sabato 8 ottobre 2011

Il coraggio delle scelte che a Merate manca

Riceviamo e pubblichiamo

E’ di queste ore la notizia che il sindaco di Rovagnate Marco Panzeri ha detto no al Salumificio Beretta in paese (vedi articoli di Merateonline, agenzia del Giorno online). La proprietà voleva che un terreno di 60mila metri quadrati agricolo venisse reso edificabile concedendo a titolo di “risarcimento” dell’area verde cancellata un milione di euro. Briciole praticamente su un investimento da 100milioni e rotti euro e un cambio di destinazione d’uso che fa lievitare di venti volte il valore dell’appezzamento. Ma il bravo primo cittadino non ci è cascato e non ha ceduto nemmeno al vile ricatto morale della creazione di 350 forse 400 mica pochi nuovi posti di lavoro, sempre che sia vero visto che i sciur padroni hanno liquidato la promessa occupazionale in tre righe tre. Lo faranno passare per il comunista che si oppone agli imprenditori, per il campanilista che pensa solo al suo piccolo orticello, dell’approfittatore di centrosinistra che vuole sfruttare i poveri ricchi che hanno il coraggio di guardare al futuro nonostante la crisi… Ma non importa, chi è intelligente ha capito che dietro alle parole c’era la fregatura e che questo signori è un vero e coraggioso esempio di difesa degli interessi reali del territorio in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue componenti.
A Merate sta succedendo esattamente l’opposto: le aziende che chiudono e spostano l’attività altrove lasciando a casa gli operai vengono premiate con la possibilità di trasformare i capannoni in case. Diana e BetonVilla dicono qualcosa? O ci si inginocchia davanti al potere di Santa Romana Chiesa: Cassina Fra’ Martino din don dan insegna… E poi accusavano il buon Battista Albani, che ha avuto il coraggio di lasciare agricoli i terreni della parrocchia di Sartirana, di voler fare un regalo alla Curia di Milano, ma ci facciano il piacere!!! Forti coi deboli e deboli coi forti, ecco il motto dell’armata brancaleone in uniforme rigorosamente verde e azzurra che ci governa.

Infiltrato

La mancanza di coraggio ed il sale sulla ferita aperta del Sindaco

La replica stizzita in Consiglio Comunale alle dichiarazioni del nostro Consigliere Anchille Panzeri e l’intervento pubblicato il 2 ottobre da Merateonline confermano che abbiamo colpito nel segno, versando sale su una ferita aperta.
E la ferita aperta è la dicotomia che sta lacerando i sindaci leghisti e anche tanti semplici militanti della Lega Nord che “vedono traditi i loro ideali di onestà, di rettitudine, coerenza di ideecome scrive il sindaco leghista di Macherio nella lettera pubblicata dal Corriere della Sera.
Certo possiamo dare atto che il Sindaco Andrea Robbiani in alcuni casi si è battuto per Merate con posizioni un po’ defilate rispetto alla Lega. Ma proprio per questo ci aspettavamo che sarebbe andato fino in fondo, aderendo anche all’ultima manifestazione di protesta del 15 settembre. Ma questo coraggio non l’ha avuto ed è questo che gli abbiamo rimproverato.
Si aspettava forse l'Andea Robbiani che da buoni samaritani avremmo versato olio sulle sue ferite infertegli dai predoni di Roma? Non siamo abituato ad ungere...Quello che pensiamo lo diciamo schiettamente.
Speriamo che da questa dicotomia, proprio come nel caso dei dicotiledoni, possa nascere un virgulto nuovo per la politica italiana.

