mercoledì 27 aprile 2011

La Maggioranza snobba i valori della Resistenza e della Liberazione

XXV Aprile: alla cerimonia hanno partecipato come al solito più Consiglieri Comunali di Minoranza che di Minoranza

Come dappertutto, in Italia, anche a Merate l'Amministrazione Comunale ha rievocato l'anniversario della Liberazione; ma come? Il calendario non ha certo favorito la giornata, ma i nostri attuali amministratori - notoriamente goderecci - ne hanno approfittato, preferendo la "gita fuori porta"; ma neanche l'orario stabilito non ha favorito la solita consistente partecipazione della cittadinanza: a quell'ora, infatti, il buon brianzolo è a tavola! Pertanto, Santa Messa alle ore 11,30 con scarsa partecipazione; in prima fila il sindaco e due consiglieri di maggioranza; un assessore, probabilmente giunto tardi, per non cadere nel ridicolo, si è defilato; Prevosto assente, il celebrante non ha accennato alla ricorrenza civica, riflettendo unicamente sulla "Pasqua"; breve intenzione per i "caduti per la patria" e i "governanti" nella Preghiera dei fedeli. Al termine della celebrazione liturgica si è formato il corteo, sparuto, scarsa partecipazione dei cittadini, poche le associazioni presenti; stupefacente l'assenza del corpo musicale (che però attendeva ai piedi del monumento ai caduti). Il vertice dell'Amministrazione comunale era rappresentato, come detto prima, dal sindaco, un assessore e due consiglieri di maggioranza; ben più significativa la partecipoazione dei consiglieri di opposizione (4 su 7) e di alcuni gruppi familiari, che di gran lunga battevano numericamente le rappresentanze civiche! Il solito alpino, con inflessione dialettale (possibile che in municipio non ci sia un addetto al cerimoniale!), ha scandito i momenti della cerimonia al cospetto del monumento ai caduti. Il sindaco, in un breve discorso apatico e distaccato, ha ancora accomunato in un unico ricordo (sic!) i caduti di "entrambe" le parti e ha auspicato la pronta approvazione del federalismo, ancora in discussione al Parlamento. Che dire? Nell'era berlusconbossiana anche gli amministratori locali si adeguano: sminuiamo i valori della Resistenza e della Liberazione, snobbiamo le manifestazioni, freghiamocene del comune senso civico, tanto comandiamo noi!

Iolapensocosì

2 commenti:

  1. Incredibile: dopo 66 anni dobbiamo ancora dimostrare pietà solo per i morti di sinistra mentre per gli altri possiamo sputare sulla loro tomba (se ce l'hanno). Si ricordi questo anonimo dei resistenti che uccisero dopo la guerra solo per vendetta: quanti preti vennero massacrati dai partigiani comunisti? Retorica di emme e basta.

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  2. La pietà umana per i morti è un conto. Il giudizio morale, etico e storico su chi è morto è un altro. Equiparare i partigiani ai repubblichini è un errore, anzi un insulto. Si ricordi questo "anonimo" dei preti, dei bambini, delle donne, dei civili... massacrati dai nazifascisti repubblichini. Le consigliamo un giro a Valaperta. La guerra porta solo dolore, ma c'è stato chi ha combattuto in nome di un impero, in nome della razza, in nome di un delirio diabolico e chi ha combattuto per liberare un Paese dalla tirannia e dalla follia e questo fa la differenza. Il revisionismo è molto pericoloso, è il germe da cui stanno rigermogliando i nazionalismi e le derive xenofobe, contro cui i partigiani hanno lottato. Se lei oggi può dire simili stupidate e permettersi di definire il ricordo di questa gente "retorica di emme e basta" è grazie a loro, non certo ai naziafascisti. La morale sul fatto che tutti i morti sono morti poi dovrebbe prima farla ai suoi amici pidielciellini visto le considerazioni riservate di recente a Vittorio Arrigoni, il pacifista morto per un progetto di pace. Non ha mai torto un capello a nessuno, non ha mai inneggiato alla violenza, eppure quelli come Lei sostengono che in fondo "se l'è cercata", che è stato "un cattivo esempio" e altre perle di saggezza del genere...

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