sabato 17 luglio 2010

Bandiera nera di Legambiente al Lario: acque inquinate e troppo cemento sulle sponde

Tredici i punti inquinati, 8 sulla sponda comasca e 5 su quella lecchese. Sotto accusa le foci dei fiumi e gli scarichi dei depuratori. Legambiente.

Le brutte notizie per il Lario arrivano dalle foci dei fiumi e dai depuratori mal funzionanti o inesistenti. E’ questo il risultato del monitoraggio della terza tappa della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati). I tecnici di Legambiente quest’anno hanno dato la caccia le situazioni critiche che minacciano la salute dei laghi italiani, puntando il dito contro il sistema di depurazione che ancora oggi rivela una grande falla nel sistema di gestione delle acque reflue. Dalle analisi effettuate sul laboratorio mobile di Legambiente, sono risultati inquinati ben 13 punti sul Lario tra la sponda lecchese e quella comasca.
Sulla sponda lecchese sono risultati fortemente inquinati la foce del torrente Caldone, l’area nei pressi dello scarico del depuratore di Dorio, la foce del torrente Meira a Mandello del Lario e la zona del depuratore prima di Montecchio Nord a Colico. Risulta inquinato il campione prelevato nei pressi della foce del fiume Adda a Colico.
"Ancora una volta i risultati della analisi sul Lario rivelano una condizione di salute del lago davvero preoccupante - commenta Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente -; nonostante quest'anno la normativa sulla balneazione sia cambiata, divenendo più permissiva, i punti inquinati restano ancora molti. Dai risultati emerge chiaramente il deficit di depurazione di cui soffre il lago il cui sistema di trattamento delle acque si dimostra in alcuni casi inesistente e in altri inefficiente, addirittura sottodimensionato nei due capoluoghi che si affacciano sul Lago. A farne le spese le acque del lago ma anche quella dei molti torrenti che alimentano il Lario".
I problemi per il Lario però non si fermano alla depurazione. Troppo il cemento che è cresciuto in questi anni in riva al Lago. Per la prima volta nella storia della campagna, Legambiente ha deciso di assegnare le bandiere nere, il poco ambito riconoscimento dato in questa tappa della campagna alle amministrazioni che hanno accelerato troppo sull’urbanizzazione. Ad aggiudicarsi il titolo di “reginette del cemento” sulla sponda lecchese sono le amministrazioni di Colico e Dorio per aver aumentato la superficie urbanizzata di oltre il 30% dal 1999 al 2007.

L'Asilo nido dovrebbe essere un servizio aperto a tutte le famiglie del Meratese

La crisi economica obbliga molti genitori a rinunciare all'iscrizione dei figli perchè non possono permettersi il costo della retta

Nell’ultimo Consiglio comunale è stato modificato il Regolamento dell’Asilo nido, (
clicca sui testi in grassetto per vedere l'OdG e scaricare il Regoamento) dando la precedenza nella graduatoria ai bambini con almeno un genitore residente a Merate, mentre prima erano agevolati quelli che risiedevano loro a Merate, indipendentemente dal luogo di abitazione delle famiglie. Tutto ciò per impedire alcuni stratagemmi, come spostare la residenza dei figli dai nonni residenti in città . Il gruppo di Insieme per Merate si è astenuto e non ha approvato la modifica. Come ha ben spiegato il portavoce Cesare Perego l’Amministrazione comunale dovrebbe rispondere alle esigenze dei cittadini, non porre vincoli burocratici. Chi commettere tale “furbate” evidentemente è gente cresciuta a Merate che dopo essersi sposata è stata in qualche modo costretta a trasferirsi altrove, pur magari continuando a lavorare a Merate o avendo qui i parenti più stretti. Inoltre Merate dovrebbe essere il punto di riferimento della zona e aprirsi agli altri paesi, non chiudersi in assurde posizione campanilistiche. L’ex Sindaco Giovanni Battista Albani ha inoltre ricordato che l’Asilo nido meratese inizialmente era consortile e quindi è stato costruito con il contributo delle altre Amministrazioni. Durante la discussione l’Assessore ai Servizi alla persona Emilio Zanmarchi ha poi sostenuto che presto le lunghe liste di attesa per accedere al servizi si esauriranno perché tante persone si stanno ritirando. A suo avviso questo fenomeno è dovuto alla crisi finanziaria e alla crescente disoccupazione. Molti di coloro che sono rimasti senza impiego avrebbero pertanto il tempo di occuparsi direttamente dei bambini. In realtà è che chi non ha un’occupazione non ha i soldi per sostenere la spesa dell’Asilo, già elevata per una famiglia normale. Il problema è quindi semmai quello di trovare forme per permettere a tutti di iscrivere e mandare i figli all’Asilo nido.

