giovedì 2 giugno 2011

Referendum: quattro "sì" per dimostrare che non siamo un popolo che viene imbrogliato

La la Cassazione ha deciso che il 12 ed il 13 giugno si terranno tutti e quattro i referendum previsti. La Suprema Corte ha confermato che gli Italiani dovranno pronunciarsi anche sul nucleare. Tre referendum (i due sull’acqua pubblica e quello sul nucleare) riguardano dei temi che non sono solo “economici”, ma riguardano, soprattutto, il futuro: come lasciamo la Terra ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Se li assesteremo oppure no, se li riempiremo di scorie che si decontanimeranno in centinaia d’anni oppure no. Se avremo una visione armonica del futuro oppure se lasceremo spazio solo ai benefici economici per pochi ed alle difficoltà per molti. La tragedia giapponese è la fotografia dei danni che ci auto infliggiamo. Non siamo in grado di governare i processi che noi stessi iniziamo!
I popoli del deserto che hanno sempre avuto davanti agli occhi i propri limiti, hanno scritto riflessioni che noi uomini moderni, che pensiamo di essere onnipotenti, abbiamo nascosto a noi stessi. Segnalo due versetti dell’Antico Testamento: "Un terreno non potrà essere venduto in modo definitivo, perché la terra appartiene a me, il Signore, e voi sarete come stranieri o emigrati che abitano nel mio paese" (Levitico 25, 23). "Io vi ho condotto in una terra da giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti. Ma voi, appena entrati, avete contaminato la terra e avete reso un abominio la mia eredità" (Geremia 2, 7).
Se vogliamo dare un futuro alle prossime generazioni bisognerà votare Si all’abrogazione delle leggi che regolano il bene prezioso dell’acqua e la costruzione di centrali nucleari.
La Germania della “moderata” Angela Merkel e che è il motore trainante dell’economia europea in tempo di crisi ha deciso di spegnere le centrali nucleari. Il bene comune, la sicurezza viene prima!
Il quarto quesito è, anche questo, profondamente etico: dovremo decidere se i politici potranno sottrarsi alla giustizia dilatandone i tempi e facendo cadere in prescrizione i processi. Perché ad un cittadino comune, ad un brianzolo, il processo viene fatto e ad un potente, invece no?
Tutti insieme, allora, andiamo a votare, ad esercitare un nostro diritto democratico ed un dovere morale. Quattro "sì" serviranno a dimostrare che siamo un popolo che non viene “imbrogliato” né dal potere “economico” e, nemmeno, da un novello “imperatore”.


Ambrogio Sala

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