martedì 11 maggio 2010

Una petizione a sostegno della Scuola pubblica

L'iniziativa è promossa dal Comitato dei Consigli di Istituto del Meratese

Ecco il testo della petizione presentata alla riunione di venerdì promossa dal Comitato dei Consigli di Istituto del Meratese (
clicca asul testo evidenziato per leggere l'articolo relativo all'iniziativa) che nei prossimi giorni sarà possibile firmare presso tutte le scuole . E' possibile anche farsi promotori della raccolta firme allestendo banchetti. Occorrerebbe però comunicarlo ai Presidenti del Consiglio di Istituto di riferimento. E' stata attivata anche una pagina su Facebook intitolata "Comitato Consigli di Istituto del Meratese - In difesa della Scuola pubblica" (clicca sul testo evidenziato per accedere direttamente alla pagina indicata). Ed ecco di seguito il testo della petizione.

Robbiate, lì 7 Maggio 2010

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Al Direttore Generale per la Politica Finanziaria e di Bilancio
Al Dirigente dell’Ufficio scolastico Regionale per la Lombardia
Al Dirigente dell’Ufficio scolastico Provinciale di Lecco
Al Presidente della Regione Lombardia

Al Presidente della Provincia di Lecco
All’Assessore alle Politiche Scolastiche della Provincia di Lecco
Ai Sindaci e agli Assessori alle Politiche Scolastiche dei Comuni
e p.c. Agli organi di stampa nazionali e locali

I Presidenti dei Consigli di Istituto del Meratese riuniti in comitato, dando voce alle sollecitazioni dei genitori che rappresentano, intendono esprimere alle S.V. la propria preoccupazione di fronte alla grave situazione, non solo economica, in cui versano tutti gli istituti. Nella sola Provincia di Lecco, per evitare onerosi contenziosi e riconoscere i diritti delle persone, le scuole hanno anticipato competenze dello Stato per circa 5 milioni di euro che pesano sui bilanci come residui attivi e nessuno sa quando verranno restituiti alle scuole stesse. Siamo consapevoli che la situazione di esposizione economica è gravissima a livello di tutti gli istituti scolastici nazionali ma questo dato non allevia la situazione delle nostre scuole, che si sono trovate a dover approvare il Programma Annuale 2010, senza aver ottenuto risposte urgenti ed efficaci per arginare il rischio di paralisi dell’attività didattica e amministrativa, con drastiche ricadute sul diritto allo studio.
Da cittadini rispettosi della Costituzione riteniamo doveroso ricordare:
  • l’articolo 3 che stabilisce: “…È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”;
  • l’articolo 34 che sancisce: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi...”;
  • l’articolo 33 che recita: “…Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato... ”.
L’alienazione del diritto, del cittadino, del bambino, del lavoratore, di fatto penalizza il più debole violando i principi democratici di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione, fa germinare il pensiero che istruzione e cultura siano privilegi elitari e fa dimenticare che solo una coscienza collettiva, aperta e critica, può garantire una crescita ed un futuro al nostro paese. La minaccia al ruolo istituzionale della scuola si è concretizzato negli ultimi anni con tagli di organico, disattenzione all’integrazione di bambini con disabilità e stranieri, mancata erogazione dei fondi di istituto per supplenze, funzionamento e offerta formativa, di fatto non supportando con strumenti efficaci e reali la missione strategica dell’istruzione. Considerato quanto esposto, ed evitando di rimarcare tutte le criticità e le incertezze economiche e finanziare che gli ICS devono affrontare, chiediamo alle S.V. di promuovere ogni forma di azione presso gli organi istituzionali competenti al fine di:
  1. rimborsare i residui attivi degli anni 2006-2009, con un piano di rientro pluriennale programmato e certo;
  2. rivedere i parametri sulla base dei quali sono state assegnate le risorse, in modo che si possano assicurare finanziamenti atti a garantire agli alunni il diritto allo studio; c) rivedere i criteri di rilevazione del fabbisogno per supplenze brevi e saltuarie e assicurare le risorse adeguate;
  3. garantire per tutti gli istituti scolastici una dotazione adeguata per spese di funzionamento e le risorse adeguate per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa (legge 440/97) affinché si possa, tra l’altro, effettivamente perseguire obbiettivi di intercultura ed integrazione al fine di limitare la dispersione scolastica;
  4. vincolare i soldi provenienti dai contributi volontari delle famiglie a soli scopi di sostegno e ampliamento dell’offerta formativa e non a coprire carenze di bilancio per altre voci che competono esclusivamente al Tesoro e al Ministero.
Certi della Vostra attenzione e in attesa di un Vostro riscontro, porgiamo distinti saluti.

7 commenti:

  1. E' una minaccia graduale e silenziosa quella ella politica dei tagli che sta sostituendo la politica dell' integrazione e della giusta formazione per i giovani italiani e stranieri frequentanti la scuola pubblica.E' uno strano paradosso:ad un aumento esponenziale di alunni stranieri nelle classi di questi ultimi dieci anni ha corrisposto una riduzione inversamente proporzionale delle risorse professionali dedicate all 'integrazione.E la provincia di Milano,come tantealtre, ne é un esempio:fino al 2008 gli insegnanti facilitatori in organico erano oltre 700, ora nel 2010 sono una novantina.Tante altre ingiuste stranezze della scuola italiana sono riportate (cap.4 e 5.)nel mio recente studio su DIRIGENZA SCOLASTICA:COMUNICAZIONE RESPONSABILITà E AUTONOMIA.sFIDE ALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE ITALIANE.ed. Guerra-Perugia (www.guerraedizioni.com /dirigenza-scolastica - x il libro) vittorio gazerro

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  2. Ma dov'è la petizione?

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  3. La petizione è quella riportata nel post ma non può essere firmata attraverso questo blog dove semplicemente portamo a conoscenza i visitatori dell'iniziativa in corso.

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  4. Basta contributi alle scuole gestite da religiosi!!! Chi vuole, per forza, sottoporre i propri figli al lavaggio cattolico del cervello, lo faccia in piena libertà, ma ad esclusive spese sue!!!

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  5. Art. 33 della costituzione (leggge sovrana che nessuna legge ordinaria può sovrastare):

    “…Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato... ”.

    SENZA ONERI , significa che lo Stato NON PUO' dare soldi all'istruzione privata! per cui tutte le leggi e provvedimenti ordinati fatti dai governi in favore della scuola privata sono ILLEGALI! Perché contrari alla COSTITUZIONE!
    Che le scuole private non abbiano più i soldi dello Stato!

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  6. Non bisogna fare la guerra tra statali e private. Certo che i soldi vanno dati ai privati solo se bastano e vanzano per il pubblico. E poi è ora di sostenere il reddito: che senso ha pagare metà retta chi spende 1000 euro al mese per mandare il figlio a scuola? Se uno può spendere 500 euro ne può spendere anche 1000. Ma chi non ne ha non può spenderne neppure 500

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  7. Buongiorno, vi segnalo una petizione on line simile a questa, a supporto di un APPELLO PER LA DIFESA DEL DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA SCUOLA PUBBLICA, che e' stato inviato alle Commissioni Parlamentari VI Finanze e VII Cultura & Istruzione e per conoscenza al Presidente della Repubblica il 25/05/2010.
    christophe

    http://www.petizionionline.it/petizione/appello-per-la-difesa-del-diritto-costituzionale-alla-scuola-pubblica-art-33-34/1334

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