mercoledì 30 dicembre 2009

Più rispetto per i nostri dipendenti pubblici

Dovevano rivoluzionare la “macchina comunale”, ma a distanza di sei mesi non è cambiato nulla, almeno all’atto pratico e del miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza. Pare infatti, e ne siamo veramente lieti, che i cinque funzionari siano stati infatti tutti riconfermati: Dario Ronchi a capo dell’Ufficio tecnico, Rita Gaeni dei Servizi alla persona, Luca Da Ros del settore Finanziario, Annalena Codara degli Affari generali e Donato Alfiniti della Polizia locale. Pare appunto, perché i diretti interessati, nonostante la delega scada a fine 2009, il 31 dicembre, ad oggi non hanno ricevuto ufficialmente notizie per il 2010. Sembra inoltre che il mandato sia nuovamente a termine, sino a giugno. Sarebbe la quarta proroga nel giro di appena sei mesi. Nulla è stato modificato neppure a livello del corpo di vigilanza urbana, nonostante il signor Andrea Robbiani, subito dopo le elezioni, abbia assicurato che entro breve avrebbe sostituito il responsabile e istituito il turno serale. A distanza di sei mesi dal suo insediamento dei pattugliamenti notturni non c’è traccia. a dispetto dei roboanti annunci, rivelatisi per l‘ennesima volta vuota propaganda elettorale. Quello che ci dispiace è il trattamento ingiusto riservato ai dipendenti, tenuti costantemente sotto pressione. Vale per i vertici ai quali non viene accordata fiducia sul lungo periodo, come a dire che restano al loro posto solo perché non si sono trovati sostituti. E vale per gli impiegati, sulle teste dei quali gli esponenti dell’attuale Amministrazione continuano a parlare di spostamenti e riorganizzazione, dimenticandosi che di persone si tratta, con una propria dignità e professionalità, che hanno sempre dimostrato attaccamento e passione al ruolo che svolgono e che spesso hanno dato più del dovuto. Eppure per ringraziamento ad alcuni sotto Natale sono state recapitate lettere di richiamo formale di provvedimenti disciplinari. La storica segretaria del sindaco invece, a pochi anni dalla pensione e dopo una carriera impeccabile, è stata trasferita d’imperio in un altro ufficio, il che suona quasi come una “bocciatura“ o sostenere che sin qui ha ricoperto una mansione inutile. Niente si sa neppure dell’approvazione del contratto decentrato e del pagamento degli incentivi per il trasloco dalla vecchia alla nuova sede municipale, che pure la precedente Giunta aveva previsto. Un ente pubblico non è un’azienda privata: ha fini e metodi di gestione diversi. E' ora di finirla con il "giustizialismo" e atteggiamenti demagogici contro i dipendenti statali, almeno in realtà laboriose ed efficienti come quella di Merate. A chi è chiamato a governare la nostra città chiediamo rispetto e valorizzazione del personale pubblico e di quelli che sono i suoi collaboratori, altrimenti non si capisce come possa nutrire sensibilità verso la popolazione che rappresenta. E si ricordi che anche lui in fondo non è altro che un dipendente assunto e scelto dai meratesi, allo stesso modo di quegli impiegati per i quali dimostra tanta avversione.

Il gruppo di
Insieme per Merate

martedì 29 dicembre 2009

Incontro sulla Costituzione: la Magistratura


Giovedì 14 gennaio nell'Aula magna del liceo "Agnesi" e del "Viganò" si svolge il quarto incontro sulla Costituzione organizzato dal Comitato per la difesa e l'attuazione della Costituzione. La conferenza comincia alle 20.45. Il relatore è Marilisa D'Amico dell'Università statale di Milano che parla della Magistratura. Nei precedenti appuntamenti è stata riscontrata scarsa partecipazione da parte dei sostenitori del nostro gruppo. Sarebbe invece importante una presenza più massiccia per dimostrare la nostra attenzione alla difesa della Magna Carta ma anche perchè è importante per chi decide si spendersi a servizio della comunità essere preparato su argomenti basilari per la vita politica. E’ quindi opportuno estendere l’invito pure a familiari e amici e sollecitare specialmente i giovani.

lunedì 28 dicembre 2009

Ancora sui dossi: paese che vai, Lega che trovi

Torniamo sulla questione dei dossi di Arnaboldi "Avenue" riprendendo uno scritto, scovato dal nostro Ernesto Tino Passoni, tratto dal forum ufficiale del movimento dei Giovani padani, intitolato emblematicamente "I dossi irregolari", a firma del candidato sindaco del Carroccio a Ivrea Alessandro Giglio Vinna e del segretario cittadino Fabio Ferraccioni. Ci sarebbe quasi da ridere se non mettesse in evidenza la cattiva amministrazione perpetrata dalle Giunte verdi-azzurre e le discrepanze degli uomini del Centrodestra che governano le nostre città... Leggere per credere.

Abbiamo promesso atti concreti, battaglie vere per la “gente vera”, che vive veramente Ivrea, abbiamo promesso di impegnarci fin da subito per questa campagna elettorale e oltre nel nostro Progetto “Lega con Ivrea”. Abbiamo promesso che gireremo la città e raccoglieremo segnalazioni sulla mala-gestione di questa nostra Ivrea. Ed eccoci al primo capitolo: siamo stati letteralmente sommersi dalle proteste degli eporediesi contro i “dossi irregolari” che devastano la viabilità di Ivrea. Ivrea è una città con già enormi problemi di viabilità, sia dal punto di vista del traffico, sia dal punto di vista della manutenzione stradale. Girare per Ivrea è un continuo slalom fra buche e rattoppi stradali; come se non bastasse l’attuale amministrazione comunale durante la passata legislatura ha deciso di immettere nella circolazione stradale altri “ostacoli” in mezzo alla strada. Veri e propri scalini di varie misure creano danno gli automobilisti e naturalmente i più danneggiati sono senza dubbio chi vive nei circondari di queste “montagne stradali” ed è inevitabilmente costretto a passarci sopra, quindi un atto amministrativo (l’installazione dei dossi atta a rallentare chi va troppo forte in macchina) fatto in favore principalmente di chi risiede in quelle zone si è trasformato in un gran pasticcio che ha recato danno proprio a chi doveva recare vantaggio. Chi conosce bene Ivrea sa che stiamo parlando innanzitutto di via Burolo e di via San Giovanni Bosco, anche se queste “montagnole” sono disseminate un po’ in tutta Ivrea; e chi come noi conosce bene la nostra città sa che quelle due vie sono usate dagli eporediesi per “tagliare il traffico”, quindi oltre il danno la beffa, la scelta è fra rovinarsi di volta in volta la macchina o mettersi in coda e allungare il tempo in cui si sta in macchina di venti minuti o più. Stiamo parlando di “dossi” alti il doppio o più del doppio del consentito, andare piano non serve, il danno si crea comunque; passare ai 30 all’ora, la velocità imposta dai cartelli stradali è comunque pericoloso per le autovetture. Per non parlare dell’immensa, ironica e senz’altro poco documentata informazione che il Comune ha avuto nell’applicare questo tipo di strumento. Iniziamo dalla legge. L’art. 42 del Codice della strada in riferimento a questo tipo di rallentamenti è chiaro: “per limiti di velocita' pari o inferiori a 30 km/h larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm”. Ora noi non vogliamo sostituirci ai nobili pensatori che hanno interpretato questa legge però a nostro avviso i 30 Km all’ora a cui fa riferimento la legge sono ampiamente e abbondantemente superati dai dossi citati sopra. Potremmo citarvi l’intera legge per far accapponare ai cittadini la pelle in riferimento a come questa sia stata applicata, preferiamo però porre un fondamentale interrogativo agli eporediesi svelando alcune curiosità a cui il Comune dovrà rispondere. Se si può trovare una giustificazione a questo mezzo di tutela del cittadino, come si può spiegare una segnalazione così inefficace e pericolosa di questi mezzi? Se il rallentatore dovrebbe essere disposto in base alla velocità di percorrimento di una strada, come può essere utilizzato allo stesso modo, con la stessa altezza sia su una strada come via Burolo che sul nostro Lungo Dora senza discriminazione alcuna? Come possono questi dossi essere segnalati come tali dai cartelli stradali come in via San Giovanni Bosco, e poi essere identificati nella stessa Via Burolo come “serie attraversamenti pedonali in rilievo”. Cosa distingue questi strumenti l’ uno dall’altro? L’altezza sicuramente no visto che si aggirano tutti tra i 14 ed i 18 cm. Allora magari una zona residenziali a cui i “dossi” non stavano bene? Oppure un modo per aggirare una legge che regolamenta questo tipo di strumenti? Le domande potrebbero essere tante… Le risposte si spera che arriveranno. Da un cittadino che per essere tutelato da sano, ma che quando si ammala o sta male deve essere sottoposto alla tortura dei dossi nel trasporto in ambulanza. Siamo arrivati a ubicare i dossi in strade dove il passaggio della Polizia è obbligatorio. Siamo arrivati a ubicare i dossi nelle strade di maggior scorrimento ad Ivrea. Pensiamo a tutelare la velocità su strade dove alle 17.00 del pomeriggio si è intasati dal traffico pomeridiano. Cos’è? L’ennesimo gioco politico di una città che deve “apparire”? Non è il momento di fare veramente qualcosa per Ivrea, invece di giocarci come un Monopoli d turno: “Dove costruiamo il dosso oggi? Dove mettiamo le pattuglie di polizia la notte?” Girate per Ivrea di notte, gentile Amministrazione, girate per le strade e iniziate a capire di cosa ha veramente bisogno Ivrea. Che è tutto, tranne la voglia di giocare a “evita il posto di blocco”, che non ha fatto che creare una rete di sms tra tutti i ragazzi di Ivrea con punti di informazione sui “blocchi”. La Lega si chiede: perché il Comune ha voluto questo scempio? Chi li ha progettati? Proponiamo a tutti i cittadini che fossero interessati, di contattarci per mobilitarci tutti assieme e chiedere il ritorno ad una situazione di normalità e legalità. Uniamoci e iniziamo a cambiare la nostra città dalle piccole cose, chiediamo il rispetto delle normative dagli enti pubblici, chiediamo ai cittadini di Ivrea di diventare con noi, con la Lega “controllori” della nostra città. Solo con un rapporto più stretto fra organi e cittadini e con un ritorno della politica locale a tematiche veramente di interesse pubblico si può dare “una sveglia” alla sonnacchiosa politica eporediese, a nostro parere, troppo impegnata ad auto-lodarsi e troppo poco impegnata nei problemi veri della gente. Questo è un esempio di politica fra la gente e per la gente che la Lega Nord propone per questa città durante questa campagna elettorale e in futuro.