C.Bo.

Sistemazione dell'incrocio di Cernusco: un anno buttato via

Il Sindaco Andrea Robbiani insieme ai Sindaci di tutto il Meratese ha sottoscritto una lettera destinata all’Assessore provinciale ai Lavori pubblici Stefano Simonetti nella quale si dice d’accordo sulla riqualificazione dell’incrocio tra la ex Statale 36 e la Provinciale 54 Monticello Brianza - Paderno d’Adda (clicca sui testi evidenziati per accedere ai rimandi) realizzando se necessario anche una bretella che dalla Sp 342 dir altezza Esselunga sbuchi alla rotatoria di via Laghetto di Merate. Ha scritto anche una lettera a titolo personale in cui ribadisce sostanzialmente il concetto. Una domanda sorge spontanea: ma se è d’accordo al progetto, che poi è quello contenuto nell’ambito dell’Accordo di programma firmato durante la precedente legislatura, perché ci ha messo più di un anno per dirlo? Perché hanno fatto perdere lui e il suo compagno di partito Stefano Simonetti così tanto tempo ai cittadini assediati dal traffico e agli automobilisti in perenne coda?

Marco Airoldi

LA LETTERA DEI SINDACI DEL MERATESE ALLA PROVINCIA

Egr. Sig. Stefano Simonetti
Assessore provinciale ai Lavori pubblici

OGGETTO: VIABILITA’ NEL TERRITORIO MERATESE
Egregio assessore,
come sindaci del meratese prendiamo atto con soddisfazione della condivisione da parte della Provincia delle priorità individuate dai Comuni per gli interventi sulla viabilità e segnatamente
  • Innesto della Tangenziale Est
  • Incrocio di Cernusco-Merate
  • Tangenziale dì Verderio
Naturalmente sappiamo che esistono altre criticità da affrontare (nuova viabilità Osnago-Ronco,
scavalcamento della ferrovia in località Sernovella, riqualificazione dell’incrocio semaforico di san Giuseppe a Robbiate, riqualificazione SP342 Bergamo-Como) tuttavia è necessario essere realistici e puntare nel breve-medio periodo almeno a reperire le risorse per questi primi interventi. E necessario lavorare concordemente a tal fine, attivando tutte le reti di relazioni istituzionali possibili a vantaggio dei cittadini del nostro territorio. E’ importante aver definito le priorità anche al fine di destinare le risorse possibili nei prossimi Piani delle Opere Pubbliche della Provincia almeno a questi interventi. Data la necessità di coinvolgere la Provincia limitrofa di Monza per la realizzazione di alcune opere, La invitiamo a contattare in tal senso il Suo collega assessore con delega alla Viabilità per Monza Brianza e ci dichiariamo disponibili da subito ad un incontro per esaminare le due opere che necessariamente chiamano in causa entrambe le province: l’innesto della Tangenziale Est e la nuova viabilità Osnago-Ronco. Per quanto concerne quest’ultima senza una regia delle province c’è il fondato rischio che ogni Comune interessato proceda con iniziative isolate, che potrebbero anche generare effetti non gestiti sulla viabilità complessiva.
Prendiamo atto con interesse della Sua proposta di iniziare un percorso per definire l’ipotesi di una nuova viabilità dalla Tangenziale Est verso Lecco: si tratta di un lavoro di lunga lena, è apprezzabile che Lei si sia posto il compito di aprire il tavolo di lavoro di un progetto che necessariamente richiederà anni prima di vedere la realizzazione pratica degli interventi. Con grande franchezza Lei ci ha illustrato l’impossibilità di trovare un accordo tra i Comuni di Merate e Cernusco per la definizione complessiva degli interventi sull’incrocio tra SP342dir e SP54, in particolare per quanto concerne la cosiddetta “bretellina”: in assenza di tale accordo la Provincia intende trasferire le risorse inutilizzate ad altra opere sul territorio meratese. Pensiamo