sabato 18 giugno 2011

La fame della politica

I nostri solerti politici si sono attivati per salvare la faccia (i voti non più ormai) di fronte al popolo. Le sorti della Proloco gettate in pasto agli appetiti della classe politica che, con un gioco di prestigio, estrae dal cilindro un numero imprecisato di responsabili in grado di tenere il timone dell'associazione almeno per garantire il programma estivo. La motivazione è semplice: abbiamo a cuore il destino della cittadinanza! Si sa a riempirsi la bocca di paroloni sono bravi tutti, ma sono i fatti che contano. Ed i fatti, già in partenza parlano chiaro: l'unica manifestazione che verrà salvata (forse) è E..state a Merate. Manifestazione di diretta derivazione comunale, completamente svincolata dall'originario programma approvato dall'assemblea dei soci, salvata esclusivamente per evitare che la gente chiaccherasse troppo. Cinema sotto le stelle, Conoscere Merate e Time Dance Machine cassati perchè all'amministrazione non interessano. Ancora una volta, come sempre, avviene quel tipico processo politico che possiamo leggere così: acquisizione di meriti altrui. L'ex Presidente Giacomo Ventrice da additare come il folle che ha fatto saltare tutto mentre loro sempre in prima linea a favore del cittadino, con a cuore esclusivamente il bene della gente. Ed i responsabili, poi, che si responsabilizzano a diretta chiamata del politico. Si sa è l'Italia, ma comunque fa sempre amarezza!
Speriamobene

venerdì 17 giugno 2011

Abbiamo vinto perchè abbiamo avuto ragione

Abbiamo vinto. Una vittoria limpida. Limpida come l’acqua di sorgente. Limpida come la luce del sole quando tira il vento. Oggi abbiamo un Paese che con orgoglio può rivendicare una grande azione di partecipazione e senso civico, che a grande maggioranza ha ribadito che la legge è uguale per tutti, che la privatizzazione dei beni comuni è la strada sbagliata, che il nucleare è finito, anche perché oggi c’è l’alternativa: rinnovabili, efficienza e risparmio energetico.
Abbiamo vinto perché abbiamo avuto ragione.
Abbiamo avuto ragione a buttarci nella battaglia referendaria, con grande generosità, e di questo ringraziamo i tanti Circoli che si sono impegnati nei Comitati per l’acqua e in pochissimo tempo hanno costituito tanti comitati contro il nucleare, dando vita ad un nuovo movimento antinucleare italiano.
Abbiamo avuto ragione perché i 27.000.000 di elettori, appartenenti ad ogni schieramento politico hanno dimostrato quanto sia vera la posizione che abbiamo espresso nel Congresso del 2007 e che ci ha guidato in questi anni di intenso lavoro: la questione ambientale è questione di interesse generale, che scavalca gli schieramenti politici esistenti e si intreccia con il senso civico, con la partecipazione, con il volontariato.
