sabato 30 luglio 2011

In difesa del ruolo del Comuni nei Parchi e nelle Aree protette

Ecco l’Ordine del Giorno presentato lo scorso lunedì e discusso ieri in Consiglio Comunale a Osnago per la difesa del ruolo dei Comuni nei Parchi e nelle Aree Protette lombarde. La nuova Legge Regionale sui Parchi è stata approvata. Il Coordinamento associazioni parchi lombardi ha sollevato nei mesi scorsi quattro questioni rispetto al progetto di legge regionale sui parchi. Due di queste questioni hanno trovato sostanziale accoglimento nella delibera approvata ieri dal Consiglio Regionale.
  • Una corregge la possibilità di estendere le deroghe per la realizzazione di opere pubbliche (oggi prevista solo per le opere comprese nella legislazione nazionale) anche a quelle inserite nella programmazione regionale.
  • L’altra correzione si riferisce alla possibilità di manomettere i confini dei parchi. Secondo il progetto di legge presentato originariamente, gli ambiti urbanizzati o produttivi interni ai parchi avrebbero potuto essere tolti dai parchi e rimesse sul mercato, col risultato di dare mano libera a nuove cementificazioni.
Restano però altri due punti sui quali permane un dissenso
  • Il primo riguarda la volontà della Regione Lombardia di procedere allo scioglimento dei consorzi per dar luogo a non meglio precisati Enti Pubblici. In verità i consorzi dei parchi sono già enti pubblici (sono enti pubblici territoriali) e, secondo anche autorevoli giuristi, non dovrebbero essere sottoposti ad alcun scioglimento.
  • L’ultima questione concerne la nomina di rappresentanti regionali nei Consigli di Gestione dei parchi perché la Regione toglie spazio ai comuni e invade un ambito, quello amministrativo, che non è di sua competenza.
Con questo OdG intendiamo sollecitare la Regione – visto che esiste un impegno approvato in Consiglio Regionale di rivedere la normativa nel giro di sei mesi – a correggere i punti critici nell’ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio che può partire dalle esperienze già acquisite nei Parchi e di mantenere un forte controllo dei Comuni sui Parchi.

Paolo Strina
Sindaco di Osnago

ORDINE DEL GIORNO
PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NEI PARCHI
E NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE

IL CONSIGLIO COMUNALE
premesso
  • che le aree protette, nello scenario globale, sono l’elemento fondamentale per la conservazione della biodiversità e per uno sviluppo sostenibile dei territori
  • che le competenze e le esperienze maturate nella gestione dei parchi potrebbero guidare approcci innovativi con il coinvolgimento permanente delle comunità locali per passare dalla semplice tutela a modelli di sviluppo del territorio più sostenibili nel lungo periodo
considerato
  • che l’attuale “modello lombardo” dei parchi istituito con la L.R. n. 86 del 1983, ha saputo fino ad oggi fare storia a livello nazionale e anche sovranazionale, grazie anche al ruolo fondamentale da sempre riconosciuto ai Comuni, veri protagonisti della governance territoriale locale
  • che il cosiddetto “modello lombardo” ha quindi anticipato le ragioni federaliste, sviluppando il principio di sussidiarietà su cui si basano la Costituzione Italiana, lo Statuto Lombardo e le politiche regionali
  • che il 70% delle risorse economiche dei parchi lombardi deriva dalla contribuzione degli Enti Locali che ne fanno parte e che in essi si riconoscono
vista
  • la deliberazione n. 54 del 28 settembre 2010 “Ordine del giorno concernente il Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura: Centralità dei Comuni nella governance dei Parchi Lombardi” con cui il Consiglio Regionale della Lombardia all’unanimità impegnava la Giunta Regionale a: riconoscere, nel compimento dell’azione di semplificazione e riordino normativo a livello regionale in richiamo al Piano Regionale di Sviluppo, la centralità dei Comuni nella governance dei parchi lombardi, coerentemente con la legislazione statale di principio, promuovendone il protagonismo ed assicurando loro un ruolo determinante e non minoritario; garantire, a tutela del territorio, la salvaguardia della consistenza attuale delle aree protette lombarde ed il mantenimento del compito di pianificazione territoriale e paesaggistica delle aree in esso contenute
  • la discussione del Progetto di Legge di modifica della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e la decisione di discutere e approvare in tempi rapidi (grazie alla rinuncia ad ogni forma di ostruzionismo da parte delle minoranze ed al contingentamento dei tempi di discussione) il prossimo 28 luglio 2011 le modifiche alla Legge allo scopo di ottemperare quanto disposto dalla Finanziaria 2010, vale a dire la soppressione dei Consorzi di Gestione entro il 31 dicembre di quest’anno
  • l’impegno condiviso a rivedere nel giro di sei mesi la Legge al fine di migliorarne i punti critici
CHIEDE
  • che venga mantenuto un ruolo forte e decisivo dei Comuni nella gestione delle aree protette e nelle decisioni che riguardano i propri territori, modificando in questo senso il Progetto di Legge in esame
  • la rinuncia all’idea di centralismo regionale nella gestione delle aree protette riconoscendo invece un rafforzamento del ruolo di Comuni e Province, in una vera strategia di sussidiarietà
  • che nella revisione della Legge vengano considerati come prioritari la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio che può partire dalle esperienze già acquisite nei Parchi
  • che la definizione di aree protette non segni un netto distacco tra la gestione del territorio all’interno dei Parchi e quello all’esterno, in particolare studiando la possibilità di una gradualità della tutela nelle zone immediatamente esterne ai Parchi
  • che venga promosso il collegamento tra le diverse aree protette mediante corridoi ecologici, di cui un esempio potrebbe essere nella nostra zona l’istituzione del PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del San Genesio, area verde che consentirebbe la saldatura del Parco del Curone con il Parco del Monte Barro e con il Parco Adda Nord
IMPEGNA
Il Sindaco ad inviare copia dell’ordine del giorno al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente di
Regione Lombardia, al Presidente della VIII Commissione e a Capigruppo Consiliari in Regione.