domenica 27 dicembre 2009

Opere pubbliche e condivisione

Nell'ultumo Consiglio comunale si è discusso dell'approvazione del Bilancio di previsione 2010 e di quello pluriennale, e di conseguenza degli stanziamenti per le opere pubbliche. Come di consueto nel recente periodo, si è assistito ad uno scambio di reciproche accuse sulle modalità,di condivisione e confronto circa le scelte fondanti in tema di interventi strategici per il futuro della città. Questa relazione vuole essere un contributo alla costruzione di quel necessario clima di dialogo, propositivo e costruttivo, che si deve instaurare tra le parti affinchè non si vengano a creare, ancora una volta, quelle situazioni di disagio che troppo spesso hanno segnato il recente passato della comunità Meratese (vedasi su tutte il nuovo Municipio e l'area Cazzaniga).
Dal mio osservatorio della Commissione biblioteca, ho provato con soddisfazione come sia possibile creare, senza difficoltà alcuna, un clima di fervida collaborazione tra le parti, quando tra queste non si vengano a contrapporre motivi totalmente estranei all'unico fine che deve guidare tutti nell'azione: l'interesse della comunità ed il futuro della stessa (in una cittadina come Merate sono esclusivamente le persone che devono contare nelle scelte e non i partiti od i gruppi di potere). Sulla scorta di tale ineluttabile necessità, la nuova Giunta dovrebbe sfruttare quell'immensa possibilità oggi rappresentata dalla stesura del nuovo Pgt, il Piano di governo del territorio. Dobbiamo porre infatti una domanda essenziale e propedeutica al tutto: ha senso, oggi, porsi obiettivi di opere pubbliche e di destinazione di edifici pubblici senza aprire un vero confronto all'interno della cittadinanza sul futuro che si vuole disegnare per la Ccttà? Lo strumento urbanistico con i suoi meccanismi di "do ut des" rappresenta lo strumento primo per riscrivere la china verso la quale il territorio si sta dirigendo; la parola chiave deve essere una sola: osare. Si deve osare nel ricercare una nuova sistemazione alle aree che oggi rappresentano delle serie problematiche di vivibilità; si deve osare nell'individuare quali e quanti servizi si vuole che la città abbia nei prossimi dieci anni; si deve osare nel considerare la qualità di vita che si vuole strutturare per l'avvenire della popolazione cittadina.
Parliamo delle opere delle quali è stata data notizia nel programma pluriennale. Il Cdd, che dovrebbe essere realizzato nelle scuole elementari di Via Fratelli Cernuschi è stato progettato correttamente? Corrisponde alle aspettative degli utenti e della popolazione? Garantisce una durabilità del servizio e dei benefici negli anni? Sono domande alle quali i cittadini, non diciamo le opposizioni politiche od i gruppi di minoranza dei quali non ci interessa, allo stato dei fatti, otterranno le risposte a giochi fatti, a realizzazioni eseguite. Viale Verdi come sarà riqualificato? Che funzione gli si vuole dare? Come verranno operate le scelte di arredo urbano? Si riuscirà finalmente ad adottare uno stile di arredo dei marciapiedi, degli spartitraffico, ecc. univoco che doni un aspetto di ordine al paese? Non si sa: aspettiamo notizie. L'area del centro sportivo comunale verrà strutturata in misura adeguata alle necessità di una città come Merate? Ci sarà un parco acquatico di giusto livello? L'atletica sarà tutelata? La gente, gli elettori, attendono risposte od almeno indizi.
In quest'ottica, diventa importante, non ragionare esclusivamente in termini di possibilità di spesa, ma anche in termini di organizzazione futura del territorio; coinvolgere la cittadinanza non solo nella presentazione di domande inerenti i propri interessi personali, ma anche nel proporre idee e soluzioni per disegnare e ricostruire i quartieri ed i poli di interesse della città. Facciamo un caso concreto del quale ho avuto conoscenza come addetto ai lavori: il campo sportivo di Brugarolo. La nuova Amministrazione sta predisponendo un progetto di strutturazione complessiva che vada oltre la semplice realizzazione dei nuovi spogliatoi, in accordo con la Parrocchia di Sant'Ambrogio, e che qualifichi definitivamente il centro della frazione. Una risposta positiva alle esigenze dei cittadini. Ma questi cittadini quando verranno a conoscenza dei fatti e dei progetti? Ovviamente quando gli accordi saranno sottoscritti, e quando tale sottoscrizione avverrà potrebbe essere una buona idea effettuare una serata di presentazione in frazione, anche per raccogliere eventuali possibili modifiche ai progetti, suggerimenti, speranze e desiderata.
La necessità che oggi si riscontra, al di là di quanto aveva fatto o non aveva fatto la precedente Amministrazione (nel giudizio dell'attuale Giunta), è quella di studiare in consesso con i cittadini le soluzioni necessarie per sfruttare al meglio la possibilità che con il Pgt è data di "rivoluzionare" l'assetto storicizzato dell'urbanizzazione cittadina. Non provarci nemmeno sarebbe, in futuro, un rimpianto troppo grande.
Stefano Valagussa