Ancora, abbiamo avuto ragione quando abbiamo sostenuto che le battaglie politiche si vincono nel territorio. Questa campagna referendaria ridimensiona molto il potere della TV. Sembra quasi che la TV non sia più in grado di condizionare le scelte della grande maggioranza degli italiani. Piuttosto si è costruita una campagna referendaria che ha sposato i vecchi metodi con le tecnologie della comunicazione più innovative. Sono comparse di nuovo per le strade le auto con gli altoparlanti sul tetto, come negli anni Cinquanta, i banchetti nelle piazze, i manifesti per strada, i volantini nelle buche delle lettere, il porta a porta. Tutto ciò insieme ai flash mob, a facebook, ai social network. E’ stata una campagna fatta dai giovani. Forse la naturale prosecuzione di quanto di nuovo il movimento studentesco di questo autunno aveva già fatto vedere. E’ stata la scoperta dell’impegno diretto per un’intera generazione. E vincere quando si gioca per la prima volta è un bel inizio!!
Di fronte a noi, ora, abbiamo uno scenario in movimento che ci offre grandi opportunità e più grandi responsabilità. Innanzitutto non possiamo disperdere quel patrimonio di trasversalità che si è espresso nel voto intorno a questioni ambientali per noi così decisive. Proviamo anche ad allargare la base sociale della nostra associazione, continuando a lavorare con i volontari che ci hanno dato una mano e con i gruppi locali che si sono mobilitati. Ma soprattutto dobbiamo essere consapevoli che oggi la battaglia per un nuovo modello di produzione dell’energia ha fatto un grande passo avanti, e da qui dobbiamo partire per rinforzare la rivoluzione energetica che è già cominciata e fare seri passi avanti nella lotta contro i cambiamenti climatici che continuano ad incombere su tutti noi. Come pure possiamo e dobbiamo impegnarci per una gestione ambientalmente e socialmente corretta di una risorsa insostituibile come l’acqua, tutto il sistema idrico deve essere portato all’attenzione dei cittadini e la nostra battaglia deve essere perché finalmente si investa nelle fognature, nei depuratori, nel risanamento degli acquedotti, nella qualità dei fiumi, garantendo il diritto inalienabile di accesso all’acqua potabile e pulita, in tutto il territorio nazionale.
Sono battaglie che riguardano l’interesse generale, anche per questo dovremo lavorare come abbiamo fatto in questi mesi, per costruire un fronte ampio di alleanze tra culture politiche e organizzative tanto diverse .
Avremo tempo per riflettere e attrezzare le nostre azioni, intanto lasciamo libera di esplodere la nostra gioia, consapevoli che il referendum ha messo la parola fine sul nucleare.
Grazie a tutti!

