Ammettiamolo, il Sindaco dalla camicia verde Andrea Ambrogio Robbiani ha avuto il coraggio di fare quello che Giovanni Battista Albani è stato in grado solo di annunciare ma non di portare a termine. Ma la decisione della gestione in forma associata con altri Comuni, targati Centrosinistra, della Polizia Locale è un segnale simbolico più che una svolta operativa. Gli agenti della Polizia Locale sono agenti della Polizia Locale, non carabinieri. Non hanno la preparazione e la strumentazione per arginare la criminalità. Basta che siano presenti all’ingresso e all’uscita da scuola per vigilare sull’incolumità dei nostri figli (cosa che non si capisce perché non succede più da qualche mese) e si occupino degli accertamenti sugli incidenti stradali, e, se proprio serve, di dare qualche multa. I ladri, i clandestini, i delinquenti li lascino a chi di competenza, non ne abbiano a male. Si accontentino di essere al massimo dei deterrenti con la loro presenza, che è già un bel risultato. Il segnale però, si diceva, è importante: Merate guarda oltre Merate, nel solco della strategia avviata con la passata Amministrazione - in pochi se ne ricordano o in tanti fanno finta di dimenticarlo anche fra coloro che della precedente Amministrazione facevano parte - con la Consulta permanente dei Sindaci, Retesalute, il Catasto decentrato, gli studi sovracomunali sul traffico, le piste ciclabili... Non si enfatizzi però, non si operino mistificazioni e si evitino le strumentalizzazioni e le politicizzazioni per favore. Un Ministro, il Ministro dell'Interno, per unire sotto un unico comando venti vigili sembra un’esagerazione e ha tanto il sapore di propaganda. Tanto più che i maggiori oppositori all’unificazione sono proprio i leghisti degli altri paesi, federalisti all‘estremo. Anzi campanilisti.
Marco Airoldi
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