che tale soluzione – comprensibile sotto il profilo di utilizzare prontamente le risorse disponibili – rappresenti tuttavia una sconfitta per la capacità di mediazione e coordinamento della Provincia e una dichiarazione di incapacità delle Amministrazioni Comunali a risolvere problemi che vadano oltre il proprio confine. Rinunciare ad un progetto approvato e per il quale sono state da tempo stanziate le risorse necessarie alla sua realizzazione non è un segnale confortante per i cittadini che abbiamo la responsabilità di amministrare. L’incrocio in oggetto non è un problema esclusivo di Cernusco e di Merate, ma lo è dell’intero territorio meratese che deve poter esprimere un parere decisivo in merito. Proponiamo quindi che si formalizzino in tempi stretti gli obiettivi di miglioramento attesi per la sistemazione dell’incrocio – che devono necessariamente scaturire da una disamina tecnica del problema - e si proceda speditamente alla sistemazione dello stesso. Al termine dell’intervento – dando tempo al massimo sei mesi per le necessarie verifiche - se gli obiettivi saranno raggiunti si potrà trasferire la somma destinata alla “bretellina” ad altro intervento, in caso contrario si procederà alla realizzazione della stessa senza altre discussioni. Inoltre ogni risorsa risparmiata per l’intervento sull’incrocio andrebbe destinata alla riqualificazione della viabilità di via Bergamo come naturale proseguimento dell’intervento in accordo con il Comune di Merate: si tratta di una viabilità comunale che di fatto assolve ad una funzione sovracomunale. Riteniamo infine che l’intervento di cui sopra debba essere accompagnato nel corso della sua realizzazione da un impegno per reperire le risorse per il naturale intervento successivo, il potenziamento dell’incrocio di San Giuseppe a Robbiate: non sarà probabilmente possibile per carenza di risorse realizzare i due interventi contemporaneamente, ma certamente andrebbero programmati in sequenza nel Piano delle Opere Pubbliche.
Distinti saluti

Il Sindaco di Osnago e Presidente della Confernza
dei Sindaci del Meratese Paolo Strina

venerdì 16 luglio 2010

La nuova Scuola elementare apre a settembre

La nuova Scuola elementare di via Montello, progettata e messa in cantiere durante la precedente legislatura, aprirà i battenti con l’inizio del prossimo anno scolastico. E’ la prima volta nell’ultimo quindicennio che un’opera di una certa consistenza, sia per la dimensione e l’importanza che per l’investimento richiesto, viene portata a termine il linea con i tempi previsti. Come ribadito più volte tutto questo perché l’edificio è stato progettato in maniera adeguata (clicca sul testo in grassetto per vedere il post precedente) sotto tutti i punti di vista, tecnici e contrattuali, non come l'Area Cazzaniga e Palazzo Tettamanti... E’ stato speso anche meno di quello preventivato. I soldi non utilizzati serviranno per realizzare una cancellata, costruire un tratto di marciapiede e comperare le attrezzature per la palestra. Da alcuni settori della Maggioranza sono state però avanzate perplessità a proposito della dimensione dell’immobile, ritenuto troppo capiente perché può servire fino a cinquecento alunni. E’ successo anche giovedì per la riunione della Commissione Cultura. Il Consigliere comunale Gabriella Mauri, ex Assessore all’Istruzione a cui si deve la felice intuizione della nuova scuola, ha pertanto dovuto spiegare per l’ennesima volta che il dimensionamento è stato effettuato tenendo conto i parametri legislativi. Più che al numero di scolari bisogna pensare a quello delle aule, venti. Bambini e genitori ci si vede allora tutti il 13 settembre.

