti elezioni non sono state un esempio di partecipazione e sentimento, bensì un esempio di come sia possibile trascinarsi all'infinito. 
Il compito del nuovo Direttivo è arduo: creare una vera base associativa e, molto probabilmente, impossibile.


Abracadabra

Il garibaldino in camicia verde padano

Obbedisco!!!
E’ il 29 novembre del 2004. I cattocomunismi della maggioranza di Insieme per Merate presenta una mozione sulla Legge Finanziaria del 2005. Il documento in buona sostanza punta il dito contro la diminuzione dei trasferimenti alle Autonomie Locali e l’obbligo di ridurre le spese per le Amministrazioni Municipali. Il Consigliere all’ora di Opposizione della Lega Nord Andrea Robbiani vota contro. Si giustifica addossando la colpa ai Sindacati, all'INPS, al Sud, al Centrosinistra che ha governato dal 1996 al 2011, ai Comuni spreconi, perfino a Bettino Craxi… E conclude: “Non è certo il Governo Berlusconi quello che potrà mettere a posto questa situazione...". Purtroppo aveva ragione, è stato profetico a gurdare quello che sta succedendo
Stesso arrampicarsi sui vetri tradendo la croce celtica pur di non andare contro il Berlusca e il Senatur il 12 dicembre 2005, quando in aula i soliti rossi eversivi portano una mozione questa volta stilata  dall’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani. L’ANCI è di Centrosinistra, la mozione è politicizzata, gli anni ‘60, gli anni ‘70, il “fantasma” di onorevole Mauro Guerra e tante altre amenità di qualunquismo e demagogia allo stato puro che più si addicono a chiacchiere da bar che ad un Consiglio Comunale… E così vota di nuovo contro.
Giovedì 15 settembre 2011: giorni nostri, stesso Governo di Centrodestra ma Giunta Comunale diversa, non i mangiapreti di bolscevichi di prima, a capo del Palazzo c'è proprio Andrea Robbiani, un Borgomastro duro e puro della Lega Nord dalla prima ora sostenuto anche dal PdL. Anche l’ANCI è cambiate, non è più un covo di compagni, perché il Presidente è la camicia verde di Varese Attilio Fontana. Molti Primi Cittadini del territorio aderiscono proprio alla proposta dell’ANCI di “scioperare” e riconsegnare la fascia tricolore al Prefetto. Ma come al solito il nostro Andrea Ambrogio Robbiani non ci sta. Dichiara: “Il governo ha sempre proseguito sulla strada di approvare finanziarie nelle quali il contributo chiesto ai comuni in termini di sacrifici è sempre stato elevato. La manifestazione di oggi con la chiusura simbolica degli uffici e l'incontro con il Prefetto nulla toglie e nulla aggiunge a quanto prodotto senza successo nei mesi scorsi”. E qualche giorno dopo rincara la dose: la Lega Nord conta solo il 10%, Roma Capitale, il partito di lotta, Romano Prodi, Massimo Decio Meridio, i gladiatori... il classico scaricabarile.
E’ cambiato il ruolo, ma l’abitudine di dare sempre la colpa agli altri e mai a ai suoi superiori che dal 2001 ad oggi governano ininterrottamente, tranne una infelice pausa dal 28 aprile 2006 al 6 febbraio 2008 con il Romano Prodi II la vendetta, quella no non è cambiata. Lui obbedisce sempre. Come Giuseppe Garibaldi con Vittorio Emanuele II e pazienza se il paragone per un padano non è gradito…