mercoledì 23 dicembre 2009


Auguriamo un
Natale sereno
e la giusta dose di fortuna
per l'anno nuovo


Il gruppo consiliare di Insieme per Merate
Battista Albani, Gabriella Mauri, Achille Panzeri,
Cesare Perego e
Roberto Riva

martedì 22 dicembre 2009

Tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare di neve bianca

Ha nevicato tanto, 30 centimetri alla mattina di oggi martedì 22 dicembre, e nei giorni precedenti ha anche fatto parecchio freddo. Siamo inoltre convinti che di fronte ad alcuni eventi meteorologici eccezionali non si possa fare altro che cercare di limitare i disagi con gli scarsi mezzi a disposizione a dispetto di una rete stradale considerevole che si sviluppa su 50 chilometri. Ripensando alle dichiarazioni e alle lagnanze dell’attuale sindaco Andrea Ambrogio Robbiani, quando ancora sedeva sui banchi di opposizione, era tuttavia legittimo aspettarsi che le vie di Merate sarebbero state ripulite meglio e soprattutto con maggiore tempestività. In qualità di capogruppo dell’opposizione della “Lega Nord per la Libertà della Padania” il 7 marzo 2005, l’1 febbraio 2006 e poi negli anni a seguire in occasione delle nevicate ha sempre accusato di inefficienza la precedente Amministrazione comunale. Sosteneva, ad esempio, che “in data 26 gennaio 2006 iniziava una copiosa nevicata, peraltro ampiamente prevista dai servizi meteorologici, che ha posto in evidenza le stesse lacune operative emerse a suo tempo e da noi evidenziate“. E di nuovo che “ il giorno di sabato 28 gennaio 2006, nonostante la neve avesse cessato di cadere da diverse ore, gran parte delle strade della città risultavano essere percorribili a fatica e solo da mezzi opportunamente attrezzati”. Oppure che “ i pedoni erano costretti a camminare in mezzo alla strada, fra le vetture, per l’impraticabilità totale di tutti i marciapiedi“. Si tratta solo di alcuni stralci delle sue esternazioni, a cui si potrebbero aggiungerne molti altri attingendo dai verbali delle discussioni sull’argomento in Consiglio comunale o in Commissione Ambiente e Territorio. Auspicavamo pertanto che non cadesse negli stessi errori che rimproverava al suo predecessore Giovanni Battista Albani. Invece così non è stato. Nonostante l’ampio e preciso preavviso a cura di Protezione civile, Prefettura ed esperti meteo, molte strade ieri, lunedì, ad eccezione della solita via don Arnaboldi avenue che sembra sia divenuta la principale arteria cittadina, sono rimaste impraticabili a lungo. Neppure i marciapiedi erano agibili e camminare per il centro storico risultava impossibile perché nessuno ha provveduto a istituire almeno qualche passaggio sicuro. Ci auguriamo che il signor Sindaco comprenda quindi che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, in questo caso un mare bianco di neve. Evidenziamo anche la totale assenza degli agenti della Polizia Locale nei punti nevralgici, come in via Alcide De Gasperi e via Giuseppe Verdi, principale accesso e uscita dell’ospedale San Leopoldo Mandic. La ex statale, terra di nessuno per tutto il pomeriggio del 22, presentava una colonna ferma di veicoli; a causa delle code di auto ferme anche in mezzo agli incroci le ambulanze e i mezzi di soccorso hanno faticato a passare eppure non si è notato un vigile a regolare la circolazione. Tutti speravamo in squadre di giovani padani che, liberi da incombenze rondiste e pacificamente armati di pale pulissero i marciapiedi; magari coordinati dai giovani Assessori e Consiglieri che, invece, hanno fatto rimpiangere i pensionati della vecchia Amministrazione. Negli altri paesi del circondario, inoltre, già dalla mattina sono state divulgate ordinanze che avvisavano circa la chiusura, l’indomani mattina, delle scuole. A Merate al contrario non si è saputo nulla se non al termine delle lezioni per bocca degli alunni, con gravi problemi per alcune famiglie che non si sono potute organizzare per tempo. Alla sera, infine, chi avesse avuto la ventura di aggirarsi presso il Palazzo avrebbe osservato come le luci, degli uffici (centri operativi per la conduzione delle operazioni) fossero sconsolatamente spenti. Sono trascorsi ormai quasi sei mesi dall’insediamento della nuova Giunta che non può più trincerarsi dietro l’attenuante dell’inesperienza o della necessità di conoscere meglio la macchina comunale. Sottolineiamo, nel contempo, anche lo scarso senso civico di parte della popolazione che ha utilizzato i veicoli privati senza la dotazione delle catene da neve ed, in alcuni casi, senza che vi fosse un reale motivo di urgenza, aggravando ulteriormente la situazione di per sé già caotica per colpa dell’incapacità dell’Amministrazione attuale a gestire l’emergenza. Infine, ben pochi Cittadini hanno pulito i marciapiedi e le aree poste in fregio alle loro proprietà, come prevede il Regolamento Comunale.

Il gruppo di
Insieme per Merate

sabato 19 dicembre 2009

A Brugarolo tre occasioni perse in un solo colpo

La precedente Amministrazione, la "nostra", quella di Giovanni Battista Albani, aveva intenzione, una volta trasferito il Cse - Centro socio educativo - di via Enrico Fermi a Brugarolo, di ristrutturare l'immobile e di dare alla frazione nuovi servizio, come l'asilo nido, un ambulatorio medico degno di tale nome e una sala riunioni per assemblee pubbliche ma anche momenti di festa o incontro privati. L'opera sarebbe stata parzialmente finanziata dalla "Fomas" come risarcimento per i lavori di ampliamento dell'attività produttiva. Il costo stimato dai funzionari dell'Ufficio tecnico comunale si aggirava sui 330 mila euro, due terzi dei quali appunto a carico della Fomas.
Peccato che i nuovi inquilini verde-azzurri di Palazzo Tettamanti hanno buttato nel cestino tutti i progetti. Ai vertici della Fomas è stata infatti imposta una variante del percorso del cavidotto di alimentazione dei nuovi impianti con un allungamento del percorso di circa 500 metri che comporta un aumento di spesa per l'infrastruttura di fra i 100.000 e i 200.000 euro. Non si comprendono le ragione della scelta visto che l'elettrodotto sarebbe stato completamente interrato e quindi senza alcuna conseguenza sotto il profilo della sicurezza e della tutela della salute umana. Magari le vere ragioni della scelta si comprenderanno quando verrà presentato in nuovo Piano di governo del territorio e qualche terreno sotto cui avrebbe dovuto passare il cavidotto da agricolo diventerà magari residenziale. In ogni modo da Fomas hanno annunciato che a fronte dell'aumento della spesa non verrà più finanziata la ristrutturazione della struttura di via Fermi, che anzi sarà messa all'asta e venduta.
Evidentemente all'Amministrazione non interessa dotare Brugarolo di luoghi pubblici di incontro né le esigenze delle giovani famiglie che devono fare i conti con liste d'attesa sempre più lunghe per un posto al nido per i figli, tenendo conto pure che sono in fase di completamento diverse abitazioni che nei prossimi anni nella frazione ci saranno presumibilmente parecchi bambini piccoli. Brugarolo insomma in un solo colpo ha perso tre importanti opportunità: l'asilo, l'ambulatorio e la sala civica.

Il gruppo di
Insieme per Merate

giovedì 17 dicembre 2009

Arnaboldi "avenue" e la magia dei dossi che diventano attraversamenti pedonali

Narrano le cronache medioevali che, di venerdì, qualche prelato, per tacitare i morsi della fame e quelli più crudi della coscienza, usasse la formula "Ego te baptizo piscem" per trasformare la carne in pesce. Analogamente i cinque dossi, in rigoroso verde padano, di Arnaboldi avenue, non essendo a norma in quanto tali, sono stati trasformati in altrettanti attraversamenti pedonali con dovizia di segnaletica verticale ed orizzontale. In effetti è necessario che la gran folla di pedoni che si aggira per il luogo possa utilizzare i cinque passaggi pedonali, distanziati di cento metri l'uno dall'altro, per passare dal prato di Vizzago alle abitazioni e viceversa.