Rossella Muroni
Direttore Generale Legambiente Onlus
e Vittorio Cogliati Dezza
Presidente Nazionale Legambiente Onlus

giovedì 16 giugno 2011

Società pubbliche: i Comuni vendano l’attività “di mercato” per finanziare gli investimenti

Vi invio alcune considerazioni su Lario Reti Holding a cura di Marco Canzi, Dottore Commercialista, Assessore al Bilancio del Comune di Olgiate Molgora e revisore del conto in Silea. Questa riflessione trova origine dopo l'Assemblea dei Soci della Lario Reti Holding in si è dimostrato palesemente che la società produce utili ogni anno (11 milioni). Ne distribuisce un paio e solo dopo la rimostranza di un Sindaco. Paga 5 milioni di tasse dovuti all'avanzo. Nel documento c'è "in nuce" un'idea di far fruttare i soldi per il territorio, anziché usarli per pagare i debiti di qualche società pubblica con una valenza territoriale non provinciale. Penso sia necessario, prima di procedere a riassetti societari di cui poi potremmo pentirci, rifletterci sopra ed aprire un dibattito che sarà certamente mal sopportato dagli addetti ai lavori. Buona lettura!
Ambrogio Sala

Il gruppo LRH è attivo in settori di business diversi tra loro:
  • mercato del gas, sia come distribuzione (attraverso LRH spa) che come vendita (Acel service)
  • settore idrico integrato, dove – interrottosi il progetto di farne il gestore della provincia di Lecco – svolge attività di supporto a Idrolario
  • mercato dell’energia elettrica, con una presenza marginale
In termini numerici:
Stiamo quindi parlando di un gruppo che fa 11 milioni di utile netto, che derivano interamente dalle attività nel gas, in particolare da quelle liberalizzate di vendita del gas (Acel).
La riflessione da fare è: ma per i Comuni (che detengono il 100% del gruppo) qual’è il senso di esercitare una attività di impresa sul mercato come quella di Acel?
Il primo motivo per cui i Comuni possono voler detenere la partecipazione in una società è se questa fornisce dei servizi strategici al territorio. Questo può valere per i rifiuti o per il ciclo idrico, dove si potrebbe sospettare che una gestione di mercato, per massimizzare i profitti, trascuri gli investimenti sulle reti o applichi tariffe troppo elevate per i cittadini. Non mi sembra applicabile alla distribuzione e vendita del gas per i quali il “mercato” è già di fatto liberalizzato.
Un'altra possibilità è di mantenere la partecipazione per avere ogni anno la distribuzione degli utili, ma questo comporta due problemi:
l’inevitabile contrasto tra i Comuni soci, sempre bisognosi di soldi, e le ragioni della società (attraverso il management) che invece gli utili li vorrebbero re-investire per far sviluppare ulteriormente il business.
a causa delle frammentazione dell’azionariato, i molti comuni che possiedono lo “zero virgola” del capitale della società, anche se gli utili venissero interamente distribuiti, ne avrebbero un vantaggio marginale (per fare un esempio se si distribuissero tutti gli 11 milioni Olgiate riceverebbe 17 mila euro…) insufficiente a fare massa critica per interventi sui servizi al cittadino.
L’altra cosa che si potrebbe fare è utilizzare gli utili di un settore (il gas) a copertura delle perdite di altri (l’idrico, i trasporti,…): io credo che questo sia la peggiore delle alternative.
In primis per l’opacità che introduce nel sistema. Secondo perché la storia economico/aziendale dimostra che i gruppi industriali (tranne rarissime eccezioni) che hanno scelto di sovvenzionare un settore in difficoltà con i proventi di uno in attivo, alla fine sono finiti male! Infatti questo meccanismo crea distorsioni: il settore che va bene è privato delle risorse necessarie a mantenere e sviluppare il proprio vantaggio competitivo, oltre a subire una demotivazione (per non vedersi premiato per i propri risultati). Il settore sussidiato non ha alcuno stimolo ad affrontare realmente processi di riconversione.
Personalmente preferirei pensare ad una quarta opzione: che i Comuni vendano al mercato l’attività “di mercato” e con i soldi incassati finanziano un fondo per gli investimenti nella provincia.
Giusto per capirci le aziende nel gas si stima valgano circa 7 volte il proprio ebitda: unendo vendita e distribuzione gas stiamo parlando di circa 150 milioni!
In questo momento i fondi di private equity sono molto attivi: l’ultima operazione è dei fondi F2i (di Gamberale) e Axa private equity che hanno acquistato G6 Rete Gas (ex Italcogim, ora Gas de France Suez) valutandola 9,3 volte l'ebitda e 17,5 volte l'utile netto.
Cedendo a privati le attività nel gas i comuni non perderebbero alcun servizio strategico, non aggraverebbero i costi per i cittadini perché le tariffe del gas non sono definite dal singolo gestore e si libererebbero dalla necessità di gestire imprenditorialmente una azienda, cosa che sanno fare meglio altri soggetti.
In compenso otterrebbero delle risorse ingenti, che gestite a livello di provinciale (e non di singoli comuni) potrebbero davvero fare massa critica e essere utilizzati per fini pubblici (investimenti sulle reti, sostegno occupazionale…), senza forzare e/o distorcere strumenti pensati per altre finalità (le società commerciali).