Marco Airoldi

L'intervento di Andrea Robbiani del novembre 2004

Grazie. Io volevo parlare di questa cosa già anche l'altra volta quando è stata presentata l'altra mozione. Dal nostro punto di vista questo elemento è una mozione di carattere politico. Io vorrei solamente cercare di capire da parte di chi sta oggi in maggioranza nel nostro Comune, che in qualche modo rappresenta il Centrosinistra, vorrei cercare di far riflettere sul fatto che in questi anni, prima del Governo Berlusconi, che oggi sembra il diavolo che in qualche modo è il creatore di tutti i mali di questo Paese, in realtà io vorrei solamente ricordare che dal 96 al 2001 ha governato il Centrosinistra, hanno partorito ben quattro Governi, Prodi, più il Governo D'Alema, il Governo Amato, con delle finanziarie pessime, molto peggiori di quella che è stata fatta adesso, vorrei solamente ricordare tra le altre cose alcuni tagli alle Regioni fatte dal Governo D'Alema per 2.200 miliardi delle vecchie Lire, vorrei ricordare i tagli alla scuola, l'aumento della benzina, la famosa carbon tax, tutte manovre fatte per cercare di migliorare i conti pubblici, ma in realtà non hanno fatto altro che peggiorare il debito pubblico. Oggi troviamo una situazione in cui il debito pubblico è insostenibile, e non è che è insostenibile perché c'è il Governo Berlusconi, c'è perché esiste - come diceva giustamente prima il Consigliere Castelli - una situazione che si trascina dai famosi Governi Craxi dei primi anni 80. Adesso non vogliamo andare troppo indietro però il concetto di base che ci porterà a votare contro a questo documento è proprio il fatto che una mozione di questo tipo è puramente politica, quindi non c'è una strumentalizzazione chiara contro il Governo. Io vorrei capire perché all'interno di questo documento non viene scritto che viene mandata anche ai sindacati che in tutti questi anni, insieme alla Confindustria hanno utilizzato per esempio i fondi, l'INPS, come ammortizzatore sociale, pagando la cassa integrazione, e questo ha aumentato il debito pubblico. Cerchiamo allora di vedere tutto il complesso, questa finanziaria è veramente penalizzante per gli Enti Locali, lo sappiamo, lo abbiamo detto anche noi della Lega Nord, lo ha detto anche Daniele Molgora, lo hanno detto in tanti, il problema è che in qualche modo bisognava intervenire sulle spese degli Enti Locali tanto più che anche gli Enti Locali, Regioni, Province, Comuni in questi anni hanno speso a mani basse, soprattutto nel centro-sud, molti di loro governati dal Centrosinistra e quindi non solo dal Centrodestra, quindi se oggi ci troviamo in questa situazione è anche perché gli Enti Locali hanno speso e adesso che bisogna tirare i remi in barca chi ne fa le spese sono i Comuni del nord che sono sempre stati parsimoniosi, che hanno sempre speso in un certo modo. È chiaro, questo è il classico sistema statale che ci trasciniamo da anni, non voglio entrare nel discorso federalista perché sarebbe troppo lungo ma il concetto è questo. Questa manovra purtroppo è figlia di situazioni che non sono in qualche modo imputabili, se non in parte, comunque ad un Governo di Berlusconi, perché Berlusconi deve solamente fare contenimento di quello che è la spesa pubblica, la deve poter fare con questi strumenti. Si potrebbe fare il federalismo fiscale, non viene fatto perché c'è comunque un sistema trasversale che va dalla Destra alla Sinistra che non vuole che si faccia, perché andrebbe a favorire le regioni del centro-nord, a favore del centro-sud che è tipicamente bacino di voti di certi partiti politici, quindi oggi se volete portare avanti questo, io comunque voto contro, però se volete mandate questa mozione anche ai sindacati, mandatela agli amministratori di Centrosinistra delle regioni che hanno sperperato migliaia di miliardi di vecchie lire e che comunque hanno contribuito a questo debito pubblico che voi giustamente in questa mozione dite che esiste e non sono solo spese ministeriali, sono ben altre le spese che stanno influenzando questo Stato e che lo stanno mettendo in queste condizioni.
Non è certo il Governo Berlusconi quello che potrà mettere a posto questa situazione però se ci guardiamo indietro, chi ha governato prima di Lui ha fatto peggio di Lui e non era certo di Centrodestra. Grazie.

