sabato 19 novembre 2011

Plauso per la creazione del Ministero per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione

Esprimo soddisfazione per la rinnovata attenzione ai temi della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione, che emerge dall’individuazione delle deleghe per i Ministeri del nuovo Governo Monti, e invio migliori auguri di buon lavoro al nuovo Ministro Riccardi.
La riaffermazione del ruolo della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione, delega non assegnata dal precedente esecutivo, è un dato significativo e di grande rilevanza per il riconoscimento di un nuovo orizzonte di significato per l’azione del Governo.
Il nuovo Ministero dimostra la volontà dell’esecutivo di non rinunciare, anche in una situazione generale di crisi e difficoltà, al dialogo e al confronto tra i popoli e alla collaborazione reciproca, dimostra la consapevolezza che anche nelle situazioni di crisi la speranza del futuro si trova nella costruzione di relazioni che superano i confini e le logiche degli interessi particolari.
E’ inoltre un indiretto riconoscimento del lavoro e della dedizione degli Enti Locali e delle Associazioni che, pur nelle serie e note difficoltà di bilancio, mantengono alto e costante l’impegno finanziario e organizzativo per la realizzazione di progetti di cooperazione e di attività rivolte all’integrazione tra i popoli.


Marta Comi
e Assessore alla Cultura, Sport, Promozione delle Associazioni,
Pace e Cooperazione allo sviluppo
del Comune di Casatenovo

venerdì 18 novembre 2011

La ricchezza diffusa in Italia

Leggo che, a Milano, tre persone sono rimaste incastrate nei cassonetti gialli della Caritas dove si depositano i vestiti smessi nell'evidente tentativo di prelevarne almeno uno per ripararsi dal freddo. Detti cassonetti sono presi di mira da decine di senzatetto, almeno a Milano. Non c'è da preoccuparsi, però, perché qualcuno assicura che tutti gli altri Milanesi, la sera stessa erano al caldo, probabilmente al ristorante o all'aeroporto.

Ernesto Passoni

giovedì 17 novembre 2011

Assistenza domiciliare: meglio controlli più stringenti invece che far pagare a tutti

Pubblichiamo la lettera che il nostro Consigliere Comunale Achille Panzeri  ha inviato al Direttore di Merateonline.it per alcune precisazioni circa lo svolgimento dell'ultima seduta di Consiglio Comunale.

Gent. mo Direttore,
non so a quale suo collega rimasto a casa si riferisse, ma anche Lei, seppur presente al Consiglio Comunale di Giovedì 10 Novembre, non è stato molto attento.
La domanda sullo straordinario dei funzionari l’ho posta io, non il mio capogruppo consigliere Perego.
Inoltre nell’altro articolo di cronaca del Consiglio mi pare abbia dimenticato un punto abbastanza importante: la discussione della voce "SAD e ADM (Servizio assistenza domicialiare) - TRASFERIMENTI A RETESALUTE” del capitolo maggiori spese del quinto e ultimo punto all’ordine del giorno.
L’assessore Emilio Zanmarchi ha dichiarato che c’è stato un aumento della domanda di SAD, soprattutto nella prima fascia gratuita. Egli teme che non tutti i fruitori del servizio in prima fascia ne abbiano diritto. Per questo egli proporrà di far pagare un contributo, seppur minimo, a tutti.
L’affermazione ha fatto scattare la risposta immediata dei due capigruppo dell’opposizione che hanno accusato l’assessore di ritenere che parte degli utenti del SAD facciano i furbi .
L'assessore ha replicato che l’accesso al SAD non ha un filtro tecnico e che istituirlo costerebbe più del beneficio ottenibile. Da qui la necessità dell’imposizione di una tariffa minima anche per la prima fascia.
Le opposizioni hanno di nuovo replicato sostenendo la preferenza di un controllo più stringente per l’esenzione piuttosto che l’imposizione di un balzello, seppur minimo, per tutti.
In questi tempi di crisi, che attanaglia sempre più gli ultimi, la questione mi pare meritasse più attenzione.
Cordialmente.

