sabato 25 febbraio 2012

Lutto cittadino

L’Attila padano insieme alle suo orde celtiche in camicia verde e i lanzichenecchi pidielciellini hanno compiuto un nuovo sacco di Merate. Hanno annientato la festa di San Giuseppe patrono di Cicognola. Ci si sarebbe aspettati un atteggiamento diverso da un Sindaco leghista che si professa difensore delle tradizione e delle origini cristiane del popolo. E ci si sarebbe aspettati più impegno da un Assessore alle Identità Locali Giuseppa Giusy Spezzaferri: ma forse è troppo impegnata a elargire patrocini e sostenere conferenze e incontro per i raffinati pensatori della Semina, i rinomati ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Brera, le Associazioni milanesi metropolitane, gli espositori dei fiori, per concedere una qualche attenzione a una vile sagra paesana. “Stroncata dalla burocrazia”, “Uccisa dalla burocrazia” titolano i giornali. Giusto, ma da quale burocrazia? Da quella di un’Amministrazione Comunale formata da Lega Nord e Popolo delle Libertà che non sanno risolvere i problemi ma solo crearli. Negli altri posti le feste si organizzano lo stesso anche se la burocrazia è la stessa, i concerti si tengono lo stesso, i contributi ai volontari si danno lo stesso. A Merate no, manca la volontà, anzi c’è la precisa volontà di rovinare sempre tutto e di costringere i cittadini meratesi a un perenne lutto cittadino.

Marco Airoldi

venerdì 24 febbraio 2012

IMU: le aliquote devono essere modulate in funzione di una maggiore equità

Non è che si siano divisi i compiti: alla Lega il PGT, al Popolo della Libertà il Bilancio?

Il Governo Mario Monti ha reintrodotto l’imposta sulla prima casa; decisione che mi vede contrario laddove la stessa casa sia di tipologia popolare, convenzionata o civile, in quanto si tratta di un bene primario come il cibo ed i vestiti.
Il cosiddetto decreto “Salva Italia” ha, infatti, previsto l’anticipazione “in via sperimentale” di detta omposta, in particolare, sulle aree fabbricabili e sui fabbricati, compresa la prima casa e le pertinenze (box, cantine, garage, tettoia posto auto).
Nel dibattito in corso, nella Commissione Consiliare Bilancio, sulla fissazione delle aliquote IMU, non si è affrontato il problema dalla testa, ovvero con quali criteri muoversi entro i gradi di libertà concessi ai Comuni (un'occasione perduta!). Penso, invece, che le aliquote debbano essere modulate in funzione di una maggiore equità (o, se si preferisce, una minore disequità) per i Cittadini e tenendo conto delle pur doverose necessità di entrata per il Comune.
Sulla prima casa l’aliquota base è 0,4% del valore catastale (base imponibile), rivalutata del 60% ed i Comuni hanno la potestà di variarla da un minimo di 0,2% ad un massimo di 0,6%. Sugli altri beni immobili e fondiari l’aliquota base è di 0,76%; rivalutata diversamente in funzione della tipologia; qui i Comuni hanno la potestà di variarla da un minimo di 0,46% ad un massimo di 1,06%.
A mio parere seguirei i sottoriportati criteri per la differenziazione delle aliquote.
Riguardo alla prima casa la tentazione sarebbe quella di minimizzare l’aliquota allo 0,2%, anche se, pur con l’aliquota predefinita dello 0,4%, sono previste detrazioni atte a garantire le case più economiche; inoltre si deve tener conto delle necessità del Comune. Assoluta contrarietà all’aumento oltre lo 0,4%.
Riguardo agli altri immobili opererei variazioni, sull’aliquota base di 0,76%, in funzione dell’utilizzo, o meno dell’immobile. Ad esempio la seconda od altra casa, se locata, meriterebbe aliquota base o minore (fino a 0,46%), se non locata, locata in nero (quindi ufficialmente non locata) o non utilizzata meriterebbe un’aliquota superiore (fino a 1,06%). Analogo ragionamento potrebbe essere effettuato riguardo ai fabbricati industriali a seconda o meno del loro utilizzo. Non penalizzerei ulteriormente, rispetto a quanto fissato dallo Stato, le attività commerciali e produttive.
Quanto sopra, oltre ad essere ispirato da criteri di equità, potrebbe intervenire sul mercato immobiliare in modo virtuoso, cioè modificandone la dinamica nel senso di indurre a costruire per ciò che è effettivamente necessario, non per puro investimento speculativo ed, inoltre, ad incentivare l' utilizzo di volumi edilizi esistenti.
Un aspetto positivo della legge in oggetto è l'aumento significativo del valore catastale dell'immobile che, mi auguro, sia il primo passo per parificare detto valore con quello commerciale; lo Stato dovrebbe, inoltre, revisionare il Catasto per renderlo più consono alla realtà
Curiosità mi suscita l'atteggiamento della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, che, dopo la crociata con la parola d'ordine sul non pagamento dell'IMU, è scesa a più miti consigli promettendo di far circolare, nei Comuni, una mozione per la fissazione allo 0,2 % dell'aliquota sulla prima casa.
Vedremo come opererà l'Amministrazione a guida leghista di Merate. Mi sorge un dubbio: non è che si siano divisi i compiti, alla Lega il PGT, al Popolo della Libertà il Bilancio?