Marco Canzi
Assessore al Bilancio di Olgiate Molgora

Fare propaganda al proprio partito a spese della collettività

Maurizio Lupi, oggi Vice Presidente della Camera dei Deputati nonché candidato alla successione di Angelino Alfano a Largo Arenula, è un personaggio politico a dir poco attivo. L’epicentro della ragnatela di contatti può essere individuato nella sua Fondazione Costruiamo il Futuro, nata nel 2001 per “iniziativa” dello stesso Lupi. Lo slogan della creatura di Barzanò (Lecco) è “ciò che esiste merita”. Il richiamo al merito, in ottica propagandistica ovviamente, rimanda immediatamente all’area di provenienza del Presidente: il favoloso mondo di Comunione e Liberazione. Non è un mistero, infatti, che Maurizio Lupi faccia riferimento – con qualche rivalità recente con l’amico più influente, Roberto Formigoni – al movimento di Don Giussani. L’attività di Costruiamo il Futuro si concretizza in prima istanza nell’organizzazione di convegni – su invito – che spaziano dall’intervento armato in Libia al fine vita (relatore Renato Farina, detto “Betulla”), dalla comunicazione (ospite Del Debbio) alla famiglia (con Mara Carfagna), dallo sviluppo al welfare. Il partito di riferimento, per stessa ammissione (legittima) degli organizzatori, è il Popolo della Libertà.
E’ fissata infatti per il prossimo luglio la Summer School della Fondazione di Lupi, pubblicizzata con l’inflazionata frase tratta da Il Piccolo Principe.
Nel Comitato Promotore del ritrovo sono presenti esclusivamente parlamentari del partito del Presidente del Consiglio.
E’ stata pubblicata lunedì 6 giugno 2011 la decisione della Giunta Provinciale di Lecco – che vede il Pdl come primo partito della coalizione – di finanziare la Fondazione presieduta da Maurizio Lupi con un “patrocinio oneroso” di 2.000€. La scelta è del 24 maggio scorso, a seguito della formale domanda di Costruiamo il Futuro per un contributo al progetto Premio Costruiamo il Futuro. Quest’ultimo, stando alla Fondazione, è “una delle iniziative da cui Costruiamo il Futuro è partita da ben otto anni sostenendo con piccoli contributi le realtà di volontariato sociale della provincia di Lecco”. “Nel corso degli anni” continua “abbiamo consegnato numerosissimi riconoscimenti a testimonianza dell’enorme valore che il terzo settore produce in risposta alle esigenze concrete del territorio”. Un riconoscimento rivolto a “tutte le realtà operanti in campo sociale, culturale e sportivo con sede nella Provincia di Lecco”.
Nel regolamento del Premio sono indicati tutti i partners istituzionali. Spiccano Regione Lombardia – ospite fisso è anche Giulio Boscagli, Assessore alle politiche sociali e alla Famiglia nella Giunta Formigoni – il Ministero del Lavoro e – in più – organi di informazione locale.
Non interessa in questo caso soffermarsi sui criteri tramite i quali il Premio venga o meno riconosciuto ai soggetti coinvolti. Ciò che preme è sollevare invece una questione di pura opportunità, specialmente perché al centro di questo “contributo” c’è una Fondazione il cui Presidente non perde occasione per insegnare l’importanza del venir meno del “pubblico” negli affari del singolo e via discorrendo. Stride o no che una maggioranza politica ben individuata, una volta raggiunto il potere, supporti per la prima volta nel caso specifico – con soldi pubblici prelevati in tutta fretta ed eccezionalità dal Fondo di Riserva – un progetto (buono o cattivo che sia, non fa nulla in questo caso) di una Fondazione costruita intorno ad un leader di quella stessa area? Questo evidente conflitto di interessi provoca nel cittadino il naturale sospetto che i citati requisiti meritevoli del Premio non siano altro che una buona scusa per foraggiare, nella norma ma a spese della collettività, se stessi.
Alla faccia del motto “ciò che esiste merita”.

Duccio Facchini

mercoledì 15 giugno 2011

Una sonora sberla al Centrodestra contro la svendita delle società pubbliche

E’ la seconda sonora sberla che il centrodestra riceve nel giro 15 giorni dagli italiani. Appare sempre più evidente lo scollamento tra i partiti del centrodestra, Lega e PdL, e i cittadini che sanno bene che cosa significhi veramente essere padroni a casa propria. Adesso, dopo aver contribuito convintamente ad impedire la svendita ai privati delle nostre società pubbliche per i servizi idrici e di trattamento dei rifiuti, il Pd farà in modo che i Comuni possano scegliere liberamente e responsabilmente come gestirle. Vogliamo che le decisioni che incidono direttamente sulla qualità della vita e che mettono le mani nelle tasche dei cittadini siano prese rispettando le loro esigenze, in totale trasparenza e con la massima partecipazione possibile. Questo è il nostro modo di fare politica.