Achille Panzeri
Consigliere Comunale di Insieme per Merate

mercoledì 16 novembre 2011

I sette peccati capitali che hanno portato alla fine inglosriosa di un Governo

Il programma elettorale che l' On. Silvio Berlusconi presentò nella campagna elettorale 2008 era imperniato su sette punti cardine; vediamo sinteticamente detti punti ed i risultati ottenuti.
  1. Rilanciare lo sviluppo: non c'è bisogno di dimostrare che detto rilancio non ci sia stato anche perché il cattivo andamento dell'economia è comune a tutto il mondo sviluppato. L'aspetto assurdo è stato quello di avere sempre negato il problema asserendo che l'Italia costituiva una virtuosa eccezione; il Prodotto Interno Lordo è stagnante e la disoccupazione, specialmente giovanile, aumenta.
  2. Sostenere la famiglia: al di là di un fiume di parole, le famiglie non sono state sostenute e, ad eccezione del 10% di popolazione che detiene il 50% delle ricchezze private del Paese, esse hanno sempre minore potere d'acquisto e molte regrediscono alla soglia di povertà.
  3. Maggiore sicurezza e giustizia: ad eccezione della cattura di diversi mafiosi ed alla requisizione dei loro beni, la sicurezza dei cittadini non è aumentata; sono stati effettuati tagli rispetto alle esigenze delle Forze dell' Ordine (benzina e manutenzione dei mezzi) ed anche noi del Meratese ce ne accorgiamo. Riguardo alla giustizia, ad eccezione delle leggi personali, il suo farraginoso funzionamento non è migliorato e le carceri rigurgitano di detenuti in condizioni inumane e che sono in contrasto con la Costituzione.
  4. Migliorare i servizi ai Cittadini: nessuno si è accorto di un miglioramento nel rapporto dei Cittadini con la Pubblica Amministrazione; rimane sempre una pesante burocrazia pur vivendo nell'era dell'informatica. Ad esempio nel campo della sanità era stato promesso che le Regioni avrebbero eliminato le liste d'attesa (sic!); in Lombardia, almeno, ciò si solo verifica per le prestazioni private. Riguardo all'ambiente sono stati pesantemente tagliati i fondi anche rispetto agli interventi idrogeologici con i risultati che sono davanti agli occhi di tutti.
  5. Diminuire il divario economico Nord- Sud: erano state varate Leggi Obiettivo (già dal 2001) volte ad incentivare l'economia del Sud nel turismo, l'agricoltura, le infrastrutture ed a creare poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione. Non pare che lo stato di attuazione sia confortante tant'è che le statistiche certificano l'aumento del divario.
  6. Il federalismo: è stato avviato un faticoso processo di produzione legislativa: approvati i Decreti Legislativi sul federalismo demaniale, su Roma capitale e sui fabbisogni standard per gli Enti Locali; ne mancano altri specialmente quello sull'autonomia tributaria di Regioni e Province. Ci vorranno anni prima di dare loro attuazione.
  7. Finanza Pubblica: l'obiettivo era di ridurre il debito pubblico, salito invece, in tre anni dal 103 % (2007) al 120 % (2011) del Prodotto Interno Lordo; di questi giorni la lievitazione del rendimento dei titoli di stato sopra il 5% e peseranno per 100 miliardi Euro nel 2012 allo Stato per il pagamento del debito di 1.900 miliardi; la riorganizzazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per una minore burocrazia anche in relazione al rilancio dell'economia, non hanno portato a tangibili risultati. La pressione fiscale che il Governo era stato previsto di portare dal 43 al 40%, sta salendo verso il 44% del Prodotto Interno Lordo. Stendiamo un velo pietoso su promesse acchiappavoti quale, ad esempio, l'abolizione del bollo auto; come le altre, promesse non mantenibili a causa dei vincoli economici e, quindi, non mantenute
In conclusione possiamo affermare che gli obiettivi prefigurati dal Governo non sono stati raggiunti; il giudizio complessivo è quello di un Governo che ha operato con molta sciatteria, molta superficialità, poco rigore e poco senso dello Stato. Amaro è constatare come sia stata l'insensatezza governativa nel non riconoscere lo stato di crisi dell'Italia descritta, invece, come un'isola felice, a portare il nostro Paese all'attuale disastro.

