Il patrimonio immobiliare del Comune di Merate dispone di numerosi edifici destinati ad un uso prettamente culturale o museale; tra questi di la Villa Confolanieri dimostra, nello stato attuale, la necessità di una rapida ed efficace ricollocazione. Ricollocazione nel senso di definirne con maggiore chiarezza i destini e le funzioni. Chi si dovesse trovare, nella condizione odierna, a frequentare l'immobile per conferenze o mostre, ne noterebbe inevitabilmente il completo stato di abbandono e di degrado che sta velocemente diffondendosi all'interno dello stabile. Scartata l'ipotesi di renderla sede della Biblioteca Civica, che con molta più accortezza dovrà essere riqualificata ed ampliata presso l'attuale sede, permane in essere la possibilità di costuirne uno spazio museale dedicato a mostre permanenti e temporanee. Accanto alla vecchia idea del mecenate, disponibile a conferire opere in esposizione fissa, è necessario valutare concretamente la possibilità di gestire la struttura attraverso la creazione di una spazio espositivo per grandi mostre temporanee sulla scorta di Villa Olmo a Como. Si tratterebbe di collegarsi adeguatamente a musei di maggior prestigio interessati alla possibilità di usufruire di una spazio distaccato, in una cornice di pregio, per completare la propria offerta culturale. Il territorio lecchese nel suo complesso manca di una struttura adeguata a proporre un'offerta di arte e cultura di alto livello, non essendoci in tutta la Provincia un polo museale inserito all'interno dei grandi circuiti lombardi. Creare, con l'ausilio della Provincia, un sistema di musei che possa ruotare su tre strutture principali (Villa Monastero, Villa Confalonieri ed una in centro Lecco) consentirebbe di ragionare in termini di maggior bacino di utenza e di maggior attrattività territoriale, realizzando quel sogno di portare grandi artisti sul suolo Meratese. Un tema importante come la cultura non può essere affrontato per singoli comuni ma deve essere analizzato a livello di ente territoriale sovraordinato, affinchè si possano realizzare proposte complete ed integrate tra loro, evitando un rinchiudersi di ogni comunità su se stessa. Una Biblioteca di Polo come quella di Merate può usufruire di un edificio tanto inadeguato
Stefano Valagussa
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