C.Bo.

Per l'Ospedale di Merate ci vuole un Direttore che conosca il territorio

Nell’imminenza delle procedure per la nomina del Direttore Sanitario di Presidio per l’Ospedale Mandic, di competenza propria del Direttore Generale, considerata la scelta che egli deve compiere tra una rosa di candidati, come Esecutivo dell’Assemblea distrettuale di Merate e in considerazione delle esigenze territoriali, ci preme contribuire con quanto segue:
  • la bozza del nuovo Piano Socio Sanitario della IX legislatura vede al centro il rapporto e la conoscenza del territorio per creare una rete e delle sinergie con tutte le parti interessate alla salute e al benessere dei cittadini.
  • Accanto alle competenze tecniche specifiche, di esclusiva valutazione da parte della Direzione Generale e del suo staff, pensiamo che vadano considerati criteri essenziali quali la conoscenza pregressa del Presidio Mandic e la conoscenza delle realtà e delle esigenze territoriali.
  • Nel rispetto dei ruoli istituzionali vogliamo sottolineare come il concorso di idee e di forze tra Enti chiamati a disegnare e gestire i servizi sanitari e socio assistenziali per il territorio sia fondamentale per ottimizzare i livelli di integrazione dei servizi e di sviluppo del benessere sul territorio.

Felice Baio
Presidente dell’Assemblea Distrettuale
e l’Esecutivo del Distretto di Merate
(che comprende i Comuni di Airuno, Barzago, Barzanò, Brivio, Calco, Casatenovo, Cassago Brianza, Cernusco Lombardone, Cremella, Imbersago, Lomagna, Merate, Missaglia, Montevecchia, Monticello Brianza, Olgiate Molgora, Osnago, Paderno d'Adda, Perego, Robbiate, Rovagnate, Santa Maria Hoé, Sirtori, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Viganò)

Quando vogliono ci arrivano

Quando vogliono ci arrivano e sanno fare le cose per bene, bisogna riconoscerlo. Come per la gestione dell’intervento di ripavimentazione di via Sant’Ambrogio. L’Assessore ai Lavori pubblici Massimo Panzeri e il Consigliere comunale di Maggioranza Massimo Adobati hanno voluto parlare con gli abitanti e gli esercenti del posto per spiegare cosa succederà. Hanno poi deciso di limitare i disagi dei residenti che per un certo tempo non potranno accedere alle loro abitazioni in auto mettendo a disposizione i parcheggi pubblici. Azzeccata altresì la scelta del periodo, quello estivo in modo da ridurre gli inconvenienti dovuti al blocco della circolazione. Hanno fatto il loro dovere è vero, ma un plauso se lo meritano lo stesso perché la politica e l’amministrare purtroppo non sempre vanno a braccetto con il buon senso. Speriamo solo non resti un fatto isolato ma diventi una prassi consolidata.

R.I.

