martedì 4 ottobre 2011

La scuola è vista solo come un costo per lo Stato

La notizie è già circolata, ma forse un commento è dovuto.
La legge 111 del 15 Luglio obbliga i comuni a costituire istituti comprensivi. Nel nostro territorio (quello del Casatenovo) gli unici comuni interessati sono Casatenovo, Missaglia, Monticello e Viganò. A fine Luglio sono iniziati gli incontri tra i comuni per individuare una proposta per la quale chiedere un parere alle scuole coinvolte.
Il buonsenso e la dimensione degli istituti comprensivi esistenti suggeriva la creazione di 2 Istituti: Casatenovo con 976 alunni e Missaglia con Monticello e Viganò con 984 alunni. Il buonsenso sì. La legge no. La legge infatti chiede la creazione di istituti con almeno 1.000 alunni. La regione Lombardia per sgombrare il campo da ogni dubbio il 27 Luglio inviava alle province una circolare nella quale indicava come inderogabile il tetto di 1.000 alunni.
Qui sono iniziate le divisioni tra i comuni. Una parte riteneva che inviare una proposta non a norma avrebbe indotto la Regione a creare un istituto "mostre" di 1960 alunni con conseguente disagio per docenti, famiglie ed alunni; il disagio creato sarebbe stato poi visto come responsabilità dei comuni. Altri, come Missaglia, sostenevano che l'eventuale imposizione d'ufficio della regione sarebbe stata, di fronte alle famiglie, responsabilità della regione stessa. I comuni favorevoli alla prima ipotesi, avendo tempo fino al 31 Ottobre, si sono messi alla ricerca di soluzioni alternative, Missaglia ha deliberato subito la sua scelta.
Il 27 Settembre colpo di scena: la regione Lombardia rende noto un documento del Ministero dell'Istruzione del 13 Luglio ,reso noto alle regioni il 14 Settembre ( il decreto che ha generato la legge è del 6 Luglio) nel quale si scrive che il governo non ha titolarità per decidere della verticalizzazione e che quindi fino a quando le regioni non danno il loro assenso nulla deve essere fatto. Le regioni si riuniscono il 21 Settembre e decidono che daranno si attuazione alla legge ma "in modo graduale" che tradotto in italiano significa che i 1.000 alunni non sono più tassativi.
A questo punto penso che la proposta che i comuni faranno alle scuole sarà quella che tutti abbiamo ritenuto la più razionale.
Qualche domanda: perché il ministro dell'Istruzione il 6 Luglio approva un decreto e poi il 13 lo smentisce attraverso la sua direzione generale? Perché questo documento viene messo a conoscenza delle regioni solo il 14 Settembre infischiandosene dei problemi che si sarebbero creati nelle province e nei comuni?
Penso che questo sia un ulteriore segnale di come la gestione della scuola, vista solo come un costo per lo stato, sia un altro elemento che segna lo sbando che caratterizza l'azione governativa.
Il futuro può darsi che ci riservi un'estensione della quota "circa 1.000" a tutti gli istituti. Spero che quando ne capiterà l'occasione le decisioni vengano prese con la necessaria calma e con una piena assunzione di responsabilità da parte di chi è deputato ad assumere decisioni a qualsiasi livello.

Luciano Zardi
Assessore all'Istruzione di Casatenovo

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