Ernesto Passoni

giovedì 23 febbraio 2012

Cacca di cane ovunque

Gentilissimi, cercando in internet mi sono imbattuta nel vostro blog, che, per quello che sono finora riuscita a leggere, ho trovato molto interessante. Siccome leggo che siete disponibili a dibattito e al confronto, magari anche su questioni "minori", ho deciso di mandarvi in copia una mail appena spedita al Comune di Merate, in attesa di risposta. Forse anche voi potrete o avrete voglia di dirmi qualcosa in merito.

Gentile Comune di Merate,
sono residente da poco in questa città, e nei miei quasi 35 anni di vita ho conosciuto bene sia la realtà brianzola, vivendo a Verano Brianza (MB) e a Inverigo (CO), sia quella milanese, per un paio di anni.
Devo dire però che sono molto stupita dall'aver trovato proprio a Merate, cittadina che mi aspettavo "curata" e molto vivibile, una quantità di feci di cane sui marciapiedi mai vista da nessuna parte!
Stamattina, andando e tornando dal mercato, mi sono imbattuta in feci di cane ovunque, persino nelle vie centrali, che sono sotto gli occhi di tutti. Non parliamo poi delle vie un po' più "defilate": il marciapiede di via Frisia è letteralmente invaso da escrementi (se non mi credete andate pure a controllare). E con questo non sto dicendo che ci sia "qualche cacca", no no, dico proprio a decine, una dietro l'altra! Evidentemente dev'essere proprio un'abitudine dei proprietari di cane meratesi, quella di non raccogliere gli escrementi. O forse a Merate vigono leggi speciali per cui qui chi non provvede a raccogliere gli escrementi, non è soggetto a sanzione. E' forse così? Di sicuro quello che ho capito è che i cittadini meratesi (che portano a spasso il cane) non sono soggetti a senso civile. E sì che di aree verdi qui ce ne sono, per gli animali; visto che il verde è uno dei vanti della Brianza. Eppure sembra sia più comodo per tutti farla fare sui marciapiedi della città. Possibile che nessuno dica nulla, nessuno controlli o si faccia qualcosa?
Grazie per l'attenzione, cordialmente.

Mirella M.

Farneticazioni in libertà

Sono rimasto esterrefatto dalla lettura dell'articolo "E' ora di cambiare", che definire qualunquista è un eufemismo sesquipedale.
Il nostro Signor Speriamobene, dopo avere imbracciato lo sparac...ate e sventagliato ad alzo zero, accusa i Sindacati di essere una lobby scollegata dai Lavoratori; ci riempie di parole trite e ritrite quali cambiamento e modernizzazione senza dare ad esse un contenuto; cosa vuol dire: “esigenze di cambiamento che la modernità impone”. Si potrebbero effettuare tutte le combinazioni dei termini della frase (es.: esigenze di modernità che il cambiamento impone, ecc.) senza modificarne l'inconsistenza.
E' far torto all'intelligenza di Pierluigi Bersani per inciso, un filosofo, affermare che sia a favore o contro la globalizzazione; sarebbe come dire che è contro la rotondità della terra; infatti la globalizzazione è un processo ineluttabile: potrà piacere o dispiacere, ma così va il mondo. Il Nostro lancia accuse a chi ha banchettato e gozzovigliato nel passato: chi sono costoro? Forse quelli del Bagaglino e connessi, non certo i Sindacati. Quale avrebbe dovuto essere la capacità “programmatoria” dei Sindacati, che a differenza di quelli tedeschi, non cogestiscono le aziende? Dopo l' attacco forsennato ai Sindacati il Signor Speriamobene si butta contro i Politici, anche qui facendo di ogni erba un fascio e si lamenta che il Presidente del Consiglio Mario Monti non possa lavorare; ma se in tre mesi ha legiferato più e meglio del Governo Berlusconi in tre anni? Può fare ciò, perchè ha una larga base parlamentare formata da tre fra gli aborriti Partiti. Il Nostro, nella sua allucinata disanima, prosegue sciabolando a destra e soprattutto a manca, accusando, non si capisce se i famigerati Sindacati o il perfido Bersani, di essere favorevoli/e a nuove tasse, ma di essere contrario alle riforme.
Conclude il suo sproloquio dando la colpa di tutti i mali di cui soffre l'Italia ai Sindacati ed a Bersani che non avrebbe mai lavorato onestamente.
Il Nostro non ha mai pensato che la crisi mondiale attuale è di natura strutturale (come quella del '29), di sovrapproduzione e di spostamento dell'economia dall'Occidente all'Asia sud orientale?
Non ha pensato che la crisi italiana discenda dal non aver fatto Ricerca, dall'avere una negativa bilancia commerciale agricola, da non avere sviluppato comparti industriali strategici come l'elettronica (non produciamo alcun apparecchio), la chimica e la farmaceutica; dal non sapere valorizzare il cosiddetto giacimento culturale.


