Al Presidente della Provincia di Lecco
Daniele Nava
Le scriviamo da suoi coetanei, che come Lei hanno maturato un’esperienza decennale nelle amministrazioni locali, e da Consiglieri Provinciali che - nonostante siedano nei banchi della minoranza - tengono molto all'immagine che la Provincia dà di sé. Un’immagine che viene di giorno in giorno costruita sia tramite gli atti e le pratiche di governo, sia attraverso le parole, le dichiarazioni e le prese di posizioni pubbliche del Presidente e della sua Giunta.
Abbiamo voluto far trascorrere qualche giorno dalla sua intervista rilasciata domenica scorsa ad un giornale locale, nel corso della quale se la prende con le opposizioni, che accusa di avere un atteggiamento “fuori di testa” e barricadero nei confronti del redigendo Piano Cave, ed anche con i Comitati, che si oppongono alle cave tout court senza capire - da pregiudizialmente rivoltosi quali sono - che al primo posto Lei mette lo sviluppo del territorio e dell'economia locale.
Ci scusi per la sintesi irrispettosa ma, stringi stringi, è questa l'accusa che Lei muove ai Comitati e all’opposizione, senza rendersi conto che dietro queste categorie risiedono opinioni trasversali e condivise anche da persone che l'hanno votata 3 anni fa e che mai avrebbero pensato di essere definiti “superficiali” e prevenuti solo per la scelta di difendere il territorio in cui vivono e la propria qualità della vita. E non si rende, forse, nemmeno conto che con i suoi strali colpisce anche decine di amministratori, di destra e di sinistra, che si sono schierati a fianco di questi cittadini a difesa delle proprie comunità. Le notizie degli ultimi giorni ci dicono addirittura che componenti autorevoli della Sua maggioranza, alcuni dei quali da Lei incaricati a gestire e governare la Provincia al suo fianco, farebbero parte di questi gruppi ignorantemente sovversivi.
Per queste ragioni Le suggeriamo ora di fermarsi un attimo a riflettere, di tirare un lungo respiro e di rileggere bene le dichiarazioni espresse dalle minoranze e i documenti redatti dai Comitati e dai Sindaci (sia del meratese e del casatese, sia dell'area del Cornizzolo). Lì dentro troverà le ragioni che hanno mosso centinaia e centinaia di persone a guardare con molta preoccupazione l'azione della Provincia in materia di cave. Una preoccupazione che deriva dall'impressione che vi stiate muovendo senza aver ben chiaro quale debba essere il percorso, mettendo a rischio un territorio non con il senso di responsabilità e la cautela che derivano dall'approfondimento e dal confronto, ma in modo casuale e - se ci permette - un po' arrogante, di chi crede di sapere e di avere le risposte pronte per tutto.
Capiamo - anche se non lo condividiamo affatto - che nel momento in cui avete deciso a tutti i costi di redigere un nuovo Piano Cave (che, è bene ricordarlo, è costato ai contribuenti oltre 85mila euro di consulenze), non fosse per voi più possibile non “portare a casa” risultati, nonostante il fatto che una legge regionale ormai prossima all’approvazione potrebbe radicalmente cambiare le carte in tavola e nonostante sarebbe forse potuta bastare una semplice revisione del “vecchio” Piano Cave, peraltro non ancora esaurito e con ingenti quantità di materiali non ancora estratti. Riteniamo però, che questo non lo si possa fare contro tutto e tutti, senza riguardi nei confronti del territorio che si va a ferire e senza portare rispetto agli amministratori che lo sovrintendono.
E invece di essere grato a chi Le sta dicendo, quasi a voce sola, che la direzione che avete preso non è quella giusta, che è necessario vi fermiate e analizziate seriamente e coralmente la situazione (anche a costo di tornare sui vostri passi), Lei usa parole forti, minacciose e a tratti offensive che mirano a zittire. Senza pensare che l'ascolto, la disponibilità a capire le ragioni e il rispetto nei loro (e nei nostri) confronti sarebbe sintomo di buona amministrazione, di chiarezza di idee e di competenza.
Ad oggi l'immagine che ne emerge è invece quella di un'amministrazione provinciale che non ascolta i propri territori, che disprezza le forme democratiche di espressione e di partecipazione e che non riconosce ai cittadini la capacità di discernere e di scegliere da che parte stare. Non è, questo, un atteggiamento che manifesta forza e sicurezza, bensì lascia intendere che vogliate guardare il dito perchè non siete abbastanza sicuri di voi per guardare il cielo e la luna.
E questo non ci pare un modo corretto di fare e, anzi, riteniamo che rischia di lasciar trasparire - ancora una volta - la Sua poca adeguatezza al ruolo che sta ricoprendo.
Ci dimostri il contrario: ci dica quale è la Sua idea - almeno una - di sviluppo per questa Provincia.
Pensa che lo sviluppo sul lungo periodo passi attraverso la possibilità per le aziende di espandersi come e dove vogliono e per gli escavatori di cavare in qualsiasi luogo ci sia disponibilità di materia prima, così come appare leggendo le Sue dichiarazioni attorno al nuovo piano cave e le linee guida per il nuovo PTCP?
O, magari, è uno sviluppo che si basa sulla creazione di nuovi modelli di utilizzo e di promozione del territorio, che passano attraverso l'impegno a realizzare Poli Produttivi ecologicamente attrezzati e sostenibili; a favorire la produzione di materia prima per l'edilizia attraverso il riuso di materiali di recupero; a promuovere Distretti Culturali Evoluti – come l'ormai affossato, ahinoi, Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei – che mette insieme cultura, territorio, turismo e industria e crea meccanismi virtuosi di crescita?
Se il suo progetto è il primo, ci dispiace: non ci siamo. E' uno sviluppo di pochi a dispetto del ben vivere di molti. Nel secondo caso, invece, ci avrà dalla sua parte e smetteremo di chiederci dove sia finito il pragmatismo liberista che sfoggiava in campagna elettorale e dove siano i risultati a favore del territorio e dei suoi abitanti.
Alessandro Pozzi,
Capogruppo Sinistra e Libertà Provincia di Lecco
e Chiara Bonfanti,
Consigliera Partito Democratico Provincia di Lecco