lunedì 4 ottobre 2010

Area Cazzaniga: una lunga e travagliata storia di cui tener conto per il futuro

Rimasta per lungo tempo un prato incolto usato quale precario parcheggio, durante la Fiera patronale di Sant'Ambrogio, come piazzale per le giostre, l’opposizione comunista in Consiglio comunalene propose, negli anni ottanta, la destinazione a nuova scuola elementare. In sé ed alla luce degli avvenimenti successivi, si trattava forse della soluzione migliore dal punto di vista urbanistico e logistico: infatti si sarebbe realizzato un polo scolastico con materna, elementari, medie, professionali, con in più annessi impianti sportivi.
Nei primi anni novanta l’Amministrazione retta da Mario Gallina formulò poi un intervento per l’alienazione dell’area a fronte della costruzione di un “broletto” (sul progetto di Mario Botta) ad uso pubblico e privato terziario, il tutto senza esborso per il Comune. Tale intendimento fu, democraticamente, sottoposto a referendum e fu respinto, sia per non alienare l’area che per evitarne l’edificazione.
Nel 1995 la nuova Giunta di Dario Perego, incurante del chiaro verdetto emesso dalla consultazione popolare, si propose di trasformare l'area in una piazza con giardini pensili, anfiteatro, bar, spazio per manifestazioni, aule per le Associazioni e un parcheggio, con ciò disattendendo, non nella lettera, ma sicuramente nello spirito, appunto l'esito referendario di qualche anno prima. Tale proposito fu inutilmente contrastato dal Comitato per l’area Cazzaniga che suggeriva più sobriamente, un parco pubblico, anche a servizio della scuola media e parcheggio. Senza indire né un concorso di idee, né un bando, nel 1996, venne commissionata l’opera allo Studio Archea di Firenze che presentò un progetto esecutivo nel 1998. Il progetto esecutivo venne approvato per 6,5 miliardi di liire pari a circa 3,3 milioni di Euro .
La Società appaltratice, la “Cias Group” iniziò i lavori nel 1999, prevedendone la fine per il 13 febbraio di due anni dopo, nel 2001. Così non è stato. Nel 2002, ben lungi dalla consegna del cantiere, l'impresa fu sottoposta a procedimento amministrativo per concordato preventivo che indusse, nel 2003, alla risoluzione del contratto. Ai primi del 2004 venne indetta una nuova gara per appaltare il completamento, almeno, del cosiddetto 1° lotto riguardante l'opera, escluso il parcheggio; nel frattempo i costi lievitavano. Il 26 maggio 2004, qualche giorno prima delle elezioni comunali, l'appalto venne affidato ad un altro operatore, una mossa che impedì di studiare altre soluzioni. Ad inizio 2007 anche seconda ditta segnalò la propria intenzione di abbandonare il cantiere dando luogo ad un contenzioso che venne sanato in agosto 2007 con un accordo transattivo. I lavori rimasero pressoché fermi nel 2008 e solo nel 2009 e 2010 sono stati riavviati relativamente alla parte edile ed impiantistica. A consuntivo si presume che il costo ascenda a circa 5 milioni di euro (più del 50% della previsione iniziale) e con un ritardo di quasi dieci anni. Stiamo parlando solo dei costi vivi, perché prescindiamo dai mancati introiti del parcheggio e dal disagio non monetizzabile per un’opera incompleta e non fruibile nel centro di Merate. Senza dimenticare i privati che hanno versato un acconto per l'affitto dei garage previsti, i quali sono rimasti senza posto e non hanno riottenuto nemmeno i soldi.
Il 1° ottobre 2010 è stato comunque finalmente attivato il parcheggio, il manufatto più utile dell’intervento; ne siamo stati informati da un avviso cartaceo e posticcio essendo rimasto silente il verde e sempre meno ubertoso sito del Comune.
Alcune considerazioni.
L’iniziativa è stata avventata nel metodo: assegnazione diretta ad un prefissato progettista, e nel merito. Si tratta di un’ opera architettonicamente pregevole, anche se il soggettivo giudizio estetico è diverso a seconda della sensibilità delle persone. Il problema è che un Ente pubblico dovrebbe fondarsi sul principio di sobrietà e privilegiare la pubblica utilità delle opere; in questo caso si è privilegiato l’aspetto estetico dell’involucro, la piazza, a scapito del contenuto, lo spazio sotterraneo, peraltro non appetito dalle Associazioni, pur bisognose di spazi. Il progetto iniziale fu modificato, marginalmente, dalla precedente Amministrazione prevedendo una zona, in fregio a via don Cesare Cazzaniga, per la sosta dei mezzi di trasporto pubblico e gli scuolabus, al fine di evitare la congestione e la pericolosità delle fermate in piazza Italia. Speriamo che detta opportunità venga colta al più presto, sfruttando anche la possibilità di un percorso sicuro degli studenti verso la scuola, attraverso l’area. Fu ricavato, anche, uno spazio, a ridosso del Collegio Manzoni per ricavarne un campetto sportivo per le scuole medie.
Ora il problema è quello di far vivere la struttura garantendone il presidio continuo, affinché non diventi zona di degrado. Non ci nascondiamo la difficoltà di individuare un esercente del bar che dovrà investire negli arredi e crearsi una clientela. L’area sotterranea per le associazioni, dovrà, presumibilmente, essere sistemata dal Comune mediante compartimentazioni ed arredi: quindi altri costi d’investimento che si aggiungono a quelli annuali di gestione (luce, riscaldamento, condizionamento, acqua...).
Un’ultima nota circa le sorprese che possono derivare dall’assegnazione degli appalti da parte di pubbliche amministrazioni (Legge Merloni e successive modifiche) a società private, apparentemente a posto sulla carta, ma che, a posteriori, si rivelano fragili economicamente con le conseguenze che abbiamo visto non solo a Merate, ma in tutta l’Italia. In attesa di un cambiamento della norma, pur nel rispetto dell’evidenza pubblica, la modalità più sicura sembra essere quella del leasing immobiliare finanziario in cui la garanzia è costituita dalla presenza, in associazione con l’appaltatrice, di un istituto bancario che, previamente, ne verifica la solidità.
La nuova scuola elementare ne è stato un esempio virtuoso.

Ernesto Passoni

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