sabato 20 febbraio 2010

Politiche sociali: la Regione taglia i fondi ed esclude dalle scelte i Comuni

Il Fondo politiche sociali assegnato dallo Stato lo scorso anno alla Lombardia fu di 94,915 milioni di euro; per l’anno 2010 esso sarà ridotto a 73,32 milioni di euro,con una diminuzione del 22,74%.
Ma la vera sorpresa non è solo nel taglio di queste risorse in una situazione di emergenza sociale (la politica è quella di svuotare di fondi gli strumenti esistenti per dare le stesse risorse ad altri interventi su cui il Governo promuove la sua strategia di annuncio di affrontare con strumenti innovativi ed antispreco...) , c’è una seconda interessante e preoccupante novità.
La ripartizione che la regione Lombardia ha fatto di questi fondi verso gli ambiti territoriali è di soli 39 milioni di euro; essa quindi si trattiene, per una sua successiva distribuzione,s econdo scelte centrali attribuite ai tecnici regionali, la restante parte di 34 milioni. Ciò significa che così come avviene per il socio-sanitario, la cui costruzione della politica di interventi è quasi esclusivamente facoltà della Regione, (sindaci e ambiti non hanno risorse), ora questa impostazione viene allargata alla costruzione delle politiche sociali, decisione che segnala la volontà di ampliare “l’ingerenza” regionale a scapito dei sindaci e dei territori.
E’ vero che la Regione ha aumentato il fondo non autosufficienza da 22 milioni a 43 milioni, e mantenuto il suo Fondo sociale regionale il finanziamento di 85 milioni,ma la strada che indica questa decisione non è certo quello di favorire gli interventi degli amministratori locali che forse qualche conoscenza in più dei dirigenti regionali la possano vantare.

Cesare Perego
Consigliere comunale
di Insieme per Merate

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