giovedì 19 agosto 2010

Area Cazzaniga, bella senz'anima

L'area Cazzaniga finalmente pare essere giunta al termine delle proprie peripezie edilizie, con la prevista apertura a brevissimo dei tanti agognati posteggi interrati. Nelle notti meratesi, ormai da qualche tempo, fanno capolino le luci della nuova agorà meratese, punto di incontro delle diverse culture cittadine. Il lavoro portato avanti dall'amministrazione Albani e concluso dalla giunta Robbiani ha consentito di completare un'opera faranoica da nessuno voluta ma comunque presente; ora inizia la sfida. Che fare? Che contenuto dare alla scatola vuota? Domande ancora senza risposta. Fallito il progetto di portarci la ProLoco cittadina, accantonata l'idea della associazioni musicali, non si vedono al momento soluzioni idonee proposte dall'attuale maggioranza. Ma questi progetti citati, poi, erano stati stesi nero su bianco con dovizia di particolari? E' stata fatta una simulazione realistica di chi può usufruire di quegli spazi e quale il target da raggiungere? A nostro parere la questione è stata trattata con sufficienza, senza entrare nel dettaglio e quindi oggi ci troviamo ancora una volta con la struttura pronta, ma sprovvisti di significati. Lanciamo un'idea: perchè non destinare gli spazi bui ed interrati a discoteca / ritrovo per la gioventù? Facciamo un bando per selezionare la proposta migliore di qualche operatore del settore in modo da garantire vita in luogo altrimenti difficilmente raggiungibile...in fin dei conti si metterebbe in atto quanto proposto dall'Assessore Procopio di avere più locali di aggregazione in centro Città. Idea da valutare, soluzione da adottare!

R.I.

martedì 17 agosto 2010

Il Re Travi"ciell"o

Forse che il poeta G. Giusti prevedesse la nomina del dottor Gedeone Baraldo a Direttore sanitario del San Leopoldo Mandic quando scrisse la sua poesia “Il Re Travicello”? Proviamo a rileggerne le prime strofe.

Il Re TraviCLo

Al Re Travi
CLo
piovuto ai ranocchi,
mi levo il cappello
e piego i ginocchi;

lo predico anch'io
cascato da Dio:
oh comodo, oh bello
un Re Travi
CLo!

Calò nel suo regno
con molto fracasso;
le teste di legno
fan sempre del chiasso:

ma subito tacque,
e al sommo dell'acque
rimase un corbello
il Re Travi
CLo.

Da tutto il pantano
veduto quel coso,
«È questo il Sovrano
così rumoroso? »

(s'udì gracidare).
«Per farsi fischiare
fa tanto bordello
un Re Travi
CLo?

5silea

lunedì 16 agosto 2010

Il peccato contro natura

Ha piovuto tanto e in poco tempo, un evento eccezionale come si suol dire, quasi una calamità naturale. Il diluvio che in questi giorni ha investito il Meratese e non solo ha però messo in evidenza tutti i limiti di una urbanizzazione insostenibile. L’asfalto liscio delle strade diventa il letto di un fiume che scorre veloce e senza ostacoli e i cordoli dei marciapiedi insieme ai muretti delle proprietà private si trasformano in argini artificiali che non lasciano defluire l’acqua. Si è costruito troppo e non ci sono più abbastanza campi liberi attorno ai centri abitati in grado di assorbire le abbondanti precipitazioni. E si è costruito anche male. Non è possibile che case nuove vengano allagate perché non impermeabilizzate, che tetti rifatti da poco lascino passare infiltrazioni, che sottopassi ferroviari diventino piscine a cielo aperto. Ma è successo ed è ’ colpa un po’ di tutti: delle Amministrazioni che hanno rilasciato le licenze, dei cittadini che ne fanno domanda, degli speculatori che venderebbero anche la madre per un lotto edificabile, degli immobiliaristi che non rivelano le reali condizioni degli immobili, senza naturalmente fare di tutta l‘erba un fascio. Ma è anche colpa un po’ di nessuno perché la coscienza di una crescita ecocompatibile da noi, rispetto ad altri Paesi europei, forse si è formata troppo tardi. Il passato però ormai è andato come andato. Fingere adesso di non sapere e chiudere gli occhi sarebbe tuttavia diabolico. Permettere di ampliare un supermercato dove al primo temporale la strada si trasforma in un lago, lasciare che si innalzi un condominio dove già un acquazzone inonda i garage e i parcheggi, consentire nuovi insediamenti o ampliamenti nei luoghi in cui la fognatura non basta adesso figuriamoci poi, tappare gli ultimi corridoi verso i prati che fungono da scolmatoi… è da incoscienti. Quello che si guadagna oggi con gli oneri non basterà domani per riparare i danni delle esondazioni, gli stipendi dei vigili del fuoco chiamati a intervenire per soccorrere le persone e il rifacimento delle asfaltature ridotte a un colabrodo. Tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio c’è anche quello contro natura. Tanti lo interpretano come peccato contro la morale, alimentando pregiudizi e discriminazioni, ma si sbagliano. Il peccato contro natura è il peccato proprio contro la natura, contro l’ambiente, contro il creato, tra u peggiori che si possano commettere. Tanti nostri Amministratori pubblici di Destra, di Centro e di Sinistra, si professano credenti, si fanno lavare i piedi al Giovedì santo, illuminano a giorno le piazze nel periodo di Natale in nome di Gesù bambino… Ecco, dimostrino insieme con scelte politiche, non a parole, non con qualche lampadina o con qualche gioco donato alla parrocchia (clicca sulle frasi in grassetto per accedere agli interventi precedenti), di esserlo veramente e non per convenienza.

Marco Airoldi