Il 14 ottobre scorso è comparso un testo del Sindaco di Merate che riassume la posizione dell’Amministrazione comunale relativamente alla vicenda dell’elettrodotto interrato da realizzare a Brugarolo.
La vicenda sta evolvendo in modo tale, che l’ ipotesi di realizzare un nido a Brugarolo, dallo stato di progetto di alcuni mesi fa (sostenuto dalla precedente Giunta di Giovanni Battista Albani), si sta scolorando in opzione futura, il cui venir meno, è questo il dato su cui mi soffermerò, non risulta essere considerato (dall'attuale Giunta di Andrea Robbiani) un danno per Merate. Ho riletto più volte il testo del sindaco poiché, al di là della sua evidente necessità di dover giustificare come è sfumato il finanziamento, (per seguire il consenso dei proprietari dei terreni coinvolti), in esso, egli esprime in modo compiuto, una serie di considerazioni sul tema dell’utilità del nido , che prospettano ahimè minacciose nubi per il futuro delle famiglie. Due sono gli elementi che non mi convincono.
Il primo è riferito ai dubbi che il nido non sia un modo certo di promuovere la qualità della vita della frazione di Brugarolo.(“è necessario puntualizzare che anche la realizzazione di un asilo nido non sarebbe in grado di compensare lo storico conflitto tra residenze ed aziende”) Certo non esistono bacchette magiche , ma come non comprendere che è proprio una realtà come il nido che risveglia un tessuto di relazioni, il bene più prezioso in una frazione? Forse è il caso di aprire una riflessione su cosa la Giunta in carica intenda per bene di una frazione.
Il secondo elemento negativo riguarda l’errore relativo alla quantificazione del bisogno delle famiglie, (nei numeri attuali e nella prospettiva futura, di cui non fa cenno) che lo portano a concludere che non occorre alcun intervento. I dati sulla lista di attesa di Merate non sono riportati in modo corretto. Nella graduatoria di maggio 2009 nel nido di Merate risultavano presenti 68 domande di residenti e 24 di non residenti. A Pagnano nello stesso mese sono state presentate 16 richieste per i residenti e 8 per i non residenti. Preciso che 8 nominativi di residenti sono gli stessi nelle due liste. Pertanto richiedono il servizio 76 famiglie, tolti i 20 ingressi realizzati a Merate ed i 5 a Pagnano, ne restano 51. Robbiani riporta il dato di 25 bambini , che attraverso l’introduzione del concetto di “lista teorica” fa scendere ulteriormente a 15. Non entro in merito della semplificazione (che contesto) che lo porta, senza aver dati oggettivi, a considerare che il bisogno reale di inserimento nelle strutture di nido è il 50% delle domande.
Dichiarare inoltre “è necessario domandarsi se abbia senso investire 600-700 mila euro per il nuovo nido in quanto quelli esistenti sono in grado di sopperire al fabbisogno attuale”, a parte il fatto di sapere chi gli abbia dato quella cifra gonfiata per eccesso (il doppio), richiede almeno che quanto prima, il Comune sia in grado di telefonare alle famiglie che aspettano e dire loro dove siano questi posti esistenti.
Ma al di là del facile antagonismo che non mi interessa scatenare, sono stupito dell’impostazione riduttiva verso i servizi in favore delle famiglie con minori che emerge dal suo intervento, in quanto mi pare risieda sulla non comprensione del fatto che dal progressivo aumento del tasso di occupazione femminile non si tornerà indietro. Se veramente non vogliamo penalizzare il diritto di una coppia a costruire una famiglia con dei figli, è tempo di lavorare in modo serio in questo ambito.
Rilancio pertanto la sfida di completare la rete dei servizi prima infanzia a Merate, o meglio del meratese come sarebbe più corretto fare; lo invito a procurarsi la delibera di Giunta della Regione Lombardia del 16 settembre e il bando del 25 settembre che mettono a disposizione 18 milioni di euro come contributi per il finanziamento di nuovi posti in asilo nido e micronidi. La scadenza è il 10 dicembre 2009.
