sabato 26 febbraio 2011

Sul 73% delle linee lombarde i treni viaggiano in ritardo

Per la prima volta da quando è stato istituito, è scattato il bonus anche sulla linea Milano-Lecco-Sondrio-Tirano. Ricordiamo che il bonus “ordinario”, da distinguere da quello “straordinario” del 10% elargito a gennaio, deriva dalla devoluzione agli abbonati ferroviari di una parte delle penali comminate ai gestori ferroviari per i disservizi e scatta quando l’indice di affidabilità di una linea non raggiunge la soglia del 5,10% (4% per LeNord e 5% per la S5). L’indice, che sulla nostra linea è risultato pari, per il mese di dicembre scorso, al 6,28%, è calcolato in base ad una formula matematica che contempla esclusivamente i ritardi e, implicitamente, le soppressioni. Complessivamente, il bonus è scattato per 24 direttrici lombarde (e non 23 come erroneamente comunicato da TLN - Trenitala - LeNord -, essendo scattato anche per la Milano-Asso), su un totale di 33, pari al 73%.
Il bonus consiste in uno sconto del 20% dell’abbonamento mensile e del 10% della quota di una mensilità per l’abbonamento annuale. Per TrenoMilano lo sconto è calcolato solo sulla quota parte relativa all’abbonamento ferroviario. Non ci risulta però che il bonus sia riconosciuto sui nuovi abbonamenti regionali (mensili da 85 euro, trimestrali da 250 euro ed annuali da 999 euro), in quanto non è attribuibile, per la concezione stessa dell’abbonamento, ad una tratta ferroviaria.
Inoltre il bonus è riconosciuto solamente presso le biglietterie, mentre non lo è, ad esempio, se si ricarica la tessera di TrenoMilano nelle emettitrici ATM o si fa l’abbonamento su internet. D’altra parte, gran parte delle biglietterie ferroviarie ancora oggi non sono munite delle necessarie attrezzature per ricaricare le tessere, nonostante siano state “pagate” con gli aumenti avuti nell’ormai lontano, ma non dimenticato, 2002.
Da tempo chiediamo che vengano rivisti i criteri in base al quale calcolare il bonus, sia rendendolo più mirato ai periodi e alle fasce di utilizzo dei pendolari, sia allargandolo anche ad altri indicatori, quali l’affollamento, la climatizzazione, la pulizia. Su questo tema ricordiamo anche un preciso impegno della Regione che risale al 2006, impegno che, sinora, è stato di fatto disatteso. Nulla è cambiato relativamente al sistema di calcolo dei bonus, mentre le penali sono state di fatto ridotte rispetto ai precedenti contratti di servizio e non è ancora dato sapere quali siano i cosiddetti “indicatori” che verranno presi in considerazione per gli aumenti di maggio.
Ma la qualità del servizio non è fatta solo di numeri che, con medie troppo simili a quelle di Trilussa, non spiegano compiutamente il disagio del viaggiare quotidianamente sui nostri treni. Ad esempio, ci riferiamo all’estensione mirata per considerare altri aspetti del servizio, quali la pulizia e la climatizzazione, alle modalità di commercializzazione dei titoli di viaggio, ad un sistema di multe che non sia vessatorio nei confronti di chi è in buona fede, di presa in carico delle richieste e delle proposte degli utenti in termini di orari, di ampliamento delle fasce orarie del servizio, di accessibilità e fruibilità dei mezzi di trasporto pubblico. Non da ultimo, il diritto di ottenere risposte esaurienti e documentate tanto dai gestori, quanto dall’Ente regolatore, in merito a tutto ciò che non funziona e alle richieste degli utenti, e la disponibilità dei dati sul servizio programmato e a consuntivo, nonché sui costi, sui ricavi e sui passeggeri trasportati.
Su questi temi, e altro ancora, sono attese risposte concrete e nei fatti dagli 8.500 firmatari della petizione al Presidente Formigoni, chiamato, in questo caso, anche a svolgere anche una funzione di garante nei confronti dei cittadini, e di tutti i pendolari e utenti del trasporto pubblico lombardo, degli impegni presi dalla Regione, in particolare, ma non solo, al Tavolo TPL, Trasporto Pubblico Locale) e a difesa dei diritti degli utenti in un sistema spesso dominato da logiche aziendalistiche ed economiche di corto respiro.


