sabato 4 settembre 2010

Cimitero, valorizziamolo

L'incuria regna sovrana nel territorio meratese, dalle aree verdi da sempre abbandonate a sè stesse, alla segnaletica malridotta e decadente, al camposanto zona di degrado. Nella giornata dei gemellaggi, oltre alla solite foto ritrite della Città (neanche il tempo di fare qualcuna più aggiornata...), vorremmo vedere un serio piano di manutenzioni comunale, che investa tutti i cittadini del ruolo di garanti del decoro del paesaggio. In particolare il cimitero centrale versa in uno stato di totale abbandono; i gran eroi che hanno fatto la sotira del paese giacciono dimenticati e vituperati: probabilmente si sta attendendo che crolli qualcosa, causando danni, per poter poi intervenire d'urgenza. La soluzione è solo una: riuscire a generare reddito attraverso gli illustri nomi che da noi risposano. Tutelare il patrimonio artistico racchiuso nel cimitero di Merate è un dovere morale di cui l'Amministrazione si deve fare carico: ed allora, senza recare offese o molestie, interessante sarebbe la possibilità di sperimentare tour notturni o di conoscenza storica che permettano ai meratesi di conoscere i loro illustri concittadini che hanno fatto grande l'Italia. E' notizia di oggi della Notte bianca del libro in un piccolo paese del Lazio. Perchè non organizzare una notte bianca, magari Halloween così gli si conferirebbe un tono maggiormente intelligente come festa, nel parcheggio del cimitero con visite guidate, musica, poesia e libri in tema? Sarebbe finalmente il modo di unire l'utile del ricavato di denaro da investire nelle manutenzioni dei nostri sepolcri famosi, al dilettevole del diffondere la storia di Merate in una misura perlomeno insolita ed interessante. O comunque la Gdi Andrea iunta Robbiani come pensa di risolvere il problema dei sempre crescenti oneri di manutenzione? Lasciando crescere l'erba?

R.I.

venerdì 3 settembre 2010

Un fiocco giallo contro gli abusi sui minori

Cismai, Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia e Terre des Hommes, entrambi portavoce in Italia della Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Abuso e della Violenza sui Bambini, con l’obiettivo di stimolare la diffusione di pratiche virtuose di prevenzione chiedono a tutti i Comuni d’Italia:
  1. di indossare “simbolicamente” un Fiocco Giallo in occasione della settimana mondiale per la prevenzione dell’abuso e della violenza sull’infanzia (13-19 novembre 2010);
  2. chiedono, altresì, di compiere 5 passi significativi a dimostrazione del proprio impegno concreto nella protezione dei bambini.
1) Adottare una Carta dei bambini che costituisca il riferimento primo su cui fondare tutte le politiche municipali e non solo quelle strettamente attinenti a servizi destinati all’infanzia.
2) Redigere un Rapporto all’anno sullo Stato dell’infanzia nel territorio, in cui si preveda una sezione specifica sui dati disponibili relativi alle situazioni di abuso e maltrattamento dei bambini sul proprio territorio e sulle situazioni di grave rischio.
3) Impegnare l’amministrazione comunale, in un periodo di ingenti tagli ai servizi, nella difesa dei capitoli di bilancio dedicati alla protezione dei bambini, in particolare quelli necessari alla tutela di minori maltrattati ed abusati.
4) Impegnare l’amministrazione nella definizione e approvazione di un piano di formazione per tutti gli operatori, a vario titolo e a vario livello, impegnati nell’educazione, crescita, accompagnamento dei bambini, che abbia ad oggetto la trasmissione di competenze per la prevenzione dei casi di abuso, maltrattamento, violenza e fornisca gli strumenti per identificare precocemente i casi di bambini a rischio e attivare una presa in carico efficace di coloro che sono già vittime.
5) Promuovere attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in occasione della Campagna internazionale “IO Proteggo i bambini”.