Esiste la seguente nota del Ministero dei Lavori Pubblici/Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale, con rifermimento di protocollo 2867/2001 ed oggetto "Attraversamenti pedonali rialzati":

Si comunica che gli attraversamenti pedonali rialzati non possono essere classificati come dossi di rallentamento della velocità ai sensi dell'articolo 179 del Regolamento di esecuzione ed attuazione del C.d.S., perché la loro geometria è diversa da quanto previsto dalla norma richiamata e non possono essere segnalati come rallentatori di velocità.
Le stesse opere si configurano quale modifica al profilo longitudinale di una strada e, per esse, non occorrono particolari autorizzazioni di questo ufficio, quanto piuttosto motivazioni tecniche di opportunità o necessità che lo stesso Ente (il Comune) può e deve valutare.
Tali opere possono essere eseguite dall' Ente proprietario della strada, utilizzando esclusivamente materiali previsti dalla vigente normativa e, garantendo, comunque, la percorribilità della strada, assumendosi la responsabilità di eventuali inconvenienti o danneggiamenti di veicoli che abbiano a verificarsi per effetto di tali modifiche.

Il Dirigente Tecnico Ing. Francesco Mazziotta

In buona sostanza, a causa della carenza di precisa normativa, il Ministero non dà autorizzazioni demandando all' Ente proprietario della strada di individuare le motivazioni ed assumendosene le responsabilità (sic!). Ci permettiamo di rilevare che eventuali inconvenienti potrebbero verificarsi soprattutto alle persone e non solo ai veicoli.

Ernesto Passoni

mercoledì 16 dicembre 2009

Lettera aperta del Comitato No-Elettrosmog

Pubblichiamo la lettera scritta dal Comitato No-Elettrosmog di Sartirana inerente la stazione radio base per la telefonia mobile installata in via Fontane. Come ben si comprende, nonosante le ripetute rassicurazioni, almeno aparole, dell'attuale Amministrazione, che si è rifiutata di ricorrere al Consiglio di Stata per bloccare l'iniziativa, la situazione è tutt'altro che sotto controllo e i residenti sono abbandonati a loro stessi.

Spett. le Comune di Merate

Att. ne Sindaco Andrea Robbiani
Piazza Eroi, 3
23807 Merate (LC)

Spett. le Nokia-Siemens Networks Italia SPA
Via Roma, 108
20060 Cassina de Pecchi (MI)
Fax 02.95263569

Spett. le ARPA
Via I Maggio, 21/B
23848 Oggiono (LC)
Fax 0341.266853

OGGETTO: GRUPPO ELETTROGENO PER FUNZIONAMENTO DELL’ANTENNA SITA IN VIA FONTANE

Con riferimento alla comunicazione dell’ARPA in data 24 novembre 2009, il Comitato No-Elettrosmog di Sartirana vuole comunicare quanto segue:
  • Il gruppo elettrogeno, che nel periodo dal 16 novembre al 10 dicembre, veniva disattivato dalle ore 22.30 alle ore 7.00; in data 11 dicembre ha ripreso a funzionare anche durante le ore notturne, nonostante le ripetute richieste del Comitato e dell’amministrazione comunale.
  • Vogliamo altresì comunicare che questa ripresa coincide con l’inizio dei lavori di installazione della seconda serie di antenne da parte di Vodafone - Omnitel, di cui il Comitato non era a conoscenza.
  • Vorremmo, inoltre conoscere la data prevista per l’allacciamento alla rete elettrica da parte dell’Enel. Ribadiamo che il gruppo elettrogeno dovrebbe essere usato solo per una verifica di funzionamento o in casi di emergenza e non la normalità come è accaduto dal 7 settembre ad oggi.
  • Visto il preoccupante prolificare di antenne che verranno installate, chiediamo fermamente l’avvio delle procedure per la misurazione del campo elettromagnetico nelle zone abitate circostanti, come promesso verbalmente dall’amministrazione stessa negli incontri avvenuti in frazione.
Distinti saluti

Per il Comitato No-Elettrosmog
Piero Mazzoli

lunedì 14 dicembre 2009

Il raddoppio incompleto

Il lavori del raddoppio ferroviario della tratta Carnate - Airuno che hanno interessato e stanno interessando tutt'ora Merate, specialmente Pagnano, avrebbero dovuto concludersi entro il 31 dicembre 2009 e quindi per la fine di quest'anno. Eppure all'appello mancano ancora molte opere che difficilmente potranno essere eseguite in appena due settimane, tenendo anche conto delle festività natalizie. Riportiamo di seguito una breve sintesi di quanto avrebbe dovuto essere realizzato e invece ancora manca all'appello.
  1. Il ponte è funzionale alla pista ciclopedonale per il collegamento Pagnano (rotonda vie Promessi Sposi e della Molgora/sottovia ferroviario del Nibbio) - Stazione di Cernusco. Mancano le rampe di salita/discesa.
  2. Costruzione di un ponte ciclopedonale (come sopra) sul torrente Molgora al km 18 circa (sotto il ristorante "Il Caminun") funzionale al ripristino del collegamento pedonale fra Pagnano (via Lunga) e Pianezzo. In tale ottica realizzazione di un sottopassaggio al km 18 + 294 m e di un cunicolo, a latere, per sottoservizi (fogna). Realizzazione di tratto fognario (D=30 cm) dal ponte alla ferrovia ed al pozzetto del collettore fognario intercomunale. Al ponte mancano le rampe di salita/discesa. Il sottopassaggio va sistemato quanto alla pedonabilità. Le opere fognarie non sono state realizzate.
  3. Le Ferrovie (RFI) hanno assunto in carico, come da loro regole, l’illuminazione delle sole sottovie (nella fattispecie il sottovia del Nibbio sopracitato); la realizzazione è stata effettuata dal Comune di Merate che ha richiesto, a fronte delle fatture, il rimborso. Per le sopravie, a sud e nord della Roncaglia, (vie Monte Rosa e Calendone) RFI ha solo predisposto i sottoservizi propedeutici all’ eventuale illuminazione, a carico del Comune.
Sono previste pure opere di mitigazione paesaggistica mediante piantumazioni di mascheramento delle barriere fonoassorbenti ed il ripristino delle aree a lato della ferrovia, già utilizzate per i cantieri. Da non sottovalutare neppure la questione degli indennizzi e degli espropri che devono ancora essere saldati.

Il gruppo di
Insieme per Merate

giovedì 10 dicembre 2009

Arnaboldi "avenue" in deroga al Codice della Strada

L’ Articolo 179, Comma 6, del Regolamento di attuazione del Codice della Strada (DPR 495/92, come modificato dal DPR 610/96) riporta le seguenti prescrizioni. I dossi artificiali sono costituiti da elementi in rilievo prefabbricati o da ondulazioni della pavimentazione a profilo convesso verso l’alto. In funzione dei limiti di velocità hanno le seguenti dimensioni:
  • larghezza non inferiore a 60 cm ed altezza non superiore a 3 cm, per limite di velocità non superiori a 50 km/h
  • larghezza non inferiore a 90 cm ed altezza non superiore a 5 cm, per limite di velocità non superiore a 40 km/h
  • larghezza non inferiore a 120 cm ed altezza non superiore a 7 cm, per limite di velocità non superiore a 30 km/h;
I primi due tipi devono essere realizzati in elementi modulari in gomma o plastica; il terso può essere realizzato anche in conglomerato.

Peccato che in via don Arnaboldi a Pagnano, dove vive il Sindaco, nonostante il limite di velocità sia di 30 km/h, siano stati realizzati 5 dossi in conglomerato per un tratto di 400 metri ed aventi l’altezza di più di 10 centimetri, il tutto in netto contrasto quindi con le norme sopra riportate.

