sabato 28 aprile 2012

Il senso etico della politica

Dopo gli ultimi scandali di corruzione e di malversazione che hanno travolto la Lega e coinvolto pesantemente anche la Margherita, la legge sui rimborsi elettorali ai partiti è diventato un tema scottante ed urgente da affrontare. Il Comitato Cittadino del PD della Città di Lecco e la Federazione Provinciale del PD hanno ritenuto doveroso aprire un confronto con i propri iscritti e simpatizzanti sul tema del finanziamento pubblico ai partiti. Martedì 24 aprile si è svolta una riunione con il Tesoriere Regionale Gian Battista Magnoli Bocchi che ha illustrato brevemente, ma in modo dettagliato, le modalità di acquisizione, gestione e distribuzione delle risorse pubbliche ed ha inoltre risposto alle numerose ed interessate domande degli intervenuti.
Il relatore ha tenuto a precisare che la prima anomalia di questo Paese è che dopo decenni non ci sia ancora una legge che regolamenta i partiti così come previsto dall’art. 49 della Costituzione italiana puntualizzando però che il nostro Partito ha già da tempo presentato un disegno di legge, in materia di democrazia interna e trasparenza del partiti, vincolante per accedere al finanziamento pubblico.
In una situazione così difficile per tutti noi italiani la politica deve recuperare un senso etico ed i partiti devono dare l’esempio autoriformandosi. Il PD si deve impegnare affinché, in brevissimo tempo si approvino norme che regolino la vita interna dei partiti e sanciscano drastici tagli al sistema del finanziamento pubblico. In questa direzione va la recente nostra proposta di dimezzamento del finanziamento pubblico e l’introduzione di rigorose norme stringenti su controlli, trasparenza e sanzioni per eliminare le attuali degenerazioni che la legge in vigore ha consentito.
L’incontro è proseguito con numerose domande-affermazioni da parte dei presenti focalizzanti due principali aspetti, la necessità assoluta di trasparenza della gestione delle risorse assegnate, nonché l’attenzione alle esigenze finanziare collegate all’attività dei Circoli, che nello Statuto del Partito costituiscono la struttura di base di raccordo con il territorio.
Nella maggior parte degli interventi è emersa l’esigenza di una nuova ed efficace moralizzazione della vita pubblica attraverso anche una significativa riduzione dei finanziamenti pubblici e delle spese relative all’attività politica. Si è infatti ribadito e sottolineato che i Circoli svolgono la loro attività esclusivamente con l’autofinanziamento.
Si è però rilevato che per ottenere una reale ed effettiva trasparenza non sono sufficienti gli organismi di controllo statutariamente previsti ma è necessario che ogni militante svolga la sua funzione di rigoroso controllo politico ad ogni livello. Fino ad oggi purtroppo le relazioni di bilancio venivano effettuate nella cronica disattenzione di tutti. Speriamo che d’ora in poi, anche gli argomenti riguardanti il bilancio dei vari livelli del partito, godano di una maggior considerazione ed attenzione.
Il tesoriere Magnoli Bocchi ha voluto ribadire che non tutti i Partiti sono uguali, che certamente si può e si deve fare di più e meglio, ma che il nostro partito è oggi l’unico che si è dato autonomamente una regolamentazione finanziaria molto rigida e rigorosa con accertamenti di bilancio effettuati da Società esterne qualificate a livelli sia Nazionale che Regionale.
L’Assemblea ha manifestato la volontà di tenere monitorato il dibattito e l’evoluzione del percorso legislativo su questi temi promettendosi di far pervenire agli organismi dirigenti le proprie valutazioni e proposte.

Pietrobelli Roberto
Segretario cittadino PD-Lecco

giovedì 26 aprile 2012

Le preoccupazioni sul deterioramento della Scuola Potenziata

Pubblichiamo la lettera inviata dall'Associzione Dietrolalagna alle Autorità Scolastiche e all'Amministrazione Comune per il rischio di deterioramento della Scuola Potenziata.