venerdì 29 luglio 2011

Ma in Maggioranza hanno letto tutto il PGT? A giudicare dagli strafalcioni no

Pubblichiamo alcune paginate di errori formali e materiali contenuti nei documenti del nuovo PGT. A giudicare dagli strafalcioni sembra che il Sindaco e gli Assessori non li abbiano nemmeno letti...

Osservazioni formali sul Documento di Piano e sulla VAS (luglio ’11)

Relazione illustrativa
pg 23 fig 12: piramide della popolazione: scambiata la popolazione femminile con la maschile
pg 24 tab 7: verificare la potenzialità demografica della provincia
pg 76 fig 53: evidenziare la porzione di SIC del parco di Montevecchia nel territorio di Merate
pg 82 fig: alcune immagini del Parco (Adda Nord) nella zona vicino a San Martino (probabilmente Cassina Fra’ Martino)
N.B. Le immagini si riferiscono a visuali attorno al SIC del Lago Sartirana che, ahimè, non sarà più incluso nel Parco Adda Nord
- pg 126: S.P. 54 (Casatenovo-Paderno d’Adda)
- pg 129: Autolinea D70 (via Marconi incrocio)
pg 132 fig 76 Mappatura dei percorsi comunali:
Piste ciclopedonali; mancano:
- I completamenti nord (INPS-Piscine) e sud (via 25 Aprile-piazza Unione dei Popoli-via 4 Novembre) della pista di via 25 Aprile
-Il tratto Ceppo-Isoletta, lungo la Statale, sino alla congiunzione con la pista per la Stazione
-Il prolungamento est su via De Gasperi
Marciapiedi; mancano nelle seguenti vie:
Marconi, Monte Rosa, Calendone ed angolo via Monte Bianco, sottoferrovia da Promessi Sposi al Nibbio, Statale lato est da via Verdi a Cicognola
- pg 194: la chiesa di Turba
- pg 197: Villa e parco del Subaglio: manca la foto della villa
- pg 200: Villa Cornaggia e parco : periodo dell’impianto attuale: settecento
- pg 202: Elenco immobili sottoposti a procedura di interesse culturali
Non si capisce il significato e andrebbero precisati meglio gli edifici
- pg 221: Vi sono alcune imperfezioni: Valle S.Martino >valle di Cassina Fra’ Martino, roggia Ruschetto > Ruschetta, roggia Annona > Annoni (anche in altri documenti)
Tavola DP 13 ed altre: non è corretto il tracciato di via Monte Rosa che presenta ancora i tornanti insieme alla configurazione aggiornata.