Ercole Redaelli
Segretario provinciale del PD

Un attacco all'integrità della scuola

E si rivela per quello che è: un attacco diretto all’integrità dell’istituzione scuola.
Il liceo classico al Greppi è un bene non negoziabile per questo territorio dinamico e densamente abitato. Per questi ragazzi che hanno intrapreso qui i loro studi le alternative sarebbero quantomeno lontane (a Lecco o a Monza). E’ un bene non negoziabile ancor più a posteriori, a triennio già avviato. Un assurdo.
Ma questa del Greppi è solo la goccia che fa traboccare il vaso già colmo della ‘riforma’ Gelimini (date un’occhiata ai dati provinciali, per farvi un’idea). Facessero un referendum sull’operato di Tremonti e Gelmini altro che quorum: le famiglie, ora, dopo tanti annunci rimasti inascoltati, se ne stanno accorgendo alla grande. Ed è inutile ripetere che tagliare sulla scuola significa avere meno futuro davanti.
Se non lo avete ancora fatto vi invito a firmare la petizione on-line organizzata dagli studenti del liceo classico di Villa Greppi. Ci mettete un minuto e ci guadagnate una possibilità in più per i vostri figli.

martedì 14 giugno 2011

Solidarietà al Cardinale Dionigi Tettamanzi per l'ennesima vergognosa provocazione leghista

Come semplici credenti del territorio della Provincia di Lecco ma che cercano ogni giorno anche nell’impegno politico e amministrativo di rispondere ai valori cristiani a cui siamo stati educati, abbiamo letto con grande tristezza la vergognosa provocazione che il quotidiano della Lega Nord “La Padania” ha indirizzato nei giorni scorsi al Cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi. Riteniamo che le dieci “calunniose” domande che il quotidiano pone, offendano tutti quei semplici credenti ambrosiani che si sono sentiti in questi anni guidati da un pastore autorevole, che ad esempio con l’iniziativa del “Fondo Famiglia e Lavoro” non solo si è sempre schierato dalla parte degli ultimi ma ha saputo interpretare e calarsi pienamente nelle difficoltà del mondo contemporaneo. Esprimendo dunque la piena solidarietà al Cardinal Tettamanzi, lo ringraziamo per il dono e l’efficacia di un’azione pastorale che è sempre stata strumento di importanti opportunità anche per chi si occupa di politica, nella naturale e doverosa distinzione dei ruoli.

Virginio Brivio (Sindaco di Lecco)
Antonio Rusconi (Senatore)
Carlo Spreafico (Consigliere Regionale)

L'inconsistenza della cultura politica dell'Amministrazione di Centrodestra

L’annullamento dell’iniziativa promossa dalla Pro Loco di Merate che non ha ottenuto il permesso per lo svolgimento da parte del Comune segnala un doppio fallimento dell’Amministrazione di Andrea Robbiani.
La riorganizzazione degli uffici comunali, di cui si mena continuamente vanto, non si è rivelata in grado di segnalare per tempo l’inadempienza formale, provocando la clamorosa conseguenza di annullare un evento che aveva richiesto grosso impegno da parte della pro Loco. La solenne dichiarazione di semplificazione normativa che il Centrodestra sbandiera non trova applicazione a Merate. .Ma quel che peggio è che il compito di facilitatori che gli Assessori meratesi dichiarano di voler svolgere è completamente saltato. Da una parte si rivolgono alle associazioni chiedendo disponibilità ad animare la vita culturale di Merate, ed in concreto assistono inerti a questi disastri.
Se quest’ ultimo episodio provocherà la conferma delle dimissioni dl Presidente della Pro Loco che speriamo vengano ritirate, l’opinione oggi circolante, che la cultura politica di questa Amministrazione sia inconsistente, sarà più evidente agli occhi dei cittadini.


Cesare Perego
Capogruppo Consiliare
di "Insieme per Merate"
e rappresentante del Circolo del PD di Merate

lunedì 13 giugno 2011

Riunione sul PGT

Domani sera, martedì 14 giugno ore 21, ci troviamo presso la sede del Circolo del PD di Merate in via Trento per discutere dell'ultima versione del PGT e per confrontarci su quello che è stato discusso durante l'ultima riunione della Commissione Urbanistica, Ambiente e Territorio.

