venerdì 2 marzo 2012

Il dio dei leghisti

Raduno della Lega Nord. Umberto Bossi arringa il popolo bergamasco. «… Stavolta abbiamo subito anche il Presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di tricolori sapendo bene che il tricolore non piace alla gente del nord…altro che democrazia!»
Sotto il palco i militanti latrano compatti: «Vergogna!»
Bossi: «Eh certo!»
Pubblico: «Usciamo dall’Italia! Andiamocene via!»
Bossi: «Mandiamo un saluto al Presidente della Repubblica!» E fa le corna.
«D’altra parte nomen omen… si chiama napoletano… Oh no! Non sapevo che l’era un terùn!»
I militanti leghisti esultano: «Roma ladrona la Lega non perdona!... Monti Monti vaffanculo! Monti Monti vaffanculo!»
Bossi: «E magari gli piace, cazzo!»
Il pubblico in delirio applaude il capo. Qualcun altro invece lo denuncia per vilipendio al Capo dello Stato, tra questi il regista Ermanno Olmi.
Cattolica, gran parte, di quel pubblico esultante. Cattolico il regista che denuncia. Qualcosa non torna. Cosa? Era la fine di dicembre del 2011 e la risposta era in stampa: “Il Dio dei Leghisti” di Augusto Cavadi oggi in libreria.
Chi è il leghista? A quale tipologia umana appartiene? Chirurgico l’Autore, filosofo e teologo, ne delinea il “codice culturale”. Appare un tipo umano aderente ad una ideologia semplificata, un Leninismo temperato dall’oratoria efficace e popolana. E’ reattivo: avverte la globalizzazione una minaccia alla sua identità e per difendersi si attacca alle tradizioni, alle radici popolari e mitiche, del suo territorio. “Tribalismo ipermoderno” che mai ironico difende i suoi miti provinciali per non essere fagocitato da socialismi o liberismi omologanti o sopraffatto dal diverso, dallo straniero.
I suoi principi etici sono elementari, primo fra tutti l’“idiotismo apolitico”: prima io poi gli altri. E’ un gran lavoratore, quasi eroico. Orgoglioso della sua virilità talvolta è ossessivamente omofobo. Tronfio della sua ignoranza diffida degli intellettuali.
Il libro è generoso di citazioni; alcune appaiono irreali. Borghezio, come prova provata di non essere razzista sentenzia:
«Le nere le ho provate quando sono stato in Africa, nello Zaire. Ah, le katanghesi! Le katanghesi! Prodotto notevole. Mica come le bruttone nigeriane che battono da noi. Quello che ho assaggiato li' era proprio un prodotto locale notevole».
Cavadi mantiene calma, profondità e lucidità: non scrive contro qualcuno, ma per comprendere e agire per migliorare le cose.
Fotografato il tipo umano veniamo informati delle sue concezioni teologiche: un panteismo naturalistico mischiato ad un cristianesimo ideologico, dove la religione è collante sociale e identitario. Il simbolo del Crocifisso, ostentato nei locali statali, esprime e sintetizza il patrimonio religioso ed etico padano. E a quel punto il lettore sente emergere chiara e forte dal profondo una domanda. La domanda. Si può essere cattolici e votare Lega? Com’è possibile conciliare il pensiero profetico, agapico, rivoluzionario, universalistico di Gesù di Nazareth - dove gli ultimi saranno i primi e i nemici amati invece che combattuti - con quel mix di panteismo naturalistico cristianista-egocentrico della Lega Nord? Qui l’Autore analizza il punto di incontro tra Chiesa cattolica e Lega: i “Valori non negoziabili” e nel confrontarli con il pensiero espresso da Gesù di Nazareth ne indica le incongruità. Questo è il problema e molti cattolici, di base e non, si sono accorti. Altri no: richiede fatica di pensiero relativizzare la propria visione del mondo quando la si considera unica ed esclusiva. Quando ci si ritiene depositari del bene assoluto si tende, a gloria di Dio e talvolta in buona fede, a relativizzare il temporale. Così, dalle alte sfere, indifferenti a quello che i comuni mortali si ostinano a chiamare ancora bene e male, si tira dritto per rafforzare l’istituzione salvifica. Tutto fa brodo per ingrandirla e difenderla, Borghezio che “prova” le katanghesi incluso.