L'intervento di Andrea Robbiani del 12 dicembre 2005

Volevo spendere due parole su questa proposta dell’ANCI, perché credo che sia interessante e importante, a nome dell’unico partito politico presente in questo Consiglio e, soprattutto, perché facciamo parte della maggioranza governativa che ha portato avanti la legge finanziaria 2006, comunicare la nostra idea su questo punto. E’ evidente che questa mozione è di taglio profondamente politico, come la mozione votata l’altra volta; mi sembra che dica sostanzialmente: “Questo Governo ha sbagliato la finanziaria”, però non propone nient’ altro, se non di creare un tavolo attorno al quale discutere. E’ sostanzialmente una mozione di forte critica, non propositiva. Noi abbiamo sempre la memoria corta; per capire perché ci sono queste finanziarie e perché le ultime approvate tagliano evidentemente i fondi ai Comuni, bisogna partire da lontano, addirittura dagli anni ’60 – ’70, quando lo Stato Italiano diceva sostanzialmente ai Comuni: “Più spendete, più noi vi rimborsiamo, non preoccupatevi!”. Questo era il sistema, che permetteva ai Comuni di fare qualunque tipo di operazione. Questo sistema è andato avanti fino alla metà degli anni ’80; poi si è iniziato a capire che si apriva una voragine nei conti pubblici e da quel momento è cominciata un’opera di contrazione dei fondi destinati ai Comuni; è nata poi l’I.C.I. negli anni ’90 e quant’altro. Quindi, progressivamente, sono stati diminuiti i fondi che lo Stato trasferiva ai Comuni, obbligando i Comuni ad operare diversamente, per trovare dei fondi localmente. Quello che, però, stupisce è che l’ANCI - che fondamentalmente é, per ovvi motivi, un’emanazione del Centro-Sinistra, visto che la maggior parte dei Comuni italiani ha la maggioranza di centro-sinistra - non tiene conto che queste finanziarie vivono di riflesso due fattori fondamentali: le due finanziarie approvate dal Governo D’Alema nel 1999 e nel 2000 hanno operato i primi tagli ai Comuni di circa 23.000.000 – 24.000.000 milioni di Euro, ma non mi sembra che qualcuno della Sinistra e dell’ANCI si sia scandalizzato di questo; é stata poi accettata la manovra di Amato nel 2001, che, invece, sapendo che probabilmente avrebbe perso le elezioni, ha ulteriormente devastato il bilancio dello Stato fornendo un’addizionale di denaro in più agli Enti Locali senza darne la copertura. Questo discorso si è ribaltato sugli anni successivi al 2001, è evidente. Tenendo conto di questo, tenendo conto anche del patto di stabilità che ci tocca rispettare per quanto riguarda l’Europa, ci si trova nelle condizioni di dover sostenere delle finanziarie che vanno a pesare su tutti gli Enti Locali. L’ANCI, con questa mozione, dovrebbe perlomeno intervenire anche nei confronti di quei Comuni in certe zone d’Italia, soprattutto nel centro – sud, che continuano a spendere al di là delle loro capacità e che vanno oltre il patto di stabilità, creando uno squilibrio tra loro e gli Enti Locali virtuosi. Evidentemente, l’ANCI non dice niente a questi Comuni, ma sostanzialmente si scaglia contro questa finanziaria. Oltre a ciò, l’ANCI non dice niente rispetto a quella che potrebbe essere la richiesta legittima al Governo di cominciare ad erogare i fondi come dovrebbero essere erogati: non nella misura del 4 – 4,5%, ma nella misura del 5 - 5,5 - 6%. In più, non si sollecita un cambio del sistema fiscale italiano, quindi un’inversione del flusso di denaro: oggi il denaro va allo Stato centrale e poi viene erogato come finanza derivata ai Comuni; perché l’ANCI non chiede questa inversione, visto che i Comuni hanno ormai un forte peso nell’erogazione dei servizi ai cittadini? Evidentemente, all’ANCI non interessa questo, perché fa un discorso prettamente politico e di ciò si è avuta una conferma anche in occasione di quell’incontro organizzato in quest’aula, alla presenza di alcuni personaggi dell’ANCI: l’Onorevole Mauro Guerra, detto “il fantasma” per la sua presenza sul nostro territorio da quando è stato eletto Onorevole; in quella circostanza non è emerso alcun tipo di proposta! E’ evidente che questa è una mozione politica e per questo motivo noi del Gruppo Lega Nord voteremo contro, perché riteniamo che l’ANCI, al di là della richiesta di un tavolo di discussione, continua a rimanere nel vago senza dare soluzioni specifiche, dimostrando che non le interessa trovare soluzioni, ma solo esprimere una forte contrarietà al Governo. Grazie.

