giovedì 15 luglio 2010

Per salvare il trasporto pubblico locale servono più deleghe e partecipazione

Ormai è quasi fatta. Le Regioni, nonostante le eclatanti proteste di alcuni Presidenti regionali, con le plateali quanto sterili minacce di rimettere le deleghe, pare che finiranno per accettare i tagli imposti dal governo, accontentandosi forse di qualche sconticino e di qualche promessa. Tuttavia, se la posizione di Tremonti, certamente contraddittoria rispetto a solo pochi mesi fa in cui aveva irresponsabilmente dispensato incentivi a pioggia ai consumi, in certi casi al limite del voluttuario, rimane ragionieristicamente rivolta a difendere le cifre della manovra, quella dei Governatori sembra non capire che è venuta l’ora di cambiare registro, modo e metodo di gestire i soldi che sono anche nostri.
Per quanto riguarda noi pendolari, la manovra nasce con criteri logici chiaramente di stampo ragionieristico e di corto respiro che, anche se attuata in misura ridotta rispetto ai dati inizialmente previsti, è destinata a mettere in ginocchio l’intero sistema del trasporto pubblico locale, generando inevitabilmente più costi sociali, maggiore inquinamento e congestione stradale con un grave impatto sulla salute dei cittadini. Se il Governo non è in grado di agire con razionalità e concepire invece una intelligente riforma strutturale dei trasporti locali, a questo punto devono intervenire i Presidenti delle Regioni, a cominciare dai loro leader Formigoni ed Errani. A nostro avviso, l’unico modo intelligente e razionale per salvare il Trasporto Pubblico Locale (TPL), è quello di incentivare le efficienze, i risparmi di sistema, il mercato, e tale obiettivo non può che passare da un rafforzamento delle deleghe regionali nei trasporti e da una maggiore partecipazione degli utenti, ed in particolare di noi pendolari che ne siamo vitali fruitori. Occorre che, da parte delle Regioni, sia fatta una scelta precisa ed inequivocabile a favore del trasporto pubblico, con una assunzione piena di responsabilità per gestire meglio e con maggiore efficienza tutte le risorse dei trasporti. In particolare, le Regioni devono poter giocare “a tutto campo” nel difficile ma necessario riequilibrio tra la maggiore efficienza sociale, economica ed energetica dei trasporti pubblici rispetto alle inefficienze del trasporto privato.
A tal fine, le Regioni dovrebbero dunque chiedere ed ottenere dal Governo di:
  • sul lato economico, potere, ad esempio, modificare le accise sui carburanti, le tasse di circolazione, le tariffe autostradali, introdurre tasse di scopo per l’uso dei veicoli privati;
  • sul lato normativo, rivedere le modalità di governance del sistema dei trasporti, a partire dall’apertura vera al mercato dei servizi di TPL e con l’abrogazione del Contratto di Servizio imposto dal Governo col monopolista di Stato, nonché revisionare le norme che regolano la circolazione sia su ferro che su strada dei mezzi pubblici per alleggerire i costi della gestione operativa ed aumentare la velocità commerciale.
Le Regioni devono fare la loro parte e, ad esempio, la Regione Lombardia deve certamente rivedere i costosi progetti infrastrutturali, quasi tutti legati all’EXPO di cui molti di dubbia utilità, avviando la redazione di un serio Piano della Mobilità regionale, fondato sull’integrazione tariffaria e modale, sulla partecipazione e sulla trasparenza nello stabilire le priorità degli investimenti. Ovviamente anche noi pendolari siamo pronti a fare la nostra parte, senza preclusioni concettuali, a patto però che gli attori pubblici e privati dimostrino nella realtà dei fatti di voler intraprendere un nuovo processo virtuoso e da noi condiviso di trasformazione. Chiediamo dunque che, su questi temi, attraverso il Tavolo TPL e le audizioni in Commissione Trasporti, la Regione esponga chiaramente le strategie che intende attuare, e ci sia concessa la possibilità di esporre le nostre proposte per affrontare in modo condiviso questa gravissima situazione. Altrimenti, appare naturale conseguenza nei prossimi mesi una forte protesta di milioni di pendolari utenti del trasporto pubblico esasperati, ma anche determinati, perché spinti da una necessità di sopravvivenza.

Coordinamento dei Comitati Pendolari della Lombardia

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