VAS Rapporto ambientale preliminare
pg 50 tab14: bisognerebbe aggiornare il numero di antenne per telefonia mobile
pg 106 tab 25: manca la dicitura “popolazione totale”

Studio di incidenza preliminare
Pg 35 4.1 Screening

N.B.: L’aggettivazione “preliminare” a diversi documenti, rimane nell’atto di Adozione? Perché le successive edizioni intervenute non riportano l’evidenziazione delle modifiche, facilitando la comprensione dell’ aggiornamento del Piano

Tavole
La perimetrazione del Parco Regionale di Montevecchia non è evidenziata graficamente come quella del Parco Regionale dell’Adda Nord (pallini verdi)

Osservazioni formali sul Piano delle Regole (luglio ’11)

2.1.1 Le previsioni dei Piani Territoriali sovraordinati
Forse aggiungere: dal P.T.C. del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone recepisce l’ampliamento del confine del Parco sul territorio di Merate e le norme ad esso riferite.
2.1.2 Gli immobili assoggettati a tutela
Aggiungere:
  • Villa Greppi a Carzaniga
Gli immobili comunali: forse modificare
  1. Ex scuola elementare a Novate ora adibita a servizi sanitari
  2. Scuola elementare Spagnolli (via Cappelletta a Pagnano e non Sabbioncello)
  3. Edificio Fratelli Cernuschi con Sala Civica
  4. Ex scuola elementare Frisia di via Fratelli Cernuschi– non centro socio assistenziale
  5. Scuola elementare con palestra in via Montello (leasing)
  6. Ambulatorio a Cassina
  7. Appartamenti in via Cerri a Novate (?)
  8. Ex CSE a Brugarolo

Schede
Perché non sono segnalati i vincoli di legge ai parchi annessi alle Ville storiche?
Villa e Parco del Subaglio: non c’è la foto della villa
Villa Sala Cornaggia Periodo: ampliamento settecentesco

Osservazioni formali sul Piano dei Servizi (luglio ’11)

Relazione illustrativa
3.5 Verifica delle dotazioni esistenti di servizi di interesse sovracomunale
- pg. 27-Attrezzature di interesse comune: sostituire amministrativo con privato
3.6 Verifica dell’accessibilità ai servizi di interessi sovracomunali esistenti e previsti
-Ad ovest …SP 55 (Osnago-Robbiate) di collegamento est –ovest non nord-sud
- pg.44 GIUSTIZIA
Non ci sono Uffici
3.7.2 pg 52: la rete delle piste ciclopedonabili e dei marciapiedi non è aggiornata, così come in altra cartografia
3.7.3
- pg.55 Posta in via della Rondinella e non delle Rondinelle
Museo Ambrosioni e non Ambrosini
- pg.56 Chiesa S.Marta sconsacrata e non scomunicata
Pagnago invece di Pagnano
5.1 La costruzionee della struttura degli elementi fondanti territoriali
B. Progetto della mobilità
Non è sempre corretta, anche in altri documenti, la denominazione della strada sovracomunale ex 36 (non ex 342 dir) che, nel nostro ambito, è diventata SR 342 dir
Cartografie da correggere come da suggerimenti relativi al DdP e VAS, specie per la viabilità
Schede
Altri Servizi
Manca l’indicazione delle tre strutture per la telefonia mobile
Piano triennale delle opere pubbliche 2011-2013
Per maggiore chiarezza bisognerebbe puntualizzare che i ratei annuali possono essere anche a copertura parziale dell’esborso totale

Allegato 1 – Schede di rilievo
In ogni scheda c’è un refuso: regime di prop®ietà
Schede aree verdi.
Rivedere il regime proprietario e l’eventuale uso pubblico
Schede chiese ed oratori
Il regime proprietario dovrebbe essere per tutti: privato ad uso pubblico
La santella della chiesa di S.Ambrogio non è riprodotta ( al suo posto c’è la chiesa)
Schede s3e Ospedale ed ASL
La proprietà è pubblica
N.B. Se possibile non dimenticare oggetti minori, ma costituenti memoria storica (es, santelle e cappelle votive, muri, ecc.) e vegetazione importante ( filari arborei, alberi di pregio, ecc.).

Allegato 2- Schede dei servizi di progetto
P8/9 Nella titolazione manca l’ex Oratorio di Merate Centro
Manca la figura 36

