sabato 13 novembre 2010

Non W l'Italia, ma riviva l'Italia

Il Sindaco di Cernusco Lombardone durante le celebrazioni del IV Novembre: "Come si concilia il valore e il significato della nostra bandiera con l’indifferenza e la mancanza di sdegno nei confronti d chi afferma che la bandiera è buona come carta igienica o nei confronti di chi, come ci è dato vedere in questi giorni, la bandiera la brucia o la calpesta?"

Un saluto a voi Autorità civili e militari e a tutti voi Cittadini cui intendo consegnare alcune mie personali riflessioni. Io sono presente a questa cerimonia in qualità di Sindaco per l’ultima volta venendoil mio mandato a scadenza. Con sincerità vi confesso che quest’anno ho avuto qualche dubbio sull’opportunità di dare corso a questa cerimonia; non certo per la stanchezza del decimo anno della mia carica di Sindaco. La ragione vera è da ricercarsi altrove e cioè nella mia sensazione che non ci siano le condizioni perché la cerimonia posa essere vissuta nel suo autentico significato. Questo forse è dovuto al fatto che l’evento che oggi si celebra, e cioè il 92° Anniversario della vittoria della prima guerra mondiale, si colloca in un passato ormai remoto di cui, sia per carenze dei programmi scolastici sia perché la lettura non appassiona, non si ha la conoscenza richiesta perché questa cerimonia possa essere completamente compresa e collocata nella giusta dimnsione storica. L’Amministrazione nell’ambito delle sue funzioni ha sempre cercato di intervenire a fianco degli insegnanti per far sì che i agazzi acquisiscano famigliarità con gli eventi più importanti che contraddistinguono la storia del nostro Paese; in questo ambito vanno collocate la gite scolastiche finanziate dal Comune come quella dello scorso anno a Marzabotto e gli evnti in preparazione per la celebrazione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Si tratta di eventi studiati dalla Consulta Istruzione con il particolare contributo fornito dalla Presidente signora De Captani e da suo marito oltre che dagli insegnanti; questi eventi coinvolgeranno nelle forme più adatte alla loro età i bambini delle prime classi elementari, quelli delle classi medie e anche gli adulti.
Ma parliamo della giornata di oggi. Il nostro aver deposto la corona ai piedi del monumento ai Caduti di tutte le guerre rappresenta il doveroso e sentito ringrziamento a chi, per la Patria, ha dato la propria vita e a chi, grazie alla conclusione vittoriosa della prima guerra mondiale, ha contribuito al completamento del lungo processo risorgimentale. Si è trattato di un processo complesso e travagliato che ha portato all’unità dell’Italia e all’affermarsi del concetto unifiante di Patria per un popolo prima diviso e assoggettato a diverse dominazioni straniere e finalmente diventato unito. La giornata di oggi ci offre anche l’occasione per rivolgere il nostro deferente pensiero a quei nostri militari che, impegnati nelle così dette missioni di pace all’estero, combattono al di fuori dei confini nazionali facendosi conoscere ed apprezzare per il loro valore, per la loro umanità, per il loro impegno a favore degli altri. Purtroppo, come abbiamo avuto modo di constatare, nonostante l’intento nobile della loro missione, non vengono sottratti alle insidie della guerra e, a causa di essa, alcuni di loro perdono la vita. Per questo oggi vanno ricordati e il nostro pensiero va anche alle loro famiglie.
Oggi non si celebra solo il 92° Anniversario della vittoria. Oggi è anche la giornata dell’Unita’ Nazionale faticosamente raggiunta grazie ad una fortissima spinta ideale che ha caratterzzato la nostra cultura che ha impregnato di sè l’arte in tutte le sue espressioni da quella letteraria, a quella musicale, a quella teatrale e cinematografica ecc... Credo non vada dimenticato che il raggiungimento dell’obiettivo dell’unità d’Italia è stato il risultato di un impegno coraleche ha visto combattere per la medesima causa settentrione e meridione d’Italia. E’ emblematica in questo senso la spedizione garibaldina dei mille che erano costituiti in prevalenza da lombardi (oltre il 50%), da veneti e da liguri; ad essi si sono aggregati via via gli altri. E non trattava di mercenari in cerca di avventure ma di uomini di cultura – di avvocati, di medici, di farmacisti e di ingegneri che hanno fatto dell’unificazione del paese il loro obiettivo ideale.