La vicenda sta evolvendo in modo tale, che l’ ipotesi di realizzare un nido a Brugarolo, dallo stato di progetto di alcuni mesi fa (sostenuto dalla precedente Giunta di Giovanni Battista Albani), si sta scolorando in opzione futura, il cui venir meno, è questo il dato su cui mi soffermerò, non risulta essere considerato (dall'attuale Giunta di Andrea Robbiani) un danno per Merate. Ho riletto più volte il testo del sindaco poiché, al di là della sua evidente necessità di dover giustificare come è sfumato il finanziamento, (per seguire il consenso dei proprietari dei terreni coinvolti), in esso, egli esprime in modo compiuto, una serie di considerazioni sul tema dell’utilità del nido , che prospettano ahimè minacciose nubi per il futuro delle famiglie. Due sono gli elementi che non mi convincono.
Il primo è riferito ai dubbi che il nido non sia un modo certo di promuovere la qualità della vita della frazione di Brugarolo.(“è necessario puntualizzare che anche la realizzazione di un asilo nido non sarebbe in grado di compensare lo storico conflitto tra residenze ed aziende”) Certo non esistono bacchette magiche , ma come non comprendere che è proprio una realtà come il nido che risveglia un tessuto di relazioni, il bene più prezioso in una frazione? Forse è il caso di aprire una riflessione su cosa la Giunta in carica intenda per bene di una frazione.
Il secondo elemento negativo riguarda l’errore relativo alla quantificazione del bisogno delle famiglie, (nei numeri attuali e nella prospettiva futura, di cui non fa cenno) che lo portano a concludere che non occorre alcun intervento. I dati sulla lista di attesa di Merate non sono riportati in modo corretto. Nella graduatoria di maggio 2009 nel nido di Merate risultavano presenti 68 domande di residenti e 24 di non residenti. A Pagnano nello stesso mese sono state presentate 16 richieste per i residenti e 8 per i non residenti. Preciso che 8 nominativi di residenti sono gli stessi nelle due liste. Pertanto richiedono il servizio 76 famiglie, tolti i 20 ingressi realizzati a Merate ed i 5 a Pagnano, ne restano 51. Robbiani riporta il dato di 25 bambini , che attraverso l’introduzione del concetto di “lista teorica” fa scendere ulteriormente a 15. Non entro in merito della semplificazione (che contesto) che lo porta, senza aver dati oggettivi, a considerare che il bisogno reale di inserimento nelle strutture di nido è il 50% delle domande.
Dichiarare inoltre “è necessario domandarsi se abbia senso investire 600-700 mila euro per il nuovo nido in quanto quelli esistenti sono in grado di sopperire al fabbisogno attuale”, a parte il fatto di sapere chi gli abbia dato quella cifra gonfiata per eccesso (il doppio), richiede almeno che quanto prima, il Comune sia in grado di telefonare alle famiglie che aspettano e dire loro dove siano questi posti esistenti.
Ma al di là del facile antagonismo che non mi interessa scatenare, sono stupito dell’impostazione riduttiva verso i servizi in favore delle famiglie con minori che emerge dal suo intervento, in quanto mi pare risieda sulla non comprensione del fatto che dal progressivo aumento del tasso di occupazione femminile non si tornerà indietro. Se veramente non vogliamo penalizzare il diritto di una coppia a costruire una famiglia con dei figli, è tempo di lavorare in modo serio in questo ambito.
Rilancio pertanto la sfida di completare la rete dei servizi prima infanzia a Merate, o meglio del meratese come sarebbe più corretto fare; lo invito a procurarsi la delibera di Giunta della Regione Lombardia del 16 settembre e il bando del 25 settembre che mettono a disposizione 18 milioni di euro come contributi per il finanziamento di nuovi posti in asilo nido e micronidi. La scadenza è il 10 dicembre 2009.
Cesare Perego