Ernesto Passoni

Il Governo rivuole indietro dalle famiglie i soldi del Bonus bebè

In questi giorni alcune migliaia di famiglie italiane stanno ricevendo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, una contestazione di “indebita riscossione” del Bonus Bebè previsto dalla Legge 266 -2005, per i figli nati negli anni 2005 e 2006.
In tali lettere si chiede la restituzione della “somma illecitamente riscossa” (bonus bebè) relativa all’importo di Euro 1000,00, oltre alla comminazione della “sanzione amministrativa” in misura ridotta di euro 3.000,00 per ogni bonus Bebè riscosso illecitamente a seguito dell’accertamento della falsa autocertificazione ai sensi dell’art. 316 terc.p.”
Vogliamo anche ricordare che tale Bonus bebè, fù anticipato da una lettera augurale e propagandistica, con tanto di felicitazioni per il nuovo arrivo ed un grosso bacio a firma di Silvio Berlusconi.
I requisiti reddituali per usufruire del Bonus, parlavano genericamente di reddito di € 50.000,00 senza precisare se si trattava di reddito netto o lordo e ciò può avere indotto in errore molti richiedenti.
Si tratta nella grandissima maggioranza di discostamenti minimi rispetto al limite di reddito indicato.
Evidenziamo l’abnormità delle eventuali conseguenze di natura penale e amministrativa, palesate nella stessa, contro le famiglie che avrebbero truffato lo Stato, senza invece considerare un mero errore determinato dalla scarsa chiarezza della normativa e delle informazioni ricevute.
La Federconsumatori ritiene pertanto indispensabile un intervento chiarificatore del Governo per evitare alle famiglie interessate, un ingiusto pregiudizio personale e patrimoniale con l’obbligo ad una assistenza di un legale.
La nostra Associazione di Lecco è attivata per prestare la necessaria assistenza a tutte le famiglie che riterranno utile un’azione convergente.

giovedì 28 luglio 2011

Poste: i disservizi restano ma il Governo non svolge il suo ruolo di controllo

Mercoledì mattina il Sottosegretario Saglia ha risposto alla mia interrogazione presentata il 6 aprile scorso sul tema dei disservizi postali nel meratese e, in particolare, a riguardo degli episodi di tensione che si erano registi all'interno di uffici postali dove i cittadini denunciavano il mancato ricevimento della corrispondenza e i lunghi tempi di attesa per effettuare le ordinarie operazioni di sportello (a Robbiate per esempio, dove a fronte anche di una disponibilità da tempo espressa dall'amministrazione comunale per un trasferimento dell'ufficio postale in altra sede più consona, Poste Italiane non ha ad oggi dato alcuna risposta).
La risposta avuta come si può evincere dall’allegato, ancora una volta non è assolutamente esaustiva, è generica e in alcuni aspetti, come la situazione del servizio di Robbiate, non corrisponde al vero. Come non corrisponde alla realtà la risposta sulla puntualità di consegna della posta, le tempistiche sono leggermente migliorate, ma i disagi permangono e per questo la sottoscritta ha con forza chiesto che il governo in quanto azionista di maggioranza di Poste Italiane (alla luce di quanto prevede lo schema di decreto legislativo n.  di recepimento della direttiva 2008/6/CE, che modifica la direttiva 96/67/CE per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali, il quale dispone che «è assicurata la fornitura del servizio universale e delle prestazioni in esso ricomprese, di qualità determinata, da fornire permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane, a prezzi accessibili all'utenza» e che «il servizio universale è affidato a Poste Italiane S.p.a. per un periodo di cinque anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, rinnovabili per ulteriori cinque anni per non più di due volte), svolga fino in fondo il suo ruolo di controllo e indirizzo. Il rinnovo del contratto è subordinato al miglioramento di efficienza di Poste Italiane S.p.a., che il Ministero dello sviluppo economico verifica al termine di ogni periodo di affidamento sulla base di indicatori di efficienza (come il rispetto sul contratto di programma) definiti e quantificati con apposito provvedimento. La situazione è pesante ma l’Amministratore delegato Dottor. Sarni si vanta dei profitti , profitti realizzati a scapito del servizio universale rivolto ai cittadini come previsto dal contratto di programma e dalle direttive Europee. I sindaci interessati a tale disservizio, attraverso la rappresentanza del governo locale, la prefettura, hanno il diritto, dovere di esigere quanto in calce è contenuto nella risposta all’interrogazione riportata.



TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Il territorio del comune di Merate, insieme ad altre località limitrofe, é servito dall'omonimo Centro Primario di Distribuzione, che si articola in 37 zone di recapito. A tal riguardo, Poste Italiane ha evidenziato che, a seguito della generale riorganizzazione del servizio di recapito, è stata inaugurata la nuova sede del citato Centro Primario e che, al fine di consentire una più efficiente gestione delle attività e delle risorse, è stato previsto l'accorpamento delle zone di recapito nei seguenti Comuni: Calco, Rovagnate, Montevecchia, Robbiate, Paderno d'Adda, Osnago, Santa Maria Hoè, Olgiate Molgora, Lomagna, Cernusco Bombardone. Al riguardo, la società Poste Italiane precisa che il rallentamento nello svolgimento del servizio nelle predette aree è stato causato dall'implementazione del nuovo modello organizzativo e dalla connessa ridefinizione delle zone di competenza dei portalettere, che ha comportato la necessità di procedere ad un aggiornamento della formazione del personale, al fine di permettere una conoscenza approfondita della nuova ripartizione della logistica. Poste Italiane evidenzia, inoltre, che le fasi iniziali della nuova organizzazione sono state rese particolarmente difficoltose dalla concomitanza di lunghi periodi di malattia che hanno riguardato tre addetti al recapito. La situazione è stata, comunque, prontamente fronteggiata con l'immediato ricorso all'impiego di personale a tempo determinato e l'applicazione di opportune iniziative di carattere gestionale che hanno favorito un progressivo smaltimento delle giacenze, permettendo un graduale ritorno al regolare svolgimento del servizio. Con riferimento all'Ufficio di Robbiate, esplicitamente citato nell'atto in esame, l'Azienda fa presente che, da appositi accertamenti sul territorio, non sono emersi elementi di particolare criticità nello svolgimento del servizio ed i tempi di attesa risultano essere rispondenti agli standard di qualità previsti. Per ciò che concerne gli aspetti del Contratto di Programma 2009/2011 di interesse dell'Onorevole Interrogante, Poste Italiane precisa quanto segue. Il recapito del servizio universale a giorni alterni rappresenta una mera eventualità, peraltro in linea con la normativa europea di settore, la cui effettiva attuazione è soggetta, tra l'altro, al rispetto dei rigorosi parametri relativi alla densità abitativa e alle caratteristiche orografiche del territorio, indicate dall'art 7 del Contratto di Programma. A tal proposito, si evidenzia che il Ministero dello Sviluppo Economico, in sede di contrattazione, ha ritenuto essenziale la necessità di armonizzare le iniziative, le innovazioni, le razionalizzazioni contenute nel Contratto di Programma con i principi comunitari trasposti
nell'ordinamento nazionale con il decreto legislativo n.58/11 che ha recepito la direttiva comunitaria 2008 /6/CE. In tale sede è stato, inoltre, previsto sia il sostanziale mantenimento della rete territoriale costituita da circa 14.000 uffici territoriali che costituiscono un punto di riferimento per la coesione sociale e in particolar modo per i comuni più piccoli e/o montani, sia che il Fornitore del Servizio Universale sia sottoposto ad una verifica per ogni periodo di affidamento di cinque anni, in osservanza degli indicatori di efficienza definiti e quantificati con apposito provvedimento e improntati al miglioramento del servizio. In merito ai paventati esuberi di personale, a cui l'On.le Interrogante fa riferimento, Poste Italiane evidenzia che l'Accordo del luglio 2010, in cui sono previsti specifici programmi di riqualificazione per gli addetti al recapito, ha strutturato un complessivo piano di gestione delle eccedenze, valorizzando le potenzialità offerte dalle sinergie fra i diversi asset aziendali, prevedendo, altresì, il ricorso a soluzioni che privilegiano la volontarietà, al fine di venir incontro alle aspettative delle risorse interessate. Le azioni gestionali di ricollocazione delle eccedenze, attraverso la riqualificazione professionale, sono state condivise con tutte le Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL anche a livello territoriale, con specifici incontri sindacali svoltisi nelle singole Regioni, nel corso delle quali é stato puntualmente analizzato ogni aspetto della riorganizzazione e sono stati individuati i processi di valorizzazione e di inserimento delle risorse nell'ambito della Funzione Mercato Privati. Si segnala, inoltre, che altri interventi gestionali messi in atto da Poste Italiane prevedono un incentivo economico per agevolare le uscite volontarie dall'Azienda, la favorevole valutazione delle richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da full- time a part-time, nonché il ricorso al Fondo di Solidarietà per il sostegno al reddito, dell'occupazione della riconversione e riqualificazione professionale del personale di Poste Italiane SpA, istituito con decreto del Ministero del Lavoro n.178/2005. Il Ministero dello sviluppo economico, comunque, non mancherà nell'ambito delle proprie competenze, di effettuare monitoraggi e sopralluoghi nelle zone segnalate nel interrogazione in esame, al fine di verificare il corretto svolgimento del servizio universale.