Giorgio Dahò
Comitato dei Pendolari Lecco - Milano

Per colpa dello smog in Val Padana viviamo nove mesi in meno

I dati dell'Organizzazione mondiale della sanità: ogni anno 7 mila morti in Val Padana. Il clima ci penalizza rispetto ad altre aree d'Europa

È come se un piccolo Comune, ogni anno, scomparisse dalla Pianura Padana: cancellato dagli effetti dell'inquinamento. Sono 7 mila le morti premature provocate ogni dodici mesi dallo smog nelle regioni del Nord. C'è poi un dato statistico più generale: «In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per l'esposizione» alle polveri sottili, spiega Marco Martuzzi, uno dei responsabili del Centro europeo ambiente e salute dell'Organizzazione mondiale della sanità.
L'ultimo e più approfondito studio sui danni da smog nel nostro Paese («Impatto sanitario del Pm10 e dell'ozono in 13 città italiane») risale al 2006 e stimava oltre 8 mila decessi l'anno. Rispetto ai dati analizzati cinque anni fa, molte cose sono cambiate: da una parte è migliorata la rete di rilevamento del Pm2,5 (polveri sottilissime che penetrano più a fondo nei polmoni), dall'altra sono state approfondite le conoscenze sugli effetti dell'inquinamento per la salute. Molte città e Regioni hanno anche adottato nuove politiche antismog e ora è possibile valutarne l'efficacia. L'Oms ha dunque aggiornato i calcoli, applicando la stessa metodologia del 2006 ai nuovi dati. Conclusione: «Considerando i soli 30 capoluoghi di provincia della Pianura Padana, il numero di morti dovuti alle polveri potrebbe superare i 7 mila l'anno».
È una situazione confermata anche dal dossier «Mal'Aria» di Legambiente, che dimostra come tra le 48 città italiane che nel 2010 hanno sballato i limiti antismog fissati dalla legge europea ben 30 sono proprio nelle regioni del Nord. Un quadro certificato anche da una delle ultime ricerche dell'Agenzia europea per l'ambiente, che colloca 17 città italiane tra le prime 30 più inquinate del continente (Plovdiv, in Bulgaria, è quella nella situazione peggiore, seguita nell'ordine da Torino, Brescia, Milano e Sofia). L'Oms mette però in guardia anche sulla qualità dell'aria a Roma: la concentrazione media annuale di polveri sottili è di oltre 30 microgrammi per metro cubo, un dato sotto la soglia fissata dalla legge comunitaria, ma che supera la media europea a 15 Paesi (24,6 microgrammi).
Sugli alti livelli di inquinamento al Nord, il direttore scientifico dell'Oms Europa, Roberto Bertollini, ammette: «Abbiamo città con condizioni climatiche particolari, che aggravano la situazione rispetto ad altre aree d'Europa». I confronti sono però negativi: «Ci sono aree simili alle nostre - continua Bertollini - come il Belgio e i Paesi Bassi dove hanno operato bene». Rispetto ai rischi per la salute, il direttore scientifico dell'Oms Europa conclude: da una parte c'è «il disinteresse della società per questi temi», dall'altra «la volontà politica. Per rinnovare il parco auto occorre un programma pluriennale, e purtroppo il mondo politico spesso ha agende di più breve periodo».
I medici e i ricercatori dell'Organizzazione mondiale della sanità non si sono fermati alla descrizione degli effetti negativi. Danno anche indicazioni su come condurre la lotta contro l'inquinamento: favorire migliori tecnologie di veicoli e carburanti; ispezioni obbligatorie per auto e furgoni; incentivi fiscali per aumentare la mobilità pubblica; aiuti ai pendolari. Nelle condizioni della Pianura Padana, sono poi necessarie «iniziative politiche armonizzate a livello regionale e interregionale, altrimenti le azioni intraprese da un singolo Comune porteranno a modesti risultati». Per stimolare azioni più incisive, l'Oms fa infine una stima economica: «La riduzione delle polveri sottili fino all'anno 2020 condurrebbe a un risparmio fino a 28 miliardi di euro l'anno in Italia, in termini di costi della mortalità, delle malattie e degli anni di vita persi».


Gianni Santucci

venerdì 25 febbraio 2011

Stazioni lecchesi vietate ai disabili

Solo il 27% ha la biglietteria, metà non hanno i monitor informativi e il 75% dei sottopassi versa in stato di degrado

Biglietterie presenti solo nel 27% delle stazioni. Monitor elettronici funzionanti solo nella metà dei casi. Locali abbandonati in più del 60% dei siti monitorati. Sono solo alcuni dei dati emersi dall’indagine che il Gruppo regionale del Pd ha condotto, nell’ambito di un’inchiesta su scala regionale, su 12 stazioni ferroviarie tra le 28 presenti in provincia di Lecco. I dati sono stati presentati  in stazione a Lecco, dal Partito democratico. “L’iniziativa parte dal Tour delle stazioni ferroviarie lombarde del Gruppo regionale del Pd – ha spiegato Raffaele Straniero, responsabile del Forum trasporti e ambiente del Pd di Lecco –. Per quanto riguarda il nostro territorio, assieme alla Federazione provinciale, ora proponiamo un’iniziativa in 8 stazioni, partendo da Lecco lunedì 28 febbraio e concludendo a Varenna lunedì 14 marzo. Sarà l’occasione per incontrare i pendolari, ma anche per esprimere la posizione del Pd in ordine ai tagli al trasporto pubblico e agli aumenti tariffari che toccano particolarmente gli utenti delle ferrovie già da subito”.
Carlo Spreafico, consigliere regionale del Pd oltre che segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio, ha presentato i dati dell’indagine condotta sulle 12 stazioni lecchesi: “Solo nel 27% dei casi è presente una biglietteria; metà delle stazioni esaminate non hanno i monitor informativi o se sono presenti sono guasti; nel 75% dei casi i sottopassi versano in uno stato di degrado e abbandono; solo una stazione su 10 ha l’accesso autonomo per i disabili; le sale d’aspetto sono presenti solo nella metà delle stazioni; i locali abbandonati sono in più del 60% dei casi”.
Spreafico ha ricordato cosa chiede il Pd per le tre linee provinciali: “Treni puntuali, rinnovo del materiale rotabile e maggiore pulizia dei convogli; rimborso degli abbonamenti nel caso di continui ritardi sulla tratta; maggiore attenzione nella redazione degli orari alle esigenze degli studenti e dei lavoratori pendolari; stazioni vivibili e sicure soprattutto negli orari serali e notturni; nessun altro aumento dei biglietti, soprattutto senza miglioramento di standard di qualità del servizio”.
Il consigliere del Pd ha anche ribadito l’importanza della realizzazione della Pedemontana ferroviaria briantea e la necessità di mettere in funzione i nuovi treni ecodiesel già acquistati da Regione Lombardia.