mercoledì 21 settembre 2011

La Pro Loco non può vivere senza uno stretto collegamento con il Comune

Buon giorno spettabile blog di Insieme per Merate
ritengo che in un Consiglio importante come quello della Proloco sia significativa la partecipazione di Consiglieri Comunali di Maggioranza e Minoranza.
I rappresentanti politici che partecipano al Consiglio Direttivo devono comunque avere un atteggiamento propositivo e non vincolato da pareri politici o di ideologie di parte. La Proloco è un'associazione che non può avere una sua vita senza uno stretto collegamento con il Comune. Ritengo le sue iniziative siano una parte fondamentale dello sviluppo turistico e culturale del Meratese e pertanto debbono viaggiare a stretto contatto con Assessorato alla Cultura, Sport e in generale tutta l'Amministrazione Comunale.
Sono convinto che il Comune dovrebbe provvedere all'associazione in forma determinante per il suo sostentamento laddove le entrate delle manifastazioni non permettano un rendiconto economico sufficiente, fermo restando che la Proloco debba restare comunque un associazione libera da ogni costrizione politica pertanto aperta ad ogni forma di cultura e sviluppo turistico. Sicuramente un'adeguata valutazione delle iniziative sia dal punto di vista economico per il bilancio, culturale per dare importanti contributi di conoscenza, che di sicurezza dei partecipanti, deve comunque restare un must da parte del Direttivo della Proloco.
E' importante che il Comune, attraverso i sui uffici competenti, aiuti i volotari della Proloco per far sì che possano organizzare e gestire le manifestazioni con tutta sicurezza.
Approfitto anche per augurare al nuovo Consiglio un buon lavoro per la comunità del Meratese.
Grazie dell'ospitalità,

Massimo Adobati
Consigliere Comunale

Si riuniscono la Commissione Istruzione e Cultura e la Commissione Bilancio

Giovedì e venerdì si riuniscono la Commissione Istruzione e Cultura e la Commissione Cultura. Dati gli argomenti trattati, specialmente in Commissione Istruzione e Cultura, si chiede a chi può ed agli interessati di partecipare all'incontro ma anche di fare passare voce tra i genitori e gli insegnanti.
La Commissione Istruzione e Cultura si trova domani alle 18 presso la sala consiliare in municipio con il seguente ordine del giorno:
  • Approvazione verbali della seduta precedente
  • Esposizione progetti del POF - Piano offerta formativa a cura delle scuole interessate
  • Varie ed eventuali
La Commissione Bilancio è convocata per dopodomani alle 18.30 sempre nella sede municipale con il seguente ordine del giorno:
  • Approvazione verbali
  • Salvaguardia equilibri di bilancio
  • Variazioni al bilancio di previsione 2011
  • Varie ed eventuali
Giovedì prossimo, 29 settembre, c’è infine la Consulta delle Associazioni culturali:
  • Approvazioni dei verbali
  • Esame calendario delle iniziative programmate
  • Sviluppo del progetto “globalizzazione”
  • Sviluppi della problematica SUAP (è la questione dei permessi e delle difficoltà burocratiche)
  • Varie ed eventuali
Il Gruppo di Insieme per Merate