Lucia CODURELLI (PD), replicando, ringrazia il sottosegretario per la risposta resa, della quale tuttavia si dichiara insoddisfatta, giudicandola sbrigativa e connotata da una scarsa conoscenza dei reali problemi del territorio. Nell'esprimere, quindi, un forte rammarico per le modalità con le quali il Governo, in qualità di organo di vigilanza della società Poste italiane, affronta i gravi disservizi che si registrano sul territorio in ordine al recapito postale, ricorda che in una precedente interrogazione il Governo stesso aveva risposto che le questioni denunciate sarebbero state prontamente risolte, cosa che invece non è avvenuta. Fa presente che, mentre dalla risposta sembra non emergere alcun profilo di criticità nella consegna della corrispondenza a Robbiate, continuano lì a permanere ritardi grossi problemi sul servizio nel suo complesso tanto che, all'interno del comune, lo stesso sindaco è accusato dalle opposizioni di essere responsabile dei malfunzionamenti nel servizio postale. Nel sottolineare che i territori oggetto dell'interrogazione sono ad alta densità abitativa e industriale, giudica assai gravi i ritardi continui e ripetuti che si registrano nella consegna della corrispondenza, che mettono in difficoltà cittadini e imprese. Tali ritardi, pur essendo stati in parte, solo in parte superati, rispetto al momento della presentazione dell'interrogazione in oggetto, sostanzialmente la qualità del servizio è molto inferiore alla soglia minima prevista dal contratto di programma. Auspica, in conclusione, che il Governo metta in atto ogni utile iniziativa volta a far rispettare gli accordi sottoscritti nel contratto di programma con Poste italiane e vigili affinché sia prestato un servizio efficiente e di qualità.

Niente tempo pieno: le famiglie sono state lasciate sole

Riportiamo il post pubblicato sul blog della componente genitoriale del Consiglio d'Istitituto di Merate circa le difficoltà che dovranno fronteggiare il prossimo anno scolastico i genitori degli alunni che avevano domandato le 40 ore. L'impressione è che l'Amministrazione Comunale, nonostante il problema fosse noto da tempo, si sia mossa tardi e senza convinzione, lasciando sole le famiglie e sobbarcando a loro il compito di trovare una soluzione. In questo modo  gli scolari del tempo pieno e i loro genitori sono rimasti a piedi...

Giovedì 14 Luglio 2011 alle ore 18:00 si sono riuniti presso il Municipio di Piazza degli Eroi, i genitori degli alunni iscritti per l'anno scolastico 2011/2012 al primo anno della scuola primaria di Via Montello, che avevano espresso al momento dell’ iscrizione la preferenza per l'orario di 40 ore settimanali (tempo pieno)
Confermata la non attivazione della classe a tempo pieno, è stata ancora una volta presa in esame la richiesta delle famiglie intesa ad organizzare attività nei pomeriggi del mercoledì.
Erano presenti all’incontro, insieme all’Assessore all’Istruzione Emilio Zanmarchi, la collaboratrice vicaria dell’Istituto Comprensivo Statale Ins. Daniela Mentil, il Presidente del Consiglio dell’Istituzione sig. Ennio Airoldi e diversi genitori membri del consiglio medesimo.
L’incontro con l’Assessore era stato richiesto dai genitori per interpellare e coinvolgere l’Amministrazione Comunale nel percorso con il quale rispondere in modo positivo all’esigenza (già espressa dalle famiglie in occasione della riunione dello scorso 2 luglio presso l’Istituto Comprensivo - vedi post del 6 luglio 2011) di garantire ai bambini il mercoledì pomeriggio un servizio educativo extrascolastico, durante il quale favorire lo svolgimento dei compiti e proporre loro momenti ricreativi ed espressivi.
Allo scopo i genitori si erano impegnati a prendere un primo contatto con alcune Associazioni e Cooperative sociali del territorio per ottenere una prima idea sui contenuti e sui costi dei loro progetti.
Queste le Associazioni interpellate: Associazione Sportiva Airone (sede Bergamo), AERIS Cooperativa Sociale (sede Vimercate), Associazione Antisopore (sede Paderno d’Adda).
Recepita questa istanza, l’Assessore Zanmarchi ha innanzitutto precisato che per la copertura del tempo mensa (1h 40 minuti, dalle 12.10 alle 13.50) non dovrebbe essere un problema estendere anche al mercoledì il servizio di educatori professionali che per il prossimo anno scolastico, a seguito delle richieste espresse dall’Istituto Comprensivo causa carenza di organico, è già in corso di definizione con Rete Salute.
Allo scopo l’Assessore Zanmarchi si è impegnato ad inoltrare una ulteriore richiesta alla suddetta azienda speciale consortile.
Si è quindi affrontata la questione della copertura delle seguenti due ore pomeridiane (dalle 13.50 alle 15.50).
Vista l’esigenza di poter rendere operativo il servizio a partire dalla terza settimana di settembre, secondo l’Assessore non ci sarebbero i tempi tecnici per avviare da subito una co-progettazione con una Associazione o Cooperativa che dispone di educatori professionali.
Il ragionamento esercitato ha portato alla definizione di due percorsi paralleli, da far avanzare contemporaneamente per poter prendere possibilmente entro fine luglio una decisione definitiva.
Da un lato l’Assessore Zanmarchi, vista la tipologia di richiesta espressa dalla componente genitoriale, si è impegnato ad interpellare Rete Salute per capire se nelle possibilità di questa azienda ci siano anche le risorse di educatori in grado di coprire le due ore pomeridiane con le modalità desiderate dalle famiglie.
Dall’altro lato il sig. Bazzini, portavoce dei genitori interessati al percorso, si è impegnato a prendere contatti con le associazioni e le cooperative già interpellate per approfondire i contenuti della proposta da loro effettuata e per la ridefinizione del preventivo dei costi senza il servizio dell’educatore per il tempo mensa.
L’Assessore Zanmarchi, il Presidente del Consiglio di Istituto ed il sig. Bazzini condivideranno già nella settimana entrante le risposte ottenute con l’obiettivo di individuare definitivamente la strada da intraprendere.
La riunione si è conclusa intorno alle ore 19.

