venerdì 23 settembre 2011

I nuovi barbari padani vogliono abbattere i tigli secolari di viale Lombardia

Tre fotografie di via Principe di Napoli del 1905 e del 1910 che ritraggono i tigli di viale Lombardia tratte da libro "Merate nelle vecchie cartoline" di Angelo Sala edizioni Bellavite
Quegli alberi hanno più di cento anni. Sono ritratti in alcune fotografie e cartoline del 1905, quando viale Lombardia si chiamava viale Principe di Napoli. Sono sopravvissuti alle due guerre mondiali, alla ricostruzione industriale, alla cementificazione, ai nubrifragi degli ultimi anni...
Ma i nuovi Unni che hanno conquistato il Comune hanno deciso di tagliarli. Diciassette su ottantasei soccomberanno ai barbari padani. Una relazione di un agronomo si apprende dalla stampa stabilisce che sono malati e pericoli e allora bisogna abbatterli perché potrebbero cascare. Al loro posto probabilmente si ricaveranno nicchie per i parcheggi, in modo da rimediare al disastro della soppressione dei posti auto nel tratto iniziale della strada. Ma il verde è patrimonio pubblico, come gli edifici, la rete viaria, le dotazioni municipali… non si può liberarsene così a cuor leggero, specie se rappresentano la memoria storica di una comunità. I difensori delle tradizioni locali e dell’inviolabilità del suolo nordico dovrebbero comprenderlo meglio di tutti.
Meglio sarebbe se si commissionasse una contro-perizia, per sicurezza, oppure che si proceda a tagliare solo una pianta per analizzare la sezione e stabilire con assoluta certezza che veramente sussiste il rischio di crolli. In altri paesi hanno risolto altrimenti queste situazioni.
E dove sono i consiglieri di opposizione, Legambiente, Italia Nostra, la Commissione del Paesaggio… Possibile che nessuno dica niente, che gli organi di informazione tacciano, che non ci sia un minimo sussulto di dignità e di amore per la nostra bella Merate di fronte a questo scempio naturalistico? E voi che siete al governo aspettate ancora un mese, eseguite approfondimenti, non abbiate fretta: una pianta tagliata è una pianta morta, un secolo di vita non si può distruggere come se si strappasse l’erba dalle aiuole.

Anonimo

1 commento:

  1. Le piante originali in verità sono state sostituite quando era sindaco il Cav. Ghezzi ma le considerazioni sono condivisibili

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