Ernesto Passoni

martedì 15 novembre 2011

Ha smesso di piovere, per questa volta l'abbiamo scampata...

Ha smesso di piovere. Bene. Per questa volta sembra che l’abbiamo scampata bella e siamo passati immuni dall’ondata di maltempo. Purtroppo altrove e a qualcun altro non è andata altrettanto bene. Infatti in questo periodo è impossibile non pensare a Monterosso, Aulla , Genova e alle devastazioni successe in quei luoghi. Naturalmente non possiamo che stringerci attorno a quelle persone e a quei posti esprimendo la massima solidarietà. Le cause sempre le stesse: abbandono delle buone pratiche agricole e colturali legate alla conservazione di campagna e boschi, utilizzo sconsiderato e spregiudicato del territorio e cementificazione selvaggia. Purtroppo però, abituati come siamo a pensare che certe cose possano succedere sempre ad altri e altrove, tendiamo ad avere la memoria corta. Ai più, la vicinanza con un grande fiume come l’Adda e delle sua possibilità di esondazioni, legittima a pensare che al massimo possa provocare l’allagamento dei campi tra Brivio, Monte Marenzo e Airuno. Il tutto per una visione romantica che verrà “gustata” dal santuario della Madonna della Rocchetta e documentata con la foto di rito. Al massimo, invadere qualche piazza o strada a Brivio. Dalle colline invece pensiamo che del fango possa travolgere qualche pianta in qualche vallone. Occorre tuttavia fare una sforzo di memoria per comprendere che anche il Monte di Brianza, ha già pagato dazio. Abbiamo già dimenticato lo smottamento che ha causato il deragliamento del treno ad Olgiate Molgora in località Porchera, nel lontano 1976 e miracolosamente senza vittime? E dell’enorme frana che ha cancellato un tratto di ferrovia tra Airuno e Olginate, in località Carsaga, e che ha rimodellato per sempre il fianco della collina? E che dire di quante volte la strada tra S. Maria Hoè e Colle Brianza è rimasta chiusa, causa frane, nel corso di questi anni. Anche Castello di Brianza non è stata risparmiata. Su tutte si ricorderanno gli smottamenti di Prestabbio e del Cepp, che hanno creato non poco spavento agli abitanti delle frazioni sottostanti. Basta solamente fare un giro per i sentieri del Monte di Brianza per rendersi conto che non c’è paese che non debba fare i conti con eventi del genere. Ricordiamo ancora che fu proprio una frana a decretare il declino e la fine di Consonno ad Olginate. Airuno deve fare i conti con il “Guast”, e con la strada che porta alla frazione di Aizurro, mentre la spina nel fianco di Valgreghentino è rappresentata dal vallone che porta a Biglio e a Dozio. Anche sull’altro versante il torrente Gandaloglio rischia di essere una fonte preoccupazioni non da poco. Insomma, come si può vedere la materia prima, purtroppo non manca. Potremmo andare avanti all’infinito, oppure accompagnare gli amministratori del nostro territorio a vedere delle inquietanti spaccature sparse lungo i fianchi della nostra collina. Possiamo dunque aspettarci che dei comuni si coalizzino per dare delle risposte efficaci, soprattutto in materia di prevenzione e di gestione del territorio affinchè si possano evitare altri disastri con le conseguenti ed onerose ricadute sulla collettività?? Occorre anche mettere in campo tutte quelle iniziative che possano garantire maggiori risorse da destinare al territorio e senza un organo preposto alla tutela e al recupero ambientale sarà difficile per un singolo comune ottenere finanziamenti. Non sono questi, e per giunta già da soli, dei motivi più che sufficienti per l’istituzione del PLIS del Monte di Brianza?

lunedì 14 novembre 2011

Sosteniamo le cure domiciliari

Proponiamo un articolo tratto da Merateonline.it che riporta un tema molto importante