Nel mondo 40 milioni di bambini sono vittime di abuso sessuale, 1,2 milioni all’anno vengono trafficati per essere schiavizzati in lavori pesanti o avviati alla prostituzione e ben 275 milioni hanno assistito ad atti di violenza domestica, diventandone spesso a loro volta vittime. Non c’è Paese che possa dirsi esente da tutto questo, nemmeno l’Italia, dove fenomeni come la tratta di bambini, il lavoro minorile, la prostituzione, la violenza in famiglia e fuori dalle mura domestiche, nelle sue più svariate manifestazioni, dilagano. L’Italia, infatti, registra sul proprio territorio oltre 7.200 minori non accompagnati, ma molti migranti bambini non vengono intercettati dai servizi sociali e, per questo, sono esposti ogni giorno al rischio delle più diverse forme di sfruttamento. In più, alcune stime parlano di 400.000 bambini che nel nostro Paese sono già vittime di sfruttamento lavorativo.
Con "abuso" si intende ogni forma di violenza perpetrata nei confronti di un bambino, nel senso più ampio possibile: dalla negligenza, alla trascuratezza, all’abbandono, al maltrattamento, alle più svariate espressioni e forme della violenza psicologica, fisica, sessuale, compiute da chi del bambino dovrebbe avere a cuore solo la protezione ed il benessere, essendo persona in cui il minore ripone la sua fiducia e verso il quale quindi è totalmente indifeso.
L’abuso, quindi, non attiene necessariamente alla sfera sessuale del minore, tutt’altro: per abuso è da intendersi qualsivoglia forma di violenza di cui un bambino possa essere vittima, causata da chiunque abbia un potere su di lui.
E questo, purtroppo, accade ogni giorno, ovunque.
Casa, famiglia, scuola e più in generale tutti quegli spazi comunitari in cui il bambino cresce e, ogni giorno, scopre il mondo che lo circonda, troppo spesso perdono il loro ruolo di protezione e a volte si traducono in luoghi di violenza e di sopraffazione. Per questo è fondamentale richiamare l’attenzione sul ruolo cardine che le istituzioni locali hanno nell’adottare politiche che – attraverso una prevenzione più efficace di questa dilagante violenza – diano un segnale forte di sviluppo e civiltà.

mercoledì 1 settembre 2010

La legge è uguale per molti ma non per tutti

Il borgomastro che proclama il rispetto delle regole e tuona contro i concittadini che fanno i furbetti posteggia in divieto di sosta.

Si apprende dalle cronache locali (non quelle di regime che intervengono a sparare grosso solo quando si sentono minacciate nei loro interessi…) che il Signor Sindaco Andrea Robbiani sarebbe uso il martedì mattina durante lo svolgimento del mercato posteggiare la macchina in via G.Pascoli bassa fuori dalle righe e in prossimità di un incrocio dove campeggia un bel cartello di divieto di sosta, invero un po’ vecchiotto. Ma come?!? Proprio lui, il celodurissimo borgomastro padano che predica legalità, rispetto delle regole, linea dura contro i trasgressori!!! Proprio lui che tante volte ha accusato i meratesi di fare i furbi!!! Proprio lui che è per la tolleranza zero!!! Evidentemente la legge è uguale per tanti ma non per tutti, specialmente per chi è al potere e dovrebbe dare l’esempio. Ma del resto cos’altro ci si poteva aspettare da chi in virtù del suo incarico pubblico si fa rilasciare un pass per posteggiare senza pagare nelle linee azzurre e senza esporre il disco orario in quelle bianche a tempo…

R.I.

martedì 31 agosto 2010

Oltre mille stranieri e quattrocento famiglie: la Consulta per l'Immigrazione è una necessità

La proposta di Insieme per Merate di un corso per l'apprendimento della lingua italiana per le madri dei minori iscritti alle nostre scuole per realizzare pezzo di Welfare meratese.