dal blog della
(il cappello introduttivo è dei curatori del nostro blog)

mercoledì 27 luglio 2011

Merate: le istituzioni non difendono i commercianti

Questa sera il Kir Royal alle 22 ha abbassato la serranda, e ha fatto uscire tutti i suoi clienti. Per un'ordinanza del Signor Sindaco, mi scuso con i cliente che abbiamo fatto uscire dal locale e un po' me ne vergogno. L’ordinanza richiama il fatto che non rispettiamo la quiete pubblica, dice che non teniamo a bada i nostri clienti, che “qualcuno ha fatto degli esposti, che i carabinieri spesso vengono chiamati, che 21 persone sono state denunciate in piazza". Inutile dire che chiunque frequenta il locale conosce la situazione e sa che tutte queste cose sono inventate ad arte.
Non scrivo queste cose per chiedere compassione, anche se la situazione è difficile. Ma per denunciare la situazione di Merate. Per denunciare il fatto che ci sono due persone che tengono in mano Merate, mi hanno preso di mira si sono ostinate un po' per presa di posizione un po' per dimostrare a tanti che se si và contro di loro se ne pagano pesanti conseguenze. Penso di essermi comportato nel migliore dei modi confidavo nelle istituzioni, sono stato al mio posto non ho quasi mai perso le staffe, non ho mai risposto alle provocazioni.
Ma non è servito ho subito uno /due /tre a volte quattro controlli alla settimana dai carabinieri, molte volte poco invasivi ma comunque continui e imbarazzanti. L’estate scorsa 4 macchine della Polizia di Stato, più una prima in borghese, con 12 poliziotti per due volte, non hanno riscontrato niente, gentili, ma comunque abbastanza invasiva. Due sabati fa 14 carabinieri un cane e 5 macchine. Due estati fa la chiusura del giardino, con abuso di potere imbarazzante, queste solo alcune delle situazioni che si sono verificate, ptrei aggiungerne almeno dieci.
E adesso la chiusura del locale alle 22. Ordinanza basata su motivazioni per lo piu sconvolgenti, dove sarebbe stata un'esagerazione la chiusura del giardino alle 22 e invece tutto il locale alle 22.
Mi spiace ammetterlo, consiglio a chiunque di non mettersi contro queste due persone, a Merate comandano non dategli confidenza e sperate che non vi abbiano a male, mi sono sbagliato le istituzioni non difendono e i commercianti hanno paura, dicono tante belle parole ma poi nessuno si espone. Del resto è piu comodo pensare se succedono queste cose qualcosa avrà fatto…
Con questa mentalità queste persone prendono potere e a Merate gli e ne abbiamo dato davvero più di quanto sembra.
Signor Sindaco è una mia opinione ma sta gestendo le cose davvero male, spero che lo faccia perché ha timore di queste persone, almeno riesco a dare un motivo alle cose.

Oscar Mauri
titolare del "Kir Royal"