Ernesto Passoni

martedì 8 dicembre 2009

Oro Verde

Finalmente è stato pubblicato l'atteso libro "Oro Verde - Cronistoria di petrolieri e gelsi nel parco di Montevecchia", il volume che ripercorre la storia del comitato "No al pozzo" e l'importante vittoria che ha permesso di scongiurare il pericolo che l'ultima oasi della Brianza venisse colonizzata dai cercatori di oro nero. Lo scritto, oltre che raccogliere l'importante eredità dei sostenitori del gruppo civico, vuole essere un monito per le future generazioni. L'opera è in vendita anche nelle librerie del territorio. Costa appena 10 euro, un contributo per coprire le spese dell'iniziativa. Venerdì prossimo, il 18 dicembre, sarà presentata per la prima volta pubblicamente. L'incontro è fissato alle 21 in Villa Confalonieri a Merate. E' importante esserci, perchè la nostra lista, quando eravamo al governo della città, è stata determinante e ha contribuito a respingere gli assalti di chi voleva svendere il nostro territorio. Durante la serata si parlerà anche di come ogni famiglia può da subito risparmiare fino a 1.100 euro al mese a costo zero attraverso semplici regole. Interverranno oltre al sindaco, il presidente del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone Eugenio Mascheroni, il vicesindaco di Cernusco Lombardone Giovanni Zardoni, l'energy manager del comitato Renato Oranghi, la curatrice del libro Paola Lazzarotto e naturalmente il portavoce Alberto Saccardi a cui tutta la popolazione deve molto per il gravoso impegno che si è assunto e per l'intelligenza con cui ha affrontato la delicata vicenda. Mi raccomando: partecipiamo numerosi e passiamo parola anche per impedire che un risultato raggiunto soprattutto grazie alla nostra mobilitazione venga strumentalizzato dal Centrodestra.

sabato 5 dicembre 2009

Mercoledì sera pre-Consiglio comunale

Mercoledì 9 dicembre presso la sede di via Trento 36 ci riuniremo in vista della prossima seduta di Consiglio comunale convocata per la mattina di sabato, il 12 dicembre alle 10. All'ordinde del giorno le Linee programmatiche di mandato 2009-2014 e la Presentazione dells schima di Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2010 e relativi allegati. Al nostro incontro ci sarà anche l'ex assessore al Bilancio Luigi Mantegazza. Vi aspettiamo numerosi.

Gabriella Mauri

venerdì 4 dicembre 2009

Acqua, un bene comune e diritto inviolabile

Proponiamo una delibera del Consiglio comunale di Carugate con cui l'Amministrazione dichiara l'acqua un bene comune. Anche il nostro gruppo potrebbe farsi portavoce di una mozione analoga perchè oure a Merate si sancisca che le risorse idriche sono un valore universale

RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA

PREMESSO CHE

L'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi. L'acqua costituisce un bene comune dell'umanità, un bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti. Il diritto all'acqua e un diritto inalienabile: l'acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico. L'accesso all'acqua, già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l'ambiente, rappresenta:

  • una causa scatenante di tensione e conflitti all'interno della comunità internazionale;
  • una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale.

SOTTOLINEATO CHE

Su questa base condivide e aderisce alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, e quindi ritiene necessario che il Parlamento proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

SI IMPEGNA

1. a costituzionalizzare il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:

  • riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto Umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
  • confermare il principio della proprietà e del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
  • riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato e un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

2. a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato attraverso le seguenti azioni:

  • informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;
  • contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dapromozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul risparmio idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l'introduzione dell'impianto idrico duale;
  • promozione, attraverso l'informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;
  • informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche;
  • promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

3. ad aderire e sostenere le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” costituitosi di recente nell’ambito della Campagna Acqua Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sta portando avanti da circa tre anni;

4. a sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale l’approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamati oltre ai seguenti:

  • sensibilizzazione all’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso attraverso informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa tale da garantire la gratuita di almeno 50 litri per persona al giorno;
  • propone inoltre di destinare un centesimo al metro cubo di acqua consumata per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione internazionale.

IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERA

DI DICHIARARE l'acqu un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente e un diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell’uomo, che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana.

DI DICHIARARE il Servizio Idrico Integrato un servizio pubblico locale privo di rilevanza conomica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

martedì 1 dicembre 2009

Mille luci

Pubblichiamo una nota dell'Amministrazione comunale di Cassinetta di Lugagnano, dove hanno deciso di non investire in luminarie come segno di sobrietà e di rispetto per quanti, e sono molti e per svariati motivi, quest'anno vivranno un Natale "buio".

Quest’anno Cassinetta di Lugagnano vivrà un Natale sobrio e solidale. Operai licenziati, i terremotati d’Abruzzo ancora nelle tende, il bilancio comunale in sofferenza, anche a causa della politica di salvaguardia del territorio. Nell’ultima Giunta Comunale, quella in cui si sono definite le ultime variazioni di bilancio, ci siamo soffermati su una voce di spesa che davvero appariva stridente, stonata, fuori luogo: le luminarie natalizie. Ci siamo guardati in faccia. Ed un unico ed unanime pensiero ha attraversato le nostre teste: questo Natale a Cassinetta di Lugagnano le luci non si accenderanno. Abbiamo immaginato un nostro cittadino in cassa integrazione con il morale sotto i tacchi, al quale non abbiamo potuto dare nulla di più che la solidarietà umana e personale. L’abbiamo immaginato a spasso per la via principale del paese alle quattro del pomeriggio di giovedì 24 dicembre. A spasso non perchè la ditta ha concesso mezza giornata di ferie per la vigilia di natale. A spasso perchè non sopporta più le mura di casa e si sente vuoto e inutile. L’abbiamo immaginato camminare sconsolato e, ad un certo punto, alzare gli occhi davanti al municipio e guardare una bella scritta luminosa: “Buon Natale”. Abbiamo immaginato i terremotati di L’Aquila. La disperazione e la rassegnazione che li accompagna da mesi. Abbiamo pensato ai bambini di una casa di accolgienza ancora senza un tetto. E non abbiamo avuto nessuna esitazione. Niente luminarie.Ai cittadini di Cassinetta di Lugagnano, in alternativa, proponiamo un gesto più sobrio e coinvolgente per illuminare la notte di Natale. Mille candele. Mille piccole luci. Mille pensieri di solidarietà per chi attende e cerca una speranza. Mille gesti di solidarietà per chi ha bisogno di una mano amica.

Dal sito www.domenicofiniguerra.it

mercoledì 25 novembre 2009

Le nostre proposte per il Pgt

La realtà di un Comune come Merate, secondo per popolazione in Provincia di Lecco ed Ente di riferimento per la Brianza Lecchese, dovrebbe indirizzare la VAS su considerazioni che travalichino i meri confini comunali, arrivando a considerare, quindi, una città diffusa di circa 60.000 abitanti, quelli dei diciassette Comuni della Conferenza dei Sindaci, che a Merate fanno riferimento per i servizi sovracomunali offerti. Fatte salve, ovviamente, le compatibilità poste dai Piani Territoriali degli Enti Superiori, la cerchia dei Comuni confinanti è da considerarsi il primo livello di riferimento, essendo la conurbazione, in alcuni casi, tale da non consentire di individuare una discontinuità urbanistica con Comuni vicini: vedi, ad esempio, Calco, Cernusco, Osnago e Robbiate.La Brianza è un ambito pedemontano densamente popolato ed industrializzato; Merate raggiunge il valore di circa 1300 ab/kmq, fra i più alti in Provincia. Anche riguardo agli aspetti ambientali è opportuno che Merate sia Comune trainante in seno agli ambiti sovracomunali preposti (i tredici Comuni di Agenda 21). La VAS e gli altri argomenti che concorrono alla formazione del Piano di Governo del Territorio dovranno essere ampiamente pubblicizzati e prevedere momenti partecipativi al fine di ottemperare allo spirito ed alla lettera della Legge Regionale 12/2005.