Al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Lecco Dr. Giuseppe Petralia,
Al Sindaco di Merate Sig. Andrea Ambrogio Robbiani,
All’Assessore all’Istruzione ed Educazione del Comune di Merate Sig. Emilio Vulmaro Zanmarchi,
Al Direttore Generale dell’ASL di Lecco Dr. Marco Luigi Votta,
Alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale di Merat Dr.ssa Graziella Ferrario,
Al Presidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo Statale di Merate Sig. Ennio Airoldi Merate

Lettera aperta ai soggetti istituzionali titolari del progetto di Scuola Potenziata sul territorio meratese

Con la presente, l’Associazione Dietrolalavagna di Merate intende esprimere tutta la propria preoccupazione per il deterioramento delle condizioni nelle quali si troverà ad operare la Scuola Potenziata attualmente in attività nella nostra Provincia, e per le nostre realtà quali il plesso di Sartirana e la Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Manzoni.
È infatti ormai ben nota l’intenzione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Lecco di rivedere, senza nemmeno attendere in qualche caso i prossimi rinnovi triennali, i termini delle convenzioni in atto, cessando di garantire, nell’ambito della Scuola Potenziata, il rapporto 1:1 tra il numero degli alunni con handicap grave e/o complesso e quello degli insegnanti di sostegno.
Dobbiamo rilevare a questo proposito come anche fino ad oggi a dover garantire di fatto tale rapporto siano state in realtà le scuole. A differenza di quanto ci risulta avvenire in altre realtà lombarde, il nostro Ufficio Scolastico Provinciale si limita infatti a distribuire le risorse umane dedicate alla disabilità tra gli Istituti di propria competenza in modo complessivo e non sufficiente a coprire tutte le necessità. In questo modo le scuole si trovano ad avere il difficile compito di garantire il rapporto 1:1 , che può essere garantito solo distogliendo risorse alle disabilità più lievi. Dal prossimo anno scolastico, comunque, neppure tale inadeguata copertura verrà assicurata.
Non siamo ovviamente i soli ad allarmarci per i drastici tagli di personale che, dopo aver seriamente compromesso la funzionalità della nostra scuola dell’obbligo, mettono ora in forse la sopravvivenza stessa di una Scuola Potenziata che non voglia ridursi a una vuota etichetta o a una semplice enunciazione di buoni propositi.
Vogliamo sottolineare lo spessore del progetto della Potenziata e quelle preziose esperienze ,dipanatesi in anni di lavoro, nate da un pensiero di forte integrazione. Pensiero che vede il disabile quale parte integrante della società e portatore di valori educativi importanti ,quali il rispetto e l’accettazione della diversità come valore fondante della società, con ricadute positive su interi gruppi di studenti.
Lo scorso 30 Marzo si è per esempio tenuta a Cernusco Lombardone, su questo e su altri aspetti dell’attuale stato di sofferenza della scuola pubblica, un’assemblea di amministratori locali, dirigenti scolastici e rappresentanti dei genitori, e anche l’11 Aprile, in occasione di un incontro organizzato a Lecco dall’Ufficio Scolastico Provinciale, non sono mancate prese di posizione critiche da parte dei rappresentanti delle istituzioni scolastiche, degli enti locali e delle associazioni.
Con rammarico ed inquietudine, in entrambe le occasioni, abbiamo riscontrato l’assenza di esponenti della nostra Amministrazione Comunale. Siamo infatti convinti dell’importanza cruciale per il futuro delle nuove generazioni di progetti quali quello della Scuola Potenziata, dei quali solo un’analisi estremamente miope del rapporto tra costi e benefici può indurre a sottovalutare la priorità.
Domandiamo pertanto ai nostri interlocutori che cosa intendano fare per porre rimedio, ciascuno nel proprio ruolo e nei limiti del possibile, a una situazione che apre alla nostra scuola prospettive francamente allarmanti. In attesa di un riscontro da parte vostra, ringraziamo fin d’ora tutti per l’attenzione.

lunedì 23 aprile 2012

I tre "no" al nuovo PGT

Pubblichiamo le motivazioni che hanno spinto i Consiglieri Comunali del Gruppo di "Merate Futura" a votare contro il nuovo PGT, motivazioni condivise ed espresse in maniera ancora più decida dai nostri Consiglieri Comunali di "Insieme per Merate"