(s)Fatti non pugnette

Un Amministratore pubblico si esprime ufficialmente con decisioni concrete. Per il Sindaco e gli Assessori queste scelte si esprimono attraverso le Deliberazioni di Giunta Comunale. Ebbene, nel primo anno di legislatura di Insieme per Merate e di mandato di Giovanni Battista Albani sono state pubblicate all'albo pretorio 264 Delibere. Durante i primi dodici mesi all’insegna dei “ragazzi del coro” del Centrodestra invece se ne contano 194, che fanno 70 in meno. Una bella differenza.
Due le riflessioni in merito. La prima: il Borgomastro e i suoi collaboratori pidielciellini e leghisti hanno “prodotto” poco, a dispetto delle roboanti promesse elettorali di rivoluzione e delle ripetute dichiarazione di cambiamento. In sostanza parlano, anzi parla soprattutto Lui il capo delle Camicie verdi, ma stringi stringi ha fatto poco o nulla. Come dire: tutto fumo e niente arrosto, predicava bene razzola male, solo chiacchiere e distintivo... Il secondo pensiero: i “pensionati cattocomunismi" hanno dovuto da subito assumere decisioni urgenti per “rimediare” alla scomoda eredità lasciata dai predecessori, Assessore esterno al Bilancio in carica Andrea Massironi compreso (area Cazzaniga, Palazzo Tettamanti, allargamento e asfaltature di strade, trasporto anziani eccetera eccetera). I "giovani" verdi-azzurro al contrario si sono trovati la strada spianata, ad eccetto che per i problemi irrisolti guardacaso risalenti a quando governavano uomini che si rifacevano a Forza Italia, Assessore esterno al Bilancio in carica Andrea Massironi compreso che reggeva i Lavori pubblici, il settore che ha determinato più situazioni difficili.
All’epoca i celoduristi del Carroccio rappresentati da Silvio Mandelli sedevano sugli scranni delle Opposizioni con quelle persone che poi si sarebbero alleate per offrire veramente un’opportunità di svolta ai cittadini che nonse la sono lasciata sfuggire… Bandire diverse ma stesse battaglie, come il Referendum contro l'ingrandimento dell'ex Municipio di piazza degli Eroi e la difesa dell'Ospedale. Ma altri tempi, altre storie e specialmente a dare un volto alla Lega Nord un'altra persona.

Marco Casati

giovedì 15 luglio 2010

Per salvare il trasporto pubblico locale servono più deleghe e partecipazione

Ormai è quasi fatta. Le Regioni, nonostante le eclatanti proteste di alcuni Presidenti regionali, con le plateali quanto sterili minacce di rimettere le deleghe, pare che finiranno per accettare i tagli imposti dal governo, accontentandosi forse di qualche sconticino e di qualche promessa. Tuttavia, se la posizione di Tremonti, certamente contraddittoria rispetto a solo pochi mesi fa in cui aveva irresponsabilmente dispensato incentivi a pioggia ai consumi, in certi casi al limite del voluttuario, rimane ragionieristicamente rivolta a difendere le cifre della manovra, quella dei Governatori sembra non capire che è venuta l’ora di cambiare registro, modo e metodo di gestire i soldi che sono anche nostri.
Per quanto riguarda noi pendolari, la manovra nasce con criteri logici chiaramente di stampo ragionieristico e di corto respiro che, anche se attuata in misura ridotta rispetto ai dati inizialmente previsti, è destinata a mettere in ginocchio l’intero sistema del trasporto pubblico locale, generando inevitabilmente più costi sociali, maggiore inquinamento e congestione stradale con un grave impatto sulla salute dei cittadini. Se il Governo non è in grado di agire con razionalità e concepire invece una intelligente riforma strutturale dei trasporti locali, a questo punto devono intervenire i Presidenti delle Regioni, a cominciare dai loro leader Formigoni ed Errani. A nostro avviso, l’unico modo intelligente e razionale per salvare il Trasporto Pubblico Locale (TPL), è quello di incentivare le efficienze, i risparmi di sistema, il mercato, e tale obiettivo non può che passare da un rafforzamento delle deleghe regionali nei trasporti e da una maggiore partecipazione degli utenti, ed in particolare di noi pendolari che ne siamo vitali fruitori. Occorre che, da parte delle Regioni, sia fatta una scelta precisa ed inequivocabile a favore del trasporto pubblico, con una assunzione piena di responsabilità per gestire meglio e con maggiore efficienza tutte le risorse dei trasporti. In particolare, le Regioni devono poter giocare “a tutto campo” nel difficile ma necessario riequilibrio tra la maggiore efficienza sociale, economica ed energetica dei trasporti pubblici rispetto alle inefficienze del trasporto privato.
A tal fine, le Regioni dovrebbero dunque chiedere ed ottenere dal Governo di:
  • sul lato economico, potere, ad esempio, modificare le accise sui carburanti, le tasse di circolazione, le tariffe autostradali, introdurre tasse di scopo per l’uso dei veicoli privati;
  • sul lato normativo, rivedere le modalità di governance del sistema dei trasporti, a partire dall’apertura vera al mercato dei servizi di TPL e con l’abrogazione del Contratto di Servizio imposto dal Governo col monopolista di Stato, nonché revisionare le norme che regolano la circolazione sia su ferro che su strada dei mezzi pubblici per alleggerire i costi della gestione operativa ed aumentare la velocità commerciale.
Le Regioni devono fare la loro parte e, ad esempio, la Regione Lombardia deve certamente rivedere i costosi progetti infrastrutturali, quasi tutti legati all’EXPO di cui molti di dubbia utilità, avviando la redazione di un serio Piano della Mobilità regionale, fondato sull’integrazione tariffaria e modale, sulla partecipazione e sulla trasparenza nello stabilire le priorità degli investimenti. Ovviamente anche noi pendolari siamo pronti a fare la nostra parte, senza preclusioni concettuali, a patto però che gli attori pubblici e privati dimostrino nella realtà dei fatti di voler intraprendere un nuovo processo virtuoso e da noi condiviso di trasformazione. Chiediamo dunque che, su questi temi, attraverso il Tavolo TPL e le audizioni in Commissione Trasporti, la Regione esponga chiaramente le strategie che intende attuare, e ci sia concessa la possibilità di esporre le nostre proposte per affrontare in modo condiviso questa gravissima situazione. Altrimenti, appare naturale conseguenza nei prossimi mesi una forte protesta di milioni di pendolari utenti del trasporto pubblico esasperati, ma anche determinati, perché spinti da una necessità di sopravvivenza.