Questa mattina (venerdì) i volontari della Fabio Sassi di Merate nella hall dell'ospedale Mandic hanno raccolto le firme per la sensibilizzazione sui diritti e sui bisogni dei malati inguaribili e delle loro famiglie. Quest'anno l'iniziativa, attivata da 68 associazioni No profit, è volta a sostenere l'importanza delle cure in casa.
"Le cure palliative a casa" si legge sul sito ufficiale "sono preferite da molti malati, sono possibili, consentono un uso appropriato delle risorse pubbliche e devono quindi poter crescere. Però assistere al domicilio il proprio congiunto, benché con il supporto dell'équipe curante e l'appoggio dei volontari, costituisce per la famiglia un impegno assai rilevante che si fa via via più intenso con il progredire della malattia. Ecco perchè queste famiglie hanno bisogno di una dote economica che le aiuti. Da qui l'avvio della raccolta firme per valorizzare la famiglia che decide di prendersi cura del malato inguaribile a casa per chiedere, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministro della Salute e ai Presidenti delle Giunte Regionali, l'istituzione di un bonus mensile che renda attuabile questa coraggiosa scelta".
Questa giornata, tradizionalmente definita come l'estate di San Martino, è stata scelta ad hoc per le cure palliative perchè si riallaccia alla leggenda di Martino, giovane soldato di Pannonia, che più di 1.500 anni fa, per aiutare un vecchio sfinito dalla stanchezza e dal freddo, gli offrì metà del suo mantello tagliandolo con la spada. Dopo quest'atto di spontanea generosità all'improvviso il tempo mutò, il cielo si schiarì e l'aria si fece incredibilmente mite: era l'Estate di S. Martino.
Il termine palliativo poi, ha la sua radice etimologica proprio nel latino "pallium" = mantello e il senso di coprire, avvolgere, proteggere (come in un mantello) è quello che più si avvicina al significato che si vuole attribuire al termine palliativo.

S.V.

domenica 13 novembre 2011

Il modello occidentale in crisi di sistema

Ascolto perplesso le notizie di persone in piazza che festeggiano le dimissioni di Berlusconi. Cori da stadio ed urla di giubilo perchè si nomina un governo di emergenza!?!? Ma il buon senso dov'è finito? Pur potendo discutere della validità o meno del governo Berlusconi e pur potendo condividere l'immobilismo e la precarietà dell'azione politica dello stesso, non posso non riconoscere che le dimissioni dello stesso non rappresentano per nulla la soluzione del problema Italia. Dobbiamo ragionare correttamente. I problemi dell'Italia sono da un lato la conseguenza di 50 anni di intrighi, lotte di potere, mercanteggio di voti e di favori, di una questione meridionale e di una settentrionale da sempre irrisolte...insomma sono la conseguenza della nostra inettitudine! Dall'altro, ed è evidente, non è la sola Italia ad essere in crisi ma è il modello stesso della società occidentale è in crisi: eccessivo divario tra poveri e ricchi; eccesso di consumo delle ricchezze della Terra; idolatria del potere politico, economico e militare; incapacità di attuare un vero modello di economia sociale di mercato. Aggiungiamo che nel nostro splendido Paese non sempre le persone migliori, nel senso di più attente all'altro che a sè stesse, finiscono all'amministrazione dei beni comuni e della cosa pubblica: ecco che la frittata è fatta! Ma la vera essenza di ciò che si deve richiedere a gran voce da parte di tutti i popoli è la stesura di regole internazionali condivise che regolino seriamente il mercato finanziario: a chi giova gettare nella povertà milioni di persone per la gioia di pochi speculatori? e ciò nel nome del libero mercato? Se il libero mercato è foriero di sofferenze, ingiustizie e povertà è ovvio che serve un adeguato sistemi di pesi e contrappesi: speriamo che nel suo piccolo il Prof. Monti riesca a rimetterci in carreggiata dandoci la tranquillità di pensare veramente al ns. futuro. Auguri Professore!
Speriamobene