martedì 20 settembre 2011

Le truppe cammellate alla conquista della Pro Loco

Quella sera di primavera del 1999 era stata convocata l’assemblea ordinaria della Pro Loco per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Di solito a tali assemblee partecipano pochi intimi, tant’è che all’omologa assemblea di tre anni prima fui eletto o meglio cooptato, in detto Consiglio, per mancanza di astanti e di candidati.
L’esperienza di quei tre anni in Pro Loco fu, per me, positiva e produttiva ed, oltre all’attività ordinaria si estrinsecò nella pubblicazione del libro “Merate: conoscerla, visitarla”.
In Pro Loco percepivamo l’ insofferenza dell’Amministrazione Comunale e della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, in quanto non omologati alle medesime.
Quella sera rimasi stupito quando, arrivato in Sala Civica, invece di trovarvi i soliti noti, vidi molte persone, mai viste alle manifestazioni della Pro Loco, né come spettatori, né, tantomeno, come collaboratori.
Feci presto ad accorgermi che si trattava delle truppe cammellate in camicia verde ed azzurra le quali, in azione congiunta e convergente, erano state inviate alla conquista della Pro Loco, neanche fosse Fort Apache. Sentii discorsi sulla necessità di rivoltare la Pro Loco, come un calzino e sulle sorti magnifiche e progressive che la nuova gestione avrebbe determinato. La decina d’anni successiva non ha visto gestioni esaltanti, anzi, perché quelli che avrebbero dovuto dare un’impronta si sono fermati, more solitu, alle enunciazioni; in effetti si accorgevano che la Pro Loco non è un luogo dove ci si siede in poltrona a dettare la linea, ma dove si lavora e lavorare stanca. A parte alcune lodevoli eccezioni, vedi Pinuccia Maternini, molti sono apparsi e, come meteore, sono spariti; non è stata creata una “classe dirigente” che consentisse una continuità di azione (sette Presidenti in dieci anni), cosicché, ad ogni rinnovo di Consiglio, si presentavano facce nuove ed inesperte.
La gestione di Giacomo Ventrice e collaboratori ha segnato una discontinuità positiva; purtroppo si è trovata di fronte un’Amministrazione che, nelle Linee Guida Programmatiche 2009-2014 si propone di trasformare la Pro Loco in Agenzia per il Turismo snaturandone, così, le finalità statutarie.
La goccia che ha fatto travasare il vaso è stata la penosa faccenda dell’autorizzazione per la manifestazione di Villa Cedri che ha visto la Pro Loco, novello Sisifo, portare il masso quasi in cima alla montagna e vederselo rotolare giù con l’annullamento della manifestazione ed una perdita di 5.000 €.
Il comico è che la procedura autorizzativa è indirizzata allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), istituito, per semplificare la vita ai cittadini, a maggior ragione quando si tratti di Associazioni che “in forma sussidiaria rispetto alle attività istituzionali del Comune in materia di cultura” (dicitura ufficiale del Comune) si danno da fare in piena volontarietà e dispendio di tempo a vantaggio della cittadinanza, con “l’effetto indotto del contenimento dei costi per l’Ente Comunale” rispetto all’eventuale alternativa di una commissione, onerosa, a professionali fornitori di prestazioni.
La finzione del SUAP, costringe il poveretto che, inopinatamente, dopo aver riempito 13 moduli e pagato un ingegnere iscritto all’albo, ha inoltrato la domanda, a permanere in stato ansioso per 2 mesi, telefonando per sapere a che punto sia la pratica, se non è stata dimenticata una virgola e girando come una trottola per diversi uffici, quale novello signor K in attesa dell’agognato permesso.
Nell’ultima assemblea straordinaria si è accennato ad una lettera che sarebbe stata inviata dal Sindaco alla Pro Loco riguardo alla determinazione dell’Amministrazione Comunale di non nominare più i tre Consiglieri Comunali in seno al Consiglio Direttivo della Pro Loco. Leggo sul blog che un’altra lettera fu previamente inviata, dalla Maggioranza alle Minoranze per “ragionare tutti assieme su come vogliamo intendere il futuro dell’Associazione Pro Loco”; ma la Maggioranza non aveva programmato di trasformarla in Agenzia per il Turismo, prima di ogni ragionamento? Ci mancherebbe pure che venga eterodiretta, anche formalmente, dai partiti; la Pro Loco è un’associazione apartitica, autonoma e l’organo sovrano è l’ Assemblea dei Soci! Essa non è il braccio operativo dell’Amministrazione Comunale.
Sulla faccenda dei Consiglieri Comunali nel Direttivo ha tagliato la testa al toro la Tesoriera Signora Letizia Mor che, in assemblea, ha annunciato l’emanazione da parte dell’Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane (UNPLI) di una direttiva in ordine, appunto, a tale questione e nel senso della non presenza dei Consiglieri Comunali, in quanto tali, nel Direttivo.
Non rimane che mettere mano allo statuto e modificarlo di conseguenza, tanto più che l’ UNPLI dispone di statuti tipo.