Sistema insediativo
Dopo una stasi decennale la popolazione, dal 2001, ha ripreso a crescere ad un ritmo di circa un centinaio di persone all’anno, arrivando, alla fine del decennio attuale a sfiorare i 15.000 abitanti. Nel frattempo la costruzione di alloggi è continuata, cosicché la dotazione media volumetrica pro capite ha superato i 200 mc/abitante, a fronte del parametro obiettivo regionale di 150 mc/abitante. Alla luce di queste e di altre considerazioni (aliquota di territorio comunale destinato al residenziale e traffico indotto) la VAS in oggetto dovrebbe indicare una cessazione del consumo di suolo, limitandosi all'esaurimento di quanto già previsto dal vigente PRG, in ottemperanza ai diritti acquisiti dai cittadini. E’ presumibile ipotizzare che, in tale prospettiva, la popolazione si assesterebbe sui 15.500 abitanti. Si deve puntare sul recupero di vecchi edifici anche nell’ottica del risparmio energetico, individuando facilitazioni ed incentivi che ne rendano conveniente l'attuazione. E’ bene sottolineare che, in ogni caso, si devono escludere dall'urbanizzazione le aree golenali attorno al Molgora e quelle già sedimi di antichi laghi, così come evidenziato dalla carta idrogeologica comunale. Il comparto economico primario (agricoltura), costituito da una decina di aziende e pur abbastanza marginale, mantiene valenze soprattutto riguardo al foraggio per allevamento ed al florovivaistico, caratteristico di questa parte della Brianza. Va, quindi, salvaguardato anche per la sua valenza paesaggistica. Tale salvaguardia sarà automaticamente mantenuta nella parte nord qualora venisse codificato dalla Regione l’ampliamento del Parco Adda Nord. Degno di particolare salvaguardia è pure il polmone agricolo a nord est di Brugarolo, come evidenziato anche dal PTCP. Il comparto industriale presenta il fenomeno della promiscuità con il residenziale, soprattutto a Brugarolo; eventuali espansioni andranno localizzate, dove previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, a sud di via Bergamo. Merate è caratterizzata da un notevole terziario, sia pubblico (Ospedale, Scuole Superiori, Uffici finanziari, ecc.), che privato (banche, supermercati, uffici, ecc.) fornendo, così, servizi ai Comuni del circondario ed anche a quelli di Province limitrofe. Particolare attenzione va posta all’ ipotesi di accorpamento dei servizi ASL, ora dispersi nel territorio, in una struttura da affiancare all’Ospedale al fine di creare un unico Polo Sanitario. Criticità ci sono nella carenza di negozi di prossimità, soprattutto nelle Frazioni.

Risparmio energetico
Curare l’osservanza delle norme nazionali, regionali, e di quelle previste dal Regolamento Edilizio comunale, che indirizzano ad un’edilizia basata sul risparmio energetico sia nella fase di realizzazione che di gestione. Il Comune dovrà dare buon esempio completando la metanizzazione dei suoi impianti di riscaldamento ancora a gasolio e riprendendo, preferibilmente in consorzio con gli altri Comuni di Agenda 21, la cosiddetta “Gestione Calore” volta ad interventi atti a minimizzare il consumo di energia negli edifici pubblici. Verificare, sempre nell’ ambito di Agenda 21, l’ opportunità di istituire uno “Sportello energia” sovracomunale gestito, a costo zero per il Comune, da Associazioni di Categoria.

Mobilità
I problemi sono ben noti, individuati ed indirizzati a soluzione con il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU). Le strade più congestionate sono la SR 342dir e la SP 54 che, per i tempi lunghi di percorrenza, inducono a cercare percorsi alternativi, creando traffico di infiltrazione nei centri abitati (principalmente Brugarolo, Novate, Pagnano) e causando inquinamento atmosferico. Per attenuare il problema si deve agire su più direttrici:
- Desemaforizzazione dell’incrocio di Cernusco Lombardone, contestuale circonvallazione e riqualificazione di via Bergamo
- Razionalizzazione - eventualmente adottando sistemi innovativi, quali pulmini a chiamata - del trasporto pubblico su gomma. Ciò va fatto in collaborazione con la Provincia, che ne ha la competenza, al fine di migliorare il collegamento Merate Centro, Frazioni, stazioni F.S.di Cernusco e Paderno. Problematico sta diventando il raggiungimento, con il mezzo privato, della Stazione di Cernusco a causa della saturazione dell’attiguo parcheggio, già potenziato. Nell’ottica di rendere più confortevole il trasporto pubblico completare la realizzazione di pensiline alle fermate
- Completare la realizzazione dei parcheggi di via Cazzaniga e piazza degli Eroi ed approntare un Piano Gestione Parcheggi.
- Sperimentare un servizio di biciclette pubbliche da condividere (bike sharing)

Sicurezza degli utenti della strada
Dare attuazione al PGTU, ad esempio mediante le seguenti azioni:
- Messa in sicurezza dei pedoni realizzando ulteriori marciapiedi, dove mancanti e compatibilmente con il calibro delle strade (alla peggio con segnaletica orizzontale)
- Completare l’eliminazione delle barriere architettoniche per facilitare la mobilità dei disabili
- Messa in sicurezza dei ciclisti completando la rete di piste ciclabili con priorità per i collegamenti Merate Centro, Frazioni, Stazioni ferroviarie e complessi pubblici
- Attuazione delle zone a 30 km/h e realizzazione delle piattaforme moderatrici della velocità

Mobilità turistica
- Proseguire, in collaborazione con il CAI, l' individuazione e la messa in ripristino di vecchi sentieri pedonabili
- Collaborare con la Provincia ed i Comuni interessati per trasformare in piste ciclabili i sedimi ferroviari dismessi a seguito del raddoppio ferroviario

Inquinamento atmosferico
L’inquinamento atmosferico specialmente nella componente PM 10 (ma anche ozono ed ossidi di azoto) è diffuso su tutto il territorio: le azioni conseguenti devono considerare quanto riportato nei punti precedenti sul traffico congestionato e sul residuo riscaldamento a gasolio. Nell’ambito di Agenda 21 porre il problema di individuare un ambito, nel Meratese, ove ubicare un distributore di metano.

Inquinamento acustico
Maggiore sorveglianza relativa al rumore, specie notturno, affinchè rimanga nei limiti previsti dalle Norme, dai Regolamenti comunali e dal Piano di Zonizzazione Acustica.

Inquinamento elettromagnetico
Criticità della linea ad alta tensione Verderio-Cernusco che occorre monitorare periodicamente specialmente nelle vicinanze delle abitazioni. Monitoraggi spot andrebbero effettuati nelle vicinanze delle stazioni radio base per telefonia mobile.

Inquinamento luminoso
Va completato l'adeguamento dell' illuminazione pubblica al Piano Regolatore dell'Illuminazione Comunale anche in considerazione della presenza dell’Osservatorio Astronomico.

Inquinamento delle acque
Riguardo ai corsi d’acqua si verificano episodi di inquinamento del Molgora, dovuti principalmente a sversamenti impropri che si verificano nei Comuni a monte e che sono monitorati dalla centralina di Carnate: è opportuno concertare con detti Comuni le opportune azioni preventive e conseguenti.

Vulnerabilità dovute a piogge intense
Vi sono zone critiche riguardo al mancato assorbimento della pioggia in momenti di particolare intensità. E’ opportuno commissionare uno studio di fattibilità per la risoluzione del problema.

Rete fognaria
La ricognizione dei sottoservizi, prevista dal PGT, darà un quadro cognitivo atto a porre in atto le azioni conseguenti. Va rivista l'attuale suddivisione territoriale in zone servite o meno da fognatura per aggiornarla in ragione dell'urbanizzazione intervenuta.

Paesaggio
Mettere in campo le azioni volte a migliorare il paesaggio sia urbanizzato che agricolo o naturale, eliminando quei manufatti realizzati o concessi dal Comune che lo deturpano. A titolo di esempio rivedere i regolamenti relativi al fine di non concedere più la possibilità di apporre cartelloni pubblicitari lungo la SR 342dir e la SP 54 e non rinnovando le concessioni esistenti; riconsiderare la posizione di qualche segnaletica stradale verticale che rovina la visuale di manufatti di pregio artistico, storico e religioso.

