Pubblichiamo il ricordo sul Cavalier Giuseppe Ghezzi che l'ex Sindaco di Merate Mario Gallina ha letto al termine della Messa funebre di questa mattina a Pagnano.
Giuseppe Ghezzi iniziò nel 1960 la sua attività politico amministrativa accettando la proposta di persone che gli spiegarono, come scriveva don Luigi Sturzo nel 1925, che “Il fare politica è, in genere, un atto di amore per la collettività; tante volte può essere anche un dovere del cittadino”.
Egli disse sì alla proposta perché convinto, come mi confidò più volte, che fosse un dovere civico e cristiano impegnarsi nell’amministrazione comunale per la ricerca del bene comune con spirito di servizio. Da allora per venticinque anni circa quotidianamente si dedicò all’attività politico-amministrativa prima come Assessore e poi come Sindaco dal 1975 al 1985. Dall’età di 33 anni a quella di 58 anni, possiamo dire nei suoi anni più fecondi e di maggiore vitalità si impegnò per Merate.
Egli apparteneva a quella generazione che si formò nel dopoguerra e nei primi anni 50, che contribuì in modo determinante alla crescita del nostro paese. Giuseppe Ghezzi è stato capace di formare e fare crescere una bella famiglia, di impegnarsi nella sua attività lavorativa di tecnico industriale, nell’attività politica senza risparmiarsi ma dedicandosi con tutte le sue doti alla famiglia, al lavoro ed al Comune. Quindi è doveroso che noi meratesi prima di ringraziare Giuseppe Ghezzi ringraziamo la sua famiglia che gli è stata sempre vicina, che non è mai stata “gelosa” delle sue qualità ma che ha capito che Giuseppe doveva dedicarsi alla ricerca del bene comune. Un sentito grazie all’indimenticabile signora Giovanna, che nella Gerusalemme Celeste ci ascolta ed implora il Signore per noi, alle figlie ed ai parenti tutti.
Come è stato un marito, un padre giusto, fedele, amorevole così è stato un Sindaco che ha guidato Merate con prudenza, con accortezza, con generosità e con sincero affetto verso al città ed i suoi cittadini. L’insegnamento di don Luigi Sturzo che si legge in “Politica e Morale” del 1938 è stato per Ghezzi una regola di stile amministrativo. Diceva don Sturzo “E’ primo canone dell’arte politica essere franco e fuggire l’infingimento, promettere poco e mantenere quel che si è promesso”. Chi ha seguito le vicende meratesi degli anni 60-70-80 può essere testimone della concretezza amministrativa, della serietà, della sincerità, della franchezza del Sindaco Ghezzi. Era un galantuomo che faceva quello che prometteva dopo essersi convinto che si era nel giusto e che si perseguiva il bene di Merate. Difficile era anche convincerlo a modificare i suoi orientamenti perché le sue decisioni erano maturate prima in una pacata riflessione, poi nel confronto e dialogo con i consiglieri, con gli assessori ed i cittadini. Mi ha ripetuto più volte che aveva imparato a sentire i cittadini nei colloqui del sabato mattina, a meditare la domenica ed a decidere collegialmente in Giunta il lunedì sera. Non si faceva influenzare dalle mode, dai pettegolezzi, aveva conosciuto ed era stato capace di resistere all’ingratitudine a volte offensiva ed era riuscito a guidare la nostra città con ottimismo realistico. Giuseppe Ghezzi era un amministratore razionalmente e serenamente ottimista. Era convinto che se si sapevano interpretare le volontà costruttive dei cittadini si sarebbe comunque riusciti ad andare avanti, a progredire ed a migliorare le condizioni di vita di Merate.
Egli fu capace di orientare l’azione amministrativa al soddisfacimento dell’esigenza di accrescere il livello di istruzione dei giovani, del bisogno di accedere al bene della casa da parte delle famiglie dei ceti medi e di quelle più povere, di promuovere un moderno sviluppo dei servizi sociali, che con l’aiuto di Laura Crippa negli anni 80 divennero una delle più belle realtà del Comune; fu l’artefice principale dello sviluppo delle strutture sportive, il protagonista di un disegno urbanistico che mirava al salvataggio delle bellezze storiche e paesaggistiche di Merate pur consentendo un adeguato sviluppo economico della città.
Non è questa comunque l’occasione per una ricostruzione storica della sua attività politico-amministrativa, è più importante ricordare l’uomo, il suo impegno le sue qualità morali non comuni.
Posso sicuramente dire che il Sindaco Ghezzi era un uomo “vero” che ha saputo portare con dignità, con sicurezza, con cristiana speranza la “croce” di Sindaco, ha saputo sopportare la “croce” della malattia, della perdita degli affetti più cari. Oggi sicuramente Chi lo ha guidato nella sua vita e gli dato la forza di sopportare tutti i sacrifici, di essere stato un buon padre, un capace e operoso tecnico industriale, un Sindaco “buono”, illuminato, sincero gli darà la ricompensa che spetta ai giusti.
A noi carissimo ed indimenticabile Giuseppe non resta che chiederti perdono per non averti aiutato come meritavi, per averti spesso fatto soffrire, per non esserti stati grati a sufficienza per quanto hai fatto per noi, ma stai pure certo tutti oggi troveremo la forza per dirti grazie: hai fatto il tuo dovere per noi e ti ricorderemo come uomo giusto.
Cerca in Paradiso di volgere ancora verso di noi il tuo viso aperto sincero franco e cordiale come sempre. Arrivederci.
Dott. Mario Gallina
Sindaco di Merate 1990/'95
Il dottor Gallina come suo stile si distingue per le parole sincere e delicate. Purtroppo con il Cavalier Ghezzi se ne è andato uno degli ultimi nostri amministratori democristiani che hanno interpretato nel modo migliore la politica come servizio e che hanno vissuto il confronto politico con senso della misura e spirito costruttivo, non come scontro.
RispondiElimina