Ernesto Passoni

lunedì 19 settembre 2011

La Pro Loco ha bisogno del miglior rapporto possibile con l'Amministrazione Comunale

Riportiamo la lettere che il nostro Capogruppo di “Insieme per Merate” Cesare Perego ha inviato in risposta alla nota del Capogruppo di Maggioranza Ernesto Sellito sul futuro della Pro Loco, in particolare sull'intenzione di non far più partecipare i Consiglieri Comunali al Direttivo dell'Associazione.

Gentili capigruppo Castelli e Sellito,
in risposta alla breve nota del 4 agosto scorso del capogruppo Pdl Sellito di “ragionare tutti assieme su come vogliamo intendere il futuro dell’associazione pro Loco”, vi invio questo testo.
Ho vinto la tentazione di rispondere d’istinto alla “provocazione” di valutare l’opportunità di mantenere nel Consiglio Direttivo della Pro Loco i membri di nomina consigliare, ritenendo di dover prima incontrare i membri del mio gruppo, in attesa anche di ricevere invito ad un aggiornamento da fare a settembre con voi. Ho finora avuto uno scambio con la collega Gabriella Mauri e questa sera incontreremo l’intero gruppo di “Insieme per Merate”.
A questo proposito, la notizia riportata dal Giornale di Merate, che con lettera inviata alla Pro Loco del 6 Settembre il Signor Sindaco ha indicato la sua volontà di procedere nella direzione di non nominare nel Consiglio Direttivo della Pro Loco i membri di nomina consigliare, vi chiedo come debba essere interpretata.
Forse che la discussione “l’è già bella terminata”.
Se è lo Statuto che prevede come è composto il Consiglio dell’Associazione, e lo Statuto è una decisione assunta dal Consiglio Direttivo della Pro Loco o dall'Assemblea dei Soci, spetta a questo Consiglio modificarlo. La discussione che un sindaco pro-tempore intende aprire per promuoverne una modifica, deve essere sottoposta all’attenzione dell’organismo incaricato e non essere trasmessa come decisione già presa.
Decisione che non può certo trascurare un passaggio che ne preveda la discussione con i consiglieri, anche di opposizione, ed una delibera di Consiglio.
Ma andiamo oltre, anche se le osservazioni che cercherò di fare sanno di tempo perso in quanto si scontrano contro l’evidenza che il Sindaco “considera chiacchiere” il dibattito amministrativo.
Per quanto mi riguarda, vi anticipo il mio pensiero.
La premessa di Ernesto Sellito è “se le leggi non impongono la presenza dei consiglieri comunali” noi vorremmo toglierli. Da dove sorga la necessità di fare un simile intervento non è stato ancora reso noto. I consiglieri comunali attuali hanno creato danni? Li si sostituisca, come avviene in ogni organismo che si intende sostenere, ma non si rinunci ad animare attraverso alcuni propri rappresentanti un organismo come la Pro Loco. Il progetto di una “nuova” Pro Loco diciamo parte attiva della vita di Merate, non vedo proprio come debba e soprattutto possa passare da questa decisione. Anzi questo passo danneggia un ente che ha dato chiari sintomi proprio di aver bisogno del miglior rapporto possibile con l’amministrazione comunale. Il pensiero di centro-destra , che si propone di svuotare gli ambiti di cui la politica si occupa, può avere una sua ragione dove “si trattano gli affari”, dove è necessario portare una fresca innovazione che solo la competizione tra molti può generare, non vale assolutamente per un organismo che deve stare in osmosi con le amministrazioni per stare in vita.
Considero questa “rinuncia” a voler partecipare alla vita della Pro Loco da parte dei consiglieri una fuga dalle responsabilità proprie di un amministratore. Che ruolo hanno i consiglieri comunali oggi? Scarsissimo, né propositivo né deliberativo. La presenza nella pro Loco è anche “palestra” di formazione per un’azione politica, con tutte le sue difficoltà errori , ma anche successi.
Non nascondiamoci che gli schematici schemini di efficientismo che sono stati proposti da diversi interventi degli assessori in questi due anni hanno prodotto notevoli danni, oltre che profonda disaffezione dei cittadini verso l’attenzione degli amministratori verso bisogni e richieste della città.
Tornate indietro.

