martedì 23 novembre 2010

Forti coi deboli e deboli coi forti di Brugarolo

L'elettrodotto da 132mila volt passerà sotto il naso di tutti e la sua realizzazione comporterà parecchi disagi ma nessuno dell'Amministrazione Comunale si è fatto vivo con la popolazione che è stata abbandonata a se stessa e ai suoi problemi.

A Brugarolo sono cominciati o stanno per cominciare i lavori di realizzazione dell’elettrodotto da 132mila volt che alimenterà i nuovi impianti della “Fomas”. Da progetti preliminari il cavidotto, per alla Tino Passoni, doveva passare tutto o quasi in mezzo ai campi, dalla zona nelle vicinanze della piattaforma ecologica dove arrivano le linee aeree dell’alta tensione, e poi verso sud in fregio al canile municipale e ancora più giù per piegare a destra, verso ovest, tagliare un piccolo pezzo di via XXV Aprile e raggiungere finalmente gli stabilimenti “Fomas”.
I novelli Amministratori pidiel-ciellin-leghisti hanno però pensato bene di scombinare le carte in tavola e ridisegnare il tragitto senza consultare nessuno degli abitanti della frazione. La linea partirà sempre da zona via della Ca’ Rossa, sfocerà in via XXV Aprile e la attraverserà tutta, da nord a sud. Cosa cambia? Primo costa di più, e perciò niente contributo per la ristrutturazione dell’ex Cse che nelle intenzioni dell’ex Sindaco Giovanni Battista Albani doveva diventare sede di una sala civica e di ambulatori comunali. Secondo: via XXV Aprile sarò oggetto di intervento di scavo, ovvero rimarrà chiusa al traffico.
Ma perché non si è pensato di interrare l’elettrodotto sotto la pista ciclabile per ridurre i disagi? Semplice: ufficialmente, formalmente, non tutti i tratti della ciclope donale sono intestati all’Amministrazione comunale perché mancano gli atti notarili. E poi si sarebbero dovuti informare i “confinanti”, cioè le centinaia di residenti che abitano nei condomini e nelle villette di via XXV Aprile stessa. In questo modo si sono evitati potenziali contenziosi e ricorsi. La gente avrà quindi l’elettrodotto sotto il naso, appena fuori da porte, balconi e finestre ma non potrà dire niente.
Si consolino tutti costoro. Anche la dozzina di proprietari dei terreni agricoli direttamente interessanti dall’operazione non hanno potuto fiatare. Hanno saputo a cosa sarebbero andati incontro a giochi ormai fatti. Dal Comune Andrea Robbiani & C. si sono guardati bene dal contattarli o avvisarli. Il risultato: semplice: sono obbligati a concedere una servitù per una striscia larga dai quattro ai sei metri e lunga quanto il tratto sotto il quale passa la linea ad alta tensione per una miseria. La presenza dell’elettrodotto porta con sé anche una serie di vincoli pratici che danneggeranno gli intestatari dei mappali di fatto espropriati in nome di un’opera di pubblica utilità.
Nessuno mette in dubbio l’utilità dell’infrastruttura, ma questa faccenda doveva essere gestita prima e meglio. Un’Amministrazione deve difendere gli interessi comuni: di imprenditori, di chi è portatore di intessi economici, ma anche e soprattutto dei semplici cittadini. Perché altrimenti si alimentano i dubbi di coloro che sospettano che si debba rendere il favore a “grandi elettori”, parenti e amici di Brugarolo che non volevano loro avere l’elettrodotto sotto il naso o che hanno ospitato o evitare problemi e spese aggiuntive a chi ha ospitato in fabbrica in campagna elettorale membri del Centrodestra, Andrea Ambrogio Robbiani compreso. Purtroppo lo diceva anche Pietro Nenni: “Lo Stato spesso è forte con i deboli, è debole con i forti”.
Marco Airoldi

P.S.: E il Comitato di quartiere cosa fa? Forse che qualcuno dei componenti sia direttamente o indirettamente interessato affinchè l'elettrodotto passi al largo da casa propria o di qualche congiunto?

2 commenti:

  1. Robbiani mica era andato con Lupi alla Fomas? E allora cosa ci si poteva aspettare?

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  2. Ahi! Ahi! Ahi! Qualche sospetto che ci sia un vantaggio per qualcuno può anche venire...

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