Oggi vediamo tante bandiere, abbiano ascoltato inni e canti costanti compagni dei nostri soldati in guerra. Abbiamo anche ascoltato il nostro Inno nazionale siamo insomma stati circondati da elementi di alto valore simbolico. Una domanda si impone. Alla luce di ciò che oggi sta accadendo nel nostro Paese siamo sicuri che questi valori siano ancora attuali? Sono ancora in sintonia con il nostro comune sentire? Hanno ancora un legame con la nostra storia o debbono essere riposti in un cassetto come oggetti che non ci appartengono pi e che debbono essere allontanati dalla nostra memoria? Non dimentichiamo che, come ci ricorda il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Tricolore dinanzi ai nostri occhi è il simbolo dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica, dei valori di democrazia e di solidarietà solennemente sanciti dalla nostra Costituzione. E’ il vessillo che identifica il nostro Paese nei consessi internazionali e che ci ha sempre riempito di orgoglio. Come si concilia il valore e il significato della nostra bandiera con l’indifferenza e la mancanza di sdegno nei confronti d chi afferma che la bandiera è buona come carta igienica o nei confronti di chi, come ci è dato vedere in questi giorni, la bandiera la brucia o la calpesta? Come si concilia la celebrazione dell’Unità nazionale con l’esaltazione della secessione e dei localismi egoistici che sono l’satta antitesi di ciò che i nostri padri costituenti hanno voluto e per cui hanno combattuto? E ancora, come si concilia un Inno nazionale che è un inno alla fraternità e alla solidarietà con affermazioni che definiscono ladrona la capitale della nostra Nazione e porci i loro abitanti?
Credo siano tutte domande rese legittime dal processo di decadenza e di disgregazione del nostro tessuto sociale e di distruzone dei nostri valori e delle nostre radici storiche. Sono domande che servono a evidenziare la distanza abissale che intercorre tra i valori che la giornata del IV Novembre vuole sprimere e i comportamenti che si stanno diffondendo. Bisogna stare molto attenti. Il perpetuarsi di certe tendenze non fa sperare nulla di buono. Il nostro Paese avrebbe bisogno di ritrovare personaggi come gli Einaudi, i De Gasperi, i De NIcola , gli Altiero Spinelli, i Segni, i Pertini, i La Malfa, i Berlinguer, i Ciampi. La loro vita è testimonianza di un impegno costante per l’affermazione di valori quali la libertà, l’uguaglianza, la democrazia valori per i quali molti di loro hanno combattuto, hanno subito persecuzioni e l’esilio. Talvolta divisi dalle ideologie sono stati accomunati dall’amore per il loro Paese e dall’orgoglio di essere italiani. Il concetto di Patria e di Nazione non era loro estraneo. Di persone con quelle caratteristiche ci sarebbe oggi un disperato bisogno e sembra incredibile che un paese di 60 milioni diabitanti non riesca più ad esprimerne.
Credo aver spiegato le ragioni delle mie perplessità iniziali rispetto all’opportunità di dare luogo alla odierna celebrazione Spero però che si sia compreso che il superamento delle mie perplessità iniziali è da attribuirsi alla mia speranza viva ed utentica che il nostro Paese possa ritrovare se stesso e tornare ad essere quello che ho conosciuto quando ero più giovane e di cui ero sinceramente orgoglioso..
Non concludo dicendo viva l’Italia! Concludo dicendo riviva l'Italia con ciò esprimendo l’auspicio di un nuovo risorgimento.

Dr. Sergio Bagnato
Sindaco di Cernuco Lombardone

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