sabato 26 febbraio 2011

Per colpa dello smog in Val Padana viviamo nove mesi in meno

I dati dell'Organizzazione mondiale della sanità: ogni anno 7 mila morti in Val Padana. Il clima ci penalizza rispetto ad altre aree d'Europa

È come se un piccolo Comune, ogni anno, scomparisse dalla Pianura Padana: cancellato dagli effetti dell'inquinamento. Sono 7 mila le morti premature provocate ogni dodici mesi dallo smog nelle regioni del Nord. C'è poi un dato statistico più generale: «In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per l'esposizione» alle polveri sottili, spiega Marco Martuzzi, uno dei responsabili del Centro europeo ambiente e salute dell'Organizzazione mondiale della sanità.
L'ultimo e più approfondito studio sui danni da smog nel nostro Paese («Impatto sanitario del Pm10 e dell'ozono in 13 città italiane») risale al 2006 e stimava oltre 8 mila decessi l'anno. Rispetto ai dati analizzati cinque anni fa, molte cose sono cambiate: da una parte è migliorata la rete di rilevamento del Pm2,5 (polveri sottilissime che penetrano più a fondo nei polmoni), dall'altra sono state approfondite le conoscenze sugli effetti dell'inquinamento per la salute. Molte città e Regioni hanno anche adottato nuove politiche antismog e ora è possibile valutarne l'efficacia. L'Oms ha dunque aggiornato i calcoli, applicando la stessa metodologia del 2006 ai nuovi dati. Conclusione: «Considerando i soli 30 capoluoghi di provincia della Pianura Padana, il numero di morti dovuti alle polveri potrebbe superare i 7 mila l'anno».
È una situazione confermata anche dal dossier «Mal'Aria» di Legambiente, che dimostra come tra le 48 città italiane che nel 2010 hanno sballato i limiti antismog fissati dalla legge europea ben 30 sono proprio nelle regioni del Nord. Un quadro certificato anche da una delle ultime ricerche dell'Agenzia europea per l'ambiente, che colloca 17 città italiane tra le prime 30 più inquinate del continente (Plovdiv, in Bulgaria, è quella nella situazione peggiore, seguita nell'ordine da Torino, Brescia, Milano e Sofia). L'Oms mette però in guardia anche sulla qualità dell'aria a Roma: la concentrazione media annuale di polveri sottili è di oltre 30 microgrammi per metro cubo, un dato sotto la soglia fissata dalla legge comunitaria, ma che supera la media europea a 15 Paesi (24,6 microgrammi).
Sugli alti livelli di inquinamento al Nord, il direttore scientifico dell'Oms Europa, Roberto Bertollini, ammette: «Abbiamo città con condizioni climatiche particolari, che aggravano la situazione rispetto ad altre aree d'Europa». I confronti sono però negativi: «Ci sono aree simili alle nostre - continua Bertollini - come il Belgio e i Paesi Bassi dove hanno operato bene». Rispetto ai rischi per la salute, il direttore scientifico dell'Oms Europa conclude: da una parte c'è «il disinteresse della società per questi temi», dall'altra «la volontà politica. Per rinnovare il parco auto occorre un programma pluriennale, e purtroppo il mondo politico spesso ha agende di più breve periodo».
I medici e i ricercatori dell'Organizzazione mondiale della sanità non si sono fermati alla descrizione degli effetti negativi. Danno anche indicazioni su come condurre la lotta contro l'inquinamento: favorire migliori tecnologie di veicoli e carburanti; ispezioni obbligatorie per auto e furgoni; incentivi fiscali per aumentare la mobilità pubblica; aiuti ai pendolari. Nelle condizioni della Pianura Padana, sono poi necessarie «iniziative politiche armonizzate a livello regionale e interregionale, altrimenti le azioni intraprese da un singolo Comune porteranno a modesti risultati». Per stimolare azioni più incisive, l'Oms fa infine una stima economica: «La riduzione delle polveri sottili fino all'anno 2020 condurrebbe a un risparmio fino a 28 miliardi di euro l'anno in Italia, in termini di costi della mortalità, delle malattie e degli anni di vita persi».


Gianni Santucci

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