Bruno Vergani

giovedì 1 marzo 2012

Sanità in Lombardia: trasparenza a senso unico

Nel 75% dei casi i cittadini pagano le prestazioni più di quanto realmente costano

Le nuove regole del settore sanitario e sociosanitario della Regione Lombardia per il 2012 prevedono che, a partire da oggi, 1 marzo 2012, ci sia un'"operazione trasparenza" sulle prestazioni sanitarie. In pratica dovrebbe essere fatto conoscere ai cittadini il costo sociale dei loro esami o visite. In realtà il cittadino riceverà le informazioni annunciate solo quando si tratta di prestazioni per le quali paga in ticket una somma inferiore al costo dell’esame. In pratica, però, per il 75% dei casi il cittadino paga una prestazione di più di quanto effettivamente costa.
La tabella sotto riportata dimostra, concretamente, cosa succede.

(Costo SSN = Costo per il Sistema Sanitario Nazionale; Ticket Regionale = Importo del ticket della Regione; Ticket Nazionale = Importo del Ticket Nazionale; Costo Cittadino = Il costo del ticket che paga il cittadino, dato da quello regionale + quello nazionale)
Questa tabella è un esempio della realtà. Due terzi delle prestazioni danno un “reddito” alla Regione, oltre ad essere completamente a carico ei cittadini.
Quindi i Lombardi, oltre al ticket, pagano addizionali e tasse.
Il P.D. chiede che nella ricevuta rilasciata venga sempre indicato il costo della prestazione, anche quando il costo è inferiore a quanto pagato dal cittadino sommando i tickets regionali e nazionali.
Solo così ci sarà trasparenza vera e tutti sapranno e capiranno.

Ambrogio Sala
Coordinatore del Forum Sanità e Sociale del PD

mercoledì 29 febbraio 2012

Per i pendolari solo "Posti in piedi in paradiso"

Fumata nera per i pendolari che utilizzano i treni tra Lecco e Milano, via Carnate. Nell'ultima riunione in Regione, i pendolari hanno posto all'attenzione i soliti problemi della linea: manutenzione del parco rotabili, modifiche agli orari e, soprattutto, il problema dell'affollamento dei regionali tra Lecco e Milano nel periodo di punta del mattino, e in particolare del 10551 (partenza da Lecco ore 7.07).
Dall'estate scorsa, infatti, le composizioni dei treni regionali della linea "S8" sono state decurtate, e, quando va bene, sono di 5 carrozze a due piani (quando va male sono a un piano solo). Inoltre vi sono spesso problemi alle porte e, vista la stagione, all'impianto di riscaldamento.
Un tempo, nel lontano 2004, i posti offerti sui cinque treni dalle 6 alle 8 del mattino tra Lecco e Milano offrivano ben 880 posti in più, e già non erano sufficienti. Di dove siano finiti i nostri vagoni non si ha notizia... forse chiederlo a "Chi l'ha visto" è più fruttuoso.
Il problema è peraltro aggravato dal riscaldamento, spesso guasto, e dalle porte rotte, costringendo i pendolari, quando devono scendere, a diventare degli autentici campioni in corsa ad ostacoli e in contorsionisti per sgusciare in mezzo ai compagni di viaggio e raggiungere la prima porta agibile.
Della situazione dei treni diretti Tirano-Milano abbiamo già detto in altre comunicazioni. Chissà cosa ne pensano gli Svizzeri del Cantone dei Grigioni, che ci hanno messo dei soldi.
Risposte? Dobbiamo constatare che sono, al solito, piuttosto vaghe, della serie "stiamo lavorando per voi".
Alla richiesta di un impegno temporale preciso, almeno per il 10551, per ristabilire una condizione accettabile, ci è stato risposto che Trenord non è in grado di prendere impegni al riguardo.
Per dovere di cronaca, riferiamo anche che è stato comunicato che stanno arrivando nuovi treni, tra cui un Vivalto, ma quando, dove e come questi verranno utilizzati non è dato saperlo. In ogni caso, sembra che i pendolari di Lecco non abbiano abbastanza "Santi in Paradiso" per aggiudicarseli.
Infine, la quesitone modifiche agli orari. La lista è la solita, invariata dal 2008. Anche su questo, la Regione ci farà sapere.