Ci sono parcheggi e parcheggi

Autosilo Diaz: il parcheggio è sito nel pieno centro di Milano adiacente alla grande isola pedonale ed è il più vicino al Duomo, al Palazzo Reale, alla Galleria Vittorio Emanuele e al Teatro Alla Scala. E’ a pochi passi da Piazza San Babila, dal quadrilatero della moda di Via Monte Napoleone e in senso opposto rispetto a Piazza Duomo da Piazza Cordusio, Via Dante e dal Castello Sforzesco. E sempre presidiato anche durante l'orario di chiusura, sottoposto a videosorveglianza attraverso telecamere a circuito chiuso, collegate alla Centrale Operativa. Le tariffe per ogni ora o frazione sono di tre euro, cioè di 75 centesimi ogni quindici minuti, appena 25 cents in più che a Merate. Ma siamo a Milano, in centro, al coperto. Non a Merate. Tre euro lì si possono chiedere e spendere. A Merate no. Lo dicono anche i fan del "parcheggiatore della Bovisa". E se il nostro bauscia della Bovisa vuol far pagare come Milano prima offra i servizi come Milano. Anzi, il nostro bauscia milanes se ci tiene tanto che a Milano se ne torni puri, nessuno sentirà la mancanza.

R.I

giovedì 24 febbraio 2011

L'Amministrazione provinciale in due anni sta diventando un ente inutile

Se dovessi dare un immagine della Provincia dopo due bilanci 2010/2011 dell’amministrazione di Daniele Nava la vedrei come una persona che in due anni si è paralizzata negli arti inferiori. Ricordiamoci l’intervento di Virginio Brivio che, nel 2010, già denunciava l’ingessamento del bilancio in nome della priorità della Lecco-Bergamo, obiettivo certamente importante, ma sul quale, vista la sua natura sovra-provinciale e l’utilizzo regionale, si sarebbe dovuto continuare a chiedere alla Regione garanzia di cofinanziamento, cosa che avrebbe liberato ingenti risorse del bilancio provinciale, utilizzabili per altre importanti esigenze del nostro territorio. Nel 2011, come ben sappiamo, il bilancio è vincolato dal non rispetto del patto di stabilità avvenuto nel 2010, anche questa responsabilità dell’amministrazione Nava. Infatti, pur ritenendo le norme di questo patto assurde per le amministrazioni locali, da parte delle amministrazioni di centro sinistra che ci hanno preceduto c’è sempre stato un faticoso rispetto di questo patto; oggi invece la stessa amministrazione che in sede di approvazione del bilancio 2010 aveva dichiarato apertamente che il rispetto del patto era un obiettivo da raggiungere, ha disatteso, come avevamo previsto e preannunciato, le sue affermazioni e ci ha consegnato un bilancio 2011 povero di risorse e, soprattutto, di contenuti. Ora possiamo dire che dopo 2 anni di amministrazione Nava la Provincia di Lecco è ridotta ad una persona in carrozzella che sicuramente non potrà fare molta strada e la famosa Provincia "utile", rischia di diventare non l’ente capace di trascinare il territorio fuori dall’attuale situazione di crisi ma un ente inutile incapace di essere il motore della nostra realtà territoriale.
Ora entro nel merito di due settori che ho esaminato con attenzione: l'istruzione e formazione professionale e la cultura
In conto capitale si notano diverse risorse per la sistemazione di strutture scolastica, ma per la maggior parte si tratta di spendere soldi stanzianti dal Ministero senza nessun aggiunta di risorse proprie, che avrebbero qualificato gli interventi. Le uniche risorse proprie messe - 15.000.000 euro - sono per il liceo artistico, ma queste risorse sono legate ad alienazioni di beni provinciali che in questi anni non siamo mai riusciti a vendere e quindi è reale il rischio che, per il liceo artistico, i “famosi laboratori” rimarranno ancora un sogno.
Se il nostro esame entra nelle spese in conto corrente ci accorgiamo di un taglio radicale delle risorse
Da 360.000 euro del 2010 ai 180.000 euro del 2011, ma, soprattutto, quello che emerge è l’abbandono totale di due proposte nuove introdotte dall’assessore Teti nel 2010, proposte che ci avevano visti contrari, ma che nelle intenzioni dell’assessore avrebbero qualificato il suo assessorato: i 50.000 euro per i “Premia i progetti” e i 50.000 euro per i buoni libro letteralmente scomparsi nel bilancio del 2011. La stessa maggioranza boccia dopo un anno le novità dell'assessorato e, soprattutto, disinveste sulla scuola, dimenticandosi bellamente l’invito del Presidente della Repubblica che, nel suo discorso di Capodanno, invitava le Istituzioni a puntare sulle nuove generazione per uscire dalla crisi attuale: e quale settore per la Provincia se non quello dell’istruzione ha i giovani come proprio obiettivo principale? L’impegno della nostra Provincia è chiaro: un taglio netto del 50% sulle spese a favore della scuola.
Per quanto riguarda la cultura a  prima vista l’assessorato sembra uscito bene dai tagli lineari che questo bilancio contiene: in un rapido confronto con il bilancio 2010 nelle cifre totali vediamo un calo ridotto delle risorse, ma, se entriamo nel merito, vediamo che di fatto la Provincia riduce notevolmente le sue risorse proprie facendo aumentare le risorse degli altri Enti coinvolti nelle sue progettualità. Chi ci rimette di più sono in particolare i Comuni (vedi sistema bibliotecario provinciale): in questo modo si applica un federalismo ed una sussidiarietà all’inverso: usa le risorse degli enti “minori” per realizzare progetti di cui poi si assume la paternità e con i quali si garantisce la visibilità mediatica. In linea con l’andante leghista: le critiche sono solo quando Roma centralizza e “sfrutta” gli enti territoriali, mai quando sono Milano o Lecco a fare la stessa cosa.

