sabato 4 dicembre 2010

La filosofia dell'effimero

Leggendo il titolo impegnativo dell’ultima intervista all’Assessore Andrea Valli (L’Avvocato Valli spiega la filosofia del nuovo strumento urbanistico) [clicca sui testi evidenziati per accedere ai rimandi] da parte del Direttore Claudio Brambilla di Merateonline ci eravamo illusi di conoscere, finalmente, quale tipo (la filosofia) di città l’Amministrazione di Merate avesse intenzione di promuovere con il nuovo strumento urbanistico. In realtà l’Assessore si è soffermato su aspetti delicati, ma non fondamentali, per impostare una filosofia di Piano Urbanistico, a meno che ed il sospetto ce l’abbiamo, tutto ruoti attorno al solo lato ludico dei Meratesi come se essi non fossero quotidianamente alle prese con i problemi del lavoro, della sanità e del traffico, tanto per citare alcuni aspetti.
Una prima perplessità l’abbiamo alla risposta su cosa si aspettino i cittadini dai Parchi Agricoli Urbani (PAU): l’Assessore auspica che tali parchi, diventati di proprietà comunale, si trasformino in frutteti e vigne, queste ultime, peraltro, inadatte a Merate; inoltre dà l’ostracismo ai campi arati (sic!), indirizzando il conduttore del fondo a coltivazioni che potrebbero essere non redditizie. Basterebbe interpellare le Associazioni degli agricoltori per conoscere la tipologia di essenze più rispondenti al mercato, nel contesto meratese. Riguardo al PAU del Bagolino non vediamo, tra l’altro, la necessità di realizzarvi una nuova pista ciclopedonale: basterebbe ripristinare il vecchio sentiero che parte da via Achille Grandi, zona ponte sotto viale Alcide De Gasperi e che si dirama alla Cascina San Paolo. L’Assessore ammette che, per i PAU, c’è stata una sorta di percorso a ritroso: prima si individuano i lotti afferenti agli stessi e, poi, si concedono le edificazioni, anche in altri ambiti di pregio; evidentemente i proprietari, grazie al meccanismo della “compensazione”, hanno vinto un terno al lotto.
Alla seconda domanda l’Assessore afferma di essere per una crescita ridottissima, ma ciò è contraddetto dal Documento di Piano nel quale si legge un aumento, rispetto al PRG vigente, di 55.000 mq di superficie urbanizzata, con il corredo di 63.000 mc di nuovo residenziale e 61.000 mc di nuovo produttivo/terziario.
Il “baratto” fra la possibilità di edificare all’interno, od in fregio a parchi storici, e la “compensazione” con altre aree è deleterio, perché riteniamo si vada ad intaccare ambiti che hanno una propria identità risalente al sette/ottocento; in effetti se Merate mantiene verde ancora circa metà territorio lo si deve all’esistenza dei parchi storici che hanno costituito barriera alla proliferazione edilizia. In buona sostanza il gioco non vale la candela.
Altra considerazione è di ragione pratica: l’acquisire altre aree da parte del Comune si scontra con la necessità della loro manutenzione; si può, è vero, affittare agli agricoltori, ma evidentemente essi le coltiverebbero in base alla redditività delle essenze: il cerchio, allora, si chiude e, nella sostanza cosa cambia? Non si può ottenere lo stesso scopo (la fruibilità) mediante Convenzioni fra Comune e Proprietà? Inoltre ci sono già aree comunali, di consistente superficie (a Vedù e fra le vie Bergamo e degli Alpini), da rendere fruibili.
In proposito apprendiamo dal settimanale meratese che, dal cilindro dell’Amministrazione è spuntata la destinazione a campo di golf del PAU del Bagolino, ovviamente sentiti i pareri del Comitato di Novate, di quello virtuale di Merate Centro e previa consultazione della Commissione Sport e Tempo Libero. In effetti questa Amministrazione non ci fa annoiare grazie al suo profluvio di annunci estemporanei, non programmati e di cui non si vede l’approdo. Al solito tali annunci non vengono dati nelle sedi istituzionali!
Inoltre, in relazione all’edificabilità nei PAU, non ci siamo sognati la frase riportata nell’”Allegato schede di rilievo” al Piano dei Servizi, laddove alla scheda Parco Agricolo Urbano (PAU) leggiamo: “E’ ammessa la realizzazione di edifici di edilizia residenziale pubblica, sociale e convenzionata (…) con i parametri edilizi di zona”. Unica scusante per il Sindaco, è che l’inciso è scritto in caratteri microscopici, come per le vessatorie clausole dei contratti assicurativi.
Dietro tutto ciò ci sembra di intravedere un modello di società meratese non solo post industriale, non solo post terziaria, ma del cosiddetto “tempo libero”; quasi un ritorno all’ottocento quando Merate divenne residenza estiva di aristocratici milanesi; ora in sovrappiù ci sarà il golf, sport economico, popolare e molto adatto ai ludi familiari.
Nella parte finale dell’intervista, alla domanda sul giudizio riguardo ai Tecnici Estensori del PGT, l’Assessore risponde che essi sono stati scelti dalla precedente Amministrazione di centrosinistra; su questo punto preghiamo l’Assessore di verificare i documenti relativi all’assegnazione dell’incarico, avvenuta con gara ad evidenza pubblica e vedrà che il Servizio Territorio ha agito in perfetta autonomia, seguendo le normative, quindi senza interventi e suggerimenti dell’Amministrazione.
Facciamo notare che l’assurdità di costruire in fregio al Cannocchiale Belgiojoso non è limitabile solo a difficoltà viabilistiche, ma è connessa all’intervento in sé, anche se fosse ridotto a due o tre villette.
Nell’ultima risposta si fa riferimento all’insediamento previsto ad ovest di via Laghetto che lascerebbe spazio alla tangenzialina tra via Como, a Merate ed SR 342 dir a Cernusco; dalla cartografia si rileva che la retinatura indicante l’insediamento occupa tutta la luce attualmente libera e quindi non si capisce come si possa superare il principio fisico dell’impenetrabilità dei corpi solidi; a meno che le retinature siano una sorta di ente metafisico.
Riguardo al comparto produttivo di via Bergamo (Ambito Produttivo Ecologicamente Attrezzato-APEA), esso fu ereditato dalla precedente amministrazione come da PRG adottato e fu confermato nell’approvazione, con vincoli posti dalla Provincia, tanto che successive richieste di edificazione industriale furono, dalla stessa, bloccate. L’ultima revisione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) lo ha designato quale una delle tre aree del cosiddetto Polo Industriale del Meratese, insieme a quelle di Osnago e Verderio, peraltro molto più vaste. Per inciso la ratio dell’APEA è quella di individuare un ambito dove concentrare le attività produttive, ad esempio anche quella di via Laghetto, come è richiesto dallo spirito della Legge Regionale 12 e dalla lettera del PTCP.
In ogni caso l’attuale Amministrazione può sempre sottoporre il problema alla Provincia, proponendo la cassazione dell’APEA.


Ernesto Passoni

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