Dal giorno 11 aprile è diventato operativo il Piano di Governo del Territorio che sostituisce il vecchio Piano Regolatore Generale. "Merate Futura" ha votato contro. Lo ha fatto soprattutto per tre ragioni.
La prima riguarda la quota di edilizia convenzionata prevista. Nonostante la difesa appassionata dell’Assessore e degli estensori noi siamo convinti che le previsioni siano insufficienti. La popolazione di Merate sta invecchiando a velocità superiore a quella della provincia di Lecco. La città ha bisogno di essere animata da un equilibrio intergenerazionale che veda una più consistente presenza di giovani. L’edilizia a prezzi convenzionati è uno degli strumenti che potrebbe favorire il mantenimento a Merate di giovani coppie che spesso si vedono costrette a cercare residenze a prezzi più favorevoli in altri comuni.
La seconda riguarda il Permesso di Costruire Convenzionato (PCC). Il PGT prevede che al rilascio di un PCC oltre ai previsti oneri di urbanizzazione e costo di costruzione si debbano riconoscere al Comune ulteriori oneri “qualitativi” monetizzando o cedendo area. Scelta possibile ma non imposta dalla Legge quindi di responsabilità dalla Maggioranza di governo. Oltre alla difficoltà di definire un criterio di trasparenza affinché chiunque sappia l’ulteriore costo che gli viene richiesto rimane la nostra contrarietà al principio per il quale chi costruisce, dove già l’Amministrazione ritiene possibile, sia sottoposto ad un onere aggiuntivo. In sostanza “si può fare ma risarcisci una sorta di danno ambientale pagando un balzello”.
La terza, la più forte dal punto di vista ambientale, riguarda la possibilità concessa dal Piano di costruire in aree che, quando non già edificate, erano integralmente tutelate con esclusione di nuove costruzioni. Sono aree a nostro parere particolarmente delicate e di pregio che comprendono un’ampia fascia sopra il convento di Sabbiocello fino a Via Podgora. Questa possibilità inoltre non è stata valutata nel calcolo degli abitanti teorici (568) che quindi risulta sottostimata. Tale scelta smentisce le numerose dichiarazioni della Giunta sulla volontà di tutelare e limitare il consumo di territorio. In conclusione un NO convinto a un Piano di Governo del territorio che contiene una insufficiente attenzione al contenimento dei costi delle abitazioni attraverso il ricorso all’edilizia convenzionata, obbliga chi vuole costruire a pagare un onere aggiuntivo e soprattutto apre l’edificazione in aree di pregio ambientale finora tutelate.

Il Gruppo Consiliare di "Merate Futura"