Coordinamento dei Comitati Pendolari della Lombardia

mercoledì 14 luglio 2010

Nuovo asilo nido, un'attesa infinita

La nuova Amministrazione comunale ha cancellato il progetto di istituzione di un nuovo asilo nido a Brugarolo redatto dalla precedente. Sappiamo bene che le liste di attesa sono lunghissime. L’Assessore ai Servizi alla persona Emilio Vulmaro Zanmarchi aveva però detto di non preoccuparsi che si sarebbe rimediato in altro modo, con un asilo aziendale dell’Ospedale e micronidi privati o affini. Aveva mostrato splendidi grafici e si era profuso in discorsi affascinanti con paroloni in inglese. Ebbene, è passato un anno e non si è visto niente. Anzi si apprende dal sito di ANCI Lombardia che i finanziamenti richiesti per la realizzazione del famoso nido aziendale dell’Ospedale sono stati concessi, ma per l’Ospedale Alessandro Manzoni di Lecco quindi non per il San Leopoldo Mandic di Merate. Quindi siamo stati trattati nuovamente come i figli della serva e nessuno ha tutelato le legittime istanze dei Meratesi. Per risolvere il problema della mancanza di luoghi dove lasciare e far crescere i figli in grado di soddisfare le richieste e le esigenze di tutti dovremo aspettare ancora a lungo. Almeno sappiamo chi non ringraziare!

L.L.

Fumata nera per il Lago di Sartirana

Il Signor Sindaco "ghepensimi" ha promesso che il Piano di Gestione SIC Lago di Sartirana verrà corretto. Lo ha garantito durante la riunione del Consiglio della Riserva trovatosi martedì. Ha altresì detto che coinvolgerà i docenti dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio... Ma intanto il Piano verrà adottato questa sera in Consiglio comunale. Qualcosa dunque non torna.
Primo: perchè coinvolgerà? Durante la Commissione Urbanistica il suo Assessore e Vice Massimiliano Vivenzio ha dichiarato che i professori erano già stati contattati. Si tratta di un errore o del bieco tentativo di rasserenare gli animi? Comunque qualcuno non l'ha contata giusta.
Secondo: se anche lui ha ammesso come ha ammesso che il Piano contiene degli errori perchè non modificarlo subito invece di adottarlo in fretta e furia? Questione di tempi tecnici si è giustificato, ma una settimana non fa la differenza. Così magari tutti avranno modo di leggere le 500 pagine di Piano consegnate solo cinque giorni fa.
Ma purtroppo non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e il Nostro sembra molto duro di comprendonio. Peccato, con un poco di pazienza e dialogo magari avrebbe pure ottenuto l'unanimitò. Sicuramente ci avrebbe fatto più bella figura.

