giovedì 18 febbraio 2010

Liquido fissa-smog: i conti non tornano

Sono scettico, in base al buon senso ed a qualche considerazione quantitativa, sui rivestimenti mangiasmog, perché, per funzionare efficacemente, l'assorbimento ha bisogno che il contatto con l' inquinante sia forzato come avviene nelle marmitte catalitiche dove grandi superfici, a struttura spugnosa o alveolare, vengono a contatto con i gas di scarico. Nel caso in esame il contatto non è forzato, ma l'aria lambisce semplicemente lo strato assorbente che, ovviamente, non ha struttura spugnosa. Nelle prove di laboratorio, condotte in piccoli ambienti chiusi e dove il tempo di permanenza dell'aria inquinata è lungo, si dice che la riduzione degli inquinanti sia significativa. Pur ammettendo che la superficie assorbente abbia un qualche effetto, la ricaduta sulla massa d'aria circostante è irrisorio, perchè le turbolenze ed il vento ristabiliscono l' omogeneità della concentrazione di inquinante. Come stimato nella nota sottoriportata, sulla pianura padana, specialmente in inverno, fluttuano decine di tonnellate di polveri sottili, (l' inquinante più pericoloso) per cui la soluzione proposta è un palliativo che incide pochissimo sul contenuto di polveri, credo, neanche rivestendo tutti gli edifici e le strade della pianura stessa. Non sono a conoscenza di quale sia la velocità di formazione delle polveri sottili, né so se ne siano state fatti calcoli, ma è un fatto che esse si abbassano dopo un'acquazzone e ritornano a livello precedente, dopo qualche giorno. Si stima una produzione, in pianura padana, di migliaia di tonnellate/anno, cioè di almeno qualche tonnellata/giorno, per cui, pur ammettendo il funzionamento del liquido mangiasmog con capacità assorbente, molto ottimistica, di 1 kg di inquinante per kg di liquido, bisognerebbe versare sulle strade della pianura stessa alcune tonnellate di liquido, con quale rapporto costo/benefici non si sa.
Le mie perplessità nascono dai ragionamenti esposti e dal fatto che non ho ricevuto risposte riguardo all'esito di sperimentazioni effettuate dalle Amministrazioni comunali di Milano, Segrate e Rovereto.

Ernesto Passoni

Stima quantitativa.
La pianura padana è come un grande catino collettore di aria inquinata e facendo riferimento alle polveri sottili (sulle quali ho forti relativamente all'efficacia del fotocatalizzatore, in quanto solide e dalla struttura fortemente legata) si possono fare le seguenti stime cautelative:
- Pianura padana: superficie 40.000 kmq;
- Concentrazione media di polveri sottili: 30 microgrammi/mc ipotizzate contenute in uno strato atmosferico alto fino a 100 m dal suolo;
- Volume interessato 40.000 kmq x 0,1 km = 4.000 kmc = 4.000.000.000.000 mc;
- Contenuto di polveri: 4.000.000.000.000 mc x 30 microgrammi/mc = 120.000.000.000.000 microgrammi = 120 tonnellate.

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