Ernesto Passoni

martedì 21 febbraio 2012

E' ora di cambiare

Sentire le affermazioni di Bersani nelle quali afferma che non vi sarà riforma del mercato del lavoro senza accordo con le sigle sindacali, fa perlomeno sconcerto. Difendere a prescindere una lobby quale quella sindacale, da tempo scollegata dai lavoratori ed attenta unicamente ai propri equilibri di potere è palese manifestazione di un'Italia che non vuole cambiare e modernizzarsi. Bersani è l'esemplificazione lampante di un uomo di partito imprigionato nelle logiche del passato, incapace di rispondere alle esigenze di cambiamento che la modernità ci impone. Non si può essere a favore della globalizzazione ed allo stesso tempo arroccarsi su posizioni di 60 anni fa. Il sistema che si sta difendendo, dalla giustizia alla politica, dal lavoro alla finanza, è quello che ci ha condotto sull'orlo del baratro, scaricando sulle nuove generazioni (che oggi si fa finta di voler difendere) i banchetti e le gozzoviglie del passato. Il sindacato così come opera in Italia è la rappresentazione di una incapacità programmatica senza limiti, tesa a tutelare i propri diritti senza pensare ai propri doveri. E' stato chiamato Monti a fare il lavoro sporco; a fare ciò che i politici in 60 anni di truffe e saccheggi non hanno saputo fare....ecco almeno che lo si lasci lavorare! Troppo facile essere d'accordo sul mettere ancora nuove tasse a pioggia, ma poi sottrarsi alle sfide delle riforme. Guardiamo il nostro territorio dove centinaia di imprese sono collassate su se stesse senza un minimo sostegno da pubblica amministrazione e sistema finanziario; dove migliaia di lavoratori sono senza lavoro, senza possibilità di trovarlo e senza vere tutele. Perchè quando i soldi non ci sono c'è poco da inventarsi la tutela sindacale (che come si sa sfama unicamente chi fa il sindacalista di professione). Insomma, Bersani, come sempre, ha mancato l'occasione per dire una cosa intelligente...segno preponderante che i politici che oggi ci ritroviamo sono sempre più interessati ai loro ritorni economici (ma quando mai hanno fatto un onesto lavoro??) e non all'interesse di tutti.
Alla fine, come sempre, ci si dovrà arrangiare da soli!
Speriamobene

lunedì 20 febbraio 2012

Il numero di docenti deve essere adeguato alla scuola che vogliamo realizzare

Proponiamo il testo della lettera dei sindaci di Cernusco Lombardone, Lomagna, Montevecchia e Osnago consegnata dal senatore Antonio Rusconi al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo nel corso della sua visita di lunedì scorso a Lecco. Nella lettera sono sintetizzate le conseguenze dei tagli al personale scolastico già attuati e di prossima attuazione.

Alla cortese attenzione di Sua Eccellenza
Dott. Francesco Profumo
Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca

Siamo Sindaci di alcuni piccoli comuni della Provincia di Lecco, sempre più preoccupati della situazione in cui versano oggi le nostre scuole primarie e secondarie di primo grado.
L’organizzazione nelle nostre scuole primarie - prima della legge 133 del 2008 - era solidamente attestata su un impianto a 30 ore, con tre insegnanti su due moduli che, grazie a qualche ora di compresenza, svolgevano attività (a nostro giudizio irrinunciabili) di sostegno all’apprendimento di soggetti con qualche difficoltà, di alunni stranieri da poco in Italia, attività laboratoriali, di lavoro a gruppi, di uscite didattiche e sorveglianza e di attività educative durante l’intervallo – mensa.
Con l’avvento delle disposizioni della legge sopra citata, si sono operati tagli consistenti al personale e, nel contempo, si è aumentato il numero di alunni per classe.
Si chiede ai genitori di scegliere l’organizzazione scolastica che si predilige, ma poi non si assegna il personale occorrente per realizzarla: lo scorso anno per parecchie classi prime è stato chiesto il tempo pieno a 40 ore, che non è stato accordato.
Oltre alla imprescindibile nostra preoccupazione per la qualità dell’offerta formativa, condizionata da un organico limitato che prevede orari di insegnamento dei docenti, a volte molto frammentati e discontinui, per noi è di grande preoccupazione l’intervento economico che ci viene richiesto per migliorare le strutture e i servizi.
Laddove il numero di alunni per classe aumenta, necessariamente i Comuni devono intervenire per mettere a norma gli edifici e le aule, con un esborso consistente di denari, che di questi tempi è quasi impossibile recuperare.
Nelle realtà scolastiche nelle quali, inoltre, il personale docente non ha ore di compresenza, il Comune deve provvedere con personale esterno all’assistenza degli alunni durante la permanenza in mensa.
E’ vero che la refezione scolastica è un servizio erogato dal Comune, però, nel caso del tempo pieno, viene considerato momento educativo e di socializzazione quindi bisognoso della presenza del personale docente; nel caso dell’organizzazione a tempo prolungato è considerato scorporato dall’attività formativa e quindi va gestito da personale dequalificato. Non c’è incongruenza in questo?
Il nostro Istituto Comprensivo accoglie anche due sezioni di scuola potenziata per disabili gravi. E’ un’iniziativa di spessore educativo, un’opportunità di crescita per chi parte svantaggiato, un aiuto “ad personam” come è giusto che sia. Anche su questo fronte si profilano tagli al personale con richiesta ai Comuni di intervenire con educatori che svolgano più un’attività di assistenza che di sviluppo cognitivo. Anche in questo caso, per noi , è eccessivo.
Ci ripetiamo in continuazione che il momento economico è di estrema difficoltà per tutti, ma in particolare lo è per i Comuni che si trovano tagliate le risorse e aumentate le richieste e le esigenze della popolazione.
Abbiamo la fortuna di un Istituto Comprensivo guidato da persona capace e sensibile con cui c’è molta collaborazione e di un collegio docenti di grande professionalità, sovradimensionato in quanto a numero degli alunni, ma con una attribuzione di personale in continuo decremento.
Crediamo che non debba essere la scuola ad adattarsi al numero di docenti assegnato ma che debba essere il numero di docenti adeguato alla scuola che vogliamo realizzare.
Confidiamo nella Sua sensibilità a queste importanti tematiche e chiediamo a questo nuovo Governo di operare scelte che non mortifichino la nostra scuola, che anzi, la rivitalizzino e la forniscano di quanto occorre per essere una scuola al passo con i tempi.
La ringraziamo per l’attenzione e porgiamo i nostri più cordiali saluti

I Sindaci Giovanna De Capitani di Cernusco Lombardoni,
Stefano Fumgalli di Lomagna, Sandro Capra di Montevecchia
e Paolo Strina di  Osnago

domenica 19 febbraio 2012

CDD, sogni ad occhi aperti

Come sempre, i nostri amministratori si infarciscono la bocca di grandi paroloni e progetti, per poi partorire un misero topolino. E ciò accade anche per la vicenda CDD, Centro Diurno Integrato. Dopo aver proditoriamente fatto saltare la ristrutturazione dell'ex CSE a carico della Fomas per raccattare una manciata di voti (peraltro, dicono i bene informati, già scomparsi); dopo aver millantato per due anni la realizzazione di un grande CDD in centro, perchè Brugarolo non era ritenuta degna di tale opera, pur conoscendo le ristrettezze di bilancio a cui si andava incontro; eccoci presentare, come di consueto, un progetto raffazzonato.
Nella vecchia scuola elementare di Via F.lli Cernuschi, dando una bella mano di colore, ecco che magicamente appare una struttura definita operativa ma provvisoria, una struttura destinata ad essere sostituita, secondo i piani dell'Assessorato da un'altra ben più faraonica. E quindi, semplicemente, gettiamo nel cestino altri 500.000 €!! Perchè se l'opera sarà sostituita che senso ha spendere tutto quel denaro? Delle due l'una: o l'opera non verrà mai sostituita, almeno nei prossimi 10 anni; oppure la spesa attuale si rende necessaria ed improrogabile per correggere evidenti errori di programmazione effettuati nei precedenti due anni di amministrazione. Io ritengo entrambe le cose, perchè si sa in Italia non vi è nulla di più definitivo di ciò che dovrebbe essere provvisorio. E io pago!
Abracadabra