Ugo Panzeri
Consigliere Provinciale del PD

mercoledì 23 febbraio 2011

In ricordo del Cav. Giuseppe Ghezzi: "Il fare politica è un atto di amore per la collettività"

Pubblichiamo il ricordo sul Cavalier Giuseppe Ghezzi che l'ex Sindaco di Merate Mario Gallina ha letto al termine della Messa funebre di questa mattina a Pagnano.

Giuseppe Ghezzi iniziò nel 1960 la sua attività politico amministrativa accettando la proposta di persone che gli spiegarono, come scriveva don Luigi Sturzo nel 1925, che “Il fare politica è, in genere, un atto di amore per la collettività; tante volte può essere anche un dovere del cittadino”.
Egli disse sì alla proposta perché convinto, come mi confidò più volte, che fosse un dovere civico e cristiano impegnarsi nell’amministrazione comunale per la ricerca del bene comune con spirito di servizio. Da allora per venticinque anni circa quotidianamente si dedicò all’attività politico-amministrativa prima come Assessore e poi come Sindaco dal 1975 al 1985. Dall’età di 33 anni a quella di 58 anni, possiamo dire nei suoi anni più fecondi e di maggiore vitalità si impegnò per Merate.
Egli apparteneva a quella generazione che si formò nel dopoguerra e nei primi anni 50, che contribuì in modo determinante alla crescita del nostro paese. Giuseppe Ghezzi è stato capace di formare e fare crescere una bella famiglia, di impegnarsi nella sua attività lavorativa di tecnico industriale, nell’attività politica senza risparmiarsi ma dedicandosi con tutte le sue doti alla famiglia, al lavoro ed al Comune. Quindi è doveroso che noi meratesi prima di ringraziare Giuseppe Ghezzi ringraziamo la sua famiglia che gli è stata sempre vicina, che non è mai stata “gelosa” delle sue qualità ma che ha capito che Giuseppe doveva dedicarsi alla ricerca del bene comune. Un sentito grazie all’indimenticabile signora Giovanna, che nella Gerusalemme Celeste ci ascolta ed implora il Signore per noi, alle figlie ed ai parenti tutti.
Come è stato un marito, un padre giusto, fedele, amorevole così è stato un Sindaco che ha guidato Merate con prudenza, con accortezza, con generosità e con sincero affetto verso al città ed i suoi cittadini. L’insegnamento di don Luigi Sturzo che si legge in “Politica e Morale” del 1938 è stato per Ghezzi una regola di stile amministrativo. Diceva don Sturzo “E’ primo canone dell’arte politica essere franco e fuggire l’infingimento, promettere poco e mantenere quel che si è promesso”. Chi ha seguito le vicende meratesi degli anni 60-70-80 può essere testimone della concretezza amministrativa, della serietà, della sincerità, della franchezza del Sindaco Ghezzi. Era un galantuomo che faceva quello che prometteva dopo essersi convinto che si era nel giusto e che si perseguiva il bene di Merate. Difficile era anche convincerlo a modificare i suoi orientamenti perché le sue decisioni erano maturate prima in una pacata riflessione, poi nel confronto e dialogo con i consiglieri, con gli assessori ed i cittadini. Mi ha ripetuto più volte che aveva imparato a sentire i cittadini nei colloqui del sabato mattina, a meditare la domenica ed a decidere collegialmente in Giunta il lunedì sera. Non si faceva influenzare dalle mode, dai pettegolezzi, aveva conosciuto ed era stato capace di resistere all’ingratitudine a volte offensiva ed era riuscito a guidare la nostra città con ottimismo realistico. Giuseppe Ghezzi era un amministratore razionalmente e serenamente ottimista. Era convinto che se si sapevano interpretare le volontà costruttive dei cittadini si sarebbe comunque riusciti ad andare avanti, a progredire ed a migliorare le condizioni di vita di Merate.