Lo scorso 20 Luglio a nome del gruppo di Insieme per Merate ho inoltrato lettera al Sindaco con la richiesta di insediare la Consulta per l’Immigrazione (prevista dallo Statuto comunale) di cui, dopo la nomina dei rappresentanti dei Consiglieri comunali avvenuta nel corso del Consiglio comunale del 27 novembre 2009, non si era dato alcun effettivo seguito attraverso la convocazione necessaria per renderla operativa. La settimana successiva sono stato contattato prontamente dall’Assessore ai Servizi alla persona Emilio Zanmarchi, il quale mi indicava intenzione di convocarla per il prossimo mese di ottobre.
L’opportunità da fare questo passo emerge in maniera chiara sulla base della dinamica della popolazione meratese degli ultimi 5 anni (vedi del Piano di Governo Territorio , documento preliminare reso pubblico lo scorso 30 luglio-par 2.1.2 “La struttura della popolazione”) e che avevamo per nostra indagine già raccolto.
Nel 2008 a Merate la popolazione residente straniera era pari a 1.075 persone, costituita da 381 famiglie, (120 costituite da una sola persona) mentre nel 2002 vi erano solo 459 residenti riuniti in 149 (45 mononucleari). E’ anche netto l’aumento del numero dei minori in età scolare figli di stranieri.
Per tale ragione nel corso del Consiglio comunale del 28 luglio, in occasione del dibattito sull'approvazione del Piano di Diritto allo Studio , ho anticipato l'intenzione del nostro Gruppo di proporre proprio alla costituenda Consulta Immigrazione di raccogliere gli elementi utili per avviare a Merate un corso per l'apprendimento della lingua italiana per le madri dei minori iscritti alle nostre scuole. Un genitore coinvolto nell'apprendimento della lingua è il primo sostegno alla scolarizzazione del figlio. Per non dire il beneficio che ne risulta per la sua integrazione attraverso i rapporti che può instaurare con gli insegnanti e gli altri adulti. Riteniamo che l'inserimento di un progetto di questo tipo entro il Piano Diritto allo Studio di Merate sia un passo concreto verso una reale integrazione degli stranieri e di doverosa attenzione verso quelli che saranno cittadini italiani tra 10 anni .
A questo proposito ricordo che nella serata di giovedì 2 settembre alle ore 20,45 presso la libreria allestita ad Osnago dove ha inizio la Festa democratica provinciale di Lecco e Monza-Brianza 2010 verrà presentato il libro “Donne Migranti a scuola di Italiano”. Invito quanti sono interessati al tema di una reale integrazione a parteciparvi anche per collaborare con noi alla realizzazione di questo pezzo di Welfare meratese.
Le dichiarazioni del Sindaco in merito alla paternità della scelta di avviare questo lavoro della Consulta sono pertanto una piccola bugia.

Cesare Perego
Capogruppo consiliare
di Insieme per Merate

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA INVIATA AL SINDACO

Merate, 20 Luglio 2010
Alla c.a Egr Sindaco del Comune di Merate
e dei Componenti nominati dal Consiglio Comunale
Consigliere Sellito Ernesto
Consigliere Se sana Barbara

Oggetto: Consulta Immigrazione

In seguito alla nomina avvenuta nel corso del Consiglio Comunale del 27 Novembre 2009 , quale rappresentante delle minoranze entro la Consulta dell’Immigrazione, sono a sollecitarne l’insediamento per procedere ad elezione del Presidente che possa in tal modo dare inizio alla stesura del programma annuale delle attività. Ritengo che lo strumento della Consulta vada al più presto utilizzato per introdurre un lavoro di analisi e proposte sul tema dell’integrazione poichè negli ultimi 5 anni la popolazione straniera residente è molto cresciuta.
Delineo brevemente una lettura meratese del fenomeno immigrazione.
Nel 2008 a Merate la popolazione residente straniera era pari a 1.075 persone, costituita da 381 famiglie, (120 costituite da una sola persona) mentre nel 2002 vi erano solo 459 residenti riuniti in 149 (45 mononucleari). L’immigrazione non è fatta solo di giovani lavoratori, ma vede crescere, sia per i ricongiungimenti familiari, sia per la costituzione di nuovi nuclei famigliari, il numero di minori e la presenza femminile.
In attesa di un riscontro a questa mia, colgo l’occasione per salutare.

Cesare Perego
Insieme per Merate

Codice della strada: saranno i Comuni a incassare le multe di chi beve poco

Prove generali dei nostri vigili urbani su disposizione del comandante Donato "tacchettino" Alfiniti aspettando l'approvazione e l'entrata in vigore della nuova normativa