domenica 22 aprile 2012

I capibranco della politica

I capi dei babbuini, con i quali condividiamo il 98 per cento di patrimonio genetico, rimangono tali anche quando non sono più di alcun aiuto agli altri babbuini. Robert Sapolsky, genio californiano della biologia, descrive così il comportamento di un capobranco: «Solomon era ormai anziano e riposava sugli alberi, continuando a sfruttare la sua straordinaria capacità d' intimidazione psicologica. Da circa un anno non affrontava più un combattimento. Si limitava a guardare sdegnosamente il potenziale avversario, faceva qualche giro minaccioso lì intorno. O al massimo s' arrampicava su un albero e la cosa finiva lì. Erano tutti terrorizzati da lui». L' arte recitativa dei capi babbuini più esperti arriva a ingannare il branco in altri raffinati modi, per esempio nella ricerca del cibo. Se lo trova, non lo segnala agli altri, ma finge di continuare la ricerca, per poi tornare al boccone e divorarlo da solo. Nella sua bellissima Anti storia d' Italia il grande intellettuale triestino Fabio Cusin, di formazione azionista, individua il modello della politica italiana nella signoria quattrocentesca, con un padrone assoluto circondato da una corte servile. Ora, se incrociamo gli studi sui primati e l' intuizione di Cusin, abbiamo una fotografia esatta della politica e anche dell' antipolitica italiana. Dal punto di vista della struttura padronale di partiti e movimenti, politica e antipolitica sono infatti la stessa cosa. Semmai nell' antipolitica, la struttura proprietaria e assolutista è ancora più accentuata. Si discute da decenni sulla crisi dei partiti, qualcuno vuole distruggerli e per farlo di solito è «costretto» ad aggiungerne un altro alla lista. Ma la verità è che i partiti in Italia non esistono più. Tranne uno, il Pd, che ricorda gli altri partiti occidentali. Almeno non ha un leader a vita, che sarebbe una cosa normale in democrazia, ma viene considerato un segno di debolezza. Per il resto la politica è fatta da una dozzina di oligarchi che dispongono delle risorse economiche di movimenti ormai designati col loro cognome e decidono tutto, dalle liste dei parlamentari in giù, senza dover consultare alcun organismo collegiale. Berlusconi ha nominato cavaliere lo scudiero Alfano come si faceva appunto nelle corti del Quattrocento, ma continua a essere il vero padrone del Pdl ed è capace di far saltare i vertici di maggioranza se soltanto si sfiorano i privilegi del suo regno televisivo. La Lega non è riuscita a fare a meno di un Bossi menomato dalla malattia e ora, dopo gli scandali che hanno toccato la famiglia stessa del capo, è costretta a fingere che Bossi non sapesse nulla di quanto gli accadeva intorno e a un palmo di naso. Il centro è pure composto da tre signorie personali, quelle di Casini, Fini e Rutelli. A sinistra Sel non esiste senza Nichi Vendola, dominus assoluto dei neo libertari. Quanto ai libertari storici, i radicali, sono sempre stati una lista con nome e cognome, prima Marco Pannella e poi Emma Bonino, circondati da un cerchio magico dove l' obbedienza contava assai più del merito. Salvo che più di un fedelissimo è andato poi a servire padroni più solvibili. A noi italiani, si vede, piace così. Il tratto disperante è infatti che i paladini dell' antipolitica, i cosiddetti rinnovatori, ripetono alla lettera lo schema del partito padronale berlusconiano. Antonio Di Pietro per anni ha gestito i fondi dell' Idv attraverso una società a conduzione familiare, affidata alla moglie e a un' amica di famiglia, e non ha resistito alla tentazione di piazzare il figlio Cristiano nel consiglio regionale del Molise. Beppe Grillo ha addirittura perfezionato lo schema di Berlusconi. Se il Cavaliere ha trasformato l' azienda in partito, Grillo ha fondato un partito e ci ha costruito sopra un' impresa. Non ha neppure bisogno dei finanziamenti pubblici, perché i militanti portano direttamente i soldi al capo, comprano tutto da lui, dai gadget del movimento ai comizi sotto forma di video, libro o show dal vivo. Non a tutti i grillini il sistema piace, ma i dissidenti vengono espulsi al volo dal capo, senza neppure convocare una finta riunione. Basta proibire l' uso del simbolo, che è registrato come proprietà personale ed è tutelato da stormi di avvocati. Si può obiettare che il personalismo e il liderismo sono fenomeni mondiali, ma l' argomento è piuttosto debole. In nessun paese d' Europa i partiti si sono trasformati in riserva personale di un papa re nominato a vita, neppure in presenza di leader molto popolari e di grande levatura intellettuale, protagonisti a volte di imprese storiche. Negli Stati Uniti i partiti sono assai più leggeri nella struttura, in pratica comitati elettorale, ma sono in ogni caso loro a selezionare il leader e non viceversa. Il risultato è che in Italia il capo ha sempre ragione, anche quando cambia idee e alleati come vestiti. Ogni contraddizione politica e personale, comportamento poco trasparente o intollerante e finanche dispotico, viene giustificato dai fedeli in nome della missione superiore di cui il signore è investito. I vizi privati e il conflitto d' interessi di Berlusconi sono parsi sempre agli elettori del centrodestra peccati veniali, rispetto al compito immane di salvare l' Italia dal comunismo dei soviet (pericolo assai attuale) e le tasche dei cittadini dalla pressione fiscale. Il familismo di Bossi era poca cosa al cospetto della Padania libera e del federalismo magico. Altrettanto vale, sull' altro fronte, per il familismo di Di Pietro. Non importa poi molto ai seguaci della destra se con i governi Berlusconi la pressione fiscale è cresciuta e il federalismo si è rivelato una bufala. Nemmeno interessa agli antiberlusconiani dell' Idv se Di Pietro ha contribuito a far vivere il governo dell' odiato tiranno un anno in più, grazie ai suoi ex fidatissimi amici e collaboratori Scilipoti e Razzi, e se a mandare a casa il Cavaliere nei fatti è stato l' uomo che il loro leader aveva dipinto per anni come un collaborazionista di regime, un pavido complice del berlusconismo, il presidente Napolitano. I seguaci non si sentono mai traditi, anzi reagiscono con rabbia e insulti a chi soltanto osa avanzare qualche dubbio sulle qualità del capo. Da leader incompetenti e inetti, i seguaci non si aspettano che risolvano davvero i problemi, ma soltanto che appaghino un bisogno disperato di certezze e di semplificazione. In questo, va detto, sono tutti bravissimi. La capacità si semplificare i problemi è la loro unica autentica competenza. Nessuno dei seguaci è sfiorato dall' idea che il fattore principale della spaventosa corruzione della seconda repubblica risieda proprio nella natura padronale dei nuovi partiti. Dalle grandi signorie nazionali a quelle locali, come dimostra il disastro morale del ventennale sistema di potere in Lombardia, pure riconducibile a un nome e cognome, Roberto Formigoni. Così per combattere le vecchie signorie in declino se ne creano di nuove, ancora più assolutiste. Ma se siamo arrivati a questo punto, sarà colpa dei cattivi leader o dei cattivi seguaci? A un loggionista che disturbava lo spettacolo con fischi e schiamazzi, il grande Ettore Petrolini disse: «Non ce l' ho con te, ma con quello vicino che non t' ha ancora buttato di sotto»

Curzio Maltese