Egli fu capace di orientare l’azione amministrativa al soddisfacimento dell’esigenza di accrescere il livello di istruzione dei giovani, del bisogno di accedere al bene della casa da parte delle famiglie dei ceti medi e di quelle più povere, di promuovere un moderno sviluppo dei servizi sociali, che con l’aiuto di Laura Crippa negli anni 80 divennero una delle più belle realtà del Comune; fu l’artefice principale dello sviluppo delle strutture sportive, il protagonista di un disegno urbanistico che mirava al salvataggio delle bellezze storiche e paesaggistiche di Merate pur consentendo un adeguato sviluppo economico della città.
Non è questa comunque l’occasione per una ricostruzione storica della sua attività politico-amministrativa, è più importante ricordare l’uomo, il suo impegno le sue qualità morali non comuni.
Posso sicuramente dire che il Sindaco Ghezzi era un uomo “vero” che ha saputo portare con dignità, con sicurezza, con cristiana speranza la “croce” di Sindaco, ha saputo sopportare la “croce” della malattia, della perdita degli affetti più cari. Oggi sicuramente Chi lo ha guidato nella sua vita e gli dato la forza di sopportare tutti i sacrifici, di essere stato un buon padre, un capace e operoso tecnico industriale, un Sindaco “buono”, illuminato, sincero gli darà la ricompensa che spetta ai giusti.
A noi carissimo ed indimenticabile Giuseppe non resta che chiederti perdono per non averti aiutato come meritavi, per averti spesso fatto soffrire, per non esserti stati grati a sufficienza per quanto hai fatto per noi, ma stai pure certo tutti oggi troveremo la forza per dirti grazie: hai fatto il tuo dovere per noi e ti ricorderemo come uomo giusto.
Cerca in Paradiso di volgere ancora verso di noi il tuo viso aperto sincero franco e cordiale come sempre. Arrivederci.

Dott. Mario Gallina
Sindaco di Merate 1990/'95

Uomini e caporali

L’Assessore esterno al Bilancio “prezzemolo di lago” Andrea Massironi non perde occasione per attaccare il Consigliere Comunale ed ex Sindaco Giovanni Battista Albani. Prima il parcheggio di piazza degli Eroi e ora quello di viale Carlo Cornaggia. Dalle pagine del settimanale locale annuncia un esposto alla Corte dei Conti perché la precedente Amministrazione Comunale non avrebbe disposto la sistemazione della sbarra di accesso al silos permettendo così la sosta gratuita con un conseguente ammanco erariale. Non è la prima volta che si rivolge alla Corte dei Conti. Gli è andata male la prima gli andrà male anche la seconda. Stupisce però che si sia accorto del supposto danno erariale solo a distanza di un anno e mezzo dall’insediamento della nuova Giunta. Verrebbe quasi da pensare che sia un tentativo di spingere Battista Albani a tacere, quasi un’intimidazione, una ripicca perché riesce a tenergli testa ed evidenzia le contraddizioni dell’attuale Amministrazione, altrimenti non si comprenderebbe un intervento così tardivo.
Anche sulle affermazioni che con il progetto originario di recupero di Palazzo Tettamanti ci sarebbero stati meno sprechi ci sarebbe molto d adire, ma basta considerare che uno scatolone ha la stessa volumetria di uno scatolone, indipendentemente da quello con cui lo si riempie. Scaldare e illuminare una biblioteca e una pinacoteca sarebbe costato lo stesso che costa scaldare e illuminare il Municipio perché lo spazio è il medesimo. E’ pura e semplice logica, non occorre essere dei geni per capirlo, semmai chi non lo capisce dimostra di avere qualche problema di comprendonio. Spiace tutto questo livore e desiderio di rivalsa verso chi, come Giovanni Battista Albani, ha sempre fatto del suo meglio per rendere un buon servizio a Merate.


R.I.

