mercoledì 21 aprile 2010

Comunicazione e trasparenza: non c'è peggior muto di chi non vuol parlare

Non è la prima volta che lo si evidenzia: Andrea Ambrogio Robbiani predicava bene, benissimo, ma adesso razzola molto male. L’ultimo esempio della sua dicotomia tra il dire e il fare è la consulenza da 20.000 euri, la stessa somma spesa per le luminarie natalizie, per la comunicazione ai cittadini. Sulla necessità o meno di intervenire ancora sul sito internet dell’Amministrazione comunale ognuno la può pensare come crede. In periodi di difficoltà finanziaria per gli enti pubblici e soprattutto per tanta gente sarebbe parso più opportuno e rispettoso spendere quel denaro in maniera più oculata. Ma non è questo l’unico aspetto .
C'è pure il metodo. Nessuno sapeva nulla e non è stato pubblicato ancora alcun atto formale, non una delibera, non una determina. Se non ci fossero stati i mezzi di informazione saremmo venuti a sapere della questione a giochi ormai conclusi. Se il signor Sindaco è così convinto di aver agito bene perché ha tenuto tutto segreto e, ci riferiscono, si è arrabbiato molto con coloro che hanno svelato tutto? Non ci piace nemmeno la cancellazione dell’informatore “Parla comune” a beneficio esclusivo dello spazio web. La rete rappresenta il futuro, ma non si può eliminare attualmente la carta. Gli anziani forse non meritano di essere aggiornati sulle scelte della Pubblica amministrazione? E poi come non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire non c’è peggior muto di chi non vuol parlare.
Purtroppo ci pare che sino ad oggi il Primo Cittadino non abbia brillato per trasparenza, partecipazione, confronto e comunicazione semplicemente perché non gli interessa. Potrà circondarsi di addetti stampa, attivare siti internet e chiedere consigli a guru del marketing che vuole, che tanto se non cambia atteggiamento e convinzioni la popolazione, i mezzi di informazioni e i rappresentanti consiliari continueranno ad essere messi ai margini delle decisioni e delle attività che riguardano Merate. Lui ama ripetere che tra quattro anni e mezzo, quando si tornerà al voto, gli elettori potranno stabilire se confermarlo o rispedirlo a casa e nel frattempo chiede di non disturbare il manovratore. Ma se non mette nelle condizioni di valutarlo perché tiene tutto nascosto, i meratesi come potranno giudicare la bontà del suo operato?

R.I.

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