Siamo rimasti sconcertati dall'articolo pubblicato sul giornale "La Provincia di Lecco" di sabato, che riportiamo in calce, con cui titolista e articolista sostengono che il passaggio delle consegne di capogruppo da Giovanni Battista Albani a Cesare Perego "non convince". Non è la prima volta che chi ha redatto l'articolo, ponendo domande sibilline, attinge frasi quà e là e poi le assembla a suo piacimento, dandole un senso diverso da quello che in realtà volevano esprimere ed estrapolandole dal contesto in cui erano inserite. Ha toccato sicuramente spunti interessanti e degni di considerazione, ma che non corrispondono alla lettura chevolevano fornire gli intervistati, alcuni dei quali non hanno neppure partecipato al dibattito. Ribadiamo quindi quanto già espresso in precedenza: la scelta di Perego è stata ponderata e valutata con tutto il gruppo alla luce della ferma volontà di Albani, per motivi personali, di cedere il testimone. Non c'è nessuna divisione interna né discussione in atto in merito. La nomina di Perego non indica necessariamente che sarà lui il futuro Candindato Sindaco perchè è evidente che i tempi non sono maturi e soprattutto perchè nessuno nell'avvicendamento ha voluto tenere conto della questione. Proporre nominativi in questa fase è pura "fantapolitica".
Ed ecco l'articolo da La Provincia di Lecco del 20 marzo 2010.
Ed ecco l'articolo da La Provincia di Lecco del 20 marzo 2010.
Albani lascia una pesante eredità
La scelta di Perego non convince
La scelta di Perego non convince
MERATE. Cesare Perego successore di Giovanni Battista Albani alla guida del centrosinistra? Più d'uno solleva perplessità. A cominciare dal segretario provinciale del Partito Democratico Ercole Redaelli (e dall'ex sindaco di Merate Mario Gallina. Nessuno mette in discussione le capacità del nuovo capogruppo di "Insieme per Merate" ma qualche dubbio sulla tempistica dell'avvicendamento c'è.
«Sicuramente - osserva Gallina - questo cambio al vertice porterà qualche problema. Albani era più esperto, conosceva tutti e tutti i problemi. Su molte cose era certamente più documentato del suo successore. Perego rappresenta un'innovazione. Da un lato, non gli si può imputare niente, ma non sempre la verginità politica è un bene». La scelta di affidare a lui la guida del gruppo, secondo Gallina, potrebbe essere troppo prematura. «Sulla tempistica, credo che si potrebbe discutere molto». E molto si potrebbe dire anche sull'effetto che tale avvicendamento avrà sull'elettore. «All'interno del Pd, certamente Perego è visto molto bene. All'esterno, invece, Albani ha sicuramente più seguito».
Diverso il punto di vista di Ercole Redaelli, numero uno del Pd lecchese ma pagnanese come Perego. Che precisa subito come «Perego sia stato nominato capogruppo di Insieme. La scelta della persona che guiderà il centrosinistra meratese è invece nelle mani della provvidenza». Una presa di distanza che, forse, preannuncia discussioni interne. «Credo - aggiunge - che sia prematuro mettere addosso a Perego la casacca di guida del centrosinistra di Merate. Sarebbe certamente degno di vestirla, dal momento che è stato segretario della sezione cittadina del Pd. Ma al suo pari, in città ci sono altri candidati». In cima alla lista c'è il nome di Riccardo Brivio, attuale segretario del Pd. E poi Gabriella Mauri, consigliere di Insieme, Domenico Cavana, ex assessore della giunta Albani. «Il leader - conclude Redaelli - deve sapersi imporre». Come dire che se Perego ne ha la stoffa, sarà il tempo a dirlo.
Il diretto interessato, nel frattempo, s'appresta a imprimere il proprio modo di agire e lavorare al gruppo che guiderà. «Interpreterò il ruolo di capogruppo secondo le mie caratteristiche - è la convinzione -. Farò lavorare tutti i consiglieri, cercando non solo di fare il portavoce del gruppo, ma di coordinare l'attività di tutti».