Il Gruppo Consiliare di Insieme per Merate
Giovanni Battista Albani, Gabriella Mauri,
Achille Panzeri, Cesare Perego e Roberto Riva

venerdì 7 ottobre 2011

Nomine nelle aziende partecipate: i partiti comincino da qui

In molte città italiane si è aperta la stagione dei rinnovi dei Consigli di Amministrazione delle aziende partecipate dai Comuni, e il tema è troppo importante per essere liquidato come un affare interno alla Giunta o ai partiti.
Molti cittadini non sanno neppure cosa siano le partecipate: eppure, hanno un ruolo importante nella vita politica e soprattutto economica delle città. Sono state, infatti, create per gestire attività economiche, con o senza scopo di lucro, dalla gestione dell’acqua a quella dei trasporti a quella di eventi culturali. E, purtroppo, non è inusuale che esse presentino bilanci disastrosi, talora causa di epiloghi quali il commissariamento o la liquidazione.
Anche per questo la nomina dei consiglieri di amministrazione nelle aziende pubbliche costituisce un momento molto delicato: ad essi, infatti, viene conferita la responsabilità di gestire servizi per tutta la comunità locale. Del resto, lo spirito per cui quelle nomine sono state riservate dal legislatore alla politica è solo perché venisse meglio perseguito l’interesse generale. Oggi quello spirito va riscoperto, anche per evitare altri fallimenti che i territori non potrebbero più sostenere, particolarmente a fronte del perdurare di una crisi economica senza precedenti. Concretamente, questo significa che non sono più tollerabili alcuni consuetudini di un passato tutt'altro che remoto, quando per diventare presidente o consigliere di una partecipata ha contato principalmente l’appartenenza a questa o quella corrente politica, in applicazione di un mero criterio di spartizione partitica.
I partiti che a gran voce proclamano intenzioni riformatrici dai tratti epocali comincino da qui: se è vero quanto dicono nei programmi e nei comizi, in vista delle prossime nomine nelle aziende pubbliche valutino i curriculum dei possibili candidati, in totale trasparenza, e scelgano su quella base il candidato oggettivamente più competente per il ruolo da assegnare.
Già questo sarebbe un grande passo avanti, ma non basterà: i partiti rendano la scelta pubblica, mettendo i curriculum a disposizione di qualunque cittadino che voglia prenderne visione. Ad esempio, pubblicandoli su internet.
I benefici saranno molteplici: le aziende ne guadagneranno in efficienza e produttività e i cittadini saranno meglio serviti. Non solo: sarà anche un modo concreto, efficace, immediato, per combattere con i fatti un’antipolitica sempre più dilagante e che non serve a nessuno.
Quella che proponiamo è una riforma a costo zero e subito realizzabile, dato che non necessita di nuove leggi. E sarebbe efficacissima, toccando lo snodo che più conta per invertire la rotta della politica: quello dei comportamenti. Potrebbe avere, per questo, effetti dirompenti.

Tagli e territorio: ma che idea si è fatto il Sindaco?

