La spesa pubblica non scende mai e, nemmeno nei prossimi anni, il totale delle spesa della Pubblica Amministrazione sarà in diminuzione. La previsione non è figlia di strani riti preistorici ma è solo l’effetto dell’analisi di quanto accaduto negli anni precedenti e di quanto potrà accadere applicando le norme contenute nella manovra Tremonti-Bossi. Nei passati anni i Comuni hanno dato 2,5 miliardi al bilancio della P.A. contro 5 miliardi di peggioramento del bilancio dello Stato. Per il futuro le cose purtroppo non andranno diversamente. Infatti, la manovra del Governo prevede che ci siano dei tagli ai trasferimenti erariali di Comuni, Province e Regioni. Questi tagli, 13,3 miliardi di euro a regime, comporteranno un risparmio per il bilancio dello Stato. Questo risparmio, però, per tradursi in una diminuzione della spesa complessiva dovrebbe essere accompagnato da un tetto di spesa complessivo della P.A. o da un taglio equivalente alle entrate (abbattimento pressione fiscale). Siccome nessuna di queste due misure è stata assunta, è chiaro che i tagli agli enti territoriali serviranno solo per finanziare il deficit, ossia per colmare lo spazio che intercorre oggi fra entrate ed uscite.
Questo modo di fare i conti, sostanzialmente, produce uno spostamento della centrale di spesa dal territorio a Roma senza però avere nessun effetto sulla riduzione della spesa complessiva.
Non solo! L’emendamento dal relatore di maggioranza presentato all’art.14 del decreto in Commissione Bilancio, oltre a non avere nessun effetto sostanziale sui saldi, confonde l’alta capacità fiscale dei territori con la virtuosità. Se a Como l’applicazione di un’aliquota standard produce 100 di gettito e a Lecco 99 mi spiegate perché il primo comune è giudicato virtuoso ed il secondo no?
L’emendamento del relatore sembra, inoltre, far pensare che il Governo conti sul taglio ai trasferimenti a prescindere dalla regola del Patto di stabilità interno che sarà adottata per gli anni 2011 e seguenti. Se così fosse, ci sarebbe un’ulteriore differenza fra quanto assicurato nei tavoli istituzionali di questi giorni e quanto poi viene trasmesso in Parlamento.
Diversi sono gli interrogativi che si pongono in questi giorni: chi del Governo parla con gli Enti locali dice il pensiero di chi rappresenta? La linea del Governo è chiara o dipende dai rapporti di forza che si determinano nei vari momenti? Qual è il Comune virtuoso, quello che incassa o quello che non spende piu’ di quello che incassa?
Il mio Comune. Olgiate Molgora, porterà in Consiglio comunale il Bilancio consuntivo 2009 con un avanzo di oltre 1 milione e trecento mila euro. Questo avanzo è prodotto dal non potere spendere per il patto. Nel 2010, questi soldi non si possono spendere e neppure essere utilizzati per sanare uno sfondamento del patto. Sono soldi immmobilizzati, fuori dal ciclo produttivo locale.
In più, teoricamente, potrei andare in dissesto se violo il patto per una emergenza, pur avendo in cassa più di un milione. Il meccanismo è perverso e deprime la realtà locale, ma il peggio, per i cittadini e le imprese, sta per arrivare: un altro tributo sugli immobili. Quindi, un aumento delle imposte! Ma il vero problema è che se non si taglia la spesa centrale, tra qualche tempo, dovremo fare un’altra manovra.
Questo modo di fare i conti, sostanzialmente, produce uno spostamento della centrale di spesa dal territorio a Roma senza però avere nessun effetto sulla riduzione della spesa complessiva.
Non solo! L’emendamento dal relatore di maggioranza presentato all’art.14 del decreto in Commissione Bilancio, oltre a non avere nessun effetto sostanziale sui saldi, confonde l’alta capacità fiscale dei territori con la virtuosità. Se a Como l’applicazione di un’aliquota standard produce 100 di gettito e a Lecco 99 mi spiegate perché il primo comune è giudicato virtuoso ed il secondo no?
L’emendamento del relatore sembra, inoltre, far pensare che il Governo conti sul taglio ai trasferimenti a prescindere dalla regola del Patto di stabilità interno che sarà adottata per gli anni 2011 e seguenti. Se così fosse, ci sarebbe un’ulteriore differenza fra quanto assicurato nei tavoli istituzionali di questi giorni e quanto poi viene trasmesso in Parlamento.
Diversi sono gli interrogativi che si pongono in questi giorni: chi del Governo parla con gli Enti locali dice il pensiero di chi rappresenta? La linea del Governo è chiara o dipende dai rapporti di forza che si determinano nei vari momenti? Qual è il Comune virtuoso, quello che incassa o quello che non spende piu’ di quello che incassa?
Il mio Comune. Olgiate Molgora, porterà in Consiglio comunale il Bilancio consuntivo 2009 con un avanzo di oltre 1 milione e trecento mila euro. Questo avanzo è prodotto dal non potere spendere per il patto. Nel 2010, questi soldi non si possono spendere e neppure essere utilizzati per sanare uno sfondamento del patto. Sono soldi immmobilizzati, fuori dal ciclo produttivo locale.
In più, teoricamente, potrei andare in dissesto se violo il patto per una emergenza, pur avendo in cassa più di un milione. Il meccanismo è perverso e deprime la realtà locale, ma il peggio, per i cittadini e le imprese, sta per arrivare: un altro tributo sugli immobili. Quindi, un aumento delle imposte! Ma il vero problema è che se non si taglia la spesa centrale, tra qualche tempo, dovremo fare un’altra manovra.
Ambrogio Sala
Assessore ai Servizia alla persona
di Olgiate Molgora
Assessore ai Servizia alla persona
di Olgiate Molgora
DIFATTI BERLUSCONI HA SEMPRE DETTO, E LODICE DA QUINDICI ANNI, CHE DIMINUIRA' LA SPESA PUBBLICA E DIMINUIRA' LE TASSE..............AHAHAHAHAHAHAH......CHE RIDERE INFATTI DA QUINDICI ANNI NON FA ALTRO CHE AUMENTARE LE TASSE E AUMENTARE LA SPESA PUBBLICA, PERCHE' CRIBBIO ALTRIMENTI COME FA A TRASPORTARE LE PROSTITUTE CON VOLI DI STATO? cOME FA CRIBBIO A DIMINUIRE LA SPESA PUBBLICA SE DEVE TOGLIERE DAL PROCESSO BRANCHER.....EBBENE LO FA MINISTRO.....ECCO UN ESEMPIO DI RISPARMIO E DI SPESA PUBBLICA AUMENTATA............
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