Ecosistemi fragili
Dare seguito agli studi effettuati sul Lago di Sartirana, verificando la fattibilità ed il costo degli interventi prefigurati dagli studi esistenti considerando, in particolare, l’estrema fragilità dell’ecosistema in relazione al quale qualsiasi intervento dell’uomo deve essere ben valutato riguardo ad eventuali effetti indesiderati. Particolare attenzione va posta alla salvaguardia, di concerto con le proprietà, degli alberi monumentali e di pregio. I boschi devono essere salvaguardati, anche in relazione alla recente normativa regionale.

Rifiuti
Proseguire ed incrementare la raccolta differenziata anche con il porta a porta per il vetro.
Riproporre una campagna di informazione verso i cittadini, che preveda anche azioni educative nelle Scuole. Sensibilizzare i negozi nella scelta di imballaggi ecocompatibili.

Gruppo Consiliare Insieme per Merate
G.B. Albani - G. Mauri - A. Panzeri - R. Riva

sabato 21 novembre 2009

E' tempo di "Ambrogini"

E’ tempo di “ambrogini d’oro”, o meglio, per dirla in maniera corretta, di benemerenze civiche. Quest’anno a scegliere a chi assegnare l’onorificenza ci penseranno solo sindaco e assessori, perché la popolazione non è stata interpellata in alcun modo. E’ vero, forse si eviterà l’imbarazzo di dover dare retta a candidature magari poco “degne” ma comunque fortemente volute dalla gente, come del resto capitato con la precedente Amministrazione, ovvero la nostra. Ma è meglio “peccare” in eccesso di democrazia e di partecipazione piuttosto che arrogarsi il diritto di interpretare i sentimenti e le opinioni dei cittadini. Ma ormai non dovremmo più scandalizzarci dell’arroganza dei nostri rappresentanti istituzionali. Ci siamo già accorti del brutto andazzo con la scellerata chiusura di via Cappelletta a Pagnano ai non residenti, il colpo di spugna sulla bretella di Cernusco, la cancellazione dell’asilo nido di Brugarolo, il taglio dei fondi alle scuole statali, i pass per i parcheggi riservati ai nuovi inquilini di Palazzo Tettamanti, la scelta di pagare le luminarie natalizie con i soldi pubblici… L’impressione che si ha è che gli ultimi arrivati si sentano “unti dal Signore” e che non abbiano in alcun modo intenzione di confrontarsi né con gli esponenti degli altri gruppi consiliari, né con i meratesi. Della serie “non disturbate il conducente”. Alla prossima fermata però purtroppo mancano ancora cinque anni…

martedì 10 novembre 2009

Il Comune taglia i fondi alla nostra scuola pubblica

Nella seduta del 13 ottobre scorso (delibera 122) sono stati attribuiti i contributi comunali alle varie scuole di Merate. Ed è il trattamento riservato all’Istituto comprensivo statale (di seguito Ic) sul quale vorremmo soffermare la nostra attenzione perché interessante esempio di come il sistema meritocratico sia diventato un’utopia.
L’anno scorso l’Ic di Merate ha ricevuto il plauso generale da parte di genitori e Amministrazione comunale per i risultati raggiunti con i progetti realizzati. A fronte di tali risultati ci si sarebbe quindi aspettato un aumento del contributo, anche perché l’Ic, forte degli obiettivi raggiunti l’anno scorso, ha presentato un piano che vede ampliare ulteriormente l’offerta formativa.
Invece quest’anno non solo non è stato confermato il contributo stanziato dalla precedente Amministrazione, ma è stato addirittura ridotto. E solo le proteste del Drigente Angelo Colombo e di tutti i membri del Consiglio dell'Istituzione hanno circoscritto la portata di tale diminuzione a 1.000 euro, che altrimenti sarebbero stati addirittura 2.500.
Questo disinvestimento lascia quindi molto perplessi, anche perché, si dice nella delibera, che si è tenuto conto di “assicurare un maggior finanziamento ai progetti dell’Ic in considerazione della maggior prevalenza di iscritti residenti”. Speriamo quindi che, per la prossima ripartizione dei fondi, vengano individuati - come proposto nella Commissione Istruzione - dei parametri di verifica per riconoscere e ricompensare i meriti di quelle Scuole che hanno raggiunto gli obiettivi stabiliti.

Luciana Vidili

martedì 3 novembre 2009

Risparmio energetico in Comune

Il sindaco Robbiani ha comunicato alla stampa l'avvio del progetto di pannelli fotovoltaici da installarsi sulla copertura del nuovo municipio (progetto già predisposto dalla giunta Albani e successivamente rielaborato dalla presente amministrazione in sintonia con le nuove tecnologie): plaudiamo alla sensibilità ambientale dimostrata dai nostri amministratori. Vogliamo però dare un suggerimento: dato l'elevato fabbisogno energetico della nuova strattura municipale, con vetrate a bassa coibentazione termica, sarebbe corretto studiare un sistema di trigenerazione ad energia rinnovabile. Come già abbiamo proposto è oggi possibile, tramite convenzione con le aziende produttrici, installare a costo zero impianti di trigenerazione per la produzione di corrente, riscaldamento e raffrescamento. Le casse comunali, già provate per le enormi bollette del gestore recapitate, tirerebbero un profondo respiro di sollievo, così come ringrazierebbe la natura di questo aiuto. Esortiamo, quindi, i nostri amministratori a contattare i recapiti forniti al fine di valutare tecnicamente e commercialmente la proposta fatta: il risparmio energetico è interesse di tutta la cittadinanza. Facciamo sì che Merate sia capofila in tale progetto pilota.

Stefano Valagussa

domenica 1 novembre 2009

Le luminarie natalizie

Leggiamo sulle pagine di un quotidiano locale che la giunta Robbiani avrebbe deciso di finanziare autonomamente, con fondi pubblici, l'installazione delle luminarie Natalizie, al fine di rendere maggiormente gradevole ed attraente l'immagine della città durante il periodo natalizio. L'installazione dovrebbe avvenire senza alcun contributo da parte di enti, associazioni di categoria o privati che dir si voglia, fiaccati, secondo il testo dell'articolo, dalla crisi economica perdurante e, pertanto, non più in grado di sopportare un costo procapite, nel seno dell'associazione commercianti, di ben 150/200 euro. Il costo dell'operazione si aggirerà su un importo complessivo di 20.000/30.000 euro.
Una domanda sorge dunque spontanea: era proprio necessario per l'amministrazione compiere tale sforzo finanziario in sostituzione di un unione commercianti che così bene aveva operato negli anni passati? non era possibile rivolgersi, in secondo luogo, ad altri attori presenti nel tessuto cittadino, quali i numerosi istituti di credito, al fine di suddividere almeno proporzionalmente tale ingente onere? In un momento nel quale, anche l'amministrazione meratese, per via del patto di stabilità è impossibilitata a dar corso al regolare pagamento dei propri fornitori; in un momento in cui numerose famiglie soffrono le ristrettezze economiche conseguenti alla crisi ed alla connessa perdita di posti di lavoro, non avrebbe avuto un maggior significato natalizio, quel vero senso del Natale che tutti dobbiamo cercare, utilizzare quei soldi per il sostegno delle fasce deboli della cittadinanza? Ed allora formuliamo una proposta alla giunta: perchè non bandire, seduta stante, con la pubblicità anche del tessuto scolastico, un concorso per premiare con 20 borse di studio da 1000 € l'una, le migliori opere, letterarie o di disegno con tema il Natale, che venissero presentate dagli studenti residenti e classificate anche in base al reddito del nucleo familiare di appartenenza? Chiediamo ai nostri amministratori di pensarci, non perchè non sia giusto illuminare la Città, ma semplicemente perchè può risultare maggiormente in sintonia con lo spirito originario del Natale intervenire a sostegno di chi veramente ne abbisogna. Le luminarie finanziate da privati nell'interesse di tutti, inoltre, avrebbero anche, da par loro, un maggior sapore di Natale.

