Vinto il ricorso dell’Associazione Razzismo Stop, in collaborazione con Melting Pot Europa contro l’ordinanza anti-accattoni. Abrogato un pezzo del pacchetto sicurezza.
Un’ordinanza anti-accattonaggio, una delle tante proliferate nel corso di questi anni e firmate dai famosi sindaci sceriffi, una associazione che lotta per i diritti dei migranti, Razzismo Stop, che è anche una tra le tante che sostiene e promuove il progetto Melting Pot Europa, ed una norma, quella introdotta dal pacchetto sicurezza che impartisce poteri ai sindaci in materia di pubblica sicurezza oltre alle situazioni contingibili ed urgenti: questi gli attori della vicenda su cui si è pronunciata la corte Costituzionale con la sentenza n. 115 del 4 aprile.
La Corte Costituzionale con la citata sentenza si è pronunciata sulla disposizione contenuta nell’art 54, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dall’art. 6 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica), dopo che la questione di legittimità era stata sollevata dal Tar Veneto nell’ambito del ricorso, promosso dall’Ass Razzismo Stop con l’Avv. Michele Dell’Agnese (a cui vanno i nostri ringraziamenti), contro un provvedimento sindacale con il quale si è fatto divieto di «accattonaggio» in vaste zone del territorio comunale di Selvazzano (Padova), prevedendo, per i trasgressori, una sanzione amministrativa pecuniaria, con possibilità di pagamento in misura ridotta solo per le prime due violazioni accertate. Oggetto del divieto, in particolare, era la richiesta di denaro in luoghi pubblici, effettuata «anche» in forma petulante e molesta, di talché il provvedimento sindacale si estende, secondo il rimettente, alle forme di mendicità non «invasiva o molesta».
La norma che conferisce più poteri ai sindaci viola gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione Italiana e per questo è stata abrogata nella parte in cui conferiscepoteri ai sindaci “anche” in situazioni non contingibili ed urgenti, lasciando spazio, proprio con l’introduzione della parola anche a ordinanze che vanno oltre le situazioni definite dai due aggettivi sottoponendo i cittadini a restrizioni non prevista a norma di legge ma discrezionalmente introdotte dai sindaci.
Trema ora tutto l’inventario di ordinanze adottate in questi anni dalle amministrazioni locali proprio sulla base di questa disposizione abrogata perché incostituzionale.
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