Redazione

martedì 13 luglio 2010

Salvato il Parco del Curone adesso bisogna difendere il Monte di Brianza

Circa un anno fa (il 12 luglio 2009) eravamo nel cuore del Parco del Curone a testimoniare con vigore ed entusiasmo la nostra idea di tutela e di sviluppo del territorio che era fortemente minacciato dall’assurda ipotesi di un’attività di prospezione petrolifera proprio all’interno del Parco.
Sappiamo tutti come è andata a finire. Questo non è garanzia del fatto che il “pericolo” sia definitivamente scampato. Certo è che quest’esperienza non è passata inosservata. Il mese scorso ci è stato chiesto di portare e raccontare la nostra esperienza in Abruzzo e analogamente lo stesso ci è stato chiesto dalla testata “La Repubblica” nell’ambito di un importante reportage condotto a livello nazionale. A rafforzare ulteriormente la testimonianza del nostro comitato abbiamo redatto, con la preziosa collaborazione di Paola Lazzarotto, il libro “Oro Verde – Cronistoria di petrolieri e gelsi nel parco di Montevecchia”. Un libro che vuole essere non solo la cronistoria di quei giorni, ma il punto di partenza di come muoversi ed agire nel caso si ripresentasse un’altra istanza simile a quella dell’anno scorso.
Colgo infine l’occasione per segnalarvi un’importante iniziativa che sta prendendo corpo in questi giorni, ovvero la costituzione di un nuovo comitato civico favorevole alla costituzione di un parco naturale presso le località del Monte di Brianza. La presentazione dell’iniziativa avverrà in data 20 luglio, ore 21, presso la sala civica comunale di Olgiate Molgora.
Il comitato "No al pozzo" ha espresso la sua ampia ed indiscussa adesione a questa iniziativa, portando anche un po’ della nostra esperienza affinché possa essere d’aiuto ad un’iniziativa volta al appliamento delle aree verdi. La speranza è che anche questa importante battaglia civica abbia lo stesso esito di quella che ci ha visto protagonisti, e questo, come sappiamo, dipende principalmente da noi e dal nostro impegno.

Alberto Saccardi
Presidente del Comitato No al pozzo

lunedì 12 luglio 2010

Dopo il petrolio un altro tsunami sta per abbattersi sul Parco della Valcurone

Si tratta del "vecchio caro" cemento!

Dopo il cessato allarme riguardo i pozzi di petrolio nel Parco, un nuovo e nel contempo antico nemico, ben più spietato e inesorabile dell’oro nero si riaffaccia a minacciare il Parco.
Si tratta del vecchio, caro cemento!
Ormai (è evidente a tutti) le ultime grandi aree “libere” rimaste nei nostri comuni sono sempre più spesso all’interno dei confini del Parco e siccome pare che l’unico (o il più comodo) modo per 'far cassa' da parte dei comuni stessi sia concedere licenze edilizie, ecco che si cerca di forzare la mano per ottenere l’edificabilità in aree finora precluse al cemento.
Tutto il contendere si gioca sulla nuova stesura del Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), che è lo strumento di pianificazione e governo del territorio all’interno del Parco. Tale piano è in corso di ridefinizione in queste settimane.
La questione di fondo è sempre la stessa: vogliamo o non vogliamo il Parco?
Non possiamo avvalerci di esso solo quando si tratta di impedire le perforazioni di pozzi di petrolio, o quando si tratta di sfruttare l’immagine che esso porta con sé per piazzare meglio i nostri prodotti, siano essi i pasti nei ristoranti, i vini delle cantine, i formaggi delle stalle, le case vecchie e nuove delle immobiliari...
Nel nostro girare per il Parco incontriamo tante persone che si lamentano con noi per delle villette costruite qua piuttosto che là, per dei quartieri nati in pochissimi mesi di cui nessuno sentiva realmente la necessità, per delle riqualificazioni/ristrutturazioni che “decuplicano” i metricubi di cemento.
Possibile che la terra, agricola o boscata che sia, debba rimanere tale solo fino a quando qualcuno mettendogli gli occhi addosso dica "ve l’abbiamo lasciata abbastanza per “giocare”, adesso tocca a noi, avanti con le ruspe e su coi tavolati!"
I nostri amministratori non possono e non devono usare il territorio come fosse una merce!