Cesare Perego
Capogruppo Consiliare di "Insieme per Merate"

domenica 18 settembre 2011

Il silenzio della burocrazia

Pubblichiamo il resoconto del referente del Comitato referendario Zeroprivilegi circa la solita burocrazia confusionaria del Comune di Merate per poter allestire un banchetto per raccogliere le firme per chiedere un referendum regionale contro la “casta” milanese.

Per quanto riguarda la richiesta del permesso, ecco la breve cronistoria.
Giovedì 15, mattina, la portineria del Comune ci ha indirizzati all'Agenzia Duomo per presentare la richiesta di occupazione di suolo pubblico (l'usciere ci ha dato questa indicazione dopo aver telefonato a qualche responsabile). All'agenzia abbiamo compilato il modulo di richiesta indirizzato all'Ufficio Tributi del Comune di Merate, specificando che tale richiesta rientra nel punto A, dell'esenzioni previste dall'art.28 del "Regolamento per la concessione di spazi ed aree pubbliche" (che comporta una riduzione del 50% sulla tassazione). Abbiamo avuto una copia del modulo e ci è stato detto di restare in attesa di una comunicazione. Nel pomeriggio stesso, l'impiegata dell'agenzia mi ha informato telefonicamente che la pratica era stata trasmessa all'Ufficio Tributi, segnalandomi il recapito telefonico. Per tutta la giornata di venerdì ho cercato di metteremi in contatto con quell'ufficio ma ha risposto sempre e solo una segreteria telefonica a cui ho lasciato un messaggio, in ordine alla richiesta, con il mio recapito telefonico. Abbiamo pensato che possa valere il silenzio assenso.

Luigi Ranzani

ANCHE A MERATE AVVIATA LA RACCOLTA FIRME
PER IL TAGLIO DEI COSTI DELLA POLITICA LOMBARDA

Oltre a poter firmare in comune, a Merate il prossimo Sabato 24 Settembre si potrà firmare ai banchetti in Piazza Prinetti dalle ore 9 alle ore 19 per il Progetto di Legge di Iniziativa Popolare illustrato ed argomentato sul sito web del Comitato Promotore www.zeroprivilegi.org che si pone l’obiettivo di ridurre di decine di milioni di euro i costi della politica in Lombardia, combattendo gli sprechi della cosiddetta “Casta” politica pagati dalla collettività, cominciando dagli spropositati costi del Consiglio Regionale per stipendi, diarie, trasferte, vitalizi e indennità varie dei Consiglieri Regionali.
Gli obiettivi del Progetto di Legge sono:
  1. dimezzare i compensi dei consiglieri regionali (indennità mensile e diaria)
  2. eliminare il vitalizio oggi spettante al consigliere
  3. eliminare l’indennità di fine mandato
  4. ridurre e regolamentare in modo più rigoroso e controllabile le spese per gli spostamenti e per le missioni
per arrivare ad una riduzione complessiva dei costi pari al 54%, traducibile in oltre 58 milioni di euro nell’arco di un mandato (cinque anni) del Consiglio Regionale lombardo.
E’ un momento particolare per il Paese e per la democrazia: vengono imposti sacrifici economici ai cittadini con tagli indifferenziati a servizi essenziali come assistenza sociale, trasporti e sanità. La politica ha fatto tagli pesantissimi persino su servizi strategici come la scuola ma non è intervenuta seriamente sui costi dei propri privilegi che sono uno dei “veri sprechi” di denaro pubblico. Per combattere questa battaglia il Comitato Promotore ha scelto uno dei più importanti strumenti di democrazia diretta che la Costituzione Italiana concede, uno strumento propositivo in mano ai cittadini: l’istituto della Legge di iniziativa Popolare. L’iniziativa è aperta all’adesione, al sostegno e alla promozione da parte di tutti quei cittadini e gruppi di cittadini che si riconoscano nelle finalità, nei principi e nei valori che stanno alla base di questo progetto. La proposta di legge necessita di almeno 5.000 firme, che dovranno essere raccolte entro il prossimo 20 Ottobre, per essere presentata in Consiglio Regionale. I cittadini possono firmare i moduli presso il comune di Merate o presso il banchetto che i sostenitori del progetto allestiranno Sabato 24 Settembre in P.zza Prinetti.