giovedì 22 settembre 2011

Fare politica nonostante l'antipolitica

Dopo un'estate di fuoco, l'autunno prosegue in un clima incandescente. Si vive alla giornata in un clima irreale in cui tutti, anche il Centrodestra, sono consapevoli dell'inadeguatezza del Governo e del suo Presidente, ma in cui, grazie alla legge elettorale vigente, i Parlamentari sono ricattabili e il Parlamento è blindato, con una maggioranza parlamentare diversa da quella che era uscita dalle urne nel 2008: il Governo può cadere solamente se si dimette.
Una chance ci è offerta dal referendum per l'abolizione dell'attuale legge elettorale, il Porcellum. Se il referendum dovesse andare in porto e si ritornasse al Mattarellum, verrebbe meno il condizionamento dei capipartito sui singoli Parlamentari e, forse, si potrebbe porre mano alla riforma elettorale
La Lega, ormai, ha mostrato con chiarezza le proprie contraddizioni e Bossi ha avuto l'ardire di impedire ai propri Amministratori di manifestare contro la manovra che danneggia e mortifica le autonomie locali. Questi, anche in provincia di Lecco, si sono adeguati dichiarando apertamente che, per loro, prima c'è il partito e poi l'interesse dei cittadini.
Alla Lega non resta che rispolverare la bandiera della secessione, subito bollata dal Capo dello Stato come “fuori dalla storia”.
A livello internazionale siamo diventati lo zimbello del mondo intero. Le recenti dichiarazioni della Presidente di Confindustria sono inequivocabili in tal senso. L'Europa ci difende solo perché se crollasse l'Italia crollerebbe l'euro. Un'Europa guidata dal Centrodestra che, con una politica di corto respiro, è preoccupata del pareggio dei conti, ma trascura lo sviluppo.
Dovrebbe essere agevole per l'opposizione, in questa situazione, accrescere i propri consensi. In effetti il centrosinistra è in crescita, ma meno di quanto ci si aspetterebbe.
Due ostacoli rendono la nostra azione meno incisiva: la non possibilità di portare le nostre proposte alternative al confronto parlamentare (si va avanti a colpi di fiducia) e la diffidenza delle persone nei confronti della politica: una mentalità inculcata ad arte da chi, essendo imprenditore, vorrebbe affermare la propria presunta superiore capacità di governare il Paese.Si tratta di un senso comune assai diffuso, che sembra incominci a cedere a fronte della palese incapacità di questo Governo, ma che è difficile da vincere.
Questa è la fatica che ci viene richiesta in questo periodo: fare politica nonostante l'antipolitica.

Ercole Redaelli
Segretario provinciale del PD leccgese

1 commento:

I commenti prima della pubblicazione verranno vagliati dagli amministratori del blog. Si raccomanda l'educazione e la sintesi.