Insieme per Merate

Il killeraggio sulle scuole superiori provinciali

Procede con l’incedere di un panzer l’azione di killeraggio sulla scuola pubblica da parte del duo micidiale Tremonti-Gelmini. Siamo al terzo anno del previsto triennio di tagli, e alla terza rata di quest’anno, dopo la scure già draconiana sulla Scuola Primaria e sulla Scuola Media. Ora tocca alla Scuola Superiore. Parlano i numeri.
Queste sono le classi richieste dalle Scuole Superiori lecchesi che non partiranno nell’anno scolastico 2011/2012 ovvero le classi tagliate:
  • Ipsia Fiocchi: 1 classe seconda e 1 classe terza operatore elettrico
  • Itis Viganò Merate: 1 classe prima
  • Liceo Greppi: 1 classe prima liceo classico e 1 classe seconda liceo classico
Queste sono le cattedre che le scuole perderanno, per un totale di meno 28 posti:
  • Is Bertacchi: 1 posto
  • Liceo Classico Manzoni: 2 posti
  • Liceo Artistico M. Rosso: 7 posti
  • Is Marco Polo: 1 posto
  • Is Greppi: 10 posti
  • Itc Parini: 2 posti
  • Itis Merate: 1 posto
  • Is Badoni: 2 posti
  • Itg Bovara: 1 posto
  • Is Fiocchi: 1 posto
L’istituto Greppi di Monticello è la scuola più penalizzata, insieme al Liceo Artistico di Lecco; a Monticello non proseguiranno due classi che già esistono, la terza e la quarta liceo classico, con evidente disagio dei 29 alunni; nell’autorizzare le classi prime al Viganò di Merate non si è affatto tenuto conto della presenza di alunni disabili.
Spiace non poter dare buone notizie…

Forum Scuola

MeratemenTRE

Si è tenuta sabato 11 giugno 2011 in sala consiliare la presentazione del Concorso di Idee “MeratemenTRE” per la Cittadella della Salute. Presenti al tavolo dei relatori oltre al Sindaco Andrea Robbiani, al vicesindaco Massimiliano Vivenzio e all’assessore ai lavori pubblici Marco Panzeri (assente, come al solito, l’assessore Emilio Zanmarchi), il dottor Sesana in rappresentanza di Marco Votta direttore generale Asl e del dottor Mauro Lovisari direttore dell'Azienda ospedaliera della provincia di Lecco. Assenti ingiustificati tutti i sindaci dei comuni vicini (tranne Panzeri) invitati ad intervenire. Presenti per le minoranze Alco Castelli, Achille Panzeri e Battista Albani.
Il Sindaco Robbiani ha esordito definendo il concorso un piccolo passo per questa Amministrazione ma un grande passo per la città di Merate che da anni aspetta la soluzione dei problemi di viabilità e concentrazione dei vari servizi sanitari nell’area attorno all’ospedale Mandic. Ha quindi auspicato la collaborazione della ASL e dell’Azienda Ospedaliera nell’assecondare lo sforzo del Comune di Merate che mette a disposizione i terreni.
L’assessore Panzeri, responsabile del progetto, ha sottolineato come la modalità del concorso di idee fosse una novità per Merate, poco applicata se non nelle grandi città (es Torino). Si tratta di operare su tematiche non perfettamente definite per avere idee di fattibilità.
La cosa presenta indubbi vantaggi:
  • Garantisce la massima concorrenza
  • Lascia spazio ai giovani (potranno parteciparvi Architetti ed Ingegneri iscritti all’Albo da meno di 5 anni)
  • Lascia massima libertà perché non prevede alcun vincolo urbanistico
  • Ha un costo contenuto per l’Amministrazione che consiste praticamente solo nell’ammontare dei premi (13.000 €).
Ha aggiunto infine che si vedrà di coinvolgere nella giuria anche un membro delle opposizioni al momento non previsto.
Il dottor Lovisari ha sottolineato come la sua presenza e quella dell’ASL fossero indice della disponibilità a mettersi al servizio della popolazione del meratese utilizzatrice delle strutture sanitarie coinvolte. Ha ribadito la sua ferma convinzione che il Mandic è un sito di eccellenza con potenzialità inespresse. Qualcosa si sta già facendo (Pneumatologia e chirurgia toracica), riordino degli ingressi funzionante a breve; ma un riordino generale, quello che si farebbe con la Cittadella, è necessario.
Le sue uniche perplessità sono legate al rispetto degli equilibri economici e finanziari, che potrebbero essere risolti coinvolgendo investitori privati.
Il dottor Sesana ha definito la Cittadella della Salute una struttura essenziale per la città di Merate; non si è poi dilungato oltre condividendo tutto quello detto in precedenza da dottor Lovisari.
Molto scarso il pubblico presente oltre gli addetti ai lavori. Tra essi il rappresentante dei Confesercenti della Provincia di Lecco che per il finanziamento ha suggerito di ricorrere all’emissione di bondcomunali.

