giovedì 11 novembre 2010

Il dissesto idrogeologico in provincia e le responsabilità del Governo

Nella seduta di Martedì 9 novembre in VII Commissione c’è stata la risposta del sottosegretario Roberto Menia, alla mia interrogazione presentata in seguito ai nubifragi che hanno colpito la zona di Lecco tra il 13 edì il 15 agosto 2010 u.s.La risposta del Governo (riportata in calce) non mi ha soddisfatta, poiché:
  1. non riconosce la gravità dei danni notevoli arrecati alla viabilità, alle attività delle aziende e ai cittadini, come da voi denunciato
  2. ha dichiarato che la regione Lombardia non ha trasmesso al Dipartimento della protezione civile una dettagliata relazione tecnica concernente la valutazione del rischio residuo e una analitica e motivata quantificazione economica dei danni subiti
  3. ritiene che spetta ai comuni intervenire su queste emergenze come per la prevenzione del territorio molto a rischio “in condizioni di fragilità che, come è noto, risulta intensamente antropizzato e caratterizzato dalla presenza di infrastrutture inadeguate a smaltire le precipitazioni registrate”
Sono anni che denunciamo, nel corso dell’esame delle leggi finanziarie, il taglio costante delle risorse per la prevenzione e le messa in sicurezza del territorio. Dal 2008 ad oggi è stato tagliato un miliardo di euro e fino al 2013 sono in previsione altri tagli per oltre 200 milioni di euro. Emerge un scarico di responsabilità, a mio avviso non accettabile. I sindaci sono impegnati ogni giorno a fronteggiare, non solo le gravi emergenze in oggetto, trovandosi senza le risorse per la prevenzione e la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico e per il vincolo del patto di stabilità interno, a non poter utilizzarne di proprie. Il Governo cita invece un accordo di programma quadro sottoscritto da Ministero dell'Ambiente e regione Lombardia, che prevede, per la provincia di Lecco, la realizzazione di 13 azioni tra interventi urgenti per la difesa del suolo e manutenzioni ordinarie e straordinarie per un importo di 9.057.000 euro. Occorre ora capire, se questi 9 milioni non siano ancora quelli promessi nel giugno scorso. A questa domanda il sottosegretario, durante la mia replica, non ha risposto. Almeno questo punto, se non risulta già, deve avvenire al più presto.


Interrogazione a risposta in Commissione
20-09-2010 Numero: 503424 Lucia Codurelli 
Sui nubifragi nella zona di Lecco del 13 e 15 agosto 2010.

Al Presidente del Consiglio dei ministri.
premesso che:
  • nel periodo tra il 13 ed il 15 agosto 2010 si sono verificati violenti nubifragi nella zona di Lecco, con enormi danni alla rete di viabilità, colpita da smottamenti ed allagamenti;
  • le zone maggiormente colpite sono quelle di Olgiate Molgora, con 13 case allagate e sfollate e un ponte stradale divelto, e il Valmaderese, dove, a causa di una frana è stata interrotta la linea ferroviaria Monza-Molteno-Lecco;
  • altre frane e smottamenti hanno interessato la strada provinciale n. 58 e la strada provinciale n. 180, mentre numerosi allagamenti hanno reso difficile la circolazione su tutta la rete stradale;
  • a seguito degli eventi descritti i sindaci di Olgiate Molgora, Santa Maria Hoè, Perego, Cernusco Lombardone, Montevecchia, Merate, Osnago, Lomagna, Airuno, Brivio, Calolziocorte, Carenno, Casatenovo, Castello di Brianza, Colle Brianza, Dolzago, Erve, Molteno, Oggiono, Olginate, Sirone, Torre de' Busi, Valmadrera hanno inviato, il 18 agosto 2010, una lettera alla regione Lombardia, per segnalare lo straordinario disagio e i numerosi danni causati dalle abbondanti piogge e chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale;
  • ad oggi non risulta che siano stati presi provvedimenti a beneficio delle comunità colpite dagli eccezionali eventi atmosferici del mese di agosto 2010:
per sapere che:
  • quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare affinché sia dichiarato in tempi rapidi lo stato di calamità naturale nel comune di Olgiate Molgora e negli altri comuni colpiti dall'alluvione, consentendo in tal modo l'individuazione di risorse straordinarie per fronteggiare la situazione di emergenza
Seduta del 9 novembre 2010
Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici
Risposta del governo del sottosegretario Roberto Menia

Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo n. 5-03427 presentata dagli onorevoli Codurelli e Mariani e concernente gli avversi eventi meteorologici verificatisi a Lecco dal 13 al 15 agosto 2010, anche sulla scorta di quanto comunicato dal Dipartimento della protezione civile, si rappresenta quanto segue. In data 13 agosto 2010 il Dipartimento della protezione civile ha emanato un avviso di avverse condizioni meteorologiche con il quale, recependo l'avviso meteorologico regionale emesso dal Centro funzionale della regione Lombardia, sono state previste, dalle prime ore del giorno seguente e per le successive 24-36 ore, precipitazioni da sparse a diffuse a prevalente carattere di rovescio o temporale puntualmente di forte intensità sulla Lombardia oltre che sulla Liguria, la Valle d'Aosta, la Toscana, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, l'Umbria, il Lazio e la Sardegna e in estensione, dalle prime ore del giorno successivo, al Lazio. Sempre secondo quanto previsto, i fenomeni sarebbero stati accompagnati da attività elettrica e da forti scariche di vento. In pari data, è stato emanato il bollettino di criticità nazionale nel quale sono state riportate le previsioni del Centro funzionale della regione Lombardia, sia per il 13 agosto 2010 che per la giornata successiva, ovvero condizioni di moderata criticità per rischio idrogeologico localizzato sulle zone di allerta della regione Lombardia denominate Pianura occidentale e orientale, Garda Valcamonica, Prealpi centrali e Nordovest. In provincia di Lecco, l'esame dei dati pluviometrici relativi alle giornate del 14 e del 15 agosto 2010 hanno evidenziato che nell'area in oggetto le precipitazioni sono state caratterizzate da intensità elevate e cumulate rispettivamente di 76 mm e 31 mm: a tale riguardo si fa presente che nelle stazioni di Caslino d'Erba e di Cortenova sono stati registrati 95 mm in tre ore (con tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) e 81 mm in tre ore (con tempi di ritorno tra 200 e 500 anni). In tale provincia, in particolare, sono state segnalate l'evacuazione di una palazzina a scopo precauzionale per uno smottamento a monte dell'edificio, le esondazioni dei torrenti Bosisolo e Gandagliolo, la chiusura per frana della strada statale n. 36 tra Lecco e Palladio, l'istituzione di senso unico alternato per la rimozione del movimento franoso lungo la strada statale n. 639 all'altezza di Suello, la chiusura della linea ferroviaria Lecco-Monza tra le stazioni di Valmadrena e Oggiono per smottamenti, con l'istituzione di una linea alternativa di autobus per il tempo necessario al ripristino della stessa. Sulla base dei dati tecnici e delle informazioni a disposizione, il Dipartimento della protezione civile ha ritenuto che l'evento meteorologico in questione sia stato caratterizzato da una estensione provinciale e da un quadro danni modesti, sia per quanto riguarda la viabilità che per quanto attiene agli edifici di civile abitazione, ascrivibile, nel complesso, ad una situazione di ordinaria criticità, solo localmente più aggravata. Si ritiene, inoltre, importante precisare che, in merito, la regione Lombardia non ha trasmesso al Dipartimento della protezione civile una dettagliata relazione tecnica concernete la valutazione del rischio residuo e una analitica e motivata quantificazione economica dei danni subiti. Peraltro, dai documenti trasmessi dalla regione non si evince la sussistenza di significative condizioni di pericolo incombente sui predetti beni esposti. È invece chiaro come le predette criticità, seppure aggravate dalle precipitazioni, siano state originate anche da eventi condizioni di fragilità di un territorio che, come è noto, risulta intensamente antropizzato e caratterizzato dalla presenza di infrastrutture inadeguate a smaltire le precipitazioni registrate. Per quanto sopra esposto e sulla base degli elementi tecnici acquisiti, si ritiene quindi che i predetti fenomeni alluvionali siano ascrivibili ad eventi della tipologia di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 225 del 1992, ossia ad «eventi naturali o connessi all'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti ed amministrazioni competenti in via ordinaria». Infine, si rappresenta che il 4 novembre 2010 è stato sottoscritto un accordo di programma quadro tra il Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare e la regione Lombardia, ai sensi dell'articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010) che prevede, per la provincia di Lecco, la realizzazione di 13 azioni tra interventi urgenti per la difesa del suolo e manutenzioni ordinarie e straordinarie per un importo di 9.057.000 euro, oltre a 5.200.000 euro per la laminazione del fiume Lambro.

Replica di Lucia Codurelli

Replicando, si dichiara del tutto insoddisfatta della risposta fornita dal Governo, dalla quale non emerge un pieno riconoscimento della gravità dei fenomeni atmosferici che hanno colpito la zona di Lecco nel periodo tra il 13 ed il 15 agosto 2010 e degli enormi danni che tali fenomeni hanno causato alla rete della viabilità e alle attività delle aziende e dei cittadini che vivono sul territorio. Osserva, inoltre, che la causa vera dei disastri ambientali in gran parte del territorio italiano sia da ricercare in una mancata politica di prevenzione a sua volta legata, da una parte, agli ingiustificati tagli operati dal Governo in carica agli stanziamenti per la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico e, dall'altra, all'inaccettabile impossibilità, conseguente al patto di stabilità interno, per gli enti locali di utilizzare le proprie risorse in attività di prevenzione.

1 commento:

  1. E tutti i nostri bravi leghistui e pidiellini possibile che non hanno santi a cui appellarsi?!? Si sono fatti eleggere dicendo che avevano contatti con Milano e Roma e il territorio ci avrebbe guadagnato, ma anche loro sono rimasti con il cerino in mano.

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