Il nuovo codice della strada? Un potenziale affare per i Comuni, che incasseranno i proventi delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza lieve. Così prevede la norma che depenalizza il reato quando il tasso alcolico nel sangue del conducente è tra lo 0,5 e lo 0,8. In questo caso le multe vanno al proprietario della strada: in Trentino Comuni e Provincia.
La novità introdotta con la riforma del codice della strada appena varata dal parlamento non è di poco conto. Non solo per chi si mette alla guida, ma anche per gli effetti sulle casse dei Comuni.
Cosa cambia? Il nuovo codice inasprisce le sanzioni per chi guida un veicolo con un tasso di alcol nel sangue superiore a 0,8 grammi per litro. E depenalizza invece la condotta di chi guida con un tasso alcolemico inferiore.
Con la vecchia normativa la guida in stato di ebbrezza era sempre considerata un reato penale, che comporta un’ammenda: nel caso in cui il tasso alcolico era tra 0,5 e 0,8 g/litro, l’ammenda andava da 500 a 2 mila euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Con il nuovo codice la condotta di chi guida con un tasso di alcol nel sangue compreso in questa fascia viene depenalizzata: è prevista una sanzione amministrativa di 500 euro.
La differenza, per quanto riguarda i proventi, è sostanziale. Mentre nel caso di un procedimento penale per guida alterata dall’a lcol, ovunque si verifichi l’infrazione, gli incassi delle multe finiscono sempre nelle casse dello Stato, nel caso dell’ebbrezza lieve - come per tutte le sanzioni amministrative - i proventi vanno all’ente proprietario della strada. Che nel territorio comunale sono ovviamente i Comuni, mentre per le strade extracomunali è la Provincia.
Forse per questo quest'estate diverse volte anche di mattina (quando notoriamente la gente è ubriaca?!?) si sono visti all'opera i nostri valenti agenti di Polizia locale armati di etilometro, una strumentazione costata parecchio denaro e aquistata anche con stanziamenti regionali ma sempre rimasta inutilizzata chiusa in un cassetto insieme al drogatest. Probabilmente erano le prove generali mentre si aspetta l'approvazione e l'entrata in vigore del nuovo codice della strada... Quando i soldi e la necessità di fare cassa funzionano meglio dell'attenzione alla prevenzione e alla sicurezza!!!

La Redazione

domenica 29 agosto 2010

Stop al consumo di territorio. Solo ristrutturazioni e sua valorizzazione

Cassinetta di Lugagnano, provincia di Milano. Viene eletto primo cittadino un ambientalista brillante. Si chiama Domenico Finiguerra, ha 39 anni e viene dalla città. Mette subito in campo la ricetta propugnata in anni di militanza “verde”: niente nuove costruzioni, prima si rimette in sesto ciò che già c’è; minori entrate sul fronte della tassazione del territorio ma eguale (suppergiù) volume di impresa edilizia. Qualche tassa di scopo, nessuna riduzione sostanziale delle imposte. Cassinetta è oggi un capolavoro di paese nel quale tutti fanno la fila per andarsi a sposare. E i cittadini, nonostante la tassa, hanno gradito, scegliendo cinque anni dopo di rieleggere il loro sindaco con un plebiscito ben superiore (+12%) al consenso che gli avevano tributato alla prima elezione. Perché la qualità della loro vita è migliorata considerevolmente. Senza imporre battute d’arresto al loro portafoglio. Anzi. Ora immaginate di trasporre tutto questo su scala nazionale: migliaia di cantieri potrebbero essere aperti per recuperare fette di territorio oggi abbandonate e per di più deturpate da costruzioni fatiscenti; centri storici lasciati morire. Anche qui il volume di cantieri non verrebbe ridotto, ma il territorio non solo cesserebbe di essere “colpito”, ma addirittura recuperato nella sua bellezza originale. Pensate alla spinta per il nostro turismo e, anche, come, migliorando le condizioni di vita di tutti noi, favorirebbe un sicuro rilancio (anche) indiretto della nostra economia (perché quando si vive meglio si è nella condizione di dare un contributo molto più importante al Paese). E’ solo un pezzetto di una rivoluzione culturale che deve prevedere, naturalmente, anche altri (e principali) momenti, a cominciare da quelli di cui parliamo da mesi: l’università e la ricerca chiave di un nuovo sistema-Paese (che faccia un passo decisivo verso la risoluzione del problema della disoccupazione attraverso l’istituzione di una rete di formazione permanente collegata alle prime), facendo sì che la cultura cessi di essere una voce del bilancio e ne divenga IL bilancio. Ma è un pezzo che, già sperimentato, dimostra come tutto questo sia fattibile. Naturalmente non dev’essere necessariamente preso in blocco e imposto assolutisticamente; sono linee, da integrare con il mantenimento di modelli esistenti. Ma una prospettiva nuova è tracciata. Le risorse immateriali possono rifare dell’Italia, che può tornare ad essere la culla della civiltà, un grande Paese. Si tratta ora solo di riprendere a valorizzarle.

Attilio Ievolella
da Il Politico.it