martedì 17 maggio 2011

Hanno vinto le liste civiche riformiste, nessuno ha creduto alle favole di Lega e PdL

Scorrendo i risultati elettorali amministrativi della nostra Provincia, mi sono uscite alcune prime riflessioni.
  • Le liste civiche riformiste hanno vinto un po’ dovunque. Le liste civiche “moderate” che avevano alzato recinti intorno a sé (Pescate, Nibionno, Santa Maria Hoè) hanno perso. Chi sono i riformisti del nostro tempo? Sono dei “radicali” che si confrontano con la propria realtà e su questa chiamano a raccolta tutti coloro che vogliono affrontare pragmaticamente i problemi. La loro “moderazione” non è una scelta ideologica, ma un modo di leggere ed intervenire nella realtà. Non stanno “solo” nel palazzo civico, ma sanno cogliere i fermenti, le paure e le speranze della propria realtà.
  • La secca sconfitta delle liste Lega-PdL indica che il cittadino tende a non credere alle” favole” nel la scelta del governo della propria “patria locale”. E’ contro il centralismo non solo romano, ma anche milanese. Il territorio lecchese si è ripreso la propria “sovranità” premiando le donne e gli uomini che propongono ascolto, dialogo, identità locale e cambiamento. Ci pensino i vertici leghisti: è saltata la loro strategia di esportare assessori provinciali in alcuni comuni per “sistemare” i loro “equilibri di potere”. Il territorio ha risposto picche. Paradossalmente ha scelto di essere “padrone a casa propria”.
  • Il PD ha fatto un passo avanti nella propria identità. Vince dove costruisce l’Ulivo, inteso come alleanza di cittadini e partiti che hanno al centro i bisogni del territorio e non altro. Hanno vinto coloro che coniugano la speranza del futuro con le scelte di tutti i giorni. Hanno vinto coloro che pensano all’inclusione e alla coesione sociale come un valore di fondo senza nasconderlo, senza essere “incollati” alle poltrone o alle giaculatorie rassicuranti del “moderatismo”, come direbbe un mio carissimo amico appena eletto Sindaco di un Comune brianzolo.


Ambrogio Sala
Membro dell’Assemblea Provinciale
del Partito Democratico di Lecco

4 commenti:

  1. Detto da chi era in una lista che ha vinto per 35 voti (meno dell'1%) ed ha preso solo 30 preferenze pure essendo un famoso personaggio politico fa un po' specie. Le liste civiche hanno vinto perchè non compariva il simbolo del PD altrimenti sarebbe stata una catastrofe, peggio di quella del Centrodestra. La gente non ne può più dei politici di professione, tra i quali anche Sala.

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  2. Beh effettivamente la scelta del PD di vivere dentro liste civiche occultando i simboli, ma schierando persone schierate e munite di tessera non si può certo definire una scelta riformista e d'avanguardia.Provasse il PD a fare liste con il suo simbolo ben stampato sulle schede.

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  3. I ragionamenti sull'appoggio del PD alle liste civiche (i nuovi Sindaci di Cernusco, Olgiate e altri paesi non hanno in tasca la tessera del PD come molti dei Consiglieri Comunali eletti e spesso non partecipanop nemmeno alla vita di partito come succede anche ai Consiglieri Comunali di "Insieme per Merate") sono un po' più complessi e articolati. La logica ultima ovviamente è quella di vincere le elezioni, che è la stessa che ha spinto i Candidati del Centrodestra a correre sotto i simboli della Lega Nord e del PdL che pensavano facessero da traino e invece li hanno penalizzati perchè la gente ha compreso di essere stata presa in giro. Ma dietro ci sta anche la volontà di lasciare autonomia al territorio, di offrire supporto senza imporre nomi, di sostenere un programma più che una bandiera. E poi il simbolo del PD in queste elezioni in è comparso in molti posti: Milano ad esempio. Piuttosto viene da pensare che il Centrodestra non abbia persone spendibili in grado di attirare consenso a livello locale, nemmeno quando sono assessori provinciali. Il dibattito è aperto...

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  4. Gino è una persona intelligente e da uno come lui mi spettavo un ragionamento più articolato e veritiero. Invece ha prevalso l'astio verso gli ex nemici della Dc ora amici per forza nel PD

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