Giorgio Dahò

martedì 28 febbraio 2012

Gli amministratori hanno la responsabilità di far vivere il territorio

Abbiamo letto la notizia, ampiamente diffusa e commentata in Città, dell’annullamento della festa di Cicognola. La burocrazia dell’Amministrazione Comunale meratese ha fatto un’altra illustre vittima. Dopo l’associazione Pro Loco che ci onoravamo di animare ecco che un altro gruppo di volontari viene posto nelle condizioni di non poter più prestare la propria meritoria opera a favore della Città di Merate.
Le dimissioni che avevamo dato dalla Pro Loco in data 7 giugno 2011 volevano essere l’evidente campanello di allarme di un sistema che aveva smesso di funzionare, di un corto circuito che si era venuto a creare tra l’Amministrazione e la popolazione, in particolar modo verso i volontari delle varie associazioni. In molti non ci hanno voluto ascoltare tacciandoci di mera campagna politica ma i fatti di oggi ci danno ampiamente ragione. A distanza di otto mesi nulla è cambiato: la burocrazia di palazzo e la mancanza di assunzione di responsabilità da parte della Giunta stanno facendo morire il volontariato di promozione sociale.
Nonostante la paventata cabina di regia messa in atto dagli Assessorati dopo il terremoto e le polemiche scatenate dalla nostre dimissioni, nessun risultato è stato raggiunto ed anzi è andata anche peggio. Una festa quale quella di Cicognola dopo 35 anni chiude i battenti! Sono eventi inconcepibili in una Città di nemmeno quindicimila abitanti dove tutti coloro che si interessano alla vita cittadina praticamente si conoscono. Le responsabilità sono molteplici ed è anche abbastanza semplice individuarle, ma ciò che ci chiediamo è come sia possibile che non si voglia trovare una soluzione.
Se è vero che le leggi nazionali sono valide su tutto il territorio ci chiediamo come sia possibile che negli altri comuni le manifestazioni si facciano e da noi no! Mettiamoci la mancanza di capacità dei cittadini nella produzione di documenti che sovente sfiorano il ridicolo (anche questa volta si chiedevano vie di fuga all’interno di un parco di migliaia di metri quadri!); ma non è possibile che qualcuno degli Assessori oppure il Sindaco stesso si assuma la responsabilità di concedere una deroga? Oppure la deroga è concessa a pochi e non a tutti?
Insomma fare l’Amministratore pubblico significa assumersi delle responsabilità affinché il territorio viva ed all’interno di esso prosperino la coesione sociale e l’impegno civico; se tutto ciò non viene favorito allora il senso dell’essere eletto viene assolutamente meno. Ripensare i meccanismi di presentazione dei documenti ed il ruolo di chi attualmente governa la Città è assolutamente urgente ed improrogabile.

Giacomo Ventrice
Edoardo Gargantini
Stefano Valagussa

lunedì 27 febbraio 2012

Lega Nord e PdL a Merate sono il "partito delle tasse"

