giovedì 16 giugno 2011

Fare propaganda al proprio partito a spese della collettività

Maurizio Lupi, oggi Vice Presidente della Camera dei Deputati nonché candidato alla successione di Angelino Alfano a Largo Arenula, è un personaggio politico a dir poco attivo. L’epicentro della ragnatela di contatti può essere individuato nella sua Fondazione Costruiamo il Futuro, nata nel 2001 per “iniziativa” dello stesso Lupi. Lo slogan della creatura di Barzanò (Lecco) è “ciò che esiste merita”. Il richiamo al merito, in ottica propagandistica ovviamente, rimanda immediatamente all’area di provenienza del Presidente: il favoloso mondo di Comunione e Liberazione. Non è un mistero, infatti, che Maurizio Lupi faccia riferimento – con qualche rivalità recente con l’amico più influente, Roberto Formigoni – al movimento di Don Giussani. L’attività di Costruiamo il Futuro si concretizza in prima istanza nell’organizzazione di convegni – su invito – che spaziano dall’intervento armato in Libia al fine vita (relatore Renato Farina, detto “Betulla”), dalla comunicazione (ospite Del Debbio) alla famiglia (con Mara Carfagna), dallo sviluppo al welfare. Il partito di riferimento, per stessa ammissione (legittima) degli organizzatori, è il Popolo della Libertà.
E’ fissata infatti per il prossimo luglio la Summer School della Fondazione di Lupi, pubblicizzata con l’inflazionata frase tratta da Il Piccolo Principe.
Nel Comitato Promotore del ritrovo sono presenti esclusivamente parlamentari del partito del Presidente del Consiglio.
E’ stata pubblicata lunedì 6 giugno 2011 la decisione della Giunta Provinciale di Lecco – che vede il Pdl come primo partito della coalizione – di finanziare la Fondazione presieduta da Maurizio Lupi con un “patrocinio oneroso” di 2.000€. La scelta è del 24 maggio scorso, a seguito della formale domanda di Costruiamo il Futuro per un contributo al progetto Premio Costruiamo il Futuro. Quest’ultimo, stando alla Fondazione, è “una delle iniziative da cui Costruiamo il Futuro è partita da ben otto anni sostenendo con piccoli contributi le realtà di volontariato sociale della provincia di Lecco”. “Nel corso degli anni” continua “abbiamo consegnato numerosissimi riconoscimenti a testimonianza dell’enorme valore che il terzo settore produce in risposta alle esigenze concrete del territorio”. Un riconoscimento rivolto a “tutte le realtà operanti in campo sociale, culturale e sportivo con sede nella Provincia di Lecco”.
Nel regolamento del Premio sono indicati tutti i partners istituzionali. Spiccano Regione Lombardia – ospite fisso è anche Giulio Boscagli, Assessore alle politiche sociali e alla Famiglia nella Giunta Formigoni – il Ministero del Lavoro e – in più – organi di informazione locale.
Non interessa in questo caso soffermarsi sui criteri tramite i quali il Premio venga o meno riconosciuto ai soggetti coinvolti. Ciò che preme è sollevare invece una questione di pura opportunità, specialmente perché al centro di questo “contributo” c’è una Fondazione il cui Presidente non perde occasione per insegnare l’importanza del venir meno del “pubblico” negli affari del singolo e via discorrendo. Stride o no che una maggioranza politica ben individuata, una volta raggiunto il potere, supporti per la prima volta nel caso specifico – con soldi pubblici prelevati in tutta fretta ed eccezionalità dal Fondo di Riserva – un progetto (buono o cattivo che sia, non fa nulla in questo caso) di una Fondazione costruita intorno ad un leader di quella stessa area? Questo evidente conflitto di interessi provoca nel cittadino il naturale sospetto che i citati requisiti meritevoli del Premio non siano altro che una buona scusa per foraggiare, nella norma ma a spese della collettività, se stessi.
Alla faccia del motto “ciò che esiste merita”.

Duccio Facchini

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