Guardie Ecologiche Volontarie
del Parco di Montevecchia e Valle del Curone
da Gev Curone

Maggioranza avvisata, Lago di Sartirana mezzo salvato (speriamo!)

Con una relazione di un paio di paginette i docenti dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio (clicca sui testi in grassetto per accedere ai rimandi) "smontano" il Piano di Gestione SIC (Sito di Interesse Comunitario) IT2030007 “Lago di Sartirana” che conta oltre 200 fogli redatti dai tecnici della “Idrogea servizi Srl”, la società incaricata dall’Assessore all’Ambiente e Vicesindaco Massimiliano Vivenzio di proporre soluzioni per migliorare le qualità delle acque del Lago di Sartirana medesimo. E’ stato il Consigliere comunale di Maggioranza Massimo Adobati a chiedere un parere ai professori dell’Ateneo di Milano, in particolare alla dottoressa Letizia Garibaldi
Le sue esperte avvertono: “Gli interventi proposti, washout con acqua di rete e l’asporto dei sedimenti superficiali mediante dragaggio idraulico, non sembrerebbero garantire neppure marginalmente al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel SIC. Anzi, a nostro avviso si prospetta un elevato rischio sia di disturbo sia di completa alterazione delle condizioni necessarie per il mantenimento della biodiversità attuale, per altro notevole. Lo svaso seppur temporaneo del bacino causerebbe il declino di molte specie… La repentina e non graduale diluizione dell’acqua sarebbe sicuramente deleteria…“. Ma si lamentano anche che “Il Piano di gestione riporta un unico misero dato relativo al fosforo misurato nella primavera 2007“. Parlano anche di “scarse conoscenze relative alla chimica delle acque” e di “assenza di informazioni sulle concentrazioni di clorofilla e sulle successioni stagionali di fito- e zoo-plancto…”. Pare di capire pertanto che il Piano di gestione non solo non è attendibile ma, se attuato, rischia di provocare più danni che benefici. Per gli esperti universitari è “necessario valorizzarne le caratteristiche senza stravolgerne l’essenza, soprattutto considerando che, se non si rimuovono le immissioni non a lungo possono durare interventi anche violenti come la rimozione del sedimento“.
Nonostante questi chiari ammonimenti il Piano martedì sarà presentato al Consiglio di Gestione del Lago di Sartirana, presieduto dal Sindaco Andrea Robbiani in persona e mercoledì verrà portato in Consiglio comunale per essere adottato. I tempi per le modifiche sono perciò nulli. I motivi di tanta fretta rimangono sconosciuti. Speriamo nel buon senso di alcuni componenti della Maggioranza e che questi riescano a far comprendere che una questione tanto delicata non può essere liquidata in una settimana. Con il Lago di Sartirana non è permesso sbagliare: i due accademici sono stati chiari e hanno ammonito l’Amministrazione comunale. Se il Sindaco e gli Assessori ancora una volta dimostreranno che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire si dovranno assumere la responsabilità politica del loro operato e ai cittadini non rimarrà che prendere atto che a differenza di quello che predicano a loro del verde e dell’ambiente interessa veramente poco. E se proprio per orgoglio non vogliono ascoltare le Minoranze diano retta quanto ad un loro Consigliere che fatto il possibile per metterli in guardia.
docente di Ecologia delle Acque Interne e alla dottoressa Barbara Leoni docente del Laboratorio di Analisi di Sistemi Ecologici.

Redazione