La scuola e il federalismo alla rovescia

Pubblichiamo il resoconto stenografico della replica del Senatore Antonio Rusconi alla risposta del Sottosegretario Francesco Giro alla sua interrogazione sullo stato di sofferenza economica delle scuole del Meratese di cui avevamo già riportato il resoconto sommario

Ringrazio il Sottosegretario Francesco Giro per la risposta, anche se ero a conoscenza di questi contributi perché in una riunione pubblica alla quale erano invitati i parlamentari di tutte le forze politiche del lecchese, nonché i responsabili della scuola (era presente anche il Senatore Mario Pittoni della Lega) sono state consegnate le firme dei genitori di questa scuola inviate anche alla segreteria del Presidente della Repubblica.
La circostanza che il sottosegretario Giro abbia detto, a nome del Governo, che questi contributi siano stati erogati in quanto trattasi di scuole in effettiva sofferenza finanziaria denota un dato di fatto sul quale vorrei soffermarmi. Uno degli argomenti seri del dibattito politico di questi giorni concerne il federalismo. Mentre continuiamo a discutere di federalismo, quindi di tagli, sacrifici e di ciò che con un nome più simpatico viene definito "razionalizzazione delle risorse", è bene comprendere che quest'ultima viene fatta attraverso tagli lineari. Pertanto, vengono colpite le scuole indipendentemente dal fatto che abbiano personale in abbondanza o meno, indipendentemente dalla situazione legata al numero degli abitanti, alla collocazione (zona montana), alla difficoltà di reperire supplenti e a prescindere da tante altre problematiche. Quindi il federalismo non ha davvero funzionato in questi due anni di attuazione della legge n. 133 del 2008.
Queste scuole, inoltre, nel biennio 2010-2011 stanno affrontando la seconda tranches dei tagli previsti dal decreto-legge del 2008, n. 112, e prossimamente affronteranno il terzo anno di tagli. Ciò significa che avremo sempre l'idea di una coperta corta.
Benché il dibattito sia stato affrontato più volte e io non voglia apparire come il difensore del Nord, vorrei capire perché la scuola conta così poco agli occhi di questo Governo e per quale motivo i fondi previsti all'articolo 64, comma 9, della legge n. 133, di fatto siano spariti. Queste scuole il prossimo anno torneranno a riscrivere perché si troveranno nella medesima situazione, anzi con minori risorse per i tagli previsti dalla legge n. 133, per cui il Governo dovrà nuovamente intervenire. Infatti, se quest'anno per la metà di queste scuole ha dovuto riconoscere l'effettiva sofferenza finanziaria, ammette che le stesse non hanno dilapidato. Lo dico con grande onestà.
Credo che quest'esempio, come altri che potrebbero essere esposti dai colleghi di altre Regioni per evidenziare l'attuazione di questo federalismo alla rovescia realizzato attraverso tagli lineari, dimostri come la scuola non interessi molto a chi governa questo Paese, non rappresenti certo una priorità e nel contempo evidenzi anche che la scuola non sta sciupando nulla, se è vero che il Governo deve dichiarare che la scuola è in effettiva sofferenza finanziaria. Diventerà una rincorsa continua e ci ritroveremo il prossimo anno, magari con altri interlocutori, a rispondere ad un'ennesima interrogazione.

martedì 22 febbraio 2011

La carica dei mille contro la stangata sulla sosta

La petizione promossa dal Gruppo Consiliare “Insieme per Merate” e dal Circolo del PD di Merate, per chiedere la sospensione dell'adeguamento del piano tariffario dei parcheggi a pagamento nel centro storico, è definitivamente chiusa. E’ stata firmata 1.031 cittadini. A queste firme si devono aggiungere le 60 raccolte online per un totale di 1.091 firme. La petizione adesso verrà portata in Consiglio Comunale sotto forma di un ordine del giorno che chiede alla Giunta di rivedere i nuovi prezzi della sosta stabiliti dalla Delibera n° 157 del 29/11/2010 ed entrati in vigore con l’Ordinanza n° 66 del 31/12/2010. Confidiamo che anche i Consiglieri Comunali di Maggioranza facciano la loro parte senza nascondersi dietro a scuse formali, in modo che alle parole rilasciate agli Organi di informazione locale facciano seguire scelte concrete attraverso l’adesione alla proposta del Gruppo Consiliare di “Insieme per Merate”. Sarebbe anche un bel segnale di "distensione" per stabilire finalmente rapporti di collaborazione reale.

Insieme per Merate

La qualità della città è fatta dalla sua vita quotidiana

La città è una macchina complessa che va regolata, ma le attività economiche ne sono il motore, insieme all’offerta di servizi.