In pratica, Perego delegherà. Cosa che Albani non amava fare. «È inutile negare che Albani aveva una fortissima componente individuale - spiega il pagnanese -. L'ex sindaco era uno che agiva molto d'istinto. Chi fa politica da molto tempo, lo chiama fiuto politico. Tuttavia, ritengo che troppo istinto non vada bene».
«Sicuramente - osserva Gallina - questo cambio al vertice porterà qualche problema. Albani era più esperto, conosceva tutti e tutti i problemi. Su molte cose era certamente più documentato del suo successore. Perego rappresenta un'innovazione. Da un lato, non gli si può imputare niente, ma non sempre la verginità politica è un bene». La scelta di affidare a lui la guida del gruppo, secondo Gallina, potrebbe essere troppo prematura. «Sulla tempistica, credo che si potrebbe discutere molto». E molto si potrebbe dire anche sull'effetto che tale avvicendamento avrà sull'elettore. «All'interno del Pd, certamente Perego è visto molto bene. All'esterno, invece, Albani ha sicuramente più seguito».
Diverso il punto di vista di Ercole Redaelli, numero uno del Pd lecchese ma pagnanese come Perego. Che precisa subito come «Perego sia stato nominato capogruppo di Insieme. La scelta della persona che guiderà il centrosinistra meratese è invece nelle mani della provvidenza». Una presa di distanza che, forse, preannuncia discussioni interne. «Credo - aggiunge - che sia prematuro mettere addosso a Perego la casacca di guida del centrosinistra di Merate. Sarebbe certamente degno di vestirla, dal momento che è stato segretario della sezione cittadina del Pd. Ma al suo pari, in città ci sono altri candidati». In cima alla lista c'è il nome di Riccardo Brivio, attuale segretario del Pd. E poi Gabriella Mauri, consigliere di Insieme, Domenico Cavana, ex assessore della giunta Albani. «Il leader - conclude Redaelli - deve sapersi imporre». Come dire che se Perego ne ha la stoffa, sarà il tempo a dirlo.
Il diretto interessato, nel frattempo, s'appresta a imprimere il proprio modo di agire e lavorare al gruppo che guiderà. «Interpreterò il ruolo di capogruppo secondo le mie caratteristiche - è la convinzione -. Farò lavorare tutti i consiglieri, cercando non solo di fare il portavoce del gruppo, ma di coordinare l'attività di tutti».
In pratica, Perego delegherà. Cosa che Albani non amava fare. «È inutile negare che Albani aveva una fortissima componente individuale - spiega il pagnanese -. L'ex sindaco era uno che agiva molto d'istinto. Chi fa politica da molto tempo, lo chiama fiuto politico. Tuttavia, ritengo che troppo istinto non vada bene».
Sono rimasto anch'io esterrefatto leggendo sul blog l'articolo de "La Provincia di Lecco" sui giudizi negativi dati riguardo alla successione di Cesare Perego ad Albani quale Capogruppo di Insieme per Merate. Ammesso e non concesso che titolista ed articolista abbiano riportato esattamente le considerazioni espresse, ma finché non vedo smentite debbo ritenerle corrette, meraviglia la non considerazione da parte degli intervistati che la decisione presa fosse prerogativa del Gruppo Consigliare "Insieme per Merate" nella propria autonomia. In realtà la decisione è stata presa nell'ambito allargato del Gruppo; dispiace dirlo, ma gli assenti hanno sempre torto e le loro considerazioni postume lasciano il tempo che trovano. Nel merito pregherei Redaelli di lasciare stare la Provvidenza che ha ben altro cui pensare e di non anticipare candidature a Sindaco di Merate la cui proposizione, mi sembra, è regolata dallo Statuto del Partito Democratico con procedure ben precise di primarie o di Partito o di Coalizione.
RispondiEliminaIn tal senso oso sperare che il prossimo candidato sindaco di Merate, venga deciso in base a primarie e non nel segreto di chiuse stanze e fra i soliti noti.