Achille Panzeri
Consigliere Comunale di "Insieme per Merate"

Elogio funebre alla Pro Loco

Come elogio funebre della nostra Pro Loco vogliamo che siano riportate queste semplici parole che meglio di altre descrivono ciò che ci spingeva nel lavoro e ciò che ci ha spinto a lasciare.

Per una scodella d’acqua,
rendi un pasto abbondante;
per un saluto gentile,
prostrati a terra con zelo;
per un semplice soldo,
ripaga con oro;
se ti salvano la vita,
non risparmiare la tua.
Così parole e azione del saggio riverisci;
per ogni piccolo servizio,
dà un compenso dieci volte maggiore:
Chi è davvero nobile,
conosce tutti come uno solo
e rende con gioia bene per male.
(Mahatma Gandhi, L’Arte di Vivere)

Collaborare con la Pro Loco è stato davvero simpatico, sicuramente ci ritroveremo presto
Cordiali saluti


Stefano Valagussa

domenica 12 giugno 2011

I costi dei referendum: andiamo a votare, non buttiamo via altri soldi

A Merate per pagare presidenti di sezione, scrutatori e segretari per i quattro referendum spendiamo 14.000 euro. Poi ci sono gli straordinari dei dipendenti municipali: funzionari dell'Ufficio Elettorale, della Segreteria e dell'Ufficio Tecnico, gli agenti della Polizia Locale che ritirano i fonogrammi, i messi notifcatori che portano le schede in Prefettura a Lecco, gli operai che allestiscono e smontano i seggi, chi deve tenere aperto il municipio... Bisogna considerare anche i carabinieri, due per ognuno degli otto edifici sede di seggio che fanno in tutto sedici persone da accompagnare, far mangiare, alloggiare, organizzare, che prendono l'indennità di trasferta. E il materiale di cancelleria, i manifesti di convocazione, le spese di elettricità... Facendo i conti della serva a stare bassi, ma proprio bassi, si arriva a 30.000 euri, cioè a 2 euro per ogni cittadino per due giorni di consultazioni, appena nati e morituri compresi. Da noi non ci sono state imminenti elezioni, ma in molte altre località d'Italia si sono svolte le tornate per scegliere i nuovi Sindaci e i Presidenti di Provincia con relativi Consigli. E' stato calcolato che se si fossero accorpati referendum e elezioni amministrative si sarebbero risparmiati 300.000.000, trecentomilioni!!! di euro. Non averlo fatto è stato uno scandalo. Per non sperperare altri soldi pubblici cerchiamo almeno di raggiungere il quorum e di andare a votare.

R.I.

Parole in libertà

Dal Comune affermano che per tutelare la sicurezza non è possibile autorizzare manifestazioni in deroga, che il Comune addirittura non è servo dei cittadini. Possiamo affermare tranquillamente: parole in libertà. Tutta questa smania di sicurezza che balza fuori all'improvviso ci sembra eccessiva, questo ruolo salvifico dell'amministrazione che tutela il cittadino dalle sue stesse follie. Un'amministrazione talmente al servizio del cittadino nemmeno in grado di coadiuvarlo nel preparare una documentazione che ella stessa richiede senza nemmeno saperne il perchè. Come sempre in Italia, tanta carta che siamo tutti tranquilli poi che succeda quel che succeda. E soprattutto un Comune non servo dei cittadini, un Comune oltre i cittadini, perchè la casa comunale non è la casa dei cittadini ma la casa dei funzionari e della burocrazia. Possiamo affermare: bell'idea di sussidiarietà e di liberalismo, neanche in Unione Sovietica!
Cisiamo