La Delibera di Giunta Comunale del novembre scorso, oltre all’aumento delle tariffe, aveva secondo lui, l’intento di correggere l’uso distorto dei parcheggi di via Papa Giovanni XXIII. Ha preso così la decisione pare “irrevocabile” di portare la tariffa a 2 euro l’ora, senza considerare che in tal modo si ottiene di disincentivare maggiormente l’accessibilità al centro storico. Inoltre “vende” tale scelta proponendosi come colui che toglierà le automobili dal centro, così dare miglior vita alla città che sarà più moderna perchè oggi ahimè, è solo un paese,dove “i meratesi non sanno valorizzare le iniziative” ed i commercianti “devono svecchiare i loro prodotti”.
Come miglioramento futuro della dotazione di parcheggi di Merate annuncia i 30 posti in arrivo nel parcheggio interrato di viale Giuseppe Garibaldi, ed insieme invita ad usare quello in via degli Alpini (davanti alla palestra di via Filippo Turati) e quello del cimitero di via Emilio Bianchi. Ricordo che via Terzaghi, prima di essere chiusa, era l’itinerario più agevole per arrivare al centro da nord guidando proprio al parcheggio citato.
Ma in Ufficio Tecnico del Comune e nelle teste dei Meratesi, il centro storico è un’altra cosa; spieghi pertanto a Meratesi e non, cosa importa avere un parcheggio a fianco di Villa Confalonieri, per raggiungere piazza Giulio Prinetti o via Roma. Provi inoltre a pagare per un quarto d’ora dopo aver parcheggiato in via Papa Giovanni XXIII, scendere con un passeggino o con un parente anziano per salire in piazza e giudichi se ciò incentiva l’ingresso in centro. L’annuncio inoltre di voler proprio toglierli questi parcheggi, peggiora la situazione: provi a fare lo stesso tentativo parcheggiando in via degli Alpini, facendo la salita dell’oratorio per arrivare in centro per andare in cartoleria, in farmacia al bar o dal panettiere e fruttivendolo (alias borse pesanti). Come possono fare questi esercenti “a rendere appetitose le loro attività”come il Sindaco gli ha invitati a fare, se raggiungere i loro negozi da sud è disincentivato?
L’idea di togliere i posti auto su via Papa Giovanni XXIII per sostituirli con arredo urbano (perché fa moderno?) offre una idea di centro sbagliata. La qualità della città è fatta dalla sua vita quotidiana, non dai pareri degli amanti della passeggiata del tempo libero, né dalla presenza di eventi spettacolari una tantum, la città è una macchina complessa che va regolata, ma le attività economiche ne sono il motore, insieme all’offerta di servizi.
Con la presentazione in Consiglio Comunale del risultato della raccolta firme “Insieme per Merate” vuole portare la discussione anche sul tema di rivitalizzare il centro storico. L’idea ampiamente condivisa di limitare l’accesso veicolare di alcune zone deve anche considerare che occorre evitare di penalizzare la loro accessibilità.
Si soffermi il Signor Sindaco a considerare se l’indubbio interesse attorno alla raccolta firme sia da liquidare dicendo “è la solita raccolta firme contro le tasse” oppure se sia l’evidenza di non esser stato in grado, nonostante organi consultivi(tavoli con i commercianti), assessori incaricati (quello al Commercio Giuseppe Procopio) e Consiglieri di Maggioranza esperti della materia (Francesco Sangiorgio), di evitare le loro critiche pubbliche.
Dove stia la visione manageriale del suo ruolo di Sindaco e lo spirito di gruppo presente nella sua maggioranza, per come si svolta la vicenda resta naturalmente appannaggio dei cittadini.


Cesare Perego
Capogruppo Consiliare
di “Insieme per Merate”

lunedì 21 febbraio 2011

Si è spento l'ex Sindaco Giuseppe Ghezzi

Si è spento questo mattina l’ex Sindaco di Merate Cavalier Giuseppe Ghezzi. Aveva 83 anni e purtroppo era sofferente da tempo. Con lui se ne va un pezzo di storia della nostra città. e non è una frase di circostanza A lui tnoi utti dobbiamo molto: il Centro sportivo comunale, la Scuola elementare di Sartirana, tante altre opere pubbliche… Si è adoperato anche perché tanta gente avesse l’opportunità di costruirsi una casa attraverso la costituzione di serie cooperative edilizie. Il nostro Gruppo di “Insieme per Merate”, con i Consiglieri Comunali, i sostenitori e i simpatizzanti, esprime cordoglio e porge le più sentite condoglianze ai familiari.


Il Gruppo di "Insieme per Merate"

Lavori al lago di Sartirana: siamo sicuri che è tutto in regola?

Pubblichiamo il testo dell'interrogazione depositata questa mattina dal nostro Capogruppo Consiliare Cesare Perego sui lavori eseguiti nell'ambito della Riserva regionale del lago di Sartirana.

Alla c.a. del Sindaco del Comune di Merate
Sig. Andrea Ambrogio Robbiani
Ass.Ecologia Massimiliano Vivenzio

Oggetto: Interrogazione a norma degli Art. 51, 52 e 53 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari” del Comune di Merate - relativa ai lavori che hanno interessato il SIC di Sartirana nel mese di Gennaio 2011.