L’andamento dell’economia mondiale, la situazione europea, il nostro debito pubblico (alla cui formazione hanno fortemente contribuito i Governi PdL – Lega Nord come dimostrato dai dati raccolti dall’economista Oscar Giannino che rileva l’incremento giornaliero del debito di 124,3 milioni al giorno nel 2° e 3° Governo di Silvio Berlusconi e di 217,8 mil/giorno del 4°Governo sempre di Silvio Berlusconi contro i 91,5 mil/giorno dei Governi Romano Prodi e Massimo Dalema e Romano Prodi bis),le scelte dell’ultimo governo PdL – Lega Nord hanno costretto Mario Monti, con il decreto cosiddetto “Salva Italia”, a recuperare risorse introducendo la nuova IMU speciale con forti oneri per i cittadini, aumentando l’addizionale Irpef regionale e sottraendo ai Comuni ulteriori risorse con un taglio stimato dall’Assessore al Bilancio Andrea Massironi per il Comune di Merate di circa 432.000 euro.
La nuova IMU prevede una rivalutazione delle rendite catastali e l’applicazione per il calcolo del tributo di una aliquota base dello 0,4 % sulla prima casa (con una detrazione di 200 euro ed ulteriori 50 euro per ogni figlio convivente) e dello 0,76 % su tutti gli altri immobili e sui terreni edificabili lasciando ai Comuni la facoltà di variare queste aliquote del +/- 0,2 % per la prima casa, del +/- 0,3 % sugli altri immobili e sui terreni edificabili e di aumentare l’addizionale Irpef comunale sino allo 0,8 % (oggi l’aliquota a Merate è 0,5 %)
Dopo aver già aumentato per il 2012 la tassa rifiuti di oltre il 10% l’orientamento attuale della Giunta di Merate, spiegato dallo stesso Assessore Andrea Massironi durante l’ultima Commissione Bilancio, è quello di cogliere questa possibilità di incremento delle tasse per recuperare circa 1,4 milioni di euro incrementando allo 0,5 % l’aliquota sulla prima casa e allo 0,95 % in modo indifferenziato l’aliquota sugli altri immobili e sui terreni fabbricabili e lasciando invariata l’addizionale Irpef, adducendo come motivazione il rischio di essere costretto in caso contrario a tagliare i servizi e scaricando la colpa sul Governo in carica.
Considerato che ci aspetteranno due-tre anni di forte difficoltà economica, che l’introduzione delle nuove imposte graverà pesantemente su tutti i cittadini il cui reddito sta già perdendo potere di acquisto, ritengo che anche i Comuni debbano compiere grossi sforzi per contenere al massimo i costi e che ogni risorsa disponibile debba essere dedicata nel breve termine a mantenere o migliorare il livello dei servizi e a supportare eventuali cittadini in difficoltà.
Lo scorso dicembre la Giunta ha presentato al Consiglio Comunale una bozza di Bilancio 2012 in pareggio (basata sui trasferimenti dallo Stato previsti dal precedente Governo, quello di Silvio Berlusconi e sulle previsioni di entrata ICI ) che prevedeva il mantenimento del livello dei servizi e una quota dell’investimento per il completamento del nuovo Municipio, bozza che è sta sospesa in attesa di ricevere dal Ministero i dati definitivi di trasferimento e della nuova IMU originati dalla manovra Salva Italia.
Secondo me bisogna attendere la comunicazione ufficiale del Ministero e poi partire da questa bozza facendo una attenta analisi delle entrate e delle spese previste, salvaguardando il livello di servizi per i cittadini.
Fatta questa operazione e accertata la consistenza dei tagli previsti dall'ultima finanziaria sarà necessario procedere, se indispensabile per l’equilibrio del Bilancio, al recupero del taglio dei trasferimenti ad oggi previsto in 432.000 euro
  • mantenendo, a mio parere, allo 0,4 % l’aliquota base sulla prima casa (eventualmente aumentandola solo per le categorie catastali A1,A8,e A9 che già pagavano l’ICI)
  • mantenendo invariati l’addizionale comunale Irpef allo 0,5 %, aumentando l’aliquota sui terreni fabbricabili e sulle abitazioni diverse dalla prima casa (che con l’introduzione dell’IMU godono di vantaggi sull’Irpef)
  • valutando se differenziare l’aliquota tra le case affittate e quelle tenute a disposizione
  • aumentando l’aliquota in modo differenziato a seconda delle diverse categorie catastali sugli altri immobili (ad esempio massimo su D5 Banche e Assicurazioni).
Altre ragioni che giustificano per la Giunta la necessità di recuperare, aumentando le tasse, 1,4 mil di euro sono il completamento del nuovo Municipio e la ristrutturazione della ex scuola di Via Fratelli Cernuschi per poi procedere al trasferimento nell’edificio del CDD, Centro Diurno Disabili attualmente presso l’Istituto “G. & C. Frisia”.
Per quanto riguarda il Municipio sembra ragionevole procedere al completamento di quelle opere che rischierebbero, se non ultimate, di provocare un degrado dell’edificio, dubbia, a mio parere, la necessità di completare l’auditorium, che assorbirebbe la maggior parte dei costi previsti , e che certamente non contribuisce ad aumentare il livello di servizi per i cittadini. Il completamento dell’auditorium potrebbe essere rimandato senza rischi a momenti di maggior disponibilità di risorse e di minor crisi economica.
Per quanto riguarda il Centro Diurno Disabili è necessario considerare che si tratta di un servizio
sovra-comunale che opera a favore di un territorio in cui i residenti di Merate rappresentano circa il 13% della popolazione e che attualmente funziona in modo soddisfacente senza liste di attesa. Se esistesse la possibilità di prorogare la convenzione con l’Istituto “Frisia” anche in questo caso l’investimento potrebbe essere rinviato a tempi migliori e alla possibilità di concordare con i Comuni facenti parte di Retesalute, che usufruiscono del 90 % del servizio, una equa ripartizione dei costi. Sorge il dubbio che la Giunta, i cui risultati sono stati limitati in questa prima parte della legislatura, abbia necessità di appuntarsi al petto una medaglia (e pazienza se i cittadini la pagano con un aumento di tasse) e di coprire la propria incapacità di raggiungere o direttamente o tramite Retesalute un accordo con i Comuni associati per una equa ripartizione dei costi di un servizio sovra-comunale in funzione dell’utilizzo dello stesso e che causa questa incapacità preferisca aumentare le tasse dei propri cittadini per ottenere il risultato.
Impressionano anche le affermazioni del Sindaco Andrea Robbiani riportate sulla stampa locale quando afferma che il Comune non si farà parte attiva nella lotta all’evasione fiscale in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate dimenticando che certamente le azioni per il recupero dell’evasione sulle tasse comunali sono una sua precisa responsabilità, che l’evasione dell’Irpef incide anche sulle casse del Comune riducendo l’apporto della addizionale Comunale e che eventuali recuperi di evasione effettuati dalla Agenzia delle Entrate a seguito di contributi del Comune confluirebbero al 100% nelle risorse del Comune stesso. Certamente è più facile aumentare le tasse ai cittadini per far tornare i conti piuttosto che impegnarsi nel difficile lavoro di recupero dell’evasione e questa sembra proprio essere la scelta della attuale Giunta.
Sta ora a noi cittadini (che paghiamo) far sentire la nostra opinione.

Leonardo Leonardi

domenica 26 febbraio 2012

L'ammissione di colpa

L'attuale Amministrazione di Merate, nelle Linee Guida Programmatiche 2009-2014, aveva scritto (parole, parole, parole...):
  • "Porre in essere il rinnovamento della macchina amministrativa comunale, attraverso la progressiva sburocratizzazione delle attività e con il miglioramento dei processi operativi degli uffici, così da fornire ai cittadini risposte tempestive ed efficaci".
  • "Ampio spazio verrà dato agli aspetti culturali, turistici e sportivi, così che anche in questi campi, la nostra città riesca a riprendersi il ruolo di città capofila del territorio, sostenendo ed attuando progetti ed iniziative".
  • " Il rilancio del ruolo di Merate, quale polo attrattivo per la Brianza meratese non può prescindere dalla valorizzazione delle sue risorse tradizionali e da un nuovo approccio che vede l'amministrazione esercitare il ruolo di polo aggregante per tutte le realtà associative, sociali, imprenditoriali".
  • "Particolare attenzione verrà posta alle frazioni, nelle quali troveranno ospitalità molteplici iniziative culturali, così da favorire la coesione sociale e rendere finalmente le frazioni vive ed integrate a pieno titolo nella città".
  • "Attraverso un' attenta e rinnovata programmazione degli eventi puntiamo ad una maggiore coesione sociale attraverso la diffusione della conoscenza dei valori delle nostre tradizioni".
Alla luce della cancellazione della festa patronale di San Giuseppe di Cicognola e non solo, le parole del Sindaco hanno valore di una ammissione di colpa e dimostrano il completo fallimento dell'attuale Amministrazione Comunale formata dalla Lega Nord e dal Popolo delle Libertà nell'attuare il programma elettorale.

Ernesto Passoni

Il salame del Sindaco

Premetto che non c'è nessuna motivazione nascosta o richiamo osè nel titolo.
Iniziamo però a parlare di salami.
Signor Sindaco che cos'é il salame ideologico? Mi ricorda l'obbedienza cieca pronta e assoluta dei trinariciuti. Sarà arrivata dall'alto qualche direttiva dove si parla di salame ideologico (sbagliando a usare l'insaccato) e Lei ha ritenuto che l'espressione Le piaceva molto. Un po' come Peppone che, per parlare di (mi si passi il termine) “vaccate” decideva che poteva tranquillamente parlare di “discorsi abulici” (per una strana assonanza con bucolici).
Il secondo salame è quello della festa di Cicognola che, per quanto non risalente ad età medievale, ha pur sempre la bella età di 35 anni (io non ne ho molti di più).
E stavolta niente salame in piazza nella festa (non se ne adontino gli organizatori, la festa non è tutta qui, ma il discorso pare più chiaro). E gli abitanti di Cicognola non ne devono essere delusi, arriverà il sindaco che taglierà loro un po' di salame ideologio, e verserà un bicchiere di distillato di demagogia (lui si che sa fare quello buono) e la festa si farà così. Con buona pace di San Giuseppe.

Carlo Gibertini