Stefano Valagussa

lunedì 26 ottobre 2009

La sicurezza urlata

Dopo la disastrosa conclusione della questione del Commissariato di Polizia in Brianza, forse è il momento di fermarsi e cercare di affrontare le questioni con un po’ di serietà e lasciando perdere la propaganda. Da due anni la vicenda è stata cavalcata dal Segretario provinciale della Lega come il punto fondamentale della politica in Brianza, nel corso dell’ultima campagna elettorale è stata usata a piene mani per attaccare, anche personalmente, gli amministratori di centrosinistra che non facevano quotidianamente una dichiarazione di fede all’idea del Commissariato, il parere favorevole definitivo del Ministro veniva dato per certo mese dopo mese e chi si permetteva di dubitare era un disfattista. Ora che la vicenda si è conclusa con un nulla di fatto dobbiamo pensare che, visto quanto raccontato per anni, la nostra terra cadrà nelle mani delle bande criminali? Cosa intende fare chi ha cavalcato la vicenda ed ha la responsabilità di questo fallimento? Come intende regolarsi chi ha attaccato coloro che non si accodavano a quel coro? Ci sarà una riflessione ed una doverosa autocritica?
Sicuramente no! La questione della sicurezza urlata, brandita come un corpo contundente, gettata in faccia agli avversari è una fabbrica di voti, è un prodotto che “va via come il pane”, ma poi che succede realmente sul territorio? Chi usa questi temi sta governando l’Italia quasi ininterrottamente dal 2001, se le risposte fossero veramente efficienti la criminalità dovrebbe essere stata debellata, invece non è successo e non potrà succedere per la semplice ragione che in nessuna parte del mondo e con qualsiasi regime, la criminalità è stata debellata completamente, esisteva anche nel Cile di Pinochet nonostante la presenza totalizzante dei Carabineros e dell’esercito col dito sul grilletto, ha continuato ad esistere in Sicilia anche con la presenza dell’esercito. Questo non significa che ci si deve arrendere alla criminalità, anzi tutt`altro! Significa che bisogna cercare delle risposte complessive, dei percorsi che eliminino anche parte delle cause profonde e del terreno di coltura della criminalità, tutta la criminalità la piccola e la grande, quella del disperato che ci scippa ed entra nelle nostre case e quella dell’amministratore pubblico corrotto o controllato dalla mafia. Quale credibilità può avere la guerra alla criminalità se non si riesce neppure a sciogliere il Consiglio comunale di Fondi (Latina) infiltrato dalla mafia e si consente a quegli amministratori di dimettersi e di ricandidarsi azzerando così le denunce del Prefetto e ridicolizzando la proposta di scioglimento fatta dal Ministro dell’Interno?
Per fortuna qualcosa si sta muovendo, alcuni esponenti del centrodestra, da Fini a Pisanu a Urso, stanno cominciando a porre i temi delle politiche di inclusione e integrazione come elementi fondamentali per togliere spazio alla criminalità, per fortuna esponenti di quasi tutte le forze politiche stanno avanzando proposte di legge alternative alla semplice militarizzazione del territorio, la strada è ancora lunga ma è un inizio e spero che anche nella nostra provincia si possa iniziare a ragionare insieme sull’Italia del futuro, sulle risposte complesse e realmente efficaci che devono essere messe in campo, lasciando perdere la propaganda fine a se stessa che porta voti ma non risolve i problemi. Intanto, ciò che si può fare è sostenere l’azione dei comuni già attivi da anni su questi temi e integrare con politiche sociali l’azione di contrasto, che personalmente giudico positiva, messa in campo dalla Polizia e, in particolare in Brianza, dai Carabinieri.

Marco Molgora

lunedì 19 ottobre 2009

Ci hanno scippato l'asilo nido

Il 14 ottobre scorso è comparso un testo del Sindaco di Merate che riassume la posizione dell’Amministrazione comunale relativamente alla vicenda dell’elettrodotto interrato da realizzare a Brugarolo.
La vicenda sta evolvendo in modo tale, che l’ ipotesi di realizzare un nido a Brugarolo, dallo stato di progetto di alcuni mesi fa (sostenuto dalla precedente Giunta di Giovanni Battista Albani), si sta scolorando in opzione futura, il cui venir meno, è questo il dato su cui mi soffermerò, non risulta essere considerato (dall'attuale Giunta di Andrea Robbiani) un danno per Merate. Ho riletto più volte il testo del sindaco poiché, al di là della sua evidente necessità di dover giustificare come è sfumato il finanziamento, (per seguire il consenso dei proprietari dei terreni coinvolti), in esso, egli esprime in modo compiuto, una serie di considerazioni sul tema dell’utilità del nido , che prospettano ahimè minacciose nubi per il futuro delle famiglie. Due sono gli elementi che non mi convincono.
Il primo è riferito ai dubbi che il nido non sia un modo certo di promuovere la qualità della vita della frazione di Brugarolo.(“è necessario puntualizzare che anche la realizzazione di un asilo nido non sarebbe in grado di compensare lo storico conflitto tra residenze ed aziende”) Certo non esistono bacchette magiche , ma come non comprendere che è proprio una realtà come il nido che risveglia un tessuto di relazioni, il bene più prezioso in una frazione? Forse è il caso di aprire una riflessione su cosa la Giunta in carica intenda per bene di una frazione.
Il secondo elemento negativo riguarda l’errore relativo alla quantificazione del bisogno delle famiglie, (nei numeri attuali e nella prospettiva futura, di cui non fa cenno) che lo portano a concludere che non occorre alcun intervento. I dati sulla lista di attesa di Merate non sono riportati in modo corretto. Nella graduatoria di maggio 2009 nel nido di Merate risultavano presenti 68 domande di residenti e 24 di non residenti. A Pagnano nello stesso mese sono state presentate 16 richieste per i residenti e 8 per i non residenti. Preciso che 8 nominativi di residenti sono gli stessi nelle due liste. Pertanto richiedono il servizio 76 famiglie, tolti i 20 ingressi realizzati a Merate ed i 5 a Pagnano, ne restano 51. Robbiani riporta il dato di 25 bambini , che attraverso l’introduzione del concetto di “lista teorica” fa scendere ulteriormente a 15. Non entro in merito della semplificazione (che contesto) che lo porta, senza aver dati oggettivi, a considerare che il bisogno reale di inserimento nelle strutture di nido è il 50% delle domande.
Dichiarare inoltre “è necessario domandarsi se abbia senso investire 600-700 mila euro per il nuovo nido in quanto quelli esistenti sono in grado di sopperire al fabbisogno attuale”, a parte il fatto di sapere chi gli abbia dato quella cifra gonfiata per eccesso (il doppio), richiede almeno che quanto prima, il Comune sia in grado di telefonare alle famiglie che aspettano e dire loro dove siano questi posti esistenti.
Ma al di là del facile antagonismo che non mi interessa scatenare, sono stupito dell’impostazione riduttiva verso i servizi in favore delle famiglie con minori che emerge dal suo intervento, in quanto mi pare risieda sulla non comprensione del fatto che dal progressivo aumento del tasso di occupazione femminile non si tornerà indietro. Se veramente non vogliamo penalizzare il diritto di una coppia a costruire una famiglia con dei figli, è tempo di lavorare in modo serio in questo ambito.
Rilancio pertanto la sfida di completare la rete dei servizi prima infanzia a Merate, o meglio del meratese come sarebbe più corretto fare; lo invito a procurarsi la delibera di Giunta della Regione Lombardia del 16 settembre e il bando del 25 settembre che mettono a disposizione 18 milioni di euro come contributi per il finanziamento di nuovi posti in asilo nido e micronidi. La scadenza è il 10 dicembre 2009.

Cesare Perego