martedì 26 luglio 2011

Riqualificazione anzichè espansione

Oltre 1200 cittadini di S. Lazzaro (BO) hanno sottoscritto una proposta di delibera, da sottoporre al locale Consiglio Comunale così come previsto dal relativo Statuto, che chiede di limitare gli interventi del Piano Operativo Comunale, attualmente in formazione, alle sole aree di riqualificazione urbana, escludendo così che si continuino a cementificare le esistenti aree agricole e verdi.
Quanto sopra a tutela delle risorse non solo ambientali come Terra, Acqua e Aria, ma anche di tipo economico, visto che è ancora da verificare se la città in continua espansione “sia un soggetto economico in equilibrio o sia fonte di costi che graveranno in modo insostenibile nel lungo periodo, per i servizi che implicano, i trasporti, le opere di urbanizzazione” (come scriveva Edmondo Berselli in un suo articolo del 2008 ripreso nella relazione presentata).
A sostegno delle loro richieste, nella relazione illustrativa, i presentatori richiamano significativi interventi, che vanno da quello del fondatore del movimento “Slow food” e “Terra madre” (che il 18 gennaio 2011 lanciò proprio un appello per stimolare una raccolta di firme, addirittura a livello nazionale) ad un intervento di Romano Prodi sul quotidiano “Il Messaggero”, in cui richiedeva una “vera difesa del territorio”, passando da quello del citato Berselli fino a quello dell’allora Presidente della Repubblica Ciampi (che, in un suo intervento del 2003, sottolineava come tra i principi fondamentali della nostra Costituzione fosse stata inserita la tutela del paesaggio), per chiudere infine con un preciso richiamo ad un recentissimo libro di Salvatore Settis dal titolo emblematico “Paesaggio Costituzione cemento”.
A chi accusa i sostenitori di questa iniziativa di essere portavoci di interessi minori, di voler fermare l’economia e di voler bloccare la realizzazione di case per le classi sociali sfavorite, i sottoscittori della delibera rispondono che le possibilità di intervento alternative (se ritenute veramente necessarie) sono molteplici, attuabili in prevalenza attraverso il recupero del patrimonio edilizio già esistente, costituito attualmente da capannoni ed edifici obsoleti, che non solo ha urgenti necessità di intervento dal punto di vista strutturale ma che, se ottimizzato, potrebbe apportare addirittura notevoli miglioramenti per i singoli e per la comunità anche a livello di rendimento energetico (che, visto l’attuale diminuzione delle risorse, è sempre di più indispensabile).
Si parla tanto e spesso di riqualificazione urbana; sarebbe quindi bene che la si cominciasse a mettere in pratica veramente, risparmiando l’oramai esiguo patrimonio costituito dai nostri pregiatissimi terreni agricoli, preservando il territorio e le superfici permeabili (fonte di ricarica delle falde freatiche), contenendo il fenomeno del progressivo abbandono (e conseguente degrado) dei centri già urbanizzati, riducendo la frammentazione dei tessuti urbani, riducendo il traffico pendolare a breve raggio e le conseguenti immissioni inquinanti, ottimizzando e potenziando le capacità di infrastrutture e servizi esistenti (anziché crearne altre decentralizzate) e bloccando la devastazione dei paesaggi architettonici e naturalistici.
Questa delibera si pone pertanto l’obiettivo di richiedere all’organo competente in materia (Consiglio Comunale) una coraggiosa ma costruttiva scelta di condivisione e di attuazione di tali principi in vista delle imminenti decisioni relative al POC in via di adozione.

Massimo Bertuzzi
Consigliere Comunale di S. Lazzaro di Savena

lunedì 25 luglio 2011

In Lombardia si paga il ticket per favorire la sanità privata

Un Governo che spudoratamente dice di non aumentare le tasse, tutto bene, poi arriva la batosta più ingiusta e oscena, fatta pagare interamente ai cittadini onesti e che pagano le tasse anche per i tanti, tanti evasori. Evasori che il Governo se ne guarda bene da toccare. Ricordo che i tagli dei costi della politica, emendamenti presentati dalle opposizioni sono stati stracciati dal Governo.
Tra tutti gli aumenti ingiusti, i ticket, sono tra i più odiosi e mentre undici Regioni hanno detto no al Governo, Roberto Formigoni  ha messo tutta la regione nel caos. Disprezzo totale verso i cittadini, considerati come sudditi e non come cittadini che hanno diritto di accedere ad un servizio e inoltre ha dichiarato del falso, “il 70% dei lombardi non pagano, sono esenti”. La Lombardia non è la Regione più virtuosa d’Italia come continua a dire Formugoni, è una delle dieci che hanno i conti in ordine, tra queste è anche la sola che fa pagare ai propri cittadini sia il ticket sui farmaci, già dal 2003, che l’addizionale regionale Irpef.
Tra le Regioni a posto, solo due, Lombardia e Basilicata, hanno iniziato a far pagare il ticket di dieci euro da ieri, mentre tutte le altre lo hanno almeno sospeso. E’ chiara la scelta operata da Formigoni, avantaggiare la sanità privata a spese dei cittadini, una scelta vergognosa e interessata, vantaggi operati con le tasse pagate dagli onesti e sopratutto da quelli a reddito fisso, mentre non rispetta minimamente i tempi delle liste d’attesa, tempi memorabili per molti esami e in questo modo ha trovato la soluzione, alla faccia della virtuosità!