mercoledì 10 novembre 2010

Una firma contro gli aumenti tariffari del trasporto pubblico e la riduzione delle corse

Gli effetti della manovra economica concepita nei mesi scorsi dal ministro Tremonti, consistente nella riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali, arriveranno presto a farsi sentire nelle tasche dei pendolari italiani. La prima a scoprire le carte è stata la Regione Lombardia, il cui Assessore ai Trasporti ha preannunciato aumenti tariffari dal 25% al 30% su biglietti ed abbonamenti per l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico locale a partire da gennaio, nonché un taglio di servizi pari ad una corsa ogni dieci (clicca sul testo evidenziato per leggere l'intervento precedente). Analoghe decisioni stanno per venire prese anche in molte altre regioni italiane. Non si può allontanare il sospetto che, in realtà, dietro agli aumenti tariffari si nasconda una strategia precisa che ritiene il trasporto pubblico, anziché una risorsa, un inutile fardello per le casse dello Stato, penalizzando così milioni di cittadini che si comportano in modo virtuoso. Viene altresì completamente ignorato il basso livello qualitativo dei nostri trasporti pubblici e le gravi inefficienze che li caratterizzano, a cominciare dalla velocità commerciale dei nostri autobus, tram e treni, che risulta essere di gran lunga più bassa degli altri Paesi e che ne influisce negativamente la produttività e l’efficacia. Ciò è dovuto alla mancanza di una vera politica della mobilità sostenibile e di un quadro normativo arretrato, causando un enorme dispendio di risorse e danni incalcolabili al sistema economico e produttivo.
Se, peraltro, vi fosse reale necessità di risorse, una politica che vuole assegnare la priorità al trasporto pubblico si dovrebbe preoccupare, anziché penalizzare gli utenti, di recuperare nuove entrate per sostenerlo, mirando a riequilibrare il rapporto tra trasporto pubblico e trasporto privato. Ciò sarebbe possibile, ad esempio, mediante una piccolissima accisa regionale sui carburanti. Si eviterebbero così i gravi danni sociali ed ambientali conseguenti ad un ulteriore aumento della mobilità privata, l’aumento della congestione e la necessità di costruire nuove strade. L’assenza di qualunque tipo di strategia complessiva di riforma del sistema della mobilità in questo contesto è la riprova più evidente che dagli aumenti tariffari non si avrà alcun miglioramento qualitativo, ma solamente un indebito prelievo economico per milioni di pendolari che finirà per alimentare ulteriormente sprechi ed inefficienze. Ecco perché dobbiamo dire No! ad ogni ipotesi di adeguamento tariffario e chiedere invece una verificata e trasparente politica di aumento della qualità e di sviluppo dei trasporti pubblici.


IL TESTO DELLA PETIZIONE

Egregio signor Presidente, Onorevole, Assessore, Consigliere,
gli effetti della manovra economica approvata nello scorso mese di luglio, consistente nella riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali, arriveranno presto a farsi sentire nelle tasche degli utenti del trasporto pubblico. Apprendiamo infatti con grande preoccupazione che le regioni, cui è delegata la gestione del Trasporto Pubblico Locale, hanno cominciato a programmare pesanti adeguamenti tariffari e tagli ai servizi. Ad esempio, in Regione Lombardia, sono allo studio aumenti tariffari dal 25% al 30% su biglietti ed abbonamenti per l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico locale, nonché un taglio di servizi pari anche a più di una corsa ogni dieci. Sappiamo inoltre che analoghe decisioni sono allo studio anche in molte altre regioni italiane.
Il sottoscritto ritiene che la ricerca di un mero equilibrio dei conti non possa prevalere sulla grande valenza sociale ed ambientale del trasporto pubblico, che va ritenuto una risorsa, anziché un inutile fardello per le casse dello Stato, in quanto utilizzato da milioni di cittadini che adottano così un comportamento virtuoso.
Non si può inoltre ignorare il basso livello qualitativo dei nostri trasporti pubblici e le gravi inefficienze che li caratterizzano, a cominciare dal fatto che i nostri autobus, tram e treni hanno la velocità commerciale di gran lunga più bassa degli altri Paesi europei. Ciò provoca un enorme dispendio di risorse e danni incalcolabili al sistema economico e produttivo. Ritengo che vada innanzitutto perseguito l’obiettivo di aumentare la produttività e quindi l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale, liberandolo dai vincoli normativi arretrati o inadeguati che ne appesantiscono la gestione e adottando una coerente politica degli investimenti. Ritengo peraltro che, se vi fosse una reale carenza di risorse, una politica che vuole assegnare la priorità al trasporto pubblico si dovrebbe preoccupare non di penalizzarlo con tagli e aumenti tariffari, ma di recuperare nuove entrate per sostenerlo.Occorre, in particolare, cercare di evitare di squilibrare il difficile rapporto tra trasporto pubblico e trasporto privato, cosa possibile, ad esempio, mediante una piccolissima accisa regionale sui carburanti. Si eviterebbero così i gravi danni sociali ed ambientali conseguenti ad un ulteriore aumento della mobilità privata, come l’aumento della congestione, dell’inquinamento, dell’incidentalità e la necessità di costruire nuove strade. Ogni regione potrebbe così decidere autonomamente quali e quante risorse dedicare per lo sviluppo del trasporto pubblico, senza dover sottostare a meri criteri di equilibrio di stampo ragionieristico. Le evidenzio infine che, dagli adeguamenti tariffari attuati con le modalità che si stanno prefigurando, ovvero al di fuori di una strategia complessiva di riforma del sistema della mobilità, verrebbe completamente a mancare ogni criterio di giusto rapporto tra qualità e prezzo del servizio. Non vi è, infatti, alcuna garanzia che, a fronte di un consistente aumento delle tariffe, vi sia un aumento della qualità adeguato. Al contrario, come sopra detto, vengono annunciate diminuzioni del livello di servizio. Se ciò dovesse realmente avvenire, le manifesto sin d’ora la mia più netta contrarietà.
Sono dunque a chiederLe di impegnarsi in prima persona affinché:
  • vengano innanzitutto ricercate e perseguite tutte le forme di risparmio, intervenendo in particolare sui fattori che limitano la produttività e l’efficacia del servizio reso;
  • venga salvaguardato il livello di finanziamento per il trasporto pubblico locale, che sia adeguato non solo al mantenimento dei livelli di servizio, ma anche all’incremento in funzione delle necessità degli utenti, anche attraverso la ricerca di nuove risorse, come intervenendo sulle accise, nell’ottica del riequilibrio tra trasporto privato e trasporto pubblico;
  • ad un eventuale adeguamento tariffario corrisponda un immediato, adeguato, proporzionale e concretamente misurabile miglioramento della qualità del servizio offerto.
Certo che prenderà in considerazione le richieste sopra enunciate, porgo i miei più cordiali saluti.
Per firmare la petizione clicca qui ...>>

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