Premesso che:


  • In data 14 Luglio 2010 è stato adottato con Deliberazione n.22 di Consiglio Comunale il Piano di Gestione SIC IT2030007 “Lago di Sartirana” 
  • Nel corso della discussione è stato affermato dal Sig. Sindaco: “che questo documento traccia delle linee guida, non é vincolante e deve essere posto in essere in base alle esigenze ed alle valutazioni che verranno fatte di volta in volta sugli interventi da attuare da parte del Comitato Tecnico-Scientifico. Nessuno é così pazzo da eseguire interventi che possano essere negativi per il Lago”.
  • Sul sito Meratenews compare la seguente informazione in merito all’inizio di lavori in oggetto: ”I lavori sono stati affidati alla Azienda Agricola CATTANEO S.r.l. con sede in Valbrembo (Bg). I lavori iniziano nel mese di gennaio 2011. Le opere previste rivestono carattere di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza”.
Facendo notare che:
  • I lavori eseguiti dall’azienda incaricata hanno prodotto lo sradicamento di alcuni tratti di canneto
  • Gli stoloni della canna d’acqua che sono stati divelti, e non recuperati per essere smaltiti fuori dal bacino, andranno a radicare e creeranno nuove zone a canneto (Foto 1)
Foto1
  • L’apertura di canali ha intaccato il sedimento e rimesso in circolo nell’acqua i nutrienti. Rimescolare il sedimento significa rendere di nuovo utilizzabile quel fosforo sedimentato da anni sul fondo, facendo aumentare l’eutrofizzazione che è il più grave fattore di invecchiamento di un lago
  • Il sedimento rimesso in circolo nel lago crea gravi danni meccanici alle strutture dello zooplancton che sono il cibo per gli avanotti
  • È stato rimodellato un sentiero con il passaggio dei mezzi pesant,i distruggendo la naturalità del luogo (Foto 2)
Foto 2
  • Gran parte del sedimento rimosso è stato ribaltato sul canneto, questo sarà destinato a ritornare nel lago vanificando l’operazione per cui era stato eliminato
gli interroganti chiedono:
  • di conoscere, con adeguata documentazione, in quali termini l’Amministrazione di Merate abbia sottoposto la richiesta di parere all’organo competente provinciale sull’esecuzione di tali lavori
  • quale sia il testo della risposta scritta ricevuta dall’organo provinciale
  • da chi risulta essere composto il Comitato Tecnico–Scientifico abilitato – secondo quanto affermato dal sig. Sindaco nel corso del Consiglio Comunale del 14.07.2010 - a valutare le esigenze del SIC “Lago di Sartirana” e come si è espresso su tale intervento ante realizzazione
  • se l’Amministrazione comunale ritiene la qualità dei lavori svolti compatibili con la natura di SIC del lago di Sartirana.
  • quali ragioni hanno portato a selezionare una azienda agricola per svolgere questo lavoro
  • a quanto ammonta il costo degli interventi sostenuti
Per la presente interrogazione non è richiesta risposta scritta.
Ringraziando, salutiamo distintamente


Merate, 21/02/2011


Gruppo Consiliare “Insieme per Merate”
Cesare Perego, Giovanni Battista Albani, Gabriella Mauri,
Achille Panzeri e Roberto Riva

domenica 20 febbraio 2011

Altre firme contro la "rapina" delle strisce blu

I cartelli che indicano la sosta a pagamento sono sbagliati. Gli automobilisti multati potrebbero  contestare le sanzioni.

Grazie all’aiuto di alcuni commercianti ci sono stati altri moduli firmati di adesione alla petizione contro l’aumento delle tariffe dei parcheggi a pagamento. I fogli contengono più di 70 sottoscrizioni e si aggiugno alle 969 già conteggiate. Oltre mille cittadini hanno così sostenuto l’iniziativa del Gruppo di “Insieme per Merate” e del Circolo del PD di Merate per chiedere al Sindaco di “congelare” ogni rincaro e di affrontare l’importante provvedimento con tutti gli interessati. Le firme verranno presto depositate in Comune insieme ad una proposta di ordine del giorno da discutere in Consiglio Comunale in maniera tale che tutti i Consiglieri Comunali si assumano la responsabilità davanti alla popolazione di esprimere se sono d’accordo con la scelta portata avanti dal Sindaco oppure se, come hanno comunicato agli Organi di informazione locale, sono disponibili ad un confronto e ad una rivalutazione della questione, che presenta anche alcuni dubbi sulle modalità di applicazione. Gli spazi delimitati dalle strisce blu infatti non sono supportate da idonea segnaletica verticale, cioè dai cartelli stradali, che indicano ancora solo la “P” di parcheggio, senza specificare l’obbligo di pagare né riportare le tariffe. Questo potrebbe dare origine a dubbi e creare confusione, ma potrebbe portare anche a contestazioni da parte degli automobilisti multati. Ma anche se non sono state ancora elevate contravvenzioni questo dimostra il modo di fare frettoloso e raffazzonato dell'attuale Amministrazione, alla faccia dell'"anno di buon governo"... Ogni volta che intervengono sulla viabilità sbagliano qualcosa.


Insieme per Merate