giovedì 14 marzo 2013

Analisi del voto

Osservando i risultati delle elezioni politiche di Camera e Senato e di quelle regionali Lombardia ottenuti a Merate, si può stimare il tipo di flussi che si sono registrati nella nostra città, con qualche utile considerazione sulla infinita distanza tra la politica di schieramento ed i cittadini. Confronterò il voto nazionale della Camera con quello regionale, poiché i voti validi sono quasi identici (25 voti in più alle regionali), quindi si può ottenere buone informazioni sul credo degli elettori meratesi sulla vicenda regionale: Umberto Ambrosoli ha ottenuto 3.816 voti: alla Camera il Pd ne ha ottenuti 2.514 piùo 224 di Sel e i 14 del Centro democratico per un totale di 2.752 voti. Significa che il candidato Umberto Ambrosoli ha ricevuto 1.064 voti in più. Prevale con il 42,% contro il 39,2%, per un meccanismo però che non si è verificato sull’intero territorio regionale e che lo ha portato alla sconfitta.
Roberto Maroni ha preso invece 3.513 voti, mentre alla Camera Pdl e Lega Nord poù gli altri partiti hannot otalizzano 2.908 precedente, pertanto ha ricevuti 605 voti da altri.
Il Movimento 5 stelle alle regionali è valso 919 voti, alla Camera 1.395, pertanto 476 voti sono stati dirottati su  candidati, in prima battuta si potrebbe ipotizzare in favore di Umberto Ambrosoli. Attenzione è solo un'ipotesi. Il trasferimento di voti (il 34% del totale) si potrebbe valutare come quelli di appartenenti ad un elettorato che voleva fornire un segnale di rottura dal quadro politico per le elezioni parlamentari (non votando l’offerta politica “vecchia”), ma disponibile a effettuare una seconda scelta e non ad isolarsi sulla questione della scelta del governatore, una scelta che a livello del Parlamento Beppe Grillo fermamente rifiuta. Con una battuta dirò che un terzo dei suoi elettori sono “non nativi digitali”.
Gabriele Albertini ha incassato quindi 543 voti, alla Camera la lista di Mario Monti con Udc e Fli hanno preso 1.500 voti , quindi 957 sono trasmigrati altrove.
Il candidatodi Fare ha ottenuto 176 voti alle regionali, mentre alla Camera il movimento di Oscar Giannino si è fermato a 256 voti , quindi 80 in meno. Se nei sostenitori di Fare per fermare il delicno prevale il senso di rottura versa la delusione di una politica di centrodestra mai attuata, probabilmente le schede di scarto saranno andate ad Umberto Ambrosoli, ma non è detto sia stato cos.
Antonio Ingroia e la sua Rivoluzione civile alla Camera ha ottenuto 138 voti: se è prevalso lo pirito di “incazzatura” che il suo elettorato esprime, i voti potrebbero essere andati al Movimento 5 Stelle, oppure ad Umberto Ambrosoli se ha predominato il desiderio di fare diga di sbarramento verso un governatore leghista. Nelle ipotesi che ho formulato: Umberto Ambrosoli = 3.816 - 2752 = 1.064 - 476 = 588. Se escludiamo i voti di “Fare” e di Antonio Ingroia questi 588 voti che gli hanno permesso  di prevalere a Merate potrebbero essere voti dei centristi (il 61% dei voti in uscita dei centristi), poiché appare ragionevole che i 138 voti "suoi" siano andati ad Umberto Ambrosoli.  I voti centristi in favore di Umberto Ambrosoli sono stati solo 450, il 47%, il 53% dei centristi probabilmente ha votato Roberto Maroni. Umberto Maroni = 3.513 - 2.908 = 605. Si tratta di voti arrivati tutti dai centristi? La mia sorpresa a questo punto è grande: perché nella migliore delle ipotesi solo il 30 % dei 1.500 elettori di centro, nella scelta tra un governatore leghista molto noto, sostenuto dagli strenui difensori della destra italiana in piena deriva populista, ed un candidato di centrosinistra, certamente non noto, ma con un profilo che potrebbe piacere ai ai centristi, avrebbe preferito primo?
Qualcosa non quadra. C’è una variante importante alle ipotesi formulate: gli elettori del Movimento 5 Stelle alla Camera sono in parte elettori leghisti o del Pdl delusi/incazzati e quindi avrebbero votato pienamente soddisfatti alle regionali per Roberto Maroni.
Questo farebbe riprendere quota alla percentuale di centristi pro Umberto Ambrosoli, ma porrebbe grossi interrogativi alle proposte progressiste formulate fino ad ora in Lombardia.

Cesare Perego
Capogruppo consiliare del Gruppo di "Insieme per Merate"

lunedì 11 marzo 2013

Il mercato del verde

Allarme ci suscita l’articolo, pubblicato su Merateonline dal titolo: "Merate: la “revisione” del mercato del martedì. Via Alessandro Manzoni e viale Lombardia da rivedere. Ma si ipotizza un trasloco". L'Assessore al Commercio Giuseppe Procopio annuncia la revisione del mercato settimanale del martedì il cui regolamento è ancora fresco di stampa essendo stato approvato e non solo adottato, il 29 gennaio u.s. dal Consiglio Comunale; la revisione è dettata da problemi di sicurezza connessi con l’ubicazione delle bancarelle nelle vie sopra citate.
Si ipotizza una “vera rivoluzione” spostando l’intero mercato dal centro in zona limitrofa; ahinoi l’Amministrazione annovera fra le soluzioni l’area di via Salvador Allende, ovvero la superficie di proprietà comunale che il Piano di Governo del Territorio (PGT), approvato un anno fa, destina a verde (scheda S2b: servizio per il verde).
Si tratta di un’area che si colloca fra Villa Cornaggia, Cascina Vedù ed il Parco delle Piramidi in una delle zone più belle di Merate. Ve l’immaginate una spianata in asfalto di centinaia di metri quadri da destinare alle bancarelle ed a parcheggio? Auspicando un pronunciamento da parte dell’Assessore all’Urbanistica, speriamo che il tema possa venire analizzato anche con le Minoranze come annunciato dall’Assessore al Commercio nella Deliberazione 3 del Consiglio Comunale tenutosi il 29.1.2013.

Ernesto Passoni
Consigliere Comunale del Gruppo di "Insieme per Merate"