La decisione del Sindaco Andrea Robbiani di non partecipare alla protesta indetta dall’ANCI lombarda, andava sottoposta all’attenzione dei cittadini perché i tagli aggiuntivi dei trasferimenti ai Comuni previsti ad agosto, sono estremamente ingiustificati, in quanto i Comuni hanno abbondantemente già prodotto i risparmi per contribuire al risanamento. Questi nuovi tagli sforano la soglia di guardia.
Per dare un’idea della dimensione degli interventi, si tratta di manovre equivalenti a circa il 12 per cento della spesa degli enti territoriali (esclusa la sanità), pari a 14,5 miliardi solo nel 2012. Se la stessa riduzione fosse stata applicata a tutti i comparti di spesa delle amministrazioni pubbliche, la manovra sarebbe stata pari a circa 100 miliardi nel solo 2012, invece dei 53 previsti.
L’intervento “ad effetto” che il gruppo Insieme per Merate ha attuato nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, aveva come obiettivo quello di non far passare inosservato questo aspetto. Non si poteva poi non censurare la sottostima sugli effetti della manovra che la scelta del Sindaco invece mostrava, e sull’importanza di stare al fianco di altri sindaci. Avesse detto che era stanco di protestare, avrebbe per una volta raccolto il sorriso di tutti invece cosa fa? Si ostina e prosegue ad oltranza, tira in ballo che in altri casi lui si sarebbe dimostrato indipendente dalle scelte del partito. Ma sulla questione posta, perché si astiene dal sostenere le ragioni dei Comuni? Vogliamo dire che i Comuni che non pagano i fornitori sono oggi grandi responsabili dei fallimenti di aziende già in crisi di liquidità per il loro? Vogliamo ricordare che impedire gli investimenti in opere pubbliche che appaltano i Comuni significa bloccare il primo motore dell’asfittica economia italiana? Vogliamo descrivere ai distratti cittadini, che i servizi sono sempre più sulle spalle dei Comuni?
Ma che idea si è fatta del territorio il Sindaco Andrea Robbiani?
Tanto lontano è oggi (tra sei mesi si vedrà) dal concepire un dibattito su questo punto, che chiude il suo recente intervento pubblicato il 2 Ottobre su Merateonline, riaprendo antiche polemiche verso due decisioni della Giunta precedente, già assi portanti della sua vincente campagna elettorale quali l’aumento dell’Irpef e la scelta di cambio di destinazione di Palazzo Tettamanti.
Proprio perché la storia dei Comuni è stata ed in qualche modo deve continuare ad essere quella di investire in opere pubbliche, la questione oggi non è dare il suo giudizio, ampiamente noto, delle “sciagurate” opere pubbliche del passato, ma esprimersi sul futuro delle opere pubbliche nei Comuni. Sull’addizionale Irpef, la cui possibilità di essere introdotta dai Comuni venne poi bloccata per alcuni anni, la sua utilità c'era (la realizzare del plesso scolastico), il non riconoscerlo è solo astio. Essa inoltre serve ancora a far respirare il suo bilancio di amministratore, quindi ringrazi di averla trovata già esistente quando si è insediato. Sempre più tutti i Comuni vi dovranno ricorrere. Il trasferimento del Comune nel Palazzo Tettamanti era stato messo nel programma elettorale di Battista Albani, che allora risultò vincitore e quindi venne fatto. Sui preventivi di spesa non centrati, vedremo come evolverà la vicenda del costruendo Centro Diurno Disabili.
Il Sindaco, inoltre trascura di aggiungere qualche dato sui costi che avrebbe comportato il progetto originale, compresi i suoi costi di manutenzione.
Infine sempre nel testo del 2 Ottobre scorso, come treno senza pilota, si scaglia dando del sovietico al testo letto in aula dal Consigliere Achille Panzeri, per dare spazio ad sua ricorrente polemica verso il Partito Democratico. Forse gli è scappata la mano sulla tastiera, ma le critiche che la minoranza oppone alla maggioranza, che è la sostanza della dichiarazione fatta in aula, non hanno niente a che vedere con la tragedia di quello che succedeva negli anni 30: "allora sulla terra russa venne la menzogna. Il male peggiore , la radice del male futuro fu la perdita nel valore della propria opinione. Si credette che il tempo in cui si seguivano le suggestioni del senso morale fosse passato, che bisognasse cantare in coro e vivere di concetti altrui, imposti a tutti. Cominciò a estendersi il dominio della frase, prima in veste monarchica, poi rivoluzionaria. Questo traviamento della società coinvolse tutto, contagiò tutto” (B.Pasternak).
Ora se vogliamo lasciare la parola su questo tema a chi se ne intende, come lo scrittore Pasternak, invito a confrontare se l’obiettivo di “far cantare in coro” sia più aderente all’agire politico della Lega o del Partito Democratico, partito affetto forse da stato di artrosi, ma decisamente lontano da questa ambizione. E’ infelice inoltre metter sotto il tappeto la discussione sul significato della decisione di Umberto Bossi di obbligare i "suoo" amministratori a non protestare per tagli, proprio nella settimana in cui arrivano sui giornali le lettere del Sindaco leghista di Macherio, o le dichiarazioni del Sindaco di Verona sulla Padania, bollate dal Senaturi come “parlare a vanvera”. Esse testimoniano invece che alcuni sindaci della Lega hanno avuto reazioni più attente alla sostanza delle questioni che alle linee politiche imposte.

Cesare Perego
Capogruppo Consiliare di Insieme per Merate

giovedì 6 ottobre 2011

Camicie verdi a luci rosse


Lega hard alla Camera, nel corso del dibattito sulle intercettazioni. A denunciarlo sono alcuni deputati del Pd, insorti in difesa della collega Lucia Codurelli, “zittita” dagli esponenti del Carroccio con frasi ben oltre il “celodurismo” leghista. «I deputati leghisti sono misogini e ossessionati dal sesso al pari dei primitivi - ha spiegato Pina Picierno -. Dal gruppo della Lega si e' levata una voce che ha testualmente detto alla deputata “fatti scopare, che è meglio“». La Picierno ha chiesto «provvedimenti da parte della presidenza della Camera". A porre la questione in aula è stato invece l'altro deputato democratico Andrea Sarubbi: «Ho sentito dai banchi della Lega, mentre il presidente Berlusconi li intratteneva in aula, un collega che e' intervenuto dicendo alla collega Codurelli: 'Fatti scopare'"». L'episodio si è verificato quando il premier è entrato in aula, in mattinata. In un momento, i parlamentari della maggioranza hanno circondato Berlusconi, che intanto li “intratteneva“. E' stato qui che la Codurelli ha protestato beccandosi la “reprimenda” leghista. Sempre Sarubbi, su Twitter, aveva subito denunciato il fatto: «Berlusconi sta raccontando barzellette, continuano tutti a ridere. Noi guardiamo increduli». Il deputato del Pd ha anche scattato una foto, pubblicata sul social network, «per disobbedienza civile contro questo schifo». Fotografare in aula è vietato, per questo lo stesso Sarubbi più tardi si è autodenunciato in aula: «Chiederò all'ufficio di presidenza di prendere provvedimenti contro di me»
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Scuola: se c'è riconoscimento del merito la società ha futuro

Prima del Consiglio Comunale di venerdì 30 settembre abbiamo consegnato le borse di studio agli studenti meritevoli dello scorso anno scolastico, dalle Medie all'Università. Abbiamo voluto dire grazie agli studenti per gli ottimi risultati ottenuti. Se infatti compito di una Pubblica Amministrazione è contribuire a mettere tutti sulla stessa linea di partenza rimuovendo - come dice la nostra Costituzione all'art 3 - gli ostacoli di ogni tipo (economici, di sesso, di ceto sociale, di fede religiosa, ecc.) che possono ostacolare il libero sviluppo di ogni persona è anche importante poi riconoscere e promuovere il merito. All'articolo 34 la carta Costituzionale recita infatti "I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".  Se c'è riconoscimento del merito la società è dinamica ed ha futuro.
Abbiamo voluto leggere due brani agli studenti.
Il primo è di Piero Calamandrei ed è datato 1950, ma è quanto mai attuale: "La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società...".
Il secondo è più recente, risale alla laurea honoris causa conferita a Steve Jobs dall'Università di Stanford. In quell'occasione Jobs pronuncio le famose parole “Stay hungry, stay foolish” (Restate affamati, restate folli) e incitò in questo modo gli studenti: “Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario”.


mercoledì 5 ottobre 2011

Il duce ha sempre ragione

Il duce ha sempre ragione“. E’ l’ottavo comandamento del decalogo del militare fascista. I tempi sono cambiati, la dittatura è crollata, ma di tanto in tanto capita che qualche amministratore pubblico eletto dal popolo si senta investito anche dell’infallibilità divina. A scorgere i giornali di questi ultimi due anni capita spesso di imbattersi in dichiarazioni rilasciate dal sciur sindec padano Andrea Robbiani tipo “non ho ricevuto alcuna lamentela”, “la percezione è sbagliata”, “i cittadini hanno la memoria corta”, “non posso dare ascolto alle critiche”, “quello che i cittadini dicono a me interessa fino a un certo punto”… Nell’ultimo numero del settimanale locale tutte queste perle di sicumera sono raccolte in una sola intervista.
Perché alla fine ha sempre ragione lui. Le cose non vanno? E’ colpa di chi c’era prima. La gente si lamenta? I meratesi non capiscono nulla? I dipendenti municipali borbottano? E’ perché prima non lavorano niente mentre adesso devono guadagnarsi lo stipendio? I consiglieri di minoranza lo criticano? Senti da che pulpito arriva la predica… Mai un’ammissione di colpa, mai la confessione di uno sbaglio, mai un ripensamento. Mai.
Ma si ricordi la favoletta di Esopo del corvo superbo ed i pavoni: “Gonfio di vuota superbia, un corvo raccolse le penne che erano cadute al pavone e se ne ornò tutto: quindi, disprezzando i suoi, si aggregò alla magnifica brigata dei pavoni. Ed ecco: questi strappano le penne allo sfrontato uccello e lo cacciano a beccate. Conciato per le feste, il corvo si accinse a tornare, rammaricato, fra la sua gente; ma da queste respinto ebbe a patire un amaro rimprovero".

Marco Airoldi

martedì 4 ottobre 2011

Il futuro della gestione integrata dell'acqua

Dopodomani sera, giovedì 6 ottobre, alle ore 21 presso la sede del Circolo del PD di Merate l'ingegner Vittorio Formenti affronterà il tema del futuro della gestione integrata dell'acqua. E' un argomento di cui si sta molto parlando, perchè ha a che fare con società pubbliche ma che pochi conoscono in maniera adeguata. Per questo sollecitiamo un'ampia adesione. La sede del PD è in via Trento 26, bisogna prendere la prima scala a destra entrando nella corte e salire le scale fino alla porta in fondo, in cima alla rampa.

Il Gruppo di Insieme per Merate

La scuola è vista solo come un costo per lo Stato

La notizie è già circolata, ma forse un commento è dovuto.
La legge 111 del 15 Luglio obbliga i comuni a costituire istituti comprensivi. Nel nostro territorio (quello del Casatenovo) gli unici comuni interessati sono Casatenovo, Missaglia, Monticello e Viganò. A fine Luglio sono iniziati gli incontri tra i comuni per individuare una proposta per la quale chiedere un parere alle scuole coinvolte.
Il buonsenso e la dimensione degli istituti comprensivi esistenti suggeriva la creazione di 2 Istituti: Casatenovo con 976 alunni e Missaglia con Monticello e Viganò con 984 alunni. Il buonsenso sì. La legge no. La legge infatti chiede la creazione di istituti con almeno 1.000 alunni. La regione Lombardia per sgombrare il campo da ogni dubbio il 27 Luglio inviava alle province una circolare nella quale indicava come inderogabile il tetto di 1.000 alunni.
Qui sono iniziate le divisioni tra i comuni. Una parte riteneva che inviare una proposta non a norma avrebbe indotto la Regione a creare un istituto "mostre" di 1960 alunni con conseguente disagio per docenti, famiglie ed alunni; il disagio creato sarebbe stato poi visto come responsabilità dei comuni. Altri, come Missaglia, sostenevano che l'eventuale imposizione d'ufficio della regione sarebbe stata, di fronte alle famiglie, responsabilità della regione stessa. I comuni favorevoli alla prima ipotesi, avendo tempo fino al 31 Ottobre, si sono messi alla ricerca di soluzioni alternative, Missaglia ha deliberato subito la sua scelta.
Il 27 Settembre colpo di scena: la regione Lombardia rende noto un documento del Ministero dell'Istruzione del 13 Luglio ,reso noto alle regioni il 14 Settembre ( il decreto che ha generato la legge è del 6 Luglio) nel quale si scrive che il governo non ha titolarità per decidere della verticalizzazione e che quindi fino a quando le regioni non danno il loro assenso nulla deve essere fatto. Le regioni si riuniscono il 21 Settembre e decidono che daranno si attuazione alla legge ma "in modo graduale" che tradotto in italiano significa che i 1.000 alunni non sono più tassativi.
A questo punto penso che la proposta che i comuni faranno alle scuole sarà quella che tutti abbiamo ritenuto la più razionale.
Qualche domanda: perché il ministro dell'Istruzione il 6 Luglio approva un decreto e poi il 13 lo smentisce attraverso la sua direzione generale? Perché questo documento viene messo a conoscenza delle regioni solo il 14 Settembre infischiandosene dei problemi che si sarebbero creati nelle province e nei comuni?
Penso che questo sia un ulteriore segnale di come la gestione della scuola, vista solo come un costo per lo stato, sia un altro elemento che segna lo sbando che caratterizza l'azione governativa.
Il futuro può darsi che ci riservi un'estensione della quota "circa 1.000" a tutti gli istituti. Spero che quando ne capiterà l'occasione le decisioni vengano prese con la necessaria calma e con una piena assunzione di responsabilità da parte di chi è deputato ad assumere decisioni a qualsiasi livello.

Luciano Zardi
Assessore all'Istruzione di Casatenovo

lunedì 3 ottobre 2011

Il Re Sole celtico e la sindrome di lesa maestà

Sul solito Merateonline è apparso un intervento del Signor Sindaco nel quale, per l'ennesima volta, taccia di stile sovietico il Consigliere Achille Panzeri (per l'intervento svolto nell'ultimo Consiglio Comunale) e sottolinea l'alta offesa portata dallo stesso alla figura del ruolo istituzionale del Sindaco. Tralasciando il fatto che il Sig. Panzeri è da tutti conosciuto come un pericolosissimo bolscevico e, pertanto, ci si stupisce di non vedere affissi cartelli con la sua immagine e la scritta "wanted", voglio soffermarmi su questo reato di lesa maestà reintrodotto in Merate dal Sciur Robbiani nel corso della nuova "era" da lui inaugurata. A Merate, infatti, non è più possibile aprire bocca od intraprendere alcuna iniziativa contraria al verbo del Sindaco che ecco subito vengono richieste pubbliche scuse e si grida all'attentato. Ovviamente, a muovere la critica è esclusivamente la passata sconfitta elettorale che agita il sonno dei Consiglieri di Minoranza e delle migliaia di cittadini (il 62% circa dei meratesi) che non hanno votato Andrea Robbiani (le statistiche parlano, negli ultimi due anni, di un incremento del 80% degli accessi agli studi di psichiatria meratesi causa delirio da debacle elettroale). Si vive, in Municipio, in un clima di assedio con la figura del Re protetta dai propri pretoriani. A chi osa pronunciare parole di critica è vietato l'accesso alla Casa Comunale; a chi fa trapelare il proprio malcontento si da la caccia come ad una spia in clima di guerra fredda; al consigliere di minoranza si commina la pena dell'esilio e del pubblico ludibrio. Non mi stupirei se tra non molto venisse ripristinata l'ammenda della flagellazione nella pubblica piazza a monito di tutti i potenziali attentori alla sacra figura del regnante. Per adesso, per espiare le colpe di cui il popolo si sta macchiando a causa del sovietico Panzeri, si dovrebbe organizzare una bella processione di flagellanti, muniti di idoneo cilicio, che, per le vie di Merate, chiedano umilmente perdono per aver proferito verbo di critica verso il nostrano Re Sole celtico.
Abracadabra

domenica 2 ottobre 2011

Sicurezza: cittadini di serie B

Riceviamo e pubblichiamo

Giovedì i ladri mi sono entrati nel giardino di casa. Grazie al cielo un vicino li ha visti e li ha mandati via. Abbiamo chiamato i carabinieri ma ci hanno messo ore a venire. Ho letto su Merateonline che oltre a me tante persone quella sera hanno subito furti Poi scopro che all’oratorio di Merate c’erano due pattuglie magari di più perché l’onorevole Maurizio Lupi e Magdi Allam stavano facendo festa con uno spettacolo teatrale per l’associazione Costruiamo il futuro. In sala c’era anche il comandante del carabinieri. Ma un cittadino vale di meno di un politico o di un giornalista di grido? I soldi li hanno, si prendano la scorta privata. Tanto se volevano fare un attentato lo facevano sicuro che non sono quattro carabinieri a poter fermare i terroristi. Forse però quei quattro carabinieri in giro per le strade avrebbero potuto impedire che i ladri mi venissero in casa o prenderli dopo.

Anonimo