Lo scorso giovedì 24 febbraio mi sono recata al convegno sulla riforma delle scuole superiori tenutosi nell’auditorium dell'Istituto Beata Vergine Maria - Dame Inglesi. In platea c’erano una sessantina di persone: molti insegnanti e alcuni genitori. Sul palco la responsabile dell’Associazione genitori scuole cattoliche e il professor Bruschi, Consigliere del ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini.
Il relatore, dopo aver ricordato i suoi natali brianzoli, ha mostrato un sampietrino che gli era stato lanciato alcuni giorni prima, dicendo che quello sarebbe stato d’ora in avanti il suo portafortuna e che la strada delle riforma è disseminata di sampietrini. Ha raccontato che quando ha iniziato a lavorare sulla Riforma tutti gli dicevano che non sarebbe riuscito a fare niente come era successo con i suoi predecessori il cui nome (Berlinguer, Bretagna) cominciavano proprio con la B, come il suo. Ha ricordato che tutto è cominciato con il Decreto Tremonti il quale toglieva il 25% alle spese amministrative di ogni Ministero. Si è pensato quindi di approfittare dell’occasione per mettere mano alla Riforma. Le prove di verifica a livello europeo a cui sono stati sottoposti i ragazzi italiani hanno dato un esito negativo: essi si attestano come fanalino di coda nella Comunità europea. Anche le prove di ammissione delle università hanno evidenziato gravi lacune nella preparazione degli studenti così che molti Atenei sono stati costretti ad impegnare i fondi a loro disposizione per i corsi di recupero.
Riporto ora le parole esatte del professor Bruschi: “L’Europa ci ha detto che abbiamo sbagliato. Abbiamo investito troppo nel tempo scuola, mentre i ragazzi, per essere preparati, hanno bisogno di sedimentare con lo studio personale quanto appreso a scuola”. Da qui la riduzione dell’orario scolastico. Io ricordo che, ai tempi, l’orario è stato prolungato proprio perché i ragazzi a casa non riuscivano a studiare anche perché la situazione delle famiglie (genitori che tornano a casa solo la sera) era tale che risultavano essere abbandonati a se stessi.
Bruschi è poi passato a considerare i nuovi indirizzi dei licei dicendo che prima ce ne erano veramente troppi. Ha specificato che la Riforma è stata fatta non da pochi ma da una “cabina di regia” formata da sindacati, operatori della scuola, pedagogisti... con i quali hanno interloquito anche attraverso il sito del Ministero dell’Istruzione.
I nuovi licei permetteranno di potere accedere, con una preparazione adeguata, a diversi corsi di laurea. C’è ancora molto da fare soprattutto per quanto riguarda i programmi.
L’Assessore alla Istruzione e Formazione della Provincia di Lecco Teti ha fatto presente la situazione del "Badoni", fiore all’occhiello di Lecco, che ha potuto svilupparsi fino a diventare un istituto scolastico di eccellenza, anche per l’impegno condiviso di pubblico e privato. Il consigliere della Gelmini ha risposto che, comunque, l’esperienza del "Badoni" non andrà perduta ma che potrà diventare un esempio di “best practice” da replicare nei nuovi corsi
E’ intervento, per i soliti convenevoli, anche l’Assessore regionale Giulio Boscagli che ha partecipato in qualità di Assessore alla famiglia .
Il relatore, dopo aver ricordato i suoi natali brianzoli, ha mostrato un sampietrino che gli era stato lanciato alcuni giorni prima, dicendo che quello sarebbe stato d’ora in avanti il suo portafortuna e che la strada delle riforma è disseminata di sampietrini. Ha raccontato che quando ha iniziato a lavorare sulla Riforma tutti gli dicevano che non sarebbe riuscito a fare niente come era successo con i suoi predecessori il cui nome (Berlinguer, Bretagna) cominciavano proprio con la B, come il suo. Ha ricordato che tutto è cominciato con il Decreto Tremonti il quale toglieva il 25% alle spese amministrative di ogni Ministero. Si è pensato quindi di approfittare dell’occasione per mettere mano alla Riforma. Le prove di verifica a livello europeo a cui sono stati sottoposti i ragazzi italiani hanno dato un esito negativo: essi si attestano come fanalino di coda nella Comunità europea. Anche le prove di ammissione delle università hanno evidenziato gravi lacune nella preparazione degli studenti così che molti Atenei sono stati costretti ad impegnare i fondi a loro disposizione per i corsi di recupero.
Riporto ora le parole esatte del professor Bruschi: “L’Europa ci ha detto che abbiamo sbagliato. Abbiamo investito troppo nel tempo scuola, mentre i ragazzi, per essere preparati, hanno bisogno di sedimentare con lo studio personale quanto appreso a scuola”. Da qui la riduzione dell’orario scolastico. Io ricordo che, ai tempi, l’orario è stato prolungato proprio perché i ragazzi a casa non riuscivano a studiare anche perché la situazione delle famiglie (genitori che tornano a casa solo la sera) era tale che risultavano essere abbandonati a se stessi.
Bruschi è poi passato a considerare i nuovi indirizzi dei licei dicendo che prima ce ne erano veramente troppi. Ha specificato che la Riforma è stata fatta non da pochi ma da una “cabina di regia” formata da sindacati, operatori della scuola, pedagogisti... con i quali hanno interloquito anche attraverso il sito del Ministero dell’Istruzione.
I nuovi licei permetteranno di potere accedere, con una preparazione adeguata, a diversi corsi di laurea. C’è ancora molto da fare soprattutto per quanto riguarda i programmi.
L’Assessore alla Istruzione e Formazione della Provincia di Lecco Teti ha fatto presente la situazione del "Badoni", fiore all’occhiello di Lecco, che ha potuto svilupparsi fino a diventare un istituto scolastico di eccellenza, anche per l’impegno condiviso di pubblico e privato. Il consigliere della Gelmini ha risposto che, comunque, l’esperienza del "Badoni" non andrà perduta ma che potrà diventare un esempio di “best practice” da replicare nei nuovi corsi
E’ intervento, per i soliti convenevoli, anche l’Assessore regionale Giulio Boscagli che ha partecipato